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Montreuil 2018

6 Dic

Il Salon du livre et de la presse jeunesse di Montreuil ha chiuso lunedì 5 dicembre la sua 34ma edizione e, con 179.000 visitatori, batte tutti i record precedenti (qui avete tutti i dati e un bilancio di questa edizione). Ormai assestato su una formula vincente che permette l’accesso gratuito regitrandosi on line e favorisce non solo le classi, ma soprattutto la presenza delle famiglie nel fine settimana (il salone si svolge tradizionalmente dal mercoledì al lunedì, quest’ultimo giorno dedicato specie nel programma di incontri ai professionali come insegnanti e bibliotecari), ha dovuto vedersela nelle settimane precedenti l’apertura con la polemica montata intorno alla presenza tra gli stand di McDonald, con tanto di lettera aperta degli autori capeggiati da Claude Ponti.

Orfano dello spazio dedicato alla produzione digitale dopo il triennio in cui il salone era stato partner del progetto Transbook ora terminato, non ha saputo dare altrettanta visibilità a chi si occupa di app e ebook, per cui erano presenti solo alcuni editori o sviluppatori di piattaforme – come L’apprimerie e Picobo, piattaforma danese sbarcata in Francia con una scelta di qualità tra i prodotti degli editori che stanno aderendo – “persi” tra gli stand d editoria cartacea. Molto spazio invece per le riviste dedicate a bambini e ragazzi, un ambito in Francia sempre più variegato e di qualità (da Graou a Georges, da Baika a TétrasLire a Topo, per citarne alcune davvero belle). Programma ricco di incontri e occasioni di incontro e dédicaces, come sempre, sviluppato secondo il tema portante dedicato a “Nos futurs” e declinato, nello spazio delle mostre, in cinque verbi di azione che invitavano autori e illustratori a confrontarsi coi ragazzi e tutti i visitatori a costruire un sguardo nuovo sul futuro.

Di questo, come delle Pépites che hanno premiato i migliori libri, dirò sul numero di inizio nuovo anno di Andersen; mi preme invece sottolineare come il Salone abbia dato un grande spazio al tema dell’immigrazione, dell’accoglienza, aprendo lo sguardo su quello che sta succedendo e che ci interroga pressantemente ogni giorno. Uno dei verbi scelti era “trasformare”: trasformare lo sguardo attraverso storie e immagini che testimoniano i drammi di oggi, per alzare lo sguardo verso un futuro da costruire insieme. Nello spazio espositivo al piano interrato un grande muro presentava al visitatore riproduzioni di pagine di albi su questi temi e un altro muro è stato offerto a Encrages, un’associazione che si occupa da anni di promozione della lettura e dell’immagine, coinvolgendo nella attività anche un pubblico definito “in precarietà” e che sta facendo molti laboratori con gli immigranti e i richiedenti asilo, cercando visibilità attraverso le immagini. Il muro  ha visto succedersi immagini e manifesti realizzati per diverse occasioni, per dire, mobilitare, prendere parte, denunciare. Sulla loro pagina FB trovate un riassunto in immagini della loro presenza al Salone, compresa la tavola rotonda di lunedì dove Carole Chaix ha coinvolto  autori e illustratori impegnati come Magali Attiogbé o Ramona Badescu, già presente al festival estivo Passeur d’humanité.

