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Lupo nero

25 Gen

Lupo-nero-cover-1024x849In un periodo in cui sovente, nelle formazioni soprattutto dedicate ai piccolissimi, parliamo molto dell’uso del bianco e del nero, Camelozampa pubblica un albo di Antoine Guilloppé che parecchio ha lavorato proprio sul contrasto tra questi due colori in una serie di albi, diversi ancora inediti in Italia.

Questo è un albo senza parole, decisamente riuscito dal punto di vista grafico dove, quasi come in un teatro d’ombre, l’autore mette in scena gli elementi essenziali, giocando non solo di contrasto, ma anche con l’uso dei contorni netti, delle linee (cercate la pagina in cui il protagonista si inoltra nel bosco sotto un arco-intrico di alberi) e del punto di vista. Un ragazzo si inoltra nel bosco mentre comincia a nevicare e fin da subito sappiamo che un lupo è in agguato, attento. La nevicata si fa più fitta, lo scontro è inevitabile. Fino al punto in ci il lettore capisce l’errore della sua lettura che, basandosi sullo stereotipo, dà per scontato uno scontro che in realtà è un incontro per un motivo ben più nobile di quel che si poteva intuire.

Proprio la sua costruzione, sia della narrazione che della resa grafica, rende l’albo adatto a essere presentato sotto più angolazioni, a lettori di età diversa, compresi i più grandi.

Antoine Guilloppé, Lupo nero, Camelozampa 2021, 32 p., euro 16

Un lupo nella neve

10 Dic

Così, senza parole, con la semplice forza delle immagini di Matthew Cordell, di cui Clichy yha già pubblicato “Sogno”. Vincitore del Caldecott Medal 2018 questo albo riprende canoni classici nel visivo e nella narrazione: c’è una bambina vestita di rosso, ci sono dei lupi, c’è lo stereotipo della diffidenza tra umani e lupi, c’è il sentimento condiviso. Una storia circolare che si apre e si chiude col lettore che sbircia dalla finestra di una casa di legno nel bosco: la mattina due genitori che bevono l caffé e una bambina che saluta il suo cane prima di andare a scuola; la sera tutti e quattro a scaldarsi davanti al camino. In mezzo c’è la storia di un pomeriggio: la bambina esce da scuola mentre comincia una copiosa nevicata e si perde, senza tracce da seguire, esattamente come il piccolo lupo rimasto in coda al branco per poi staccarsene. Si addomesticano, il lupetto si lascia prendere in braccio e la bambina procede tra ghiaccio e rumori sinistri fino a ritrovarsi muso a muso con un lupo adulto che a sua volta, insieme agli altri, riuscirà a salvare la bambina, a farla ritrovare dai suoi genitori, a far sì che la giornata si concluda bene, esattamente speculare.

Un albo dalla semplicità disarmante per raccontare tensione e gioia.

L’autore il suo libro in un video.

Matthew Cordell, Un lupo nella neve, Clichy 2018, 48 p., euro 19

Il mio amico Toby

4 Giu

Se siete stai lettori della rivista Animals, vi sarete già imbattuti nelle strisce dedicate a Toby, cane-salsiccia veloce e sbarazzino, poi raccolte da Comicout in “Toby. Vite da cani e da padroni”. Toby torna da Renoir – che sempre di Panaccione ha pubblicato anche “Match” e  “Un oceano d’amore” – in questo fumetto senza parole dove si raccontano le giornate del cane, immerso in una natura che spesso la fa da padrona, e del suo umano, un pittore occhialuto. Il punto di vista è ovviamente quello del cane, ritratto nei momenti di gioco, nel tentativo di impietosire il padrone per avere un boccone del suo pasto, nella lotta col solito gatto o nell’abbaiare furioso per avvertire del pericolo. Di Toby, come dei personaggi umani, l’autore sa rendere perfettamente i sentimenti e le emozioni: la gioia pazza di una corsa, la felicità delle coccole, lo scoramento, le domande che si susseguono.

La capacità di Panaccione è di rendere davvero vivo sulla pagina Toby, con tutte le sue espressioni, i suoi tic e i suoi movimenti e di dare così una vera e propria lezione sull’efficacità dell’illustrazione e quindi sulla potenzialità di un senza parole: come molto spesso si dice sugli albi senza parole, la forza delle immagini va al di là delle barriere linguistiche e ne permette un uso in diversi contesti. Vedere la stessa efficacità declinata su un testo più lungo e sottolineata dall’uso sapiente del colore dà l’idea di quanto  testi come questo possano essere utili anche al lavoro di promozione della lettura.

