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L’ombra di ognuno

6 Apr

Ombra pagine ITA.inddQuesto albo viene dal catalogo Memo, in cui ci sono molte perle che non sarebbe male poter offrire anche a chi legge in italiano. Pluripremiato nel corso degli anni (è stato pubblicato nel 2013 e ha ricevuto i Prix Québec/Wallonie-Bruxelles de littérature de jeunesse, Prix Brindacier, Prix de la Semaine Paul Hurtmans du livre de jeunesse oltra la menzione a Bologna 2014), dispiega l’universo immaginato da Mélanie Rutten in china e acquerelli, illustrazioni che accompagnano perfettamente il testo anche nella loro disposizione, rendendo al racconto una dimensione che può essere onirica come più tangibile, a seconda di come il lettore sceglie di goderla, di identificarsi, di cogliere significati più immediati o più nascosti.

Racconta, per capitoli brevi, dell’arrivo del coniglietto a casa del cervo, di come in un nuovo rapporto si debba imparare un po’ tutto, di come un nucleo famigliare sia fatto di capacità di tener stretto e di lasciare andare. Racconta di come un bambino mascherato da soldato, un coniglietto con gli occhi rossi e un gatto che ha perso la palla possano partire insieme in un’avventura che attraversa montagne, vulcani, fiumi sotterranei, notti stellate. Dice di separazioni e fare insieme, di cadute e ferite, di morte, coraggio e gentilezza, di premura e capacità di comprendere. Dice di crescere, di case, di ombre. Dice, e lo fa con una levità tale che, saranno le illustrazioni, sarà il racconto, ma è proprio un’intensa storia di vita.

Mélanie Rutten, L’ombra di ciascuno (trad. di Sara Saorin), Camelozampa 2021, 56 p., euro 20

Lupo nero

25 Gen

Lupo-nero-cover-1024x849In un periodo in cui sovente, nelle formazioni soprattutto dedicate ai piccolissimi, parliamo molto dell’uso del bianco e del nero, Camelozampa pubblica un albo di Antoine Guilloppé che parecchio ha lavorato proprio sul contrasto tra questi due colori in una serie di albi, diversi ancora inediti in Italia.

Questo è un albo senza parole, decisamente riuscito dal punto di vista grafico dove, quasi come in un teatro d’ombre, l’autore mette in scena gli elementi essenziali, giocando non solo di contrasto, ma anche con l’uso dei contorni netti, delle linee (cercate la pagina in cui il protagonista si inoltra nel bosco sotto un arco-intrico di alberi) e del punto di vista. Un ragazzo si inoltra nel bosco mentre comincia a nevicare e fin da subito sappiamo che un lupo è in agguato, attento. La nevicata si fa più fitta, lo scontro è inevitabile. Fino al punto in ci il lettore capisce l’errore della sua lettura che, basandosi sullo stereotipo, dà per scontato uno scontro che in realtà è un incontro per un motivo ben più nobile di quel che si poteva intuire.

Proprio la sua costruzione, sia della narrazione che della resa grafica, rende l’albo adatto a essere presentato sotto più angolazioni, a lettori di età diversa, compresi i più grandi.

Antoine Guilloppé, Lupo nero, Camelozampa 2021, 32 p., euro 16

Le catastrofi del giorno

13 Dic

Catastrofi-del-giornoNuovo romanzo della svedese Jackert, sempre ambientato nel quartiere dell’Obse come il precedente. Questa volta la protagonista è un’undicenne informatissima e cosncia dei pericoli che possono esserci in giro: nel cibo, per strada, nelle persone. Ti possono rapire, fare a pezzi, puoi essere investito, cadere, sbattere la testa, respirare aria inquinata, mangiare cibo avvelenato… Majken conosce le percentuali e le probabilità di una sacco di catastrofi, sfighe e tragedie che possono capitare a chiunque in qualunque momento; le anota sul diario, ritaglia trafiletti di giornali, controlla i germi, non mangia fuori casa, non accetta cibo da sconosciuti, tiene alla larga compagni e potenziali amici e assilla la mamma per andare a vivere in campagna. Ovviamente tutte questa maniacali manie che la fanno risultare a tratti insostenibile e insopportabile hanno una causa e una motivazione precisa e servirà un cane, brutto e puzzolente, in affido per qualche settimana dal canile a far sì che cominci ad aprirsi al mondo, a parlare con estranei (una vecchietta senza dentiera, un ometto con un occhio di vetro, ma anche un suo compagno di scuola), a capire di aver paura del passato più che del futuro e trasformi l’estate in una possibilità.

