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Casapelledoca

29 Ott

Torna in libreria il romanzo breve di Beatrice Masini pubblicato nel 2001 da Messaggero nella collana “I Gatti Bianchi” allora con le illustrazioni Davide Calì. Torna nel nuovo formato della casa editrice Pelledoca, di ampio respiro e grande cura grafica, impreziosito dalle illustrazioni di Lorenzo Conti che sceglie perfettamente i toni del verde e il contrasto col nero per descrivere l’atmosfera inquieta della nuova casa del protagonista. Trasferitosi da poco dalla città nella dimora che una vecchia zia ha lasciato ai genitori, Riccardo, dieci anni, non è davvero convinto della scelta. Appassionato lettore anche di libri che parlano di animali e attento osservatore (anche della natura umana), il ragazzino fa notare come nei dintorni di casa ci siano le impronte di una lince. Insieme a vari inspiegabili incidenti che si verificano successivamente (la luce che va via improvvisa, la casa che si allaga) contribuisce a dare un senso di inquietudine a quella che, secondo padre e madre, avrebbe dovuto essere una nuova avventura a contatto con la natura.

Proprio la scelta di queste grafica e dei colori dà al testo quasi un significato diverso e ne fa un libro da proporre anche a ragazzi più grandi di quelli a cui probabilmente si sarebbe indirizzata la precedente edizione.

Beatrice Masini – Lorenzo Conti, Casapelledoca, Pelledoca 2019, 75 p., euro 18

Storia di May Piccola Donna

22 Apr

May è una bambina bruna e tutta spigoli che ancora in estate arriva a Paradiso, insieme con la famiglia: babbo, mamma, una sorella maggiore di nome April e una piccina di nome June. Poi arrivano gli altri, persone che hanno scelto di vivere in piena sobrietà, a contatto con la natura, senza cibarsi di animali né di nulla che da loro provenga. May scrive alla sua amica Martha, rimasta a vivere in città, a Concord, e racconta l’ubriachezza della novità e la durezza di certi momenti: l’arrivo del freddo, il lavoro della terra, l’essere isolate da altri bambini, ma anche l’amicizia con Due Lune, una maestra ammirata, la gioia delle piccole cose. Che però a volte non bastano.

Ispirato ad alcuni mesi della vita di Louisa May Alcott, la celebre autrice di “Piccole donne”, il romanzo porta agli occhi del lettore l’esperienza dei trascendentalisti, che credevano in u modo più semplice di vivere, la loro esperienza di vita a Fruitlands, figure come Henry David Thoreau e il suo “Walden”. Attraverso un personaggio di invenzione e le lettere scritte a un’amica in realtà fittizia, quel mondo viene raccontato con gli occhi di una ragazzina che si confronta con le scelte dei genitori (che forse non sarebbero le sue), con le regole imposte dallo stile di vita, con il mondo degli adulti e i suoi meccanismi, con quel che significa crescere. Il tutto raccontato con la scrittura sapiente e profonda di Beatrice Masini, che si cala perfettamente nella natura, come l’ambientazione richiede, e fa vivi agli occhi del suo lettore la voce del torrente, la primula della sera, i sassi piatti che brillano al sole, la calma del lago e anche quella libertà di cui May ha perfettamente chiara la forma che per lei assumerà.

Beatrice Masini, Storia di May Piccola Donna, Mondadori 2019, 184 p., euro 16, ebook euro 7,99

Orme nella neve

17 Dic

Torna per Natale un racconto di Beatrice Masini, accompagnato dalle suggesdtive illustrazioni di Angelo Ruta. Un formato giusto per una lettura ad alta voce per augurarsi buone feste, magari proprio come quelle del protagonista: attutite dalla neve, capaci di sorprendere grazie alla meraviglia della natura, di far apprezzare il freddo, la neve, l’apparire improvviso di qualche animale nel bosco.

