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Se chiudi gli occhi

10 Feb

Se_chiudi_gli_occhi_CVR_500px-1“Io cerco di spiegare le cose a mio fratello, ma lui non è mai d’accordo con me”, dice il protagonista di questo albo al lettore. Seguono un’infilata di pagine in cui le voci dei due fratelli si contrappongono, o meglio si accompagnano a una lettura diversa del mondo. Descrivono ciascuno un labero, una lampadina, un serpente, il sapone e via così. Uno guarda le cose, l’altro le sente. Uno definisce, l’altro invita a scoprire coi sensi: ad annusare, a toccare, a vedere in un altro modo. La semplicità delle immagini, i collage su sfondo netto invitano anche il lettore a fare altrettanto e a continuare, scegliendo altri oggetti e altre situazioni. E poco importa se molti descriveranno questo libro come un testo che parla di diversabilità e di lettura dell’intorno da parte di chi non può usare la vista; poco importa, perché in realtà è un semplice, essenziale invito a chiunque a cambiare prospettiva, a scegliere un altro senso da attivare, un altro angolo da cui osservare. Un invito a saper guardare che vale per tutti, sempre.

Victoria Pérez Escrivá – Claudia Ranucci, Se chiudi gli occhi (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2021, 28 p., euro 14

Cuore a razzo farfalle nello stomaco

20 Nov

Il romanzo è godibilissimo, scritto col giusto ritmo, con un’ironia non da poco e a tratti ti sentiranno ridere di cuore mentre leggi. Del resto non si può rimanere impassibili di fronte al ritratto, ad esempio, che Rob fa dei propri genitori. Lui è un tredicenne timidissimo, che ama citare Shakesperare, non nuovo agli attacchi di panico, con una vita sociale prossima allo zero: ha un grande amico che usa mille abbreviazioni quanto messaggia, un bullo che lo ha preso di mira e un nonno caustico che vive in una residenza per anziani e scommette su chi sarà il prossimo ospite a tirare le cuoia. Rob sta studiando l’amore: è stato trafitto dalle frecce di Cupido la prima volta che ha visto Destry Camberwick, cerca di incrociarla casualmente, tenta di capire cosa sia l’amore vero osservando le persone intorno a lui. E così parla della vita, mette a nudo gli adulti, scopre la figura della nonna paterna di cui non sa assolutamente nulla. Poi comincia a ricevere strani messaggi sul cellulare che lo spingono a sfidarsi, ad avere il coraggio di essere davvero se stesso.

Ad un certo punto, il libro svolta: siamo verso la fine, c’è una sorta di colpo di scena e le ultime pagine rivelano al lettore molto sulle pagine che ha letto in  precedenza, su cosa significa rielaborare la realtà, raccontarla, prenderne atto. Sarebbe stato un ottimo romanzo comunque, anche senza quello scarto, quella rivelazione: è il modo in cui è scritto a renderlo fresco, divertente e non banale. Di più non si può dire altrimenti si rivelerebbe troppo, ma sicuramente è da proporre ai ragazzi , sperando che qualche altro libro di quest’autore australiano trovi la via della traduzione in italiano.

Barry Jonsberg, Cuore a  razzo farfalle nello stomaco, Piemme 2019, 317 p., euro 16, ebook euro 6,99

Olga e la creatura senza nome

7 Mar

Che buffa, Olga! Qualch lettore probabilmente si avvicinerà a questo libro per la sua forma grafica, che mescola narrazione, fumetto, illustrazioni a un sapiente uso del rosso (e del rosa!) e all’immediatezza del raccontare in prima persona rivolgendosi direttamente a chi legge. Indipendentamente dal mondo in cui ci si arriverà, in questo libro si troverà una protagonista divertente e irriverente, osservatrice nata, all’apparenza sempre un po’ di malumore e con il sogno di diventare una scienzata. Quello che il lettore ha tra le mani è il quaderno delle osservazioni di Olga, basato in particolare sullo studio del nuovo animale che si trova ad accudire. Pur amando tantissimo gi animali e conoscendone bene carattristiche e particolarità, non sa come incasellare la nuova creatura: rosa, tonda, mante delle olive e decisamente particolare. Che sia una specie sconosciuta? La ragazzina si lancia in osservazioni ed esperimenti, tra imprevisti e colpi di scena, regalando in realtà anche un’acuta osservazione del genere umano, al suo punto di vista, lei che gli umani li sopporta decisamente meno degli altri animali!