Legandomi a questo tema, vi metto sotto gli occhi allora un solo libro a testimoniare quest’edizione del SLPJ: è Rue de Quatre-Vents, scritto da Jessie Magana e illustrato da Magali Attiogbé per Les Éditions des Éléphants. Ogni doppia pagina rappresenta l’immagine di una stessa strada in anni diversi, dal 1890 al 2018. Ogni pagina di destra porta un’aletta sovrapposta e apribile che racconta uno o più personaggi che compaiono nell’illustrazione; sono persone arrivate in Francia per motivi diversi e che stanno cercando un loro posto. Ci sono tante nazionalità diverse e c’è un testo conclusivo dove si sottolinea che nessuno lascia il proprio Paese per caso e come la Francia non abbia mai smesso, dalla fine del diciannovesimo secolo, di vedere la propria popolazione arricchirsi di persone venute da un altrove differente e spesso difficile. Si sottolinea l’accoglienza nel rispetto dei diritti umani e si ricorda che un francese su quattro ha almeno uno dei nonni nato in un altro Paese. Il personaggio che apre la galleria è Marco, con la sua fisarmonica: è un “macaroni” arrivato dal’Italia per lavorare in fabbrica, rispettato dai colleghi per il suo coraggio. Qualche anno dopo ecco un altro italiano, Giovanni, fuggito dal fascismo che lo perseguita per le sue idee libertarie. Questo libro parla ai francesi, ma dice anche agli italiani di ricordarsi di quanti loro connazionali sono partiti per luoghi più o meno vicini in anni più o meno lontani.

Scelgo questo libro e queste azioni del Salone come un segno. Se nel 2015 era l’atmosfera tra gli stand senza bambini e classi a riflettere l’attonimento di una città a pochi giorni dagli attentati, quest’anno Parigi riflette il momento particolare che si vive qui (e che rimbalza altrove e che porta il pensiero a scene italiane, tedesche e spagnole dove non si arriva per ora a tanto, ma dove sicuramente una certa rabbia potrebbe essere incanalata nei modi che si vedono qui a vantaggio di movimenti estremisti come l’iberico Vox ad esempio). Sabato in metro ci guardavamo attoniti, noi sconosciuti gli uni agli altri, ma accomunati da un unico pensiero verso l’uomo col suo gilet colorato che andava evidentemente all’assembramento per la manifestazione dei gilet jaunes e che portava in mano un’ascia, con la stessa naturalità con cui altri porterebbero un quotidiano o una baguette. Ora la città si prepara a vedere probabilmente – dicono così le ultime notizie – nelle sue strade i mezzi blindati tra due giorni.

Saper alzare lo sguardo, provare a dire, a condividere attraverso testi e illustrazioni, essere insieme per una causa giusta mi sembra importante, ogni giorno di più. E farlo attraverso quello che è il mestiere di molti di noi (che scrivono, disegnano, insegnano, fanno promozione della lettura) anche. Scrive Stéphan Servant in un testo per il SLPJ: “Chi inventa altri futuri, altri mondi possibili oggi se non la letteratura? Un tempo la politica proponeva un mondo diverso, ma si è ripiegata sul termine immediato, bloccata nel regno dell’immediatezza. La letteratura offre un respiro, apre ad altre forme di pensiero, considera altri scenari futuri. Il futuro presentato nei romanzi per adolescenti non è ridente, ma allerta sul pericolo di certe scelte; è possibile sempre – ci dicono questi romanzi – prendere un’altra strada. Lo dicono anche i racconti della tradizione. Sì, ci sono dei pericoli in un mondo pieno di draghi, orchi e fantsmi e i sentieri possono essere pieni di trappole. Ma ciò non impedisce di sventarli”. Un albo come “Rue de Quatre-Vents” che ricorda – con qualità e senza alcuna retorica anche nella sua ultima riga -come sia possibile ancora e sempre accogliere, è importante.

Montreuil 2016 /2. Libri animati, ebook o app?

7 Dic

Dal punto di vista dell’offerta digitale per bambini e ragazzi, anche al Salone di Montreuil si respira un calo di produzione o forse una pausa di riflessione rispetto all’entusiasmo degli scorsi anni, per cui ci sono meno proposte. O forse c’è chi ha resistito e lavora con alacrità per prodotti di più grande qualità.

