Archivio | Fumetti RSS feed for this section

Consigli di lettura

20 Set

IMG_4497Queste sono alcune delle proposte di lettura che entreranno a far parte delle bibliografie per i corsi di formazione/aggiornamento che coinvolgeranno nelle prossime settimane insegnanti e bibliotecari. Ne abbiamo parlato, ne parleremo qui.

Pelle d’uomo

8 Apr

pelle d'uomoArriva la prossima settimana anche in italiano uno dei fumetti più premiati degli ultimi tempi (Grand Prix RTL 2020; Prix Wolinski de la BD du Point 2020; Grand prix del acritique ABCD 2021; Prix Landerneau BD 2020; Prix Ti-Zef 2020; Fauve des Lycéens 2021 al festival di Angouleme; Prix des Libraires Canal BD 2021;Prix Canal BD 2021; Prix BDstagram 2020), che ha superato in pochi mesi le centomila copie vendute e che è stato celebrato dalla giuria dei mille studenti delle scuole superiori al festival di Angouleme.

Una storia ambientata nell’Italia rinascimentale, dai temi fortemente attuali: l’identità di genere, le differenze tra maschi e femmine, il rapporto tra sessi le scelte sessuali, la ricerca dell’amore. Secondo i costumi del tempo, la giovane Bianca, figlia di nobile famiglia, viene promessa in sposa a Giovanni, giovane, bello e altrettanto ricco, erede di una stirpe di mercanti. Mentre la ragazza si interroga sul matrimonio con un uomo di cui nulla conosce, la sua madrina intanto le svela un segreto di famiglia: il possesso di una pelle di uomo, che le donne della famiglia possono indossare, trasformandosi in un giovane di bell’asptto dal nome di Lorenzo, potendo così sondare la vita da una prospettiva diversa. Sotto mentite spoglie, Bianca persorre le strade della propria città in ore in cui non le è normalmente permesso uscire di casa, frequenta bettole e compagnie che neppure avrebbe immaginato, scopre lati nascosti e inclinazioni sessuali del fidanzato. Nella pelle di Lorenzo, Bianca sperimenta, prova e si interroga, ma tante domande la seguono anche quando ripone la pelle magica e torna a vestire i propri abiti: cosa significa davvero amare? Quel è la libertà di ciascuno e quali possono essere le scelte possibili, al di là della morale imposta dalla società? Quanto e come conta il corpo per ciascuno? Nella figura del fratello maggiore della ragazza, che ha vestito gli abiti religiosi e che difende posizioni intransigenti, sono la religione e la morale a essere messe in accusa, così come i comportamenti duplici e ipocriti di molti.

Il sapore è quello di un racconto fiabesco, con tutti i suoi topoi letterari; il ritmo quello di una commedia ben sceneggiata; la figura di Bianca è centrale, ma anche Giovanni è un personaggio non certo secondario e la capacità degli autori sta nel fare di Lorenzo un terzo punto di vista. Opera ultima di Hubert, condensa molti temi che hanno profondamente toccato la vita di questo sceneggiatore di fumetti, ergendosi con toni umoristici a testo imperdibile quando vogliamo parlare di stereotipi, di libertà, di donne.

Hubert- Zanzim, Pelle d’uomo (trad. di Francesco Savino), Bao publishing 2021, 160 p., euro 20