Ovviamente il fatto che questo libro parli di cose come l’interno di una vagina (è importante sapere come siamo fatti dentro, sentenzia la protagonista) e si chiuda con l’esimia, sorridente frase “Che estate di merda”, ce lo fa apprezzare particolarmente. Viene dal nord, oviamente, e ben venga!

La copertina è di Alessandro Baronciani. Libro ad alta leggibilità.

Cilla Jackert, le catastrofi del giorno (trad. di Samanta K. Milton Knowles), Camelozampa 2020, 176 p., euro 11,90

Fatti assodati sulle uova

23 Mar

Arriverà, arriverà in aprile e quando le librerie ve lo potranno porgere e lo avrete tra le mani, vi tufferete nell’universo di Lena Sjöberg e sarete felici che Camelozampa già abbia in programma di pubblicare prossimamente un altro suo libro, dedicato agli esseri viventi e agli oggetti che brillano nel buio. Perché questo è davvero un ottimo modo di fare divulgazione e siamo felici che le editrici italiane lo abbiano scelto per inaugurare “Le sinapsi”, loro collana di divulgazione;  è un albo con delle illustrazioni che affascinano e riesce nel contempo a dare con chiarezza molte informazioni e ad essere trasversale rispetto all’età dei suoi lettori. Dà l’idea di come chi lo ha concepito abbia pensato a dare le informazioni importanti in modo scientifico, preciso, chiaro e anche divertente, a cucire intorno a un tema spunti diversi e a farlo con una grafica azzeccata.

Tutto comincia col pollaio di famiglia dell’autrice, con le sue galline e i galli e con lo stupore di fronte a una delle tante meraviglie della natura che è appunto l’uovo. Di lì partono diverse piste possibili: spiegazioni sulle galline, sul deporre e sul covare; su com’è fatto l’uovo e su come vi cresce un pulcino; una panoramica su chi depone uova: uccelli, insetti, coccodrilli, rane, mammiferi come l’ornitorinco e l’echidna, pesci e dinosauri. E poi gli umani: l’ovulo e lo spermatozoo e una bella pagina su cui, a mo’ di dizionario, vengono spiegati termini come oviparo, ninfa, metamorfosi, ermafrodita, partenogenesi… Ancora le uova nella storia, dai vichinghi a Fabergé, le uova di Pasqua e i giochi di battaglia e rotolamento, i proverbi, i consigli in cucina e le ricette. Insomma, una vera e propria passeggiata tra informazioni che sembra concepita per essere condivisa insieme tra lettori di età diversa che potranno trovare ciascuno curiosità interessanti, scoprire cose nuove, farsi venire la voglia di saperne di più.

Non per niente il libro ha vinto il premio Swedish Food Academy e la Medaglia d’oro Kolla!, premio dell’Associazione Illustratori svedese ed è stato finalista al Premio Carl von Linné-plaketten. Nell’attesa è comunque pre-ordinabile sul sito dell’editore.