soupe_couvDell’esperienza de La Carte à Lire vi avevamo già parlato lo scorso anno qui: rappresenta la possibilità di offrire un testo digitale acquistandolo in libreria e regalando appunto un cartoncino che riproduce la copertina del libro e riporta le istruzioni per scaricarlo sul proprio device e cominciare la lettura. La novità di quest’anno è l’aggiunta al già diversificato catalogo di quattro titoli che costituiscono l’inizio del La petite collection de la Chouette du cinéma, una serie di cortometraggi animati d’autore dedicati ai più piccoli, di una quarantina di minuti ciascuno, usciti nelle sale francesi dal 19 ottobre scorso. L’apprimerie, già nota per le sue applicazioni narrative di alta qualità (come Et si la nuit o classici come Le Horla e Viaggio al centro della Terra) ne ha curato anche il libro, in versione cartacea e in versione digitale. Per ora sono disponibili quattro titoli, ispirati a filastrocche o racconti tradizionali, come “la zuppa di sasso” o “il guanto” che tanti albi illustrati hanno ispirato. La versione digitale è accessibili su dispositivi Apple, Android e su pc  tramite Readium.

Due editori storici per ragazzi hanno invece realizzato alcuni libri cartacei che possono essere animati grazie all’utilizzo del tablet, in una lettura complementareo  grazie alla realtà aumentata, presentate a Montreuil nello spazio La Ruche Transbook. Albin Michel ha mandato in libreria la collana Historie animées: quattro titoli per ora, quattro albi illustrati da Magali Le Huche, Charlotte Gastaut, Édouard Manceau, Léna Mazilu con cui è possibile interagire tramite l’app dedicata. Sovrapponendo il tablet al libro si possono scoprire nuovi particolari e animazioni che si integrano con il cartaceo in modo differente a seconda del libro: in alcuni casi sono animazioni alle illustrazioni già presenti, in altri invece sono vere e proprie aggiunte che sviluppano l’azione.

Nathan invece ha pubblicato un albo di grande formato, Le grand Rendez-vous in cui è possibile ascoltare le storie scritte da Hubert Ben Kemoun nel momento in cui si sovrappone il tablet all’immagine che accompagna ciascuna dell 24 avventure, ambientate in diversi Paesi del mondo, il cui filo rosso è l’invito che ciascuno dei personaggi riceve.

In entrambi i casi, c’è da valutare quanto effettivamente rendano questi prodotti che rischiano di non essere carne né pesce rispetto a book-app o ebook ben fatti. Infatti negli albi Albin Michel l’animazione diventa nella maggior parte dei casi “solo” un divertimento in più; bisogna inoltre tener presente alcune eventuali difficoltà di utilizzo che erano evidenti anche nello spazio di Montreuil: la luce dei neon che influiva sulla percezione del testo nel momento in cui lo si inquadrava o la necessità di una connessione wi-fi buona e stabile per l’utilizzo dell’albo Nathan. Tutti intoppi tecnici che possono influire sul buon utilizzo dello strumento e far sì che i bambini si stufino ancor prima di aver portato a compimento l’esperienza di lettura e/o di ascolto.

Montreuil 2016 /1. Dal punto di vista digitale

7 Dic

slpjMentre si tirano le somme generali della 32° edizione del Salon du Livre et de la Presse Jeunesse, con i suoi 175 mila visitatori (+26% rispetto alla media degli scorsi anni), noi tiriamo un po’ le fila – come ormai consuetudine ogni anno – di quel che abbiamo visto. In particolare, come sempre, un focus sul digitale: anche nel 2016 il lunedì ha visto il MÏCE numérique con la presenza di diverse realtà di sviluppatori di app per bambini e ragazzi e di servizi per scuole biblioteche e mediateche.

Bisogna rilevare che, così come è tendenza in generale, rallentano le nuove proposte di app e ebook o per lo meno questa è la munkisensazione, forse anche in rapporto all’entusiasmo degli scorsi anni e al debutto di questo spazio specifico, mentre si affinano i servizi offerti, le piattaforme che permettono ad esempio alle biblioteche di integrare le proprie risorse con nuove offerte digitali. Ad esempio Munki, che si propone di offrire a biblioteche, scuole materne e asili nido una catalogo di 400 albi da ascoltare, sia in streaming che senza connessione, adatti alla fascia di età 0-8 anni. Nel corso del 2017 Munki implementerà la sua offerta con 1000 nuovi titoli, tra cui molti delle case editrici che in Francia si occupano di questo tipo di prodotto ormai per tradizione: Didier Jeunesse, Victorie Musique, Enfance et Musique, Oui’Dire, ecc. L’idea è quella di bypassare il supporto del cd e di offrire una ricca scelta sia a singoli utenti (con un’interfaccia semplice utilizzabile non solo dagli adulti, ma dai bambini stessi) sia a tutte le istituzioni, scolastiche e non, in cui si lavora con la musica e si fa educazione musicale, educazione all’ascolto, utilizzo di audiolibri e racconti musicali.