Parete Nord

4 Apr

parete nordChe fossi felice che questo libro arrivasse in italiano lo avevo già anticipato un anno fa, scrivendo de Il lupo, altro fumetto di Rochette che L’Ippocampo allora mandava in libreria. L’imponenza di questo “Parete Nord” (che perde nel titolo italiano l’originale riferimento a Ailefroide, la montagna del Massiccio degli Écrins, intorno a cui ruota ancora oggi lo sguardo dell’autore) sta innanzitutto nella capacità di restituire certi grand bleu perfetti del cielo che paiono fatti apposta perché la roccia ci si stagli contro, certe verticalità alpine e certe vertigini che prendono chi in quesi paesaggi cammina, scala, sale quando è colto dalla bellezza assoluta della montagna. Da quella bellezza è preso Rochette ancora bambino e da lì nasce il desiderio unico di salire, salire sempre più in alto. Non sa nulla di quel che serve e impara tutto da un coetaneo, Sempé, che gli procura l’attrezzatura, gli insegna i nodi, le posture, sceglie per la loro cordata gli itinerari e condivide il tempo e i passi, i rischi e il senso assoluto che può avere la montagna quando la scopri e la vivi appieno da adolescente. Salire significa essere libero, mentre in basso tutti ti dicono quello che devi fare: a casa, a scuola, nel collegio dove nessuno capisce quello che disegni, le opere d’arte che ammiri; allora ti ribelli rispondendo male, scappando di nascosto per andare ad arrampicare, evadendo dall’aula – quando ti costringono nel banco – leggendo di grandi imprese di celebri alpinisti e tenendo lo sguarod fisso alle pareti di roccia che ti riempiono l’orizzonte. La rabbia del crescere, il prendere parte, il cercare una propria forma e una propria strada: tutto è vissuto all’ombra del desiderio di salire. E lo scopo, per Jean-Marc Rochette, è uno solo: diventare guida alpina. Quando una pietra durante una scalata in solitaria lo colpisce in pieno volto e lo trascina in tutt’altra storia, attraversa un oceano per ritrovare la verticalità; se il passaggio all’età adulta è sicuramente diverso da quel che si era agurato, anche la strada diventa un’altra: si tratta di sfruttare quel che sa fare bene, il momento storico in cui il fumetto comincia a pagare e così mette in fila un po’ di pubblicazioni (cominciando da Edmond le cochon e dal Transperceneige su cui si basano il film di Bong Joon-ho e la serie distopica Snowpiercer che oggi molti apprezzano in serie tv) dando avvio alla carriera di fumettista su cui negli anni innesterà quella di scultore e pittore.

Il fumetto racconta la montagna, le passioni, ma anche le amicizie, le scelte, le perdite di compagni di cordata. Diventa una narrazione di formazione, dvoe la personalità si forgia alla scuola della salita, con l’esaltazione con cui sedicenni se ne sta sospesi in bivacco a un cielo stellato e si attraversa quello che può essere il regno di un’avventura come un campo estremo di battaglia.

JM Rochette racconta Ailefroide in un’intervista durante il festival di Angoulême 2019.

Olivier Bocquet – Jean-Marc Rochette, Parete Nord (trad. di Paolo Cognetti), L’Ippocampo 2021, 298 p., euro 25

Sgrunt!

7 Mar

SGRUNT_WEBNuova interessante uscita per la collana “Graphic Prima” di Sinnos che offre un formato agevole, con buon respiro sulla pagina per il testo e le illustrazioni, adatto ai lettori che cominciano a muoversi agilmente e che ne saranno soddisfatti. Il testo di Movarelli, ben accomagnato dalle illustrazioni di Alice Coppini, sceglie come sfondo Monte Quiete, paesino di 345 anime in cui pare non capitare mai nulla. Eppure, per quanti pochi siano gli abitanti, vantano un pirata e una gruppo di cowboy che bivaccano al bar del Buco e pure una ciurma di ben tre ragazzetti terribili che seminano il terrore tra gatti e bambini. E poi c’è Giustino, io narrante che ha appena imparato le frazioni (è un asso in matematica!) e considera tutto quel che lo circonda in termini di tre quarti, un decino e via così. Il pirata Sgrunt, al di là del suo aspetto da scorbutico nonnetto, nasconde un cuore da vero bucaniere e sul suo conto se ne raccontano di tutti i colori. Starà a Giustino sbrogliarsela con prepaotnti e misteri e scoprire che fine abbiano fatto i 13 gatti che mancano al computo degli animali del villaggio e pure cosa covi sotto la cenere del passato del pirata Sgrunt e del cowboy Peldiferro.

Alcune pagine da sfogliare.