Grégory Panaccione, Il mio amico Toby, Renoir 2018, 144 p, euro 14,90

Il piccolo vagabondo

11 Apr

Considerata – data la giovane età e la bravura – un sorprendente talento narrativo, Cristal Kung è nata in Cina, presto si è trasferita a Taiwan e si considera in transito per i diversi Paesi in cui ha vissuto e tra cui continua a muoversi. Proprio dal girovagare da una città all’altra, dal non sentirsi a casa in nessun posto, conscia però che ogni luogo avrebbe potuto diventare casa, nasce questo grapich novel senza parole che inanella sei diverse storie, legandole attraverso un personaggio che compare quasi come deus ex machina a risolvere i nodi in cui i protagonisti sono finiti o spalancando le gabbie in cui si sentono rinchiusi. Sono persone in ricerca, persone arenate, persone perse dietro un punto mentre intorno il mondo ruota. Che siano a New York o a Shanghai, si muovono tra folle cosmopolite, ma anche tra i loro ricordi; scoprono la bellezza di un segreto condiviso, di un incrocio di sguardi, del tenere lo sguardo verso l’alto.

Sarà affascinante per i lettori più piccoli leggere un mondo quasi onirico; sarà interessante vedere i lettori adulti riconoscere sensazioni e tratti di vita in illustrazioni che paiono pronte per finire in una versione animata, non a caso uno degli interessi dell’autrice.

Curiosa la postfazione del caporedattore dell’edizione originale che racconta il lavoro dell’autrice visto formarsi negli anni, negli anni di scuola, nell’emozionante affacciarsi sulla scena internazionale due anni fa ad Angoulême.

Cristal Kung, Il Piccolo Vagabondo, Bao Publishing, 172 p., euro 18

Guarda fuori

29 Nov

Un senza parole che riprende l’arguzia e l’ironia delle migliori uscite di Minibombo. Un albo che infila una sequenza di campo-controcampo per giocare tra l’interno e l’esterno di una casa. Nevica e, se fuori fiocca e non ti lasciano uscire, allora si sta a guardar dalla finestra, come i due bambini della storia. Proprio la finestra diventa il tramite dello scambio, visto che questa storia è tessuta dai giochi di sguardi e dai cambi d’espressione che si leggono sui visi e sui musi.

Lì fuori, tra la neve, i bambini vedono un pettirosso, poi tre conigli, un gatto, un orso. Quel che succede, quel si dicono il lettore lo indovina e lo interpreta; ci mette le parole e magari poi vorrebbe metterci pure le gambe quando i due corrono fuori per cercare di risolvere il pasticciaccio combinato dalle bestie. Ma… be’, ve lo avevamo detto che era un campo-controcampo tra dentro e fuori!

Da non perdere per leggerlo insieme, per metterci le parole, per ridere in compagnia.

Silvia Borando, Guarda fuori, Minibombo 2017, 44 p. euro 12,90

Il segreto della fontana blu

29 Mag

Il_segreto_della_fontana_blu_lowAbbiamo inserito questo albo anche nella categoria “senza parole”; le categorie ci piacciono poco, ma sono funzionali al nostro blog e alla ricerca dei nostri lettori, per cui le usiamo e bariamo anche un po’! Qui di parole ce ne sono poche, una sorta di prologo potremo dire, e poi via all’avventura raccontata attraverso le illustrazioni.

Le parole dicono di un’estate strana, del meteo incostante e di una fontana nel cortile tra i palazzi, a cui nessuno bada, secca e triste. Fino al momento in cui un bambino si avvicina , prova a entrarci dentro ed ecco che le mattonelle intorno si spaccano. Perché la fontana non è altro che lo sfiato che permette a una balena di spruzzare acqua. Il bambino e il suo cane vengono travolti dall’avventura: volano con la balena fino all’oceano, si tuffano, quasi a ricaricare la fontana, ridono e poi… ecco la pioggia.

Decisamente interessante il punto di vista diverso che le differenti tavole offrono: dall’alto; la balena che guarda cane e bimbo; l’immagine imperdibile del cetaceo visto dal fondo marino con la luce che filtra dalla superficie dell’acqua.

Il blog dell’illustratore (sì, è in coreano, ma ci piaceva che lo vedeste ugualmente).