Lena Sjöberg, Fatti assodati sulle uova (trad. di Samantha K. Milton Knowles), Camelozampa 2020, 48 p., euro 15,90

La buca

28 Gen

L’albo è superpremiato (Premio August “Miglior libro per bambini e ragazzi” 2018; Premio dell’Associazione svedese dei commessi librai “Il tuo libro – La nostra scelta” 2018; Vincitore del Premio culturale “Piuma D’oro” – Barometern Oskarshamns-Tidningen 2019) e non è un caso: con grazia e unorismo Emma AdBåge dipinge uno spaccato di vita scolastica ad altezza bambino, dove si evidenza il contrasto tra grandi e piccoli a proposito del considerare le cose. Una questione di sguardi e di punti di vista, dunque. La voce narrante, quella di un’alunna che sul frontespizio si identifica con la freccina che dice “io”, racconta con grande entusiasmo di come nel cortile della sua scuola ci sia la Buca con l’iniziale maiuscola, nata tempo prima perché qualcuno in un dato punto ha tolto della ghiaia: lì sono cresciuti arbusti e cespugli, fino a farne un luogo ideale dove giocare, arrampicarsi, immaginare qualsiasi tipo di gioco intorno alla Grande Radice. Di questa geografia quasi mitica – lo dicono le iniziali maiuscole appunto e il tono entusiasta della narratrice, un po’ epico nel narrare di certe avventure – gli adulti hanno ben altra considerazione: quel buco è pericoloso e poco importa che Vibeke sia inciampata nei lacci delle sue scarpe: viene proibito giocare dentro la Buca. Ma non di certo intorno, su quel Bordo che diventa subito ritrovo, grazie alla capacità inventiva dei bambini. Anche messi di fronte a una drastica soluzione, ecco che troveranno un luogo pieno di possibilità, all’insegna della libertà, dell’intraprendenza, del gioco in mezzo alla natura, senza bisogno di palloni, altalene e manco di campane.

Un bello sguardo ad altezza infanzia appunto; un bello sguardo anche a livello di prospettiva e di resa sulla pagina, come le illustrazioni che presentano la stessa fila di bambini attoniti di fronte alla sparizione della loro buca: paiono così visti di spalle, ma appena l’illustratrice ce ne presenta i visi ecco gli occhi che scartano di lato e un luccichio di novità che ne illumina già alcuni.

Emma AdBåge, La buca (trad. di Samanta K. Milton Knowles), Camelozampa 2020, 40 p., euro 15

Babyface

13 Set

La “rocade” di Amiens, come la chiamano i suoi abitanti, è una successione di superstrade e tratti autostradali che fa il giro della città; così può capitarti, se abiti in periferia, che per andare a scuola o al alvoro tu debba attraversare ogni giorno una passerella sotto cui sfrecciano veicoli ad alta velocità, proprio come fanno Nejma e Raja, vicini di casa e forse amici. Forse, perché in realtà a Najma non interessa nessuno o è il suo modo per crearsi una bolla di isolamento, lei che pare non piacere a nessuno a scuola, grossa, scorbutica, vestita male, con la rispostaccia sempre pronta. Quando a casa la solitudine è troppa, gira per le corsie di un supermercanto; Isidore, il vigilante, si accorge di lei e del potenziale che nasconde. Se nel quartiere infatti tutti parlano della nuova scuola/palestra di wrestling che sta per aprire, Najma è naturalmente dotata per l’atletica, ma vaglielo a far capire. Sarà una buia notte sull’autostrada e l’affetto di un cucciolo ad aprire una breccia nella postura della ragazza.

Raccontato in prima persona da Raja, famiglia di orgine indiana, il romanzo breve è un curioso mix che alterna parti più riuscite ad altre meno: sono stereotipate, grottesche e anche un po’ ridicole le figure di alcuni adulti come la preside della scuola o i due fratelli che vogliono aprire la scuola di wrestling e finiranno per gestirne una di ballo, mentre il ritratto del vigilante, come quello dei genitori di Raja peraltro, è davvero iuscito e mette sull apgina la figura di un adulto estraneo (non è un famigliare né un insegnante o un educatore; non appartiene al loro mondo stretto) che sa notare, vedere e trattare i ragazzi alla pari, mantendo ciascuno il proprio ruolo. Ancora una volta, in accenno, si ritrova il ruolo che lo sport può avere come riscatto, cambio della percezione di sé e degli altri, attività in cui ritrovarsi.

