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Cari genitori… per leggere il mondo

26 Nov

cari-genitori-benvenuti-in-biblioteca-579424In questi ultimi due mesi di incontri di formazione con insegnanti, educatori e genitori, mi hanno accompagnata due libri che sono strumenti essenziali per chi si occupa di infanzia – in modo particolare di prima infanzia, di libri e di lettura. Li pubblica entrambi l’Editrice Bibliografica e ben si accordano come proposte per un percorso di lettura per gli adulti che vogliono avere spunti. Malgaroli e Bazzoli, forti della loro esperienza di bibliotecari e in modo particolare nell’ambito del progetto Nati per Leggere, invitano direttamente i genitori a varcare la soglia della biblioteca e condensano nel loro saggio, in una forma informale e colloquiale che ben si presta a chi ha un primo approccio verso questo ambito, tutte le informazioni e i consigli per cominciare un percorso di lettura fin dalla nascita: i libri da proporre, le modalità, i benefici scientifici della lettura sullo sviluppo dei piccoli, per un programma da attuare a casa con il supporto delle collezioni della biblioteca.

Francesca Romana Grasso fa invece una summa del suo lavoro degli ultimi primi-libri-per-leggere-il-mondo-579449anni che molti hanno potuto apprezzare in formazioni o seguendola on line su Edufrog. Il punto di vista della pedagogista è molto interessante perché analizza le proposte del mercato editoriale per la prima infanzia in rapporto a quelli che sono davvero i bisogni dei bambini fino a sei anni di età, in base alle loro capacità e potenzialità cognitive e motorie, facendo riferimento a teorie e figure di peso che negli anni hanno parlato di educazione attiva.

Educare al pensiero ecologicoAccanto a questi testi potete aggiungere quello di Tiziana Rosa Bruno, uscito per la collana “I topi saggi” di Topipittori, e dedicato al pensiero ecologico: in un momento in cui le tamtiche della sostenibilità ambientale sono tanto sentite, è importante poter riflettere su percorsi che integrano educazione ambientale, educazione civica e formazione alla cittadinanza globale. Una carrellata di spunti di buone pratiche per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria per confrontarsi con bambini e ragazzi attraverso lettura, scrittura, dialogo, osservazione della natura e del mondo.

Ben, che dire… buona lettura e buona applicazione dei suggerimenti che troverete in questi saggi.

Giovanna Malgaroli – Fabio Bazzoli, Cari genitori, benvenuti in biblioteca, Bibliografica 2020, 139 p., euro 12, ebook euro 7,49

Francesca Romana Grasso, Primi libri per leggere il mondo. Pedagogia e letteratura per una comunità educante, Bibliografica 2020, 235 p., euro 26, epub euro 16,99

Rosa Tiziana Bruno, Educare al pensiero ecologico. Letture, scritture e passeggiate per un mondo sostenibile, Topipittori 2020, 206 p, euro 20

Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio

25 Feb

Arriva in libreria oggi questo breve saggio di Katherine Rundell uscito in inglese in estate. Chi conosce i suoi romanzi ritroverà la stessa bella scrittura, chiara e onesta, a servizio questa volta della letteratura per ragazzi nell’appassionato intento di far vedere le sue potenzialità anche a quei lettori adulti che la disdegnano e pure a quegli scrittori che, come Martin Amis, dichiarano che potrebbero scrivere un libro per ragazzi solo e magari se fossero colpiti da danno cerebrale.

Attingendo alla sua esperienza di lettrice, sia bambina che adulta, Rundell parla dell’importanza della lettura e di certi libri: questo è il primo punto fondamentale, non si parla di tutti i libri per ragazzi, ma di quelli che riconoscono ai ragazzi “il diritto di godere di storie ricche e complesse”. Parla delle  biblioteche e del loro ruolo prezioso. Fa un rapido quanto chiaro excursus sullo sviluppo storico della letteratura rivolta ai più piccoli, parla della fiaba e del suo ruolo fondativo, delle potenzialità dei romanzi per ragazzi che dicono di speranza, coraggio, generosità, della loro valenza politica. C’è un capitolo a mio avviso molto importante sulla necessità di trovare voci nuove; rifacendosi a uno scritto di Ishiguro, Rundell sottolinea l’investimento da fare verso culture letterarie meno conosciute. Sono citati alcuni autori imprescindibili, classici, del recente passato e del presente: ed è una gioia per me trovare Lissa Evans (avete presente Pochi spicci per Stuart e Cuore di contrabbando, vero?!?).