Elise Gravel, Olga e la creatura senza nome (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2019, 180 p., euro 14

Il mondo come piace a me

3 Dic

Laura Carlin costruisce un albo che solletica i piccoli e interroga i grandi. Invita ad inventare guardandosi attorno, a immaginare, a prendere in mano matita e colori (e magari pure cartoni e cartoncini per farlo in 3d) per fare il mondo come lo si vorrebbe.

Come potrebbero essere le case della via, le file che si è comunque costretti a fare, la scuola? E se la cartoleria fosse un negozio che vende scarpe per supereroi? Il testo chiama in causa direttamente il lettore, ponendogli domande, invitandolo a disegnare, a dire la propria, a costruire appunto un mondo a suo piacimento. Un albo quindi che potrà solleticare la voglia di fare e di far immaginare di molti insegnanti che potranno trovare qui un buon strumento da usare in classe: per leggere prima e mettersi in gioco subito dopo.

Laura Carlin, Il mondo come piace a me (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2018, 48 p., euro 15

Il giardino curioso / Un giardino straordinario

14 Giu

Due albi che parlano di giardini, di come il verde possa prendere piede e trasformare un paesaggio anonimo quando non degradato, con due protagonisti curiosi e pazienti.

Il primo, Il giardino curioso edito da Giralangolo, prende spunto dalla vera storia della ferrovia sopraelevata High Line di New York, chiusa e abbandonata dal 1980, sui cui binari nel corso degli anni sono cresciuti alberi e fiori selvatici. Peter Brown immagina Liam, bambino curioso che scopre tra le traversine delle piante che necessitano di un giardiniere: si ingegna allora a prendersene cura nel modo migliore, potendo, annaffiando, cantando. Le stagioni passano, arrivano le prime fioriture, l’inverno porta invece il tempo dello studio per poter fare meglio la primavera successiva: spuntano nuove piante e nuovi giardinieri, in un’opera che diventa collettiva nella condivisione degli spazi verdi e nel lavoro per crearne di nuovi. Un invito insomma anche al Guerriglia Gardening, allo spargere semi e speranza di bellezza fiorita negli angoli più impensati per stupire passanti e cittadini abituati al solito paesaggio.

In Un giardino straordinario, da poco uscito per Terre di Mezzo, c’è un altro bambino dalla fantasia strabordante, sempre pronto ad andare in mondi straordinari, che dalla lettura di un libro e delle sue immagini, lascia germogliare un’idea: ecco allora la ricerca di un seme, la cura, l’attesa e il via ad una sorta di attacco infettivo di voglia di piantare e veder spuntare alberi e fiori. Qui il tratto di Sam Boughton, l’uso dei pastelli e del collage, danno materia a un mondo fiorito e affascinante che ben rappresenta il prendere corpo e colore nella realtà dell’idea che il protagonista ha avuto.

I due albi sono accomunati non solo dal tema e dal suo svolgimento, ma soprattutto dalle caratteristiche dei loro protagonisti: entrambi infatti possiedono la pazienza del giardiniere, quella che fa covare la speranza anche quando non si vede nulla, anche quando i bulbi dormono sotto la coltre di neve o nel tempo in cui i semi accumulano sotto terra la forza per spuntare e crescere. La pazienza del giardiniere è un’arte che va di pari passo alla capacità di prendersi cura, di notare i piccoli cambiamenti, di essere attenti alla necessità e di lasciarsi stupire da quel che viene, a lungo atteso e magari ancora più bello di quel che ci si aspettava. E che ovviamente dice anche dei sogni, della loro forza e della meraviglia di quando si fanno veri e tangibili.

Peter Brown, Il giardino curioso (trad. di Anselmo Roveda), Edt Giralangolo 2018, 36 p., euro 15

Sam Boughton, Un giardino straordinario (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2018,34 p., euro 15