Di Marie Desplechin i lettori italiani hanno da poco letto Verde, di cui aspettiamo il seguito; l’autrice ha recentemente prestato la sua penna all’illustratore Serge Bloch per accompagnarlo in un divertente racconto della sua infanzia e della sua famiglia edito in Francia da L’Iconoclaste.

La copertina del romanzo è di Eleonora Antonioni.

Marie Desplechin, Babyface (trad. di Sara Saorin), Camelozampa 2019, 112 p., euro 12,50

Hotel Bonbien

17 Giu

Siri vive in un hotel: quello che la sua famiglia possiede, in Francia, sulla stra nazionale N19, vicino a Langres nell’alta Marna. Un punto di passaggio, affollato soprattutto quando, durante le vacanze tutti si mettono in viaggio verso sud. Il romanzo racconta della famiglia di Siri: mamma cuoca, papà alla reception con metodi tutti suoi, un fratello più grande che si è votato al nero dipingendo così le pareti della sua stanza e ricolorando tutti i vestiti. Ma anche quattro nonni molto diversi tra loro, tante risate e, da qualche tempo, parole grose che volano sovente: da un lato gli affari dell’albergo non vanno molto bene e i conti non tornano, dall’altra è un modo che fa un po’ parte del volersi bene dei genitori di Siri. A volte poi la situazione si esaspera, come quando un amico, il papà di una sua compagna di classe, lascia la famiglia, si traferisce in albergo e si presenta costantemente in mutande in sala colazioni. Racconta l’anno dei dieci anni di Siri, di quando prese una bella botta in testa e acquisì l’improvvisa capacità di ricordarsi tutto: una memoria prodigiosa che qualcuno in famiglia ha intenzione di trasformare in guadagno facendola partecipare a concorsi appositi.

Il testo è in caratteri ad alta leggibilità e dalla pagina dell’editore potete vedere come sia disponibile anche in altri formati: ebook Epub3 con audio integrato; ebook; audiolibro Epub3 o mobikindle: così gni lettore uò scegliere quel che più gli conviene!

Enne Koens – ill. Katrien Holland, Hotel Bonbien (trad. di Olga Amagliani), Camelozampa 2019, 259 p., euro 13,90

Il piccolo pescatore e lo scheletro

26 Apr

Dopo la morte del padre, il giovane pescatore Tong continua a pescare; esce in barca anche con condizioni meteo non troppo favorevoli, nonostante ricordi le raccomandazioni del genitore. Quando sente la lenza tirare, poco importa che lo onde si siano fatte enormi e rischino di inghiottirlo; probabilmente è il pesce più grosso mai pescato. Quale sorpresa e quale spavento quando vede che attaccato all’amo c’è uno scheletro che, nonostante cerchi di farlo cadere in acqua, rimane attaccato all’imbarcazione fino a riva. Tong sviene e lo scheletro se ne prende cura; a sua volta il bambino farà lo stesso vedendolo tremante e affamato in un angolo dela capanna: un prendersi cura reciproco che ridona vita, riportando la forma umana, in una sorta di rinascita.

Le illustrazioni sono, come sempre per questo autore, estremamente vive e coinvolgenti: le onde nella tempesta sembrano schizzare dalla pagina e al lettore parrà di sentire il ghigno dello scheletro e l’iniziale paura del protaognista. Una narrazione di iniziazione, carica di nero rotto dai colori tenui della coperta e dal calore del fuoco; una narrazione che parla del dualismo che le cose che contengono, della vita e della morte che tocca le esistenze, come delle risorse che possediamo – i bambini innanzitutto – per ridare vita, per rendere umane le situazioni, per addomesticare quel che succede e fare pace con le tempeste.