Kyung-Sik Choi, Il segreto della fontana blu, Terre di mezzo 2017, 48 p., euro 15

’45

30 Mar

Potrei aspettare il vento di aprile e l’avvicinarsi alla festa del 25 di quel mese per parlarvi di questo libro, ma non c’è motivo di far aspettare la bellezza  di una graphic novel senza parole che narra i mesi della guerra partigiana in un omaggio che Quarello fa innanzitutto ai nonni e poi alla Brigata Autonoma Monferrato di cui racconta le gesta e  la sua parte nella liberazione di Torino il 26 aprile ’45. Un racconto diviso in sei capitoli e narrato attraverso gli occhi di una coppia che vive nella cascina dove Maria rimane con le galline e il pensiero al figlio alpino di cui non ha notizie e dove il marito torna tra un’azione partigiana e l’altra. Tutto viene evocato: gli agguati ai tedeschi, i rastrellamenti, le azioni per liberare i compagni prigionieri, l’insurrezione e la liberazione con il tricolore che sventola al posto delle bandiere naziste. Nei mesi che corrono verso la primavera, tra il grigio dell’inverno senza speranza e il rifiorire della vita esattamente come sull’albero nelle carte di guardia, c’è posto per lo spavento all’arrivo di due tedeschi che cercano cibo e Maria mima  una gallina per far capire che può fare una frittata; c’è lo spavento fatto prendere ai repubblichini imprigionati nella cella da cui si sono appena fatti evadere i compagni; c’è la gioia di ritrovarsi dopo tanto tempo, dopo nessuna notizia.

Ci sono gli sguardi, a fare il racconto, e i gesti: quelli con cui Maria spiega al tedesco la famiglia ritratta nelle foto, quelli con cui si dà avvio ad un attacco, quelli con cui si distruggono prove, quelli con cui si festeggia. E i gesti quotidiani: una frittata girata in padella, il bucato steso al sole, le legna da spaccare, la zuppa da mescolare, a dire della vita di tutti i giorni, in famiglia, in quei mesi di guerra. Un capolavoro che non ha bisogno di parole, che racconta e che condensa tante storie di Resistenza. E che, come ogni testo senza parole, può parlare a un pubblico molto più ampio, abbattendo le barriere linguistiche, utilizzando la potenza delle immagini.

C’è un’immagine, verso il fondo, una delle tante che raccontano dell’esultanza dei partigiani che sfilano tra le strade di Torino, in cui compare la scritta “Alì”, come il nome di battaglia di Mario Caniggia che della sua brigata ha raccontato nel volume “Eroi senza storia”. Ci dice che ogni volto che vediamo tra le pagine ha una storia e probabilmente un nome, un ruolo ben preciso. Per me gli uomini protesi nella notte dalla collina per tendere l’agguato al camion tedesco somigliano a King, a Edelweiss, a Nuto, alle facce che a me hanno raccontato la loro Resistenza. Mi piace pensare che chiunque abbia ascoltato dalla voce dei partecipanti i racconti di quei mesi e la loro testimonianza possa ritrovare i gesti, gli sguardi, indovinare i pensieri tra i tratti di Quarello.

Il sito dell’autore.

Maurizio A.C. Quarello, ’45, Orecchio Acerbo 2017, 96 p., euro 19

Il cappello di Topolina

30 Set

cappello-di-topolinaUn senza parole quadrato, dedicato ai più piccoli e ai loro adulti che avranno voglia di metterci voce, o magari solo versi e suoni di stupore, chissà… Sì, si presta anche a far le voci questo libro in cui Eric Battut inanella una catena di animali generosi e allegri che si prestano a vicenda il cappello rosso di Topolina. Ovviamente ciascuno lo adatta alle proprie orecchie e, con disinvoltura, anche alle proprie dimensioni, per cui, quando torna in mano alla sua proprietaria, non è più esattamente il cappello che aveva lasciato… Niente paura, perché dietro l’angolo c’è una grande idea che dà nuova forma (e nuova vita) al copricapo.amici

Come già detto, il libro è un senza parole: a volte questi libri fanno paura agli adulti, mentre invece danno possibilità di vera condivisione coi bambini con cui vengono letti perché si può creare insieme la storia, interpretarla, scegliere e dar voce, appunto. Ha le stesse dimensioni e lo stesso pubblico destinatario di un’altra novità Bohem Press, Amici, di Paloma Canonica, che invece il testo ce l’ha. Un testo breve che parla di amicizia, di quel che gli amici fanno insieme, di quel che condividono, di come si può essere diversi ma prossimi: le coppie di animali che infatti si vedono nelle illustrazioni sono in generale bestie che non accosteremo perché per stereotipo siamo abituati a considerarli come opposti.