Non leggo queste righe come una “appassionata difesa della letteratura per ragazzi” come qualcuno l’ha presentato. Più che “difesa” mi pare un mettere in luce, un dire in modo molto piacevole e con una forte presa su chi leggerà cose importanti, certo non nuove per chi si occupa del mestiere, ma da ribadire. La differenza qui la fa, come in generale nella vita, il modo: chi ha avuto occasione di incontrare l’autrice, sa come abbia quella dote così preziosa quanto rarissima che è la grazia, quella caratteristica che fa’ sì che dalla persona che la possiede venga una luce che rende potente quello che dice, i gesti che fa anche se non si mette mai al centro. Proprio per il modo in cui dice, questo breve saggio è prezioso: è accessibile, ironico, pungente e necessario.

Di tutto, scelgo una parola che Rundell sottolinea: distillare. Scrive: “La letteratura per ragazzi richiede di distillare: i romanzi migliori sanno rendere la speranza, la rabbia, la gioia, la paura nelle loro forme più pure e archetipiche”. La metto accanto a “raboter”, il piallare che Timothée De Fombelle indica fondamentale per lo scrittore come per il falegname, per andare il più possibile vicino al cuore di quel che si vuole dire.

Katherine Rundell, Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio (trad. di Stefania Di Mella), Rizzoli 2020, 64 p., euro 10, ebook euro 5,99

Il corpo delle meraviglie

14 Giu

Cristina Francucci è coordiantrice del Dipartimento di Comunicazione e Didattica dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove è insegna di Pedagogia e didattica dell’arte; nel 1997 ha fondato il Dipartimento educativo del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e ne ha seguito gli aspetti scientifici e progettuali, delineandone la metodologia educativa che lo caratterizza. Dal 1995 è responsabile scientifica dei progetti dell’Atelier ComeTI di Luna del Comune di Forlì, un progetto di educazione all’arte rivolto alle scuole dell’infanzia del comune attivo dgli anni Settanta: proprio in questo ambito nascono  laboratori che sono illustrati in questo libro. L’idea è di proporre un percorso sul corpo, sia per conoscerne il funzionamento sia inteso come luogo di emozioni, laboratorio di relazioni. Una grande attenzione a corpo e corporeità che passa attraverso l’arte e la scienza, le esperienze sensibili e le attività laboratoriali.

Il testo è diviso in tre sezioni che affrontano tre tematiche diverse: l’autoritratto, per scoprire se stessi e riflettere sull’identità personale; il corpo visibile, dedicato agli organi; il corpo invisibile, legato all’immaginazione. Ogni sezione presenta anche un artista e il suo lavoro (Marlene Dumas, Sissi, Jean-Michel Basquiat) e procede dando informazioniper costruire kit per esperienze sensibili, sia per mettere a punto i diversi laboratori, indicando i materiali necessari e le procedure. Potete così costruire delle linguacce degustatrici, intestini realistici lunghi 7 metri, ma anche pensare a quali segreti e paure può contenere – oltrre gli organi – la gabbia toracica e buttare via ciò che non vorremmo attraverso un imbuto, che altro non è che la forma del bacino che contiene gli organi che eliminano i nostri scarti.

Una miniera di spunti in una forma grafica già invitante solo a sfogliare il libro.

Cristina Francucci, Il corpo delle meraviglie, Lapis 2019, 127 p., euro 14,50

Ci piace leggere!