Chen Jiang Hong, Il piccolo pescatore e lo scheletro (trad. di Sara Saorin), Camelozampa 2019, 48 p., euro 18

I cuscini magici

30 Gen

A Uranopoli regna il tirannico Arraffone I con le sue dodici corone, una per mese dell’anno. Scrive leggi terribili (come quella che annulla le domeniche e le trasforma in prelunedì uguali a qualsiasi giorno feriale di scuola e di lavoro), ingrassa di dieci chili per la gioia di vedere i suoi sudditi inermi davanti a tasse insostenibili, scruta il regno con un telescopio d’oro per accaparrarsi qualsiasi cosa desideri. Convinto da uno dei consiglieri a privare dei sogni tutto il popolo (perché i sogni sno davvero pericolosi, dice) distribuisce cuscini magici che fanno solamente fare incubi; la gente si trascina stanca e triste, tutti obbediscono meccanicamente fino al giorno in cui, per caso, il maestro Andonis scopre l’inganno e riesce, coi suoi alunni e con una raccolta di cose belle, a fabbricare due nuovi cuscini da sogno. Sogna che sogna, si affaccia il desiderio di un paese senza Arraffone né reti metalliche, con le domeniche, i luna park e i lillà. cresce il sogno e porta la rivolta, in nome della libertà. E come nei migliori dei finali, i cattivi e gli incubi se la risolvono tra loro, lasciandosi dietro gli abitanti di Uranopoli che ora vivono bene.

Le illustrazioni sono di Noemi Vola: una copertina che regala incubi vividi e interni in bianco e nero.

In caratteri ad alta leggibilità. Storia perfetta per essere letta ad alta voce: è un racconto lungo, con un bel ritmo serrato, ricco di elenchi che alimentano il crescendo della trama fino alla finale “terribile notte della riscossa” ed esilaranti nomi propri, con la giusta dose di speranza non solo per gli abitanti di Uranopoli, ma per tutto il mono. Anche per i lettori; anche per l’oggi.

Evghenios Trivizàs – ill. Noemi Vola, I cuscini magici (trad. di Tiziana Cavasino), Camelozampa 2019, 72 p., euro 10,90

Zucchero filato

15 Nov

zucchero filatoIl tempo dell’estate, quello in cui crescere e cambiare forma e presentarsi a settembre in prima superiore. Per Ezra è anche il tempo in cui fare i conti con la sua famiglia in cui è appena scoppiata una bomba: il padre, veterano di guerra, è tornato, ma dopo poco tempo sono apparse le conseguenze delle tragedie che ha vissuto sul fronte; sono bastati i botti di Capodanno a farlo uscire di testa e a far esplodere la rabbia ingestibile che porta dentro. Non assomiglia più al papà conosciuto, non lavora, le grida sono alte e i balconi della piccola casa in un quartiere periferico sono pieni di spazzatura. Ezra cammina nelle giornate accanto alla sorellina di otto anni che invoca la possibilità di dipingere le pareti della sua camera di giallo come a voler che il sole torni nelle loro casa. Dopo una violenta lite, quando il padre alza le mani per la prima volta, la mamma si trasferisce in una casa di accoglienza per donne dove Ezra si rifiuta di seguirla. La capacità di accettare l’aiuto che serve porterà i membri della famiglia sui binari di un cammino nuovo, non felice, ma più sereno.

Il romanzo è costruito per lo più sul rapporto tra le due sorelle e sui loro dialoghi, molto spesso ironici, ma anche dalla complicità che si crea, nella paura e nel coraggio, e nei momenti insieme brutti e buffi, come quando Ezra viene ricattata da una giovane commessa che l’ha sorpresa a rubare un top nel negozio in cui lavora. Viene da pensare che ancora una volta un ruolo chiave in un romanzo è affidato ai fratelli minori (qui l’impareggiabile Zoe; tra i tanti altri citiamo il Funghetto di Louis e i suoi fantasmi) il cui sguardo innocente e ironico crea delle oasi di risate anche nelle situazioni più faticose.

Il libro è scritto coi caratteri ad alta leggibilità ed è disponibile anche in formato ebook, audiolibro e audio-ebook. Si può ascoltare un estratto sul sito dell’editore. La copertina è di Eleonora Antonioni.

Derk Visser, Zucchero filato (trad. di Olga Amagliani), Camelozampa 2018, 144 p., euro 11,50, ebook euro 6,90