Racconta in prima persona il ragazzino protagonista; racconta del’anno in cui i genitori hanno deciso di fare una crociera proprio a NAtale (tanto lo si può festeggiare pure il 2 gennaio, secondo loro) lasciandolo a casa col nonno. Il nonno però si è organizzato per tornare alla sua casa ai margini del bosco e per portare il nipote a spasso con lui, a vedere il capanno, i sentieri, le postazioni da cui individuare gli animali. Come se fosse un ultimo giro, una ricognizione prima del lungo inverno dellla vita. Il ragazzo segue, assapora l’aria e il silenzio, lo scricchiolio della vecchia casa e della neve compatta sotto i passi; guarda, intuisce, si meraviglia. E non è neanche un peccato che i genitori debbano cambiare programma e tornare indietro, per assaporare anche loro quel grande regalo che è vedere qualcosa di raro e prezioso e portartelo dentro, tutta la vita.

Beatrice Masini – ill. Angelo Ruta, Orme nella neve, Einaudi Ragazzi 2018, 72 p., euro 12

L’erba magica di Tu Youyou

13 Mag

Di questi tempi in cui si parla molto, e molto si scrive nei libri per ragazzi, di donne e scienza, ecco un albo per lettori dai 7 anni, che riprende una storia vera e poco conosciuta: quella del medico cinese Tu Youyou, che ha ricevuto il Nobel nel 2015 per la cura contro la malaria.

Le grandi tavole colorate ripercorrono la storia della scienziata fin da bambina, ponendo l’accento su quella che sarà la chiave di volta nella sua ricerca: la medicina tradizionale cinese. Si ricorda infatti la figura di un anziano medico conosciuto da bambina mentre coglieva e seccava le erbe fondamentali. E si ricorda la tenacia nello sviluppo del programma che le viene assegnato nel 1969 per trovare una cura per debellare la malaria che venisse appunto dalle erbe medicinali. Dopo studi e sconfitte, tra il 1971 e il ’72 ecco l’artemisinina a cui il nome della scienziata verrà pubblicamente legato solo molti anni dopo. Ancora una volta una narrazione di scienza, una storia vera, nel formato di albo che rende possibile avvicinarla anche ai più piccoli.

Plauso per Alice Coppini, alla sua prima opera pubblicata. Che è anche scritta con un carattere ad alta leggibilità, motivo in più per proporla ai lettori.

Xu Lu – Alice Coppini. L’erba magica di Tu Youyou. La scienziata che sconfisse la malaria (trad. di Beatrice Masini), Editoriale Scienza 2018, 48 p., euro 14,90

Lettere ad Alice che legge Jane Austen per la prima volta

10 Gen

Questo libro arriva dal 1984: non si citano telefoni cellulari, per acquistare un biglietto di viaggio bisogna andare di persona in agenzia, le distanze hanno un certo peso anche nelle comunicazioni e le lettere sono lettere, quelle che si spediscono per posta e che impiegano un po’ a giungere a destinazione. Il tempo dilazionato della comunicazione epistolare si presta pertanto perfettamente alla riflessione che queste lettere contengono, intorno alla letteratura e alla scrittura, prendendo spunto dalla figura di Jane Austen.

Fay Weldon, romanziera tradotta in Italia da Feltrinelli, Fazi ed e/o tra gli altri, nota per le sue posizioni femministe e per i personaggi femminili che caratterizzano le sue opere, scrive quindici lettere a una ipotetica nipote di nome Alice, diciottenne in fase punk e in rotta con la madre, che vorrebbe diventare scrittrice e sta lavorando alla sua prima opera. Il pretesto è la lettura dei libri di Jane Austen imposta alla ragazza; quel che nasce è un susseguirsi di spunti di lettura, analisi della scrittura e tentativi di convincimento di come i romanzi di Austen siano imprescindibili, specie a diciott’anni, di quanta fosse l’energia che la scrittrice portava in sé (tanta da saper costruire). La zia parla del proprio lavoro di scrittrice, della propria vita personale e intanto inquadra Austen nella sua epoca, confrontando passi dei romanzi con le condizioni di vita dell’autrice. Parallelamente descrive il mondo della letteratura attraverso la curiosa ed affascinante metafora della Città dell’Invenzione, in cui romanzieri e poeti costruiscono Case dell’Immaginazione: ne percorre le strade, i diversi quartieri assegnati ai generi, gira intorno al castello Shakespeare, scopre magagne e angoli segreti.