Daniele Movarelli – Alice Coppini, Sgrunt!, Sinnos 2021, 64 p., euro 11

Doppio passo

15 Dic

DOPPIO-PASSOLa casa editrice Sinnos continua nel racconto grafico non banale di donne che hanno segnato la storia e hanno rivendicato il loro posto con la testimonianza delle proprie azioni e delle proprie capacità. Tocca questa volta a Lily Parr che nell’Inghilterra degli anni ’20 comincia una brillante carriera calcistica raggiungendo livelli di prestazioni e numeri di gol eguagliati nella storia solo da celebrati campioni maschi come Pelè e la cui bravura si infrange sulla decisione della Federazione inglese di calcio di vietare alle squadre di donne di giocare sui propri campi, nel tentativo di frenare la grande popolarità del calcio femminile che raggiungeva una vasta partecipazione di pubblico (divieto per altro rimasto in vigore fino al 1978). 

L’inizio della sua carriera viene raccontato attraverso la figura di un ragazzino, Martin, ultimo di sei fratelli, negato per il calcio a cui lo costringono a giocare la domenica e che scopre un giorno la braura di quella ragazzina che gli somiglia un po’ e da cui si fa di nascosto sostituire. In questo modo la grafich novel dà testimonianza anche di un’epoca storica, delle famiglie operaie, delle loro case e dei loro quartieri, della rivendicazione dei diritti di uguaglianza tra i sessi. 

Se poi avete voglia, sempre in tema calcio, di dare un’altra bella testimonianza delle differenze storiche – in questo caso tra classi sociali – che hanno segnato la sua storia, sempre in Inghilterra, la serie The English Game è lì su Netflix. 

Alice Keller – Veronica Truttero, Doppio passo, Sinnos 2020, 96 p., euro 13

Il giovane Darwin

12 Dic

giovane darwinGran bella proposta di fumetto tra narrazione storica e scientifica. Con un’incredibile capacità di sintesi e di ottimo utilizzo di quel che il formato del fumetto permette, Grolleau e Royer raccontano i cinque anni in cui Charles Darwin viaggia per il mondo a bordo della HMS Beagle, le scoperte, ma anche i dubbi e gli interrogativi sulla sua epoca. La cornice narrativa è quella del 1858: il padre della teoria dell’evoluzione sta lavorando al suo saggio sull’origine della specie e i suoi figli disegnano scimmie e soldati sui fogli delle bozze. Proprio a loro Darwin racconta quel viaggio, insistendo su cosa più sue (la paura per la partenza dopo l’entusiasmo iniziale, il mal di mare, la scelta di cambiare il programma e allungare i tempi per visitare luoghi non previsti), sottolineando le scoperte scientifiche, l’ossrvazione degli animali e le intuizioni, raccontando i rapporti umani: gli scontri con il capitano Fitzroy, lo scontro sul modo di intendere e trattare gli schiavi e gli indigeni, la necessità di far comprendere il distacco dalla concezione della creazione divina del mondo.

Darwin viene raccontato come ragazzo della sua epoca (compirà venticinque anni al termine della spedizione), come uomo che ha piena consapevolezza del momento storico e che si interroga, grazie anche alle persone con cui viene in contatto e alla sua famiglia (suo nonno era membro del movimento per l’abolizione della schiavitù ), sui modi dell’uomo, sui suoi comportamenti, sull’evidenza che si palesa ai suoi occhi dell’uguaglianza delle persone.

Fabien Grolleau – Jérémie Royer, Il giovane Darwin (trad. di Stefano Andrea Cresti), Tunué 2020, 174 p., euro 16,90

Pistillo

10 Dic

pistillo

In ottobre, il panorama della produzione editoriale di fumetti per i più piccoli si è fatto ricco, con l’uscita del primo volume di una nuova collana, I peperini, con cui le edizioni Diabolo intendono rivolgersi a un pubblico a partire dai tre anni di età, prevedendo tre fasce di pubblico (+3; +6; +9). L’ha inaugurata un fumetto +6 uscito contemporaneamente in Italia e in Spagna (per la Thule Editorial di Barcellona) che ci racconta le caratteristiche del progetto editoriale: formato grande, copertina cartonata, anche il testo in quarta di copertina è in stampatello maiuscolo e strizza l’occhio a chi si sta rendendo autonomo nella lettura.