20 Lug

Parlare di libri e di ragazzi: quali sono le preferenze, i generi più amati, leggono “ancora” i classici, verso che tipo di confezione (formato, copertina, titolo, ecc.) sono attratti? Questa volta però si parla di libri coi ragazzi, o meglio ancora sono loro stessi a parlarne agli adulti. Sono i ragazzi coinvolti in questi ultimi anni dal festival Mare di Libri che si svolge a giugno a Rimini, diventati via via protagonisti nella gestione diretta della manifestazione e degli autori e quindi voci essenziali nel ragionamento su libri e lettori ragazzi. Il festival è dedicato ai ragazzi tra gli undici e i diciotto anni ed è gestito da loro che crescendo sono arrivati a ricoprire anche gli incarichi più importanti: direzione artistica, coordinamento dei volontari, ufficio stampa… Insomma, un festival per i ragazzi fatto dai ragazzi che ora, in questa pubblicazione, si rivolgono direttamente agli adulti che hanno a che fare con l’educazione/ alla/promozione della lettura, in primis gli insegnanti e poi bibliotecari, librai, manche autori ed editori, dicendo la loro su aspetti vari, alcuni dei quali davvero fondamentali.

Tra le pagine troverete il loro punto di vista, che sempre parte da esempi concreti, da qualcosa successo loro direttamente, sui generi, sui classici, sugli argomenti tabù che gli adulti tendono a censurare perché ne sono imbarazzati, su che tipo di copertine apprezzano di più, sui titoli originali e quelli scelti per le traduzioni italiane, anche su aspetti molto pratici come il prezzo a cui un libro viene proposto al suo giovane pubblico.

Chi si occupa di libri per ragazzi troverà un compendio di tutti gli argomenti che si toccano quando si parla degli aspetti importanti e dei punti critici del fare promozione; chi è meno dentro alla discussione, troverà spunti interessanti per riflettere. È importante però avere a disposizione questo testo, anche quando sottolinea aspetti più immediati e già molto discussi, perché la voce è quella dei ragazzi: capita che gli adulti che si occupano di libri per bambini e ragazzi perdano di vista il fulcro del loro lavoro e impegno, cioè il lettore, e osannino ad esempio libri che piacciono ai grandi senza chiedersi cosa ne possano pensare i lettori diretti interessati. Queste pagine ci ricordano di riportare al centro i lettori, qui adolescenti che argomentano molto bene quel che sostengono, e anche molto semplicemente: ragionamenti lineari con cui non si può non essere d’accordo, che trovano il loro centro nella parola “onestà”. C’è la richiesta diretta agli autori di scrivere storie intense e libri onesti, che rispecchino la realtà che i ragazzi si trovino a vivere, i sentimenti veri, l’imperfezione umana. C’è la richiesta più velata a tutti gli adulti che si confrontano con loro di essere parimenti onesti, nel dire, nel trattare tutti i temi, nel confrontarsi.

In fondo al volume, una serie di indicazioni di lettura, brevi trame dei libri citati lungo le pagine: sono tutti di autori stranieri perché – dicono i ragazzi – il loro festival è una casa per tanti autori italiani e scegliere chi citare e chi lasciare fuori sarebbe stato motivo di imbarazzo. I suggerimenti di lettura sono ovviamente di libri belli, per cui aspettiamo i ragazzi del festival con altri suggerimenti di lettura che comprendano anche autori italiani; perché forti dell’onestà e del coraggio che hanno saputo mettere nell’argomentare in questo volume e che mettono nel loro quotidiano, possano dare una rosa di suggerimenti più ampi, prendendosi la briga di dire quali siano i libri di autori anche italiani che davvero, a loro avviso, meritano.

Ascoltate il podcast della presentazione a Fahrenheit.

Le ragazze e i ragazzi di Mare di Libri, Ci piace leggere!, introduzione di Alice Bigli, postfazione di Fabio Geda, Add 2018, 192 p., euro 11, ebook euro 5,99

Che figura!

24 Mag

che figuraInseriamo questo libro sia tra i consigli di lettura che tra i “ferri del mestiere” perché sicuramente potranno farne buon uso gli insegnanti, così come bibliotecari e promotori, che insieme ai lettori amano giocare con le parole, con la lingua e divertirsi. Il divertimento aiuta anche a far passare concetti che possono non essere sempre facili alla prima occhiata, come ad esempio la distinzione tra le diverse figure retoriche.