Molly e Mae. Due amiche, un viaggio

29 Giu

Le illustrazioni di Freya Blackwood, nella loro leggerezza pastosa, sono sempre molto poetiche e in questo caso si accompagnano al testo integrandolo di significati e particolari. Danny Parker sintetizza l’andamento sì dell’amicizia, ma piuttosto della vita attraverso la metafora di un viaggio in treno intrapreso da due amiche. Prima in stazione, poi al binario, infine nel vagone: l’entusiasmo iniziale lascia il posto alla noia, a qualche battibecco, allo scegliere posti distanti mentre fuori piove, quasi a dire che il rapporto per un attimo si è raffreddato, come il tempo meteorologico.  All’inizio il lettore vede la vicinanza delle bambine farsi complicità, condividere caramelle e segreti, diventare appiccicate non solo a causa delle gomma da masticare, ma perché stanno bene così. Insieme. E insieme stanno anche nel disagio di guardare ciascuna da un finestrino differente, ma comunque nella stessa carrozza. Allora una di loro prende l’iniziativa e qui il testo davvero si fa vicino alla parabola alta di quel che è la vita o perlomeno che si auspica si sappia fare nella vita: “Molly prende le parole che non avrebbe dovuto dire e le nasconde. Poi trova alcune di quelle che avrebbe dovuto dire, e inizia a costruire un ponte tra di loro. Anche Mae aggiunge qualche parola, per renderlo abbastanza forte da reggerle entrambe”.

Noi non aggiungiamo altro, se non che la scelta del formato si presta particolarmente al racconto del viaggio e allo scorrere del paesaggio, dietro i finestrini o in alto sulla pagina ed è un paesaggio di montagne e di ponti che a noi ricorda un po’ le altezze e i chiaroscuri della linea ferroviaria Cuneo-Nizza, con i suoi paesaggi e la sua storia.

Il sito dell’illustratrice.

Danny Parker – ill. Freya Blackwood, Molly e Mae. Due amiche, un viaggio (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2017, 32 p., euro 15. 

Dory fantasmagorica trova un’amica (per davvero)

15 Set

dory fantasmagorica-trova-unamicaIn questi giorni di inizio scuola, non possiamo non seguire il debutto alla scuola primaria di Dory, la protagonista della nuova serie tradotta da Terre di Mezzo di cui abbiamo già presentato il primo volume uscito a giugno. In quell’occasione abbiamo sottolineato la felice scelta di portare questa serie in Italia offrendo così ai lettori che già viaggiano sicuri delle avventure divertenti, accompagnate da illustrazioni in un formato che ci sembra della misura giusta.

Anche Dory dunque arriva alla scuola nuova; è piena di domande, proprio come tanti bambini in questi giorni e soprattutto è assillata dai fratelli maggiori che le spiegano come deve comportarsi e come deve vestirsi  per poter stringere nuove amicizia, pregandola anche di lasciare a casa per qualche ora la sua fervida fantasia. Ma Dory ha anche Mary, la sua amica amica immaginaria che non sopporta di esser lasciata sola e che si vendica con una serie di suggerimenti buffi. Tra i banchi c’è l’irrefrenabile Giorgio, ma soprattutto Rosabella, che veste in modo principesco  e ha familiarità cosi draghi: come spiegare ai propri fratelli che è una bambina vera, un’amica non solo immaginaria?

Ancora una volta Dory spiazza e regala risate pensate, rivendicando l’essere se stessa, con addosso nove paia di mutande, con le ossa luminose come lampadine (parola di Mary!) e il solito gnomo-fata madrina. Irresistibile.

Il sito dell’autrice. Inutile dire che aspettiamo il terzo volume 😉

Abby Hanlon, Dory fantasmagorica trova un’amica (per davvero),trad. di Sara Ragusa, di Mezzo 2016, 168 p., euro 12

Dory fantasmagorica

4 Giu

doryAbbiamo appena parlato di una protagonista decisa e incontenibile, ed eccone un’altra anche lei protagonista di una serie di cui arriva in Italia il primo volume adatto – per presenza di illustrazioni che si integrano con il testo, peraltro di una giusta misura – ai lettori che cominciano a muoversi spigliatamente. Dory è divertente, imprevedibile e soprattutto incontenibile, fino a portare allo sfinimento i genitori e la sorella e il fratello più grandi di lei. Non lo fa apposta, ma ha sempre la battuta pronta e vuole esserci ad ogni costo, anche finendo per mettersi nei guai: Dory soffre del sentirsi la più piccola in ogni situazione, sempre esclusa dai giochi e dalle avventure dei fratelli. Cerca di sopperire con la sua fervida immaginazione che produce amici immaginari ad ogni piè sospinto (qui conosciamo Mary), a prendere alla lettera tutto quello che le vien fatto credere e a buttarsi a capofitto in tutto, senza stare mai zitta, disposta addirittura a trasformarsi in Ossodipollo, adorato cucciolo di cane, o a infilare le mani nel gabinetto per recuperare la pallina rimbalzina.