Da tenere d’occhio anche altre offerte di biblioteche digitali per i lettori più giovani, come Planet Nemo o StoryPlayr, o ancora tutta l’offerta dedicata a bambini e ragazzi dalla mediateca digitale di Arte France.

wifillesE infine vi invitiamo a scoprire WI-Filles, programma di iniziazione al coding e alle materie informatiche dedicato alle ragazze delle scuole superiori di primo e secondo grado per dare, oltre alla parte tecnica, anche un messaggio sulle parità di genere, uscendo dagli stereotipi. Seguitelo sul sito e sul blog  dove raccontano le diverse esperienze, i corsi, i risultati.

Montreuil 2015 /3

9 Dic

oursLa Carte à Lire è un bel progetto che si sta consolidando ormai dallo scorso anno e che cerca di dare una risposta alla necessità di tenere saldo il legame del lettore con la libreria anche nel caso di acquisto di un testo digitale. In modo particolare, si tratta di offrire a bambini e ragazzi un libro digitale (un ebook o una book app a seconda della scelta che si fa) e di acquistarlo in libreria. Marchio registrato da Les apprimeurs, prevede il dono di un cartoncino che ripropone la copertina del libro, personalizzabile con scritte, frasi di auguri ecc, all’interno del quale si trova un codice che permette di scaricare il testo digitale sul proprio supporto.

Ad oggi sono disponibili diciassette titoli, per età differenti – compresi gli adolescenti, tra classici e chicche di qualità (come Retour à Béziers, di Didier Daeninckx) che ben fanno sperare in un’evoluzione di questo servizio verso nuovi obiettivi e verso un catalogo ricco e di qualità, visto quanto sono riusciti a creare e quali editori sono riusciti a raccogliere intorno al progetto in soli due anni.

In particolare vi segnaliamo tra le novità tre bookapp che ci permettono di mettere l’accento su una speciale collana cartacea per ragazzi, Pont des Arts dell’editore L’élan vert, grandi albi che affrontano con andamento narrativo temi come l’arte (e gli artisti), la musica, la preistoria. Tre sono appunto le versioni digitali derivate per ora da questa ricca collezione: Le gardien de l’arbre dedicato a Klimt; Le casque d’Opapi che parla di cubismo, di Ferdinand Léger e di guerra, in particolare della Prima Guerra Mondiale e infine l’affascinante L’ours et la lune, la cui applicazione è davvero da non perdere. Partendo dalla scultura di François Pompon custodita al Musée d’Orsay si offre ai bambini un’avventura nella natura ed in particolare tra le costellazioni, argomento di interesse soprattutto vista la veste grafica in cui è presentato. Del resto le illustrazioni sono di Antoine Guilloppé e alzi la mano chi non ha ammirato i suoi albi editi in Italia da L’Ippocampo junior 😉

Guardiamo con interesse agli sviluppi del progetto de La carte à Lire che sta riuscendo nel’intento di essere vetrina e insieme luogo di aggregazione per editori digitali che lavorano nel settore ragazzi, sperimentando con risultati di qualità (sfogliate tutto il catalogo se ancora non conoscete certe app); non può promettere che ad maiora!