Il tratto di Marco Paschetta accompagna paesaggi caratterizzati da colori che ne riflettono non solo le particolarità, ma anche la condizione dettata dall’intervento umano, su cui è chiamato a riflettere il lettore durante la lettura. L’illustratore cuneese sceglie di raccontare la storia di una creatura azzurra di nome Pistillo e del suo nuovo amico Spicchio, un pesce giallo, che uno per terra e l’altro in acqua, ma insieme, vanno dal bosco dove il primo è nato e sempre vissuto fino al mare. Il loro viaggio nasce da una curiosità: perché il ruscello si ingrossa in modo anomalo? E poi prosegue attraversaversando boschi tagliati, dighe che hanno stravolto i luoghi, incontrando diversi personaggi che aggiungono particolari, imbattendosi in pericoli, dandosi una mano.  Un viaggio per conoscere posti nuovi, portando sempre nel cuore quelli natii, per conoscersi a vicenda imparando di più anche su se stessi e interrogandosi su come si possa vivere nel rispetto della natura che ci circonda o lasciare “impronte” e segni che modificano e a volte distruggono

La storia però ha, fin dai suoi esordi, viaggiato anche in un altro modo, persino qualche settimana prima di arrivare in libreria. Ha preso vita infatti sul palcoscenico, durante Imaginé, il “piccolo festival della narrazione per figure”, che si è svolto in Val Vermenagna, a Vernante, nell’ultimo fine settimana di settembre, e che ne ha ospitato una versione multiforme: un’animazione creata da Alice Gallouin e curata su grande schermo da Daniele Saretti, le voci narranti di Miriam e Sara Rubeis in scena e tre musicisti dell’Orchestra della Centrale a sottolineare con una colonna sonora originale l’andamento della storia, in uno spettacolo di Noau Officina Culturale, che può essere ospitato per proseguire il viaggio con Pistillo e Spicchio.

Marco Paschetta, Pistillo, Diabolo 2020, 64 p., euro 17

La terra, il cielo, i corvi

8 Dic

terra-cielo-corviNon ci sono molte parole per parlare di questo fumetto poderoso che mette i lettori di fronte allo sbandamento di un trio di soldati nella Russia del 1943. Non ci sono parole probabilmente perché è proprio sulla questione della parola, e della lingua, che ruota il senso di stordimento finale del lettore da un lato avvolto dalle riflessioni del protagonista, dal flusso dei suoi pensieri, dall’altro immerso nell’incomprensione del trio da barzelletta (un italiano, un russo, un tedesco) il cui parlare è riportato per ciascuno nella lingua madre, senza traduzione. Gli autori scelgono quindi di lasciare le lingue come sono, provando a restituire anche negli incontri, la babele linguistica, la comprensione a gesti, i suoni che si somigliano e che lasciano intuire. A tratti però vien da pensare che certe tavole non avrebbero avuto manco bisogno di parole, sarebbe andata bene la voce del silenzio, delle espressioni, dei volti, delle posture.

Il soldato Limonta Attilio, classe 1919, partito da un paesino sul lago di Como, fugge nel marzo ’43 appunto da una base militare sul Mar Bianco dove è stato portato come prigioniero di guerra. Insieme a lui un giovane russo e un caporalmaggiore tedesco dai modi rudi. Non si conoscono, non si piacciono, ognuno ha un obiettivo diverso, ma la fuga è comune, come la condivisione dell’aiuto che ricevono, i pericoli lungo la strada, le decisioni da prendere.

Un fumetto denso di cui probabilmente ogni lettore coglierà meglio qualcosa, tra rimandi alle testimonianze di Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli e lunghe citazioni di Tolstoj, a testimonianza grafica di un momento della Seconda Guerra mondiale che credo, almeno nell’immaginario dei ragazzi, possa aver bisogno di una lettura simile che raconta in filigrana molto degli anni precedenti, dell’Italia sotto il fascismo. Che poi riflette sulla vita, andando e venendo tra il momento storico raccontato e l’infanzia e la gioventù di Attilio, e sulle scelte, sulle seconde possibilità, sulla necessità di dover morire a una vita per poter rinascere a un’altra.

