Qualcuno forse avra memoria di un romanzo sulla Siberia, Piotr, pubblicato da Piemme nel 1992, scritto proprio da Jan Terlouw, di cui oggi la Nuova Frontiera junior pubblica il romanzo di maggior successo, adattato negli anni per il cinema e il teatro. Ispirato all’esperienza stessa dell’autore, racconta dell’ultimo anno di guerra, dell’inverno del 1944-’45 visti attraverso gli occhi di un adolescente olandese. Michiel è il figlio del sindaco del paese e la guerra viene a casa sua ogni giorno, con gli “ospiti” che arrivano dall parte occidentale della nazione, spinti dalla fame e dalla disperazione. Sono uomini, donne, bambini; ci sono giovani e anziani; si fermano una notte e poi ripartono; c’è chi usa il suo vero nome e chi lo nasconde, chi cerca patate e chi la fuga oltre il fiume, per fuggire il campo di concentramento. I soldati tedeschi sono una presenza costante, quasi come i bombardamenti e anche Michiel viene coinvolto in prima persona: il vicino di casa, membro della Resistenza, gli confida un piano e gli affida una lettera con precise istruzioni nel caso qualcosa andasse storto. Così il ragazzo si trova coinvolto e deve prendersi cura di un soldato inglese ferito e nascosto nel bosco. Soprattutto si trova a dover affrontare la morte del padre, ucciso dai nazisti per rappresaglia, e a cercare di capire chi sia davvero dalla parte giusta, in una realtà che vive di costante ambiguità.
Un romanzo che permette di vedere la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza da un altro punto di vista geografico, un po’ come ne Il segreto di Espen, che Edt ha da poco ripubblicato in versione tascabile. Imperdibile il ritratto della boronessa che cerca di tenere a bada i tedesci arroccandossi nel suo palazzo, sola e armata, vestita di dignità e dell’arancione simbolo della sua patria e del suo re.
Jan Terlouw, Inverno di guerra (trad. di Valentina Freschi), La Nuova Frontiera junior 2021, 219 p., euro 16
Commenti recenti