Montreuil 2015 /2

9 Dic

eux-c-est-nousIn occasione del Salone di Montreuil, l’editoria francese per ragazzi ha dato prova di intelligenza e unità con la pubblicazione di Eux, c’est nous (Loro, siamo noi), un testo di Daniel Pennac, illustrato da Sege Bloch per dare voce ai rifugiati e fermare l’attenzione su di loro. Più di quaranta editori hanno scelto di lavorare insieme per offrire una riflessione sui migranti e sui rifugiati, per fermare il proprio pensiero e aprire non solo gli occhi, m anche il cuore. Accanto all’appello di Pennac, una serie di otto schede che fanno in breve il punto su uno degli aspetti che si possono prendere in considerazione,partendo da un’acrostico basato proprio sulla parole “réfugiés”: rifugiato, estraneo/straniero; frontiera; urgenza; guerra; immigrazione; economia; solidarietà.

Venduto da ogni casa editrice che ha partecipato al progetto al prezzo di 3 euro, il ricavato viene versato a La Cimade, un’associazione nata nel 1939 per aiutare le persone che cambiano Paese a causa della guerra e che si occupa dell’accoglienza e della difesa degli stranieri e dei richiedenti asilo in Francia. Come ricorda Pennac, infatti, è lungo l’elenco di persone che solo nel ventesimo secolo sono arrivate in Francia da altri Paesi e hanno contribuito a rendere tale la Francia di oggi.

L’invito allora è di fare un giro, almeno un tour virtuale, al Museo della Storia dell’Immigrazione che ha sede presso la Porte Dorée. Ve ne avevamo già parlato in un post del 2013, quando si tenne la bella mostra su fumetto e immigrazione. Torniamo ad invitarvi non solo perché l’allestimento permanente rimane di grande effetto anche dopo i recenti cambiamenti, ma per due altri motivi. Innanzitutto perché fino al 29 maggio 2016 si tiene la mostra Frontières, sui limiti e sui loro limiti, come dice bene il sottotitolo che la accompagna. Dentro ci trovate riflessioni e testimonianze sul concetto di frontiera e sulle frontiere nel mondo, sui muri, su quelle vicine a noi (Modane, tanto per dirne una e per pensare a come piccoli paesi alpini si siano trasformati una volta scelti come sede di frontiera); ci trovate anche un commovente video in cui Tomi Ungerer parla della sua infanzia in Alsazia e, attraverso il racconto della sua vita famigliare e scolastica, dei suoi quaderni e delle sue illustrazioni, ripercorre la fatica e lo spaesamento della perdita di una lingua (il francese) con l’occupazione tedesca e poi successivamente dell’alsaziano, proibito al ritorno dei francesi, ma anche lo choc del rogo dei libri e la figura straordinaria della madre. Qui trovate le parole della mostra, qui le risorse extra.

Il secondo sorprendente motivo è la Galleria dei Doni recentemente inaugurata: il Museo ha chiesto a immigrati in Francia o ai loro discendenti di regalare una storia e un oggetto che potessero costruire un percorso visivo, intimo e narrativo. Sono contemplate tutte le diverse ondate migratorie che nel corso degli ultimi centocinquanta anni hanno interessato la Francia: persone di nazionalità diverse narrano la loro epopea, il loro spaesamento, la loro ricerca di integrazione senza perdere le radici; narrano di smarrimento, ma anche di orgoglio, di scelte e di nuove occasioni. Narrano di quotidianità ed è questa la chiave che rende prossimo, reale e concreto fino alla commozione tutto quel che vi è contenuto. Il percorso è rintracciabile anche nel catalogo della galleria, che potete procurarvi on line oppure direttamente sulla pagina del sito che ospita i diversi doni.