Questo libro arriva dal 1984, ma non sente il passar del tempo: il tono  e i modi ne fanno un discorso attuale sempre sulla lettura e sulla scrittura. Magari alcuni dei nomi citati risulteranno nuovi alle orecchie di chi legge; potrà essere spunto per andare a cercarne i libri, esattamente come l’elenco finale di autori con cui bisognerebbe avere una certa familiarità, un “elenco di letture alternativo per i facilmente distratti”.

Fay Weldon, Lettera ad Alice che legge Jane Austen per la prima volta (trad. di Beatrice Masini), Bompiani 2017, 264 p., euro 13

Blu

18 Set

Per la collana  OcchiaAperti della giovane casa editrice Pelledoca, Beatrice Masini rivisita la fiaba di Barbablù, parlando della sottile pericolosità dei legami, di come una personalità forte e indipendente possa lasciarsi rinchiudere in una bolla di vetro, di come sia difficile aprire gli occhi sull’apparente felicità che si sta vivendo.

Anche attraverso le immagini di Virginia Mori, ovviamente in tinta, si racconta di un uomo potente e senza passato: è arrivato in questa terra da adulto, erede lontano dell’ultimo Barone, e ha portato con sé una ventata di freddo e la mano forte del potere che si impone; è un uomo dal bell’aspetto e dal sorriso affascinante, ma gelido e un’ombra nera, come il nero dei suoi stivali, pare stendersi intorno. Un giorno incontra Blu, ragazza indipendente che ha scelto di viaggiare sola e di conoscere il mondo, in barba alla pletora di vecchie zie che cercano di consigliarla diversamente. E Blu si ferma e sposa l’uomo senza passato, uno sposo apparentemente gentile, che continua a viaggiare mentre lei rimane a palazzo, circondata di doni esotici e bizzarri che portano sempre le note del blu. La storia poi procede come quella che conosciamo: l’uomo parte per l’ennesimo viaggio, affida alla moglie – in segno di fiducia – la chiave dello studio in cui le ha chiesto di non entrare ed ecco che lì, su un libro di memorie, Blu scopre la macabra fine delle spose che l’hanno preceduta.

Il racconto è a più voci: si inseriscono infatti i dialoghi tra i contadini che riportano le voci del popolo su Barbablù in forma quasi teatrale, quella di una vecchina che racconta le nozze e poi chiude la vicenda raccontando cosa succede al regno e come si intravede il futuro.

Lo stile che Beatrice Masini sceglie per riproporre questa storia, la fluidità narrativa vi faranno venir voglia di leggerla ad alta voce, perché è a questo che si presta e per questo è fatta: per essere detta, e così – chiudendo il cerchio – torna il legame con la fiaba originaria da cui prende avvio, nata per essere raccontata intorno a un fuoco, nella notte di una stalla. Un racconto senza tempo, che l’autrice adatta i tempi, alludendo e facendo esattamente quel che ogni fiaba fa: dire, svelare, parlare del mondo e di quel che accade. Al mondo, agli uomini, alle donne e alle ragazze furbe, ché – come scriveva Beatrice Solinas Donghi – “Per far da contrappeso a giovanotti stupidi, la fiaba offre un buon numero di ragazze furbe”. Qui non c’è stupidità quanto piuttosto egoismo e crudeltà e a salvare Blu, prima della furbizia, sono la rabbia grande e la voglia di restare viva. Perché, come si dice nel testo, questa non è fiaba, ma vita.

