Riuscite a immaginare di dover cambiare casa e orizzonte perché una parte della città in cui siete nati e cresciuti è destinata a essere distrutta? L’autrice prende spunto dalla propria esperienza e dalla propria città, Kiruna, la più settentrionale della Svezia, a nord del circolo polare artico, famosa per le miniere di ferro. Proprio a causa delle conformazioni del terreno e dell’attività estrattiva che lo ha indebolito, la città verrà spostata qualche chilometro a est: verrà ricostruito il centro, alcuni edifici storici verranno letteralmente spostarsi, ma la maggior parte verrà distrutta, compresa la casa di legno in cui vive Maja, destinata a trasferirsi in un appartamento grigio. La ragazzina ha il terrore che la miniera esploda; si sveglia ogni notte al momento dell’esplosione consueta dovuta all’estrazione; tiene sotto il letto una borsa pronta con i vestiti di ogni membro della famiglia. Intanto macera la rabbia (non vuole trasferirsi e non vuole perdere la migliore amica, che con la madre andrà a vivere a centinaia di chilometri) e l’amore per un coetaneo dell’altra classe che ha cominciato a frequentare il suo gruppo di lettura. Fino a quando gli attacchi di panico non le lasciano scampo e deve trovare la maniera di affrontare la paura e il cambiamento e di raccontarlo, a modo suo, in un video che cuce i filmati che gira nella miniera, per le strade della città, durante le veglie notturne.
Un romanzo che parla della famiglia, dell’amicizia e dell’amore, ma anche della dignità del lavoro e che descrive una città che vive in un contesto geografico particolare e la cui economia gira da decenni esclusivamente intorno alla miniera. Diventa allora molto interessante leggere il dibattito intorno allo spostamento della città, le opinioni degli adulti, le posizioni che i ragazzi prendono quando le insegnanti a scuola organizzano un vero dibattito dove i favorevoli e i contrari devono argomentare e difendere ciò che pensano. Tra le righe anche un bello spunto di riflessione sulla lingua (il padre e il nonno parlano meankieli, che la nonna reputa inutile impara e che Maja invece trova neccessario), sulle vicende dei Sami, che persero le loro terre molto tempo prima, e sul concetto di quel che è casa.
Ann-Helén Laestadius, La mia città trasloca (trad. di Deborah Rabitti), Edt Giralangolo 2020, 304 p., euro 14
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