Montreuil 2015 /1

9 Dic

montreuil 2015Quest’anno anche le cronache e i resoconti dal Salone di Montreuil risentono dello stordimento e dell’atmosfera ovattata che vive Parigi, che vive la Francia in questo momento. Arrivare in città in un primo pomeriggio, attraversare un aeroporto quasi deserto, incrociare come prime persone quattro soldati abbracciati ai loro fucili dà la misura della situazione. Per tutti i giorni seguenti la daranno il metrò in cui si respira anche all’ora di punta, i controlli ad ogni ingresso in luogo pubblico, le voci delle persone con cui condividi un aperitivo, una cena, un incontro in libreria che ti dicono di come sia la prima volta da tre settimane che escono per un momento sociale pubblico al di fuori del lavoro. Nel contempo tutto è calmo, da un lato stordito, dall’altro consapevole che in questo momento si vive così. Allora, anche se ci aspettiamo il Salone pressoché deserto (le uscite delle scolaresche sono state bloccate subito dopo il 13 novembre e solo nella serata di mercoledì scorso è stato revocato il divieto), fa comunque effetto guardare dal mezzanino gli spazi semi deserti tra gli stand a fine mattina e sentire freddo, freddo perché non ci sono bambini e adulti che respirano, parlano e ridono a riempire lo spazio; freddo perché sappiamo bene cosa ciò significhi.

Qualche classe poi comincia ad apparire; i professionali arrivano, acquistano, premiano la qualità e le vendite anche nei primi giorni mantengono i livelli degli anni precedenti: hanno accolto l’appello di portare i libri ai bambini, se loro non possono andare in Salone, per “tenere accese le stelle” e poi il fine settimana – con le famiglie e l’utenza libera – fa il “miracolo”: la trentunesima edizione del Salone si chiude con 139.000 visitatori. Qui potete leggere il bilancio e il grazie a chi ci ha creduto e ha fatto presenza per indicare solidarietà, resistenza, ma soprattutto perché è la vita, e la vita va.

Questo primo post allora è una rapida lista per andare a curiosare, proprio come abbiamo fatto noi tra gli stand. Ci piacerebbe potervi far vedere e “sentire” i volti delle persone che abbiamo incontrato, la loro voglia di raccontare libri, di parlare, di condividere, di essere vicini per sentirsi uniti. Intanto vi consigliamo di non perdere:

  1. Le loup dans le livre, di Mathieu Lavoie, edizioni Comme des géants: storie classiche rivoltate, lupo protagonista e risate folli e assicurate;
  2. Sidewalk Flowers / Les fleurs de la ville, di Jon Arno Lawson e Sydney Smith, edizione originale canadese Goundwood , Sarbacane per l’edizione francese: un senza parole di un’unica, eccezionale poeticità (ecco il trailer);
  3. poesia in musica: Les fleurs imaginaires di Vanessa Da Silva, libro con CD a partire dai tre anni, da Actes Sud;
  4. i nuovi cartonati quadrati editi da Rue du Monde per i più piccoli: la collana è Les petits chaussons e Julia Chausson ha fatto la felice scelta non banale e non facile di utilizzare la tecnica dell’incisione per illustrare filastrocche tradizionali (scaricate il catalogo 2016; le trovate a p. 28 e potete approfittare per godervi il resto della produzione della casa editrice di Alain Serres che è sempre una garanzia di qualità);
  5. un’autrice italiana che scrive in francese: Gaia Guasti, in particolare la trilogia La voix de la meute edita da Thierry Magnier, di cui ci assicurano meraviglie (proveremo per voi!);
  6. un’illustratrice italiana che fino ad ora ha pubblicato in Francia (con traduzioni anche in Cina): Gaia Guarino sta lavorando ad un nuovo albo (il terzo)  della serie dedicata a Louise de New York, giovane investigatrice per Les Éditions courtes et longues, nel cui catalogo trovate anche l’albo Marcele Potoffeu. Sua la copertina di Andersen 327 (novembre 2015) in cui Valentina Guerrini vi racconta di più su di lei;
  7. uno “straniero” anche in Francia: rapiti da Dans la gueule de l’alligator, traduzione francese di”Chomp” di Carl Hiaasen (quello di “Hoot”, Mondadori: ve lo ricordate?) per Thierry Magnier (edizione originale Knopf Books) ne aspettiamo la traduzione italiana;
  8. un nostro coup de coeur fin dallo scorso anno: la trilogia Les autodafeurs di Marine Carteron. Lo stand Rouergue è sempre una bellezza come colpo d’occhio sulle copertine di romanzi per adolescenti; nel caso di questa trilogia poi non solo la trama ma anche una dei protagonisti vi rapirà il cuore. In questo caso, basta mettervi comodi: arriverà la versione italiana!;
  9. un blog che ci piace, per come è costruito, per l’informalità che dice e dice tanto e bene, perché ne condividiamo i gusti: Bob et Jean-Michel ci sono imprescindibili per confrontarci sull’editoria francese e in particolare sui romanzi per ragazzi.