Dory ha compiuto sei anni e si prepara alla nuova scuola: i fratelli cercano di farle capire che deve crescere, che non può succhiare il pollice, ma lei vorrebbe tanto poter rimanere a casa in camicia da notte. La seconda avventura, in libreria ad agosto, si annuncia appunto ambientata a scuola, dove pare che Dory troverà un’amica, vera questa volta; si potessero mandare in classe insieme i personaggi dei libri, scommetto che Dory si siederebbe nel banco accanto alla Lotta di Astrid Lindgren e quante ne combinerebbero quelle due! La loro impertinenza va di pari pari a quella di Olivia, di Rita (con Machin), di Hilda… benvenute nel club, ragazze!

Una lettura molto divertente, con una protagonista piccola ma ricca di risorse e di dignità: tenere sempre la testa alta e fingersi occupati anche quando i tuoi fratelli non ti vogliono assolutamente tra i piedi. Tanto poi trovi il modo per fargliela 😉

Il sito dell’autrice.

Abby Hanlon, Dory fantasmagorica (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2016, 151 p., euro 12

Essere o apparire

19 Giu

Essere_o_apparire

Un poema illustrato, per seguire la scia di sassi colorati e lanciarne uno come la protagonista per colpire il centro. Un poema per fare centro e per andare al cuore di chi ci sta davanti. Dice la protagonista della sua fronte ampia, del suo naso piccolo, delle sue orecchie a chiave di fa e via così; dice della sua fronte che eppure ha qualche idea che gira dentro, del suo naso dal fiuto eccezionale, delle orecchie che non distinguono le note. Già, perché non tutto quello che appare poi è davvero come sembra.

Un poema per parole e collage per dimostrare di essere diversi da quel che si può immaginare e per invitare alla scoperta: un lungo viaggio, un viaggio “da quello che sembro a quello che sono”, un percorso che porta là, al centro per vedere davvero chi si ha di fronte.

Un albo essenziale in tutto, scarno nelle parole e nei tratti che evocano, scarno con bellezza nel suo invitare a cogliere l’essenziale delle persone e delle cose, a guardare al di là, a non scoraggiarsi nell’impresa anche quando sembra lunga. Da non perdere.

A proposito dell’autore. Il sito di Isol.

Jorge Luján – Isol, Essere o apparire (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2015, 22 p., euro 12

Prima della prima

20 Apr

prima della prima

Un venerdì sera, al tramonto. Le luci si accendono nelle case e centocinque persone si preparano per andare al lavoro: si lavano, si vestono, si truccano, prendono sciarpe e cappotti, salutano chi resta a casa. Li vediamo nel bagno o sotto la doccia, mentre infilano calze, tirano bretelle, annodano il papillon, infilano orecchini. C’è chi è freddoloso e mette le doppie calze, chi si infila le baghette, chi sceglie gonne lunghe, chi vestiti interi, chi addirittura sotto il completo indossa un pigiamone colorato. Tutti, ad eccezione di tre, portano uno strumento nella custodia; hanno un posto fisso in cui sedersi e alle venti e trenta sono pronti per trasformare in musica i segni sugli spartiti: ecco, il lettore ha appena assistito alla preparazione dei membri di un’orchestra classica. Di solito siamo abituati a vederli tutti insieme, vestiti di bianco e nero quasi ad assimilarsi nei colori perché risalti la loro musica nell’insieme; questo albo – di cui apprezziamo anche il formato che piacerà ai lettori alle prime armi, ampio nel respiro della disposizione di testo e illustrazioni sulla pagina – ci ricorda invece che ciascuno di loro ha proprie personalità, caratteristiche, gusti che si porta dietro quando si accorda agli altri colleghi per regalare al pubblico l’armonia di una sinfonia. Curioso sicuramente per il lettore seguire i singoli e scoprirne i dettagli della personalità: chi si infila il pigiamone rosso sotto lo smoking poi indossa, per uscire di casa, anche un vistoso allegro piumino giallo canarino 😉

E sicuramente al prossimo concerto o occasione pubblica vi salterà in testa qualche pensiero buffo: chi suona avrà doppi calzini? Chi si sta parlando addosso a tale conferenza, borioso e noioso, uscirà d’inverno con le mutande lunghe o porterà le giarrettiere per non far fare ai calzini fisarmonica sulle caviglie? Insomma, pensieri buffi sull’umanità.

A proposito di Karla Kuskin. A proposito di Marc Simont.

Un video a proposito dell’albo. Sfoglia le prime pagine sul sito dell’editore.

Karla Kuskin – Marc Simont, Prima della prima. L’orchestra si veste (trad. di Sara Ragusa), Terre di Mezzo 2015, 48 p., euro 10