Beatrice Masini – ill. Virginia Mori, Blu. Un’altra storia di Barbablù, Pelledoca 2017, 75 p., euro 18

The Outsiders

4 Set


Non può che essere un immenso piacere avere a disposizione la nuova traduzione di un grande classico da proporre a ragazzi che probabilmente non l’hanno mai incontrato o che ne conoscono la versione cinematografica di Coppola del 1983. La traduzione di Beatrice Masini sottolinea la luminosità di questa storia, fatta sì di durezza, violenza e differenze sociali, ma ricca di una sua luce, che viene dalla forza dei suoi protagonisti – Ponyboy e Johnny su tutti – ma anche dalla volontà di chi l’ha scritta: nella postfazione, Susan Eloise Hinton ricorda il momento in cui ha scritto questo romanzo, nel anni Sessanta, appena quindicenne, furiosa con il clima sociale che respirava nel suo liceo e desiderosa di leggere qualcosa che parlasse davvero degli adolescenti, che li raccontasse in modo realistico.

La voce dell’autrice diventa allora quella di Ponyboy, il ragazzino che fa la medesima cosa: quando il suo insegnante gli chiede di scrivere di qualcosa di cui gli importi realmente e che conosca bene, lui mette nel tema gli avvenimenti delle ultime settimane. Ecco allora dipanarsi, sotto gli occhi del lettore, la storia dei suoi due fratelli e degli altri ragazzi della loro banda, Greaser più poveri dei Soc e dei piccoloborghesi, più vicini agli Hood, i ratti del ghetto, e la loro guerra tra bande. Ma in realtà è la storia delle loro famiglie, del modo in cui crescono e sono cresciuti, dell’amore mancato, delle paure e dei desideri, di quel per cui vale la pena.

È un classico imperdibile, che non ha bisogno di parole aggiunte, e che ci ricorda ancora una volta, sempre nelle righe finali ella postfazione, qualcosa di fondamentale: quando l’autrice incontra dei lettori che le dicono quanto questo suo libro sia stato importante per loro, lei parla del messaggio e non del messaggero: era un libro che andava scritto e a lei è toccata la fortuna di farlo. Inutile sottolineare come sia un libro il cui significato e la sua urgenza si sentono vive ancora oggi, e proprio qui sta il significato vero di “classico”.

Susan Eloise Hinton, The Outsiders. I ragazzi della 56ma strada (trad. di Beatrice Masini), 224 p., euro 17, ebook euro 9,99

Tanti e diversi

23 Giu

Il sodalizio tra Nicola Davies ed Emily Sutton, vincitrici lo scorso anno del Premio Andersen con “Mini: il mondo invisibile dei microbi” nella sezione miglior libro di divulgazione, torna a regalarci un pregevole albo illustrato, dedicato alla natura e alla ricchezza delle specie viventi.

Con concetti scientifici chiari e illustrazioni che rendono il tutto visivamente indimenticabile, il libro si prefigge di descrivere la biodiversità sul nostro pianeta. Gli esseri viventi sono tanti e diversissimi, giganteschi o minuscoli, più o meno visibili, facili da osservare o irraggiungibili. La conta attuale annovera circa due milioni di specie ma si ipotizza possano essercene molti ancora da scoprire e studiare. Di contro, un numero elevato di piante e animali esistenti in passato, si sono già estinti, alcuni per cause naturali ma per lo più a seguito delle azioni umane. Il massaggio finale insiste sull’importanza del preservare l’ambiente, l’ecosistema e l’equilibro biologico, dal quale dipendiamo noi tutti.

Le immagini che accompagnano il testo sono ricchissime di dettagli, particolari, sfumature di colore che rendono le piante e gli animali descritti veri quadri realisti. Indimenticabile la tavola che riproduce gli animali estinti, come se si trattasse della vetrina di un vecchio museo di storia naturale, che ospitava gli animali imbalsamati con intenti classificatori.

Il sito dell’autrice. Il sito dell’illustratrice.

Nicola Davies – ill. Emily Sutton, Tanti e diversi. La varietà di vita sulla Terra (trad. di Beatrice Masini), Editoriale Scienza 21017, 40 p., euro 13,90

Mini. Il mondo invisibile dei microbi

4 Mag

miniQuesto libro ha due grandissimi pregi: innanzitutto parla di microbi, argomento mica comune e di fronte a cui tanti storcono il naso, tirano fuori la lingua ed esclamano: “che schifo”: ecco, qui si dice che non tutti i microbi fanno schifo, anzi, ci sono quelli che fanno pure bene. E quelli che pur essendo piccoli fanno cose grandi (colorare il mare di rosso, costruire una montagna…).