Montreuil 2014 /3. Le port a jauni

2 Dic

Festeggiamo volentieri la prima volta al Salon du Livre et de la Presse Jeunesse di una casa editrice marsigliese, Le port a jauni, con la quale Mathilde Chèvre pubblica libri per ragazzi e libri di poesia in edizioni bilingue francese/arabo. Tra i tanti, quelli della collana Promenade en bord de mer non hanno solo due lingue, ma due facce: sono il risultato delle consegne sviluppate, ciascuno secondo le proprie corde, da un autore di Marsiglia ed uno di Beirut, cuciti poi ciascuno da un lato del libro per arrivare ad incontrarsi, proprio come vite partita da bordi diversi del Mediterraneo e giunte a guardarsi negli occhi. Alifbata è invece un abecedario arabo in cui ogni lettera dell’alfabeto evoca una parola e ad ogni parola un autore diverso ha legato una poesia, il tutto illustrato da Zeynep Perinçek.

In vetrina oggi mettiamo La roue de Tarek, che proprio come una ruota gira e rigira, gira anch’esso: si legge in verticale e poi in orizzontale e in verticale ancora. Insieme alle pagine, corre la storia di Tarek che  tra tutti i giochi possibili preferisce correre dietro un vecchio pneumatico fino al giorno in cui, perdutolo, vaga cercandolo e scoprendo tutti gli usi che se ne possono fare. Compreso quello di trasformarlo in un’altalena per i bambini.

Sicuramente una piccola casa editrice interessante per chi è attento alle storie in lingua, a quelle che provengono da mondo arabo, alla possibilità di offrire testi in due lingue.

Il sito della casa editrice.

Montreuil 2014 /2. Applicazioni vincenti

1 Dic

imageLo scorso anno, il Salone ha lanciato sia PopApp, portale su cui trovare la segnalazione di applicazioni di qualità per orientarsi nella giungla di proposte sui vari store, sia una bourse d’aide, un fondo per sostenere nella loro realizzazione cinque progetti di applicazioni scelti tra i tanti pervenuti. Questa mattina i cinque progetti sono stati raccontati da chi li ha pensati, in attesa che siano usufruibili al pubblico, nel corso del nuovo anno. Li trovate qui.

Le lapin bricoleur è una storia che gioca sulla ripetitività e sulla circolarità che i bambini tanto amano; di Boum! (o Au boulot, promenade numérique, come in programma; uscirà il primo aprile!) potete vedere una demo qui sul sito dello sviluppatore; La mégalopole è un progetto carta-digitale di cui per ora Cléa Dieudonné ha realizzato la versione caratcea edita da L’Agrume, che si sviluppa in verticale su una lunghezza di tre metri e si legge partendo dall’alto, mentre la versione applicazione (probabilmente disponibile nell’autunno prossimo) si svilupperà esattamente al contrario.

Sono però le due uscite previste per la primavera a fomentare le aspettative. Et si la nuit è un progetto di L’apprimerie, già apprezzata nelle sue applicazioni sui classici per la finezza delle interazioni del testo, che riprende il momento della buonanotte immaginando che i protagonisti chiudano gli occhi per la nanna, dando vita a un mondo immaginario. Realizzato in epub3, avrà un’edizione in inglese e una in francese e – per la prima volta nelle scelte dello sviluppatore – si avrà anche la possibilità di ascoltare il testo letto. Le illustrazioni sono di sapore vintage, anni ’60, realizzate da Douglace, e il designer sonoro è Emmanuel Séguin.