Teresa Radice – Stefano Turconi, La terra, il cielo, i corvi, Bao 2020, 208 p., euro 20

Aldobrando

7 Nov

aldobrandoUna potenza immensa, quella che passa dalle illustrazioni, ma anche (e forse soprattutto) dall’ironia che sferza, fa nascere il sorriso e intanto mette a nudo le cose del mondo rivelandole limpide. Una storia di formazione che vede al centro un protagonista puro, semplice da parer al limite del sempliciotto, che osserva con incanto e senza filtri il mondo che gli si disvela davanti: non ha mai conosciuto nulla oltre la capanna dello strego che lo ha cresciuto, a cui il padre lo ha affidato prima di affrontare morte certa per una giusta causa e a cui ha chiesto di crescerlo “come si deve”. E lo strego lo manda nel mondo, perché apprenda e compia il viaggio che rivela della vita quel che serve. Due braccia che son zampe di merlo, una gentilezza fuori dal comune, un candore che gli permette di parlare col medesimo registro a chiunque gli si pari davanti, sovrano, traditore, prigioniero. Aldobrando finirà in cella, accusato di quel che non ha commesso perché straniero arrivato proprio al momento in cui è necessario dare una risposta al popolo, possibilmente con un’esecuzione cruenta e spettacolare. Imparerà a leggere le persone, tutte in bilico sulla possibilità di una duplice scelta, sull’essere onesti, buoni, malvagi. Imparerà un po’ di cose sull’amore e sulle sue forme, di cui ammette di non sapere nulla, “un sentimento – dice a ragione Gipi – che è l’unico premio che immagino per una persona”.

Ambientato nello stesso universo medievale fantastico creato da per il gioco di carte Bruti, il fumetto prende in giro modi e maniere dell’essere umano, inventa con godibile raffinata ironia nomi propri e titoli, disegna scenari di salvezza per chi sembra condannato ad altro. Gipi tesse la storia, Luigi Critone lo accompagna con scenari perfetti in una narrazione dal ritmo alto tanto quanto ne è alta la qualità. Imperdibile.

Qui un giro nello studio parigino di Critone per veder nascere Aldobrando.

Gipi – disegni di Luigi Critone – colori di Francesco Daniele e Claudia Palescanolo, Aldobrando, Coconino Press 2020, 208 p., euro 24

Nel paese delle Veramiglie

20 Ott

Nel paese delle Veramiglie - cover altaPépite BD al Salon du livre et de la presse jeunesse de Montreuil 2019, premiato ad Angoulême in gennaio con la Fauve Jeunesse e insignito di menzione alla Fiera di Bologna, arriva in italiano questo fumetto della francese Camille Jourdy che, in tavole dai colori tenui e delicati, dispiega una storia di formazione davvero imperdibile.

Si racconta di Jo che, durante una vacanza in campeggio, si allontana dal nucleo famigliare (papà, matrigna e due “sorellastre”) che dice di non sopportare e si perde nel bosco: curiosi personaggi la portano in un mondo parallelo, tra un popolo di folletti e animali parlanti che stano progettando di rovesciare il potere di un tiranico gatto che tiene prigionieri alcuni di loro. Prendendo parte alla loro avventura e alla loro vita, Jo fa esperienza di amicizia, sentimenti, vicinanza, del prendere parte, del condividere, del prendersi cura. Si confronta dicendo la sua sull’amore, sulla famiglia; caminando con questi compagni di viaggio riesce a tirar fuori tutta la rabbia verso la situazione che sta vivendo a casa.

Con alcune frasi che restano mitiche (“Vieni, andiamo a devastare le vivande” disse il cavallo difronte a un sontuoso banchetto) e una certa dose di ironia anche da parte della protagonista che riesca anche a prendersi in giro e a sdrammatizzare, il fumetto ha vignette e tavole mute dalla delicatezza incantevole, non solo del tratto, ma anche della capacità narrativa.

Forse il corsivo in cui è scritto (peraltro già nell’edizione originale) non sarà agevole per la lettura di tutti, ma merita, tanto. Con un finale che dice che così è la vita, ma se hai un giorno hai bisogno di una fuga piena di avventura, sogni e meraviglia, c’è sempre il Paese delle Veramiglie ad accoglierti e a ristorarti.

Camille Jourdy, Nel Paese delle Veramiglie (trad. di Silvia Cavenaghi), Arka, 160 p., euro 21,50