Di questo infatti si tratta: una galleria dove trovano posto trenta figure retoriche differenti, di cui si offre un ritratto non solo in forma di spiegazione corredata da esempio, ma anche disegnando i volti, le smorfie e le pose tipiche di Mama Bisticcio, del prof. Palindromo, della principessa Similitudine, di Lady Eufemismo, del signor Cleuasmo e via così.

Un modo originale per farsi un’idea, per provare a trovare altri esempi oltre quelli forniti, per indagare anche quelle figure retoriche dal nome già difficile e che magari rimangono un po’ ai margini rispetto alle più conosciute.

Il sito dell’autrice, che fa parte di Studio Arturo. Il volume è realizzato in collaborazione con la libreria Ottimomassimo.

Cecilia Campironi, Che figura!, Quodlibet 2016, 64 p., euro 14,50

Libri fatti a mano

20 Mag

libri fatti a manoIn un libro bello fin dall’impostazione grafica, uno di quelli che ti fa un gran piacere sfogliare, Agnese Baruzzi spiega come costruire un libro insieme ai bambini, partendo dalle suggestioni della propria infanzia e dando inizialmente una serie di suggerimenti pratici sulle tecniche di base, sugli strumenti utili e su come è strutturato il libro stesso.

Ognuna delle 25 proposte raccoglie nella scheda dedicata il materiale necessario, lo schema di piegature e composizione, alcuni consigli, immagini di riferimento e un pratico bollino che permette di classificarlo come progetto facile, medio oppure per esperti. Dai pop up ai libri teatro, dai libri oblunghi alle città in gioco, un invito giocoso e colorato a sperimentare e a realizzare libri a fisarmonica, libri poster, tascabili, sagomati, ma anche labirinti e maschere dietro cui nascondersi. Forza, mettetevi all’opera!

Tra le novità Artebambini c’è anche Arte per crescere, di Paola Ciarcià e Marco Dallari in cui si riflette sull’utilizzo dell’arte come risorsa educativa.

Agnese Baruzzi, Libri fatti a mano, Artebambini 2016, 72 p., euro 17,50

La fabbrica dei colori

7 Mag

la-fabbrica-dei-coloriUn interessante strumento sia per chi vuole approfondire il lavoro di Hervé Tullet sia per chi vuole mettere in piedi un laboratorio artistico con bambini e ragazzi e si avvicina così al lavoro di questo artista. Chi ha avuto modo di assistere ad un’attività guidata da Tullet sa il divertimento, il coinvolgimento che la caratterizzano e soprattutto la forza creativa straordinaria che ne nasce.

Tullet parla nel libro della propria esperienza laboratoriale, dando consigli generali sia sui materiali che sulle modalità e sui partecipanti a  cui fa seguire una serie di schede, ciascuna descrittiva di una tipologia di attività: dal prato fiorito al ritratto, dal dipingere in musica al dado magico, con tanto di varianti, suggerimenti, nuovi temi da sperimentare.

Questo libro non è solo il racconto del lavoro dell’artista né una traccia per mettersi in gioco; è prima di tutto un libro curatissimo, piacere per gli occhi dal punto di vista grafico, fotografico, cromatico. E ovviamente un invito a partire dalla produzione editoriale di Tullet, tutta da presentare a bambini e ragazzi e su cui sbizzarrirsi.

Il sito di Tullet.

Hervé Tullet, La fabbrica dei colori (trad. di Lucia Corradini), L’Ippocampo / Phaidon, 72 p., euro 18

Favole e politica

7 Mar

favole e politicaTra i “ferri del mestiere” segnaliamo con piacere una lettura che porta a dare un’occhiata agli anni del fascismo e a quelli del secondo dopoguerra, agli anni della Guerra Fredda e al modo in cui nacquero leggende, spettri e leggende metropolitane. In brevi capitoli, l’autore analizza infatti l’uso da parte della politica e della stampa di figure letterarie e topos per blandire gli elettori, minacciare di fronte a possibili pericoli, mettere in ridicolo gli avversari. Il tutto può risultare estremamente interessante anche per chi si interessa di letteratura per ragazzi: accanto alla spiegazione di come nacquero leggende tipo i cavalli dei cosacchi abbeverati alla fontana di San Pietro o all’utilizzo dei campioni del ciclismo per fini politici, si parla infatti dell’uso che la politica fece di Pinocchio, della leggendaria figura del’orco o di quella del lupo: usciti dalla narrazione e prestati e piegati all’uso necessario per blandire, per terrorizzare, per indurre a un voto piuttosto che ad un altro. Ecco allora Pinocchio in camicia nera o il burattino fra scudo crociato e il sol dell’avvenire; Cappuccetto prestato alla vignettistica anticomunista e l’orco Baffone dalle sembianza staliniane.