Bel formato, belle scelte grafiche: due buone proposte per i lettori dai due anni in su.

Eri Battut, Il cappello di Topolina, Bohem Press, 32 p., euro 9,80

Paloma Canonica, Amici, Bohem Press, 32 p., euro 9,80

Una cosa difficile

22 Lug

una cosa difficileNoi piccoli degli anni Ottanta abbiamo avuto a che fare con macchine giocattolo in pura plastica, a cui succedeva spesso di perdere una ruota o due. Esteticamente non erano un granché, ma ci hanno permesso di esplorare il mondo, cortili e parcheggi, per chi viveva in città o campi assolati nei paesi in provincia.
Un amarcord forte, poetico è quello che mi ha acceso questo senza parole di profonda bellezza, pensato da Silvia Vecchini e illustrato da Sualzo, un sodalizio felice che ci ha già regalato ottimi libri.
Pochissimi elementi in questa narrazione: un paesaggio, due protagonisti, un oggetto da mettere a fuoco, destinato alla centralità narrativa. Prima oggetto stridente, lanciato da fuori, rimbalza per terra.
Più avanti, ecco il primo protagonista: un cane umanizzato, anzi un bambino. Incerto sul da farsi, si china finalmente per raccogliere l’oggetto misterioso. Lo tiene in mano, solo in mezzo al campo. Poi si incammina.
La strada diventa salita, il campo una montagna da scalare a fatica. Sulla cima, il cane bambino raggiunge l’amico. E’ di spalle, riflette su quanto accaduto prima che la narrazione incominciasse. Adesso è di fronte a noi, e ci accorgiamo che piange. Più in basso, la macchinina senza la ruota. Senza l’oggetto recuperato e riportato lassù.
Una sola parola campeggia in tutta la storia, semplice e difficilissima da pronunciare: “Scusa”. Insieme si può aggiustare tutto, ricucire lo strappo e salire insieme sulla macchina per nuove avventure.
Si scende a perdifiato per una dolce collina, adesso, non più un’aspra montagna. Il vento accarezza l’erba, l’infanzia torna ed essere spensierata, l’amicizia resa più forte da un’incomprensione risolta.
Sul suo blog  Silvia Vecchini ci racconta come è nato il libro, offrendoci anche interessanti spunti su come proporlo ad un gruppo di bambini, lasciando poi spazio alle loro interpretazioni attraverso il disegno. Qui trovate le poesie disegnate e qui un blog di Sualzo.

Silvia Vecchini – Sualzo, Una cosa difficile, Bao Publishing 2016, 48 p., euro 13

Pois

11 Mag

poisEcco in libreria uno degli albi finalisti della seconda edizione del Silent Book Contest 2015, insieme a Mentre tu dormi di Mariana Ruiz Johnson già precedentemente pubblicato.  Ovviamente la sua cifra principale è il colore e a sfogliarla – questa storia di una sarta e del suo cane alla ricerca dei pois che spariscono da un vestito per ricomparire altrove in casa – mi sembra in qualche modo pronta per finire in un’applicazione per bambini.

I libri senza parole infatti condividono, con le migliori applicazioni (e non a caso citiamo ancora una volta Il libro bianco di Minibombo e la app derivata), una caratteristica che dovrebbe essere sempre considerata fondamentale quando si progetta per i lettori più piccoli in particolare: l’intuitività. Le cose funzionano quando non c’è bisogno di istruzioni, nel digitale come nel cartaceo, nel qual caso non servono parole e la loro assenza sovente spaventa gli adulti che chiedono cosa si fa con dei libri così. Ci si lascia catturare, si fanno cadere barriere e ruoli e si segue insieme il filo dell’illustrazione; ecco nascere allora il filo della storia, che vien fuori naturale quasi si srotolasse un gomitolo. Qui a disposizione ci sono stoffe diverse, gesti ed espressioni su facce e musi, i colori che accompagnano le emozioni e il testo sottinteso e poi il movimento dato da quei tondi color fucsia che prendono vita, che si fanno altro, che cambiano posizione, sornioni e poi ridenti.

Il sito di Cristina Bazzoni, ovviamente a pois 😉

Cristina Bazzoni, Pois, Carthusia 2016, 30 p., euro 19,90