La pluie à midi è invece il progetto realizzato da Éditions Volumiques e ideato da Julie Stephen Chheng, di cui già vi avevamo presentato il geniale Village à déplier. Come le ultime uscite per queste edizioni, si partirà da un libro cartaceo per permettere poi al lettore di prolungare la storia sul tablet e di interagire, generando mondi diversi grazie alla geolocalizzazione, a seconda dell’angolo di mondo ma anche del tempo che fa fuori dalla finestra e delle stagioni. Ecco due video che vi fanno vedere come funzionerá e cosa racconterà.

Che dire? Stasera a Parigi c’è aria di neve; sotto la neve covano i bulbi e le idee, vedremo a primavera!

Montreuil 2014 /1. Carte à Lire

1 Dic

imageCominciamo dal digitale la manciata di cronache dal Salone di Montreuil con una novità lanciata stamattina, giusto in tempo per l’avvicinarsi del Natale: la Carte à lire, iniziativa per portare i libri digitali anche in libreria e per rendere più piacevole il gesto di regalarne uno. Se ricevete infatti una di queste carte, avrete tra le mani una busta e nella busta un biglietto di cartoncino pesante che ripropone esattamente la copertina del libro che è stato scelto per voi e la sua quarta, dove si trovano le indicazioni a proposito della trama, delle lingue in cui è disponibile, del fatto che si adatto anche a lettori dislessici e dei supporti compatibili (per ora iBooks e Readium). All’interno le regole per scaricare il libro, il codice necessario e ovviamente lo spazio perché chi ve lo regala possa scrivere quel che pensa.

Così le carte regalo arrivano anche in libreria, magari su un espositore colorato o su un albero numérique come quello che campeggiava in Salone.

Ecco il sito su cui scoprire tutto a proposito della Carte à Lire.

Cerise, speranza per l’anno che viene

31 Dic

Se lo scorso dicembre gli auguri per il nuovo anno vi erano arrivati sulla scorta dell’albo Al lavoro!, questa volta vi auguro “cose belle” per i giorni che verranno con un personaggio d’Oltralpe che non ha ancora traduzione in italiano.

Il personaggio è Cerise, una ragazzina di dieci anni e mezzo, nata dalla penna di Joris Chamblain e dalle matite di Aurélie Neyret e protagonista di una graphic novel di successo di cui per ora sono stati pubblicati due titoli dalle Éditions Soleil. Ogni libro è di fatto un diario in cui la protagonista racconta la sua vita, i suoi giorni con le sue due migliori amiche, i litigi con loro e con la mamma, le bugie, i sogni e la curiosità che la spinge ad osservare gli altri e a risolvere piccoli misteri. Cerise sogna di fare la scrittrice ed è diventata amica di un’anziana signora che vive nel suo stesso paese e che fa davvero la scrittrice: uno dei consigli che le ha dato è di guardarsi attorno, immaginare le vite degli altri, cucir loro addosso delle storie, trovare spiegazioni alle incongruenze che nota.

Uso Cerise per augurare a chi legge che il nuovo anno porti alla pubblicazione di buoni libri. Questo ne è un esempio: il suo alternare racconto, fumetto e punti di vista diversi (lasciando al fondo sempre uno spazio perché il lettore possa scrivere o disegnare) è di certo una formula vincente; le storie sono interessanti e non banali; i protagonisti sono bei personaggi non scevri di difetti che non nascondono; il secondo titolo vede la preponderante presenza di una biblioteca pubblica, dove Cerise si reca per scoprire il mistero di un’anziana signora che prende sempre in prestito il medesimo libro. Una biblioteca luminosa, assai frequentata, disordinata il giusto, dove convivono collezioni antiche e moderne e una sezione ragazzi descritta nei minimi particolari.

Che il nuovo anno possa essere accompagnato da libri buoni, da sguardi attenti, da scelte coraggiose e mai banali che riflettano quel che siamo e pensiamo, fuori dalle paludi di mode, trend, comodità e pensieri seriali.