Il testo è accompagnato da diverse riproduzioni di immagini, di manifesti elettorali, di fumetti e di volantini e si presta anche ad un interessante viaggio tra le testate dell’epoca, comprese quelle rivolte ai ragazzi.

Stefano Pivato, Favole e politica. Pinocchio, Cappuccetto Rosso e la Guerra fredda, Il Mulino 2015, 188 p., euro 19

Il coniglio di velluto

28 Gen

coniglio di velluto[Questo post è arrivato in redazione al ritorno dalla pausa natalizia, ma esce ora per motivi di spazio e tempi. Ecco il perché del suo inizio :-)]

Momento post natalizio, post frenesia consumistica che, inevitabilmente, coinvolge noi e i nostri bambini. Leggiamo questa “guida” come un interessante excursus sul concetto di gioco, bisogno essenziale, e i bisogni indotti, soddisfatti a tempo, con prodotti scadenti, sempre più inutili e tuttavia onnipresenti.

In questo libro, semplicemente, si ricorda quanto sia necessario tornare alla fantasia perché al bambino sia consentito di esprimersi in libertà. Di quanto una banale scatola di cartone possa condurre su sentieri inesplorati. Il libro è ricco di riferimenti letterari, a molti classici della letteratura per ragazzi, a molti albi illustrati, divenuti classici anch’essi. A proposito di scatole, appunto, ci viene ricordato l’album pubblicato alcuni anni fa da Kalandraka “Non è una scatola”, a proposito di orsi l’Otto di Tomi Ungerer. Ci sono il cavallino di Majakovskij, Elmer e il Gruffalò; poi Max e i suo mostri selvaggi a testimoniare l’alto valore, non solo letterario, del gioco simbolico.

Si ha voglia di rileggere “Il mio letto è una nave” di Stevenson (Motta junior), libro di poesie e filo conduttore di una ricerca che riporta il bambino al centro delle proprie scelte, ludiche ma anche estetiche.

Viene dato spazio al gioco all’aria aperta e alla dimensione avventurosa, a quel pizzico di imprevisto che rende omaggio a Robinson, alla dimensione pratica, all’idea che l’esperienza diretta delle cose comporti per il bambino una riflessione su se stesso e su se stesso nel futuro.

La prima parte si conclude riproponendo la riflessione di Konrad von Lange che ne “L’educazione artistica della gioventù tedesca” sosteneva come vi fossero stretti collegamenti  tra il processo creativo dell’artista, la capacità dell’individuo di godere di un’opera d’arte e il gioco di fantasia del bambino, di cui egli è, nello stesso tempo, creatore e fruitore. Nonostante il libro sia stato scritto alla fine del XIX secolo emerge, come una necessità etica, il diritto dei bambini al bello, a godere di giocattoli, pochi, essenziali, ma esteticamente validi.

La seconda parte del libro invece, dopo aver presentato alcuni produttori, lascia spazio alle suggestioni di Manuela Trinci, Emilia Ficarelli, Grazia Gotti e all’intervista condotta da Francesco Desideri e Marella Terrusi a Roberto Farnè.

L’intervento di Manuela Trinci, psicologa ed esperta di libri per bambini, è davvero interessante e si muove tra citazioni di Benjamin e suggestioni personali, lungo il filo della memoria di giochi improvvisati e di giocattoli nati come objet trouvé. Interessanti spunti, tutti da approfondire, riguardano la bambola e il suo significato simbolico. Emilia Ficarelli ci racconta la nascita e la vita attuale del Castello dei Ragazzi di Carpi, luogo dove convivono, pur su due piani distinti, biblioteca e ludoteca e dove il bambino è letteralmente immerso nella bellezza.

