Nel mio villaggio di montagna abita un bambino che somiglia molto al protagonista di questo albo: da qualche anno (ma non più per molto) è l’unico bambino del villaggio, macina chilometri ogni giorno per andare a scuola e ha un modo di fare speciale con gli animali. Ha un vero e proprio serraglio e talvolta, fuori stagione, nelle prima ore del pomeriggio, potresti vederlo andare a spasso per le stradine deserte con un coniglio in braccio, insieme a cani, oche, galline, magari un fagiano.
Aron me lo ha ricordato, per l’attenzione agli animali, l’averne cura, il saper vedere e intuire che Francesco Niccolini gli ha cucito addosso scrivendo questa storia: un bambino di cinque anni che vive con la famiglia in una casa di pietra al limitare del bosco e parla con le piante e con gli animali, dando a ciascuno un nome. Quando a un inverno tanto ghiacciato segue una torrida estate gli uomini del paese partono alla ricerca di una soluzione, ma nessuno torna, neppure il padre del protagonista. Sarà lui allora ad andare all’avventura, a seguire i suggerimenti degli amici animali fino a raggiungere un creatura un po’ albero, un po’ bestia, un po’ uomo con cui stringere un patto da onorare: avere rispetto della natura, cacciare in modo equo, convivere in modo che tutti possano essere in armonia.
Una storia che parla di salvaguardia dell’ambiente, di attenzione, di dialogo tra specie diverse, di possbilità di coesistenza, impreziosita dalle tavole di Sonia Maria Luce Possentini che raffigurano talmente bene da far vivi sulle pagine gli animali, le persone, il bambino dagli occhi profondi, perfino il vento, perfino gli alberi.
Da leggere nella speranza che l’augurio della riga finale possa essere scritto non all’imperfetto, ma al tempo presente.
Francesco Niccolini – ill. Sonia Maria Luce Possentini, Il piccolo Aron e il signore del bosco, Carthusia 2020, 28 p., euro 16,90
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