Poi sa mettersi all’altezza giusta dei lettori a cui si rivolge, sia nel tono discorsivo utilizzato, chiaro e semplice, sia nel farsi visivo davvero, facendo capire ad esempio di che ordine di misura stiamo parlando: ecco allora una goccia accanto ai grattacieli di New York per dire che in quella singola goccia di acqua di mare ci possono stare tanti microbi quanti gli abitanti di NY e dintorni. pagina dopo pagina si dà forma all’invisibile, alle tipologie di microbi, alle loro caratteristiche, alla loro funzione che non passa solo attraverso le malattie, ma trasforma il latte in yogurt e il cibo in compost.

Le illustrazioni di Emily Sutton sono lussuose, eleganti e ricche di particolari quando si fanno natura, verdure dell’orto, movimento delle onde, tavole imbandite.

Il sito dell’autrice. Il sito dell’illustratrice.

Nicola Davies – ill. Emily Sutton, Mini. Il mondo invisibile dei microbi (trad. di Beatrice Masini), Editoriale Scienza  2016, 40 p., euro 13,90

La prima volta che

24 Mar

Prima-Volta-CheAmmetto: ho aperto questo libro prevenuta. Una raccolta di autori italiani e per di più con un titolo così simile a quella raccolta edita da Rizzoli nel 2011 a proposito proprio della prima volta, della perdita della verginità. E invece mi sono ricreduta, anche se – com’è ovvio in ogni raccolta a più voci – ci sono racconti che mi hanno colpito di più, altri meno. La pluralità di voci è anche una pluralità di linguaggi, e questo è già un bel vantaggio: ai testi scritti da Baccalario, Basso, Boccati, D’Adamo, Dazzi, Ferrara, Masini, Percivale, Silei, Strada si affiancano infatti due fumetti di Sagramola e Sualzo che danno respiro all’insieme. Per di più parecchi dei racconti si confanno alla lettura ad alta voce, una giusta lunghezza e un ritmo che in qualche modo si tramanda da autore ad autore; quindi il libro si fa prezioso nel caso di incontri e percorsi di lettura coi ragazzi più grandi, permettendo a chi guida di offrire anche una lettura condivisa.

La prima volta descrive, a seconda dei casi, un tentativo di essere come tutti gli altri (fumare una sigaretta, saltare la scuola come i compagni fanno più o meno abitualmente) oppure un modo di segnare la differenza o ancora un’esperienza nuova (il primo contatto col mondo del lavoro in uno stage, la prima volta in vacanza senza genitori, la prima volta a casa da soli o la prima in cui ci si rende conto di provare lo sbigottimento dell’innamorarsi). Il lettore adolescenza vi si specchia; quasi tutti infatti sono ritratti di ragazzi vicini a chi legge per età, per esperienze quotidiane vissute e credo sia questo a dare valore al racconto: la possibilità di ritrovarsi, di sentirsi compresi. C’è un magnifico affresco corale di amicizia nel racconto di Baccalario, in uno scenario geografico e storico facilmente riconoscibile e ai miei occhi di lettrice forse più caro perché vicino e conosciuto in qualche modo; c’è l’interpretazione piena di grazia e garbo che Sualzo fa del concetto di ricchezza; c’è – non posso nascondere la mia preferenza – un racconto di Beatrice Masini che rasenta la perfezione, in cui il protagonista sceglie di non uscire un sabato sera per segnare la propria presenza, ma anche per fare la differenza misurando un’assenza, tirandosi fuori per un attimo dal consueto e vedere l’effetto che fa, guardare da un’altra prospettiva e poi prendersi tutta la realtà.

La prima volta che, Il Castoro 2016, 240 p., euro 15,50