Il libro si conclude con un ricco apparato bibliografico sul tema del gioco e con riferimenti ai musei e alle raccolte in ambito internazionale.

L’autrice si occupa di giocattoli per Hoffmann a Bologna.

Alessandra Valtieri, Il coniglio di velluto: guida narrata a giochi e giocattoli da 0 a 6 anni, Giunti, 2016, 176 p., euro 12, ebook euro 6,99

Montreuil 2015 /2

9 Dic

eux-c-est-nousIn occasione del Salone di Montreuil, l’editoria francese per ragazzi ha dato prova di intelligenza e unità con la pubblicazione di Eux, c’est nous (Loro, siamo noi), un testo di Daniel Pennac, illustrato da Sege Bloch per dare voce ai rifugiati e fermare l’attenzione su di loro. Più di quaranta editori hanno scelto di lavorare insieme per offrire una riflessione sui migranti e sui rifugiati, per fermare il proprio pensiero e aprire non solo gli occhi, m anche il cuore. Accanto all’appello di Pennac, una serie di otto schede che fanno in breve il punto su uno degli aspetti che si possono prendere in considerazione,partendo da un’acrostico basato proprio sulla parole “réfugiés”: rifugiato, estraneo/straniero; frontiera; urgenza; guerra; immigrazione; economia; solidarietà.

Venduto da ogni casa editrice che ha partecipato al progetto al prezzo di 3 euro, il ricavato viene versato a La Cimade, un’associazione nata nel 1939 per aiutare le persone che cambiano Paese a causa della guerra e che si occupa dell’accoglienza e della difesa degli stranieri e dei richiedenti asilo in Francia. Come ricorda Pennac, infatti, è lungo l’elenco di persone che solo nel ventesimo secolo sono arrivate in Francia da altri Paesi e hanno contribuito a rendere tale la Francia di oggi.

L’invito allora è di fare un giro, almeno un tour virtuale, al Museo della Storia dell’Immigrazione che ha sede presso la Porte Dorée. Ve ne avevamo già parlato in un post del 2013, quando si tenne la bella mostra su fumetto e immigrazione. Torniamo ad invitarvi non solo perché l’allestimento permanente rimane di grande effetto anche dopo i recenti cambiamenti, ma per due altri motivi. Innanzitutto perché fino al 29 maggio 2016 si tiene la mostra Frontières, sui limiti e sui loro limiti, come dice bene il sottotitolo che la accompagna. Dentro ci trovate riflessioni e testimonianze sul concetto di frontiera e sulle frontiere nel mondo, sui muri, su quelle vicine a noi (Modane, tanto per dirne una e per pensare a come piccoli paesi alpini si siano trasformati una volta scelti come sede di frontiera); ci trovate anche un commovente video in cui Tomi Ungerer parla della sua infanzia in Alsazia e, attraverso il racconto della sua vita famigliare e scolastica, dei suoi quaderni e delle sue illustrazioni, ripercorre la fatica e lo spaesamento della perdita di una lingua (il francese) con l’occupazione tedesca e poi successivamente dell’alsaziano, proibito al ritorno dei francesi, ma anche lo choc del rogo dei libri e la figura straordinaria della madre. Qui trovate le parole della mostra, qui le risorse extra.

Il secondo sorprendente motivo è la Galleria dei Doni recentemente inaugurata: il Museo ha chiesto a immigrati in Francia o ai loro discendenti di regalare una storia e un oggetto che potessero costruire un percorso visivo, intimo e narrativo. Sono contemplate tutte le diverse ondate migratorie che nel corso degli ultimi centocinquanta anni hanno interessato la Francia: persone di nazionalità diverse narrano la loro epopea, il loro spaesamento, la loro ricerca di integrazione senza perdere le radici; narrano di smarrimento, ma anche di orgoglio, di scelte e di nuove occasioni. Narrano di quotidianità ed è questa la chiave che rende prossimo, reale e concreto fino alla commozione tutto quel che vi è contenuto. Il percorso è rintracciabile anche nel catalogo della galleria, che potete procurarvi on line oppure direttamente sulla pagina del sito che ospita i diversi doni.