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Tutto daccapo

1 Lug

tutto daccapoIntanto lo stile: un ritmo spezzato di frasi brevi che si fa leggere e scorre veloce sotto li occhi del lettore. Una voce narrante che si dice “tu” come se si guardasse dal di fuori e che diventa perfetta per farsi sentire. Questo è l’incipit del romanzo A-dZiko Simba Gegele che arriva dalla Giamaica e che pare perfetto per essere letto a voce alta e far entrare chi ascolta dritto nella storia. Si sta lì, in piedi accanto al protagonista, un dodicenne che racconta il suo quotidiano con grande ironia, dcendo quanto è complicato crescere e trovare il proprio posto. Lui è sulla soglia dei tredici anni (quanti romanzi e fumetti in questo periodo sull’estate cruciale dei tredici anni, dove tanto cambia), ha un’insopportabile sorella di sei anni, un padre che crede che la cosa più divertente della vita sia mettere tutti i soldi su un libretto di risparmio e una madre a cui non sfugge nulla. Deve cercare di essere invisibili agli occhi del bullo di turno, mentre quando si caccia nei guai proprio per essere visto, perché qualcuno si interessi a lui, nessuno se ne accorge. Certo, crescere è difficile, ma sei a illuminare le tue giornate arriva il sorriso di Christina Parker tutto può essere sopportabile: ti fa venire voglia di ridere e dimenticare che non sei riuscito a dire a nessuno che ti è spuntato il primo pelo, ti incanta e ti fa ammettere che rifaresti tutto daccapo: preparare uno zaino per scappare se è l’unico conforto che puoi dare al tuo migliore amico, applicarti per meritarti un “eccellente” a scuola e vedere la faccia di tua madre che si illumina mentre lo legge, accompagnare in classe tua sorella per mano.

Bello che arrivino proposte da Paesi e letterature di cui spesso vediamo poco tradotto in italiano e che portino vento fresco, aria nuova e quella leggerezza che piace trovare nelle proposte di lettura per i ragazzi perché non sorvolano su nulla, ma sanno raccontare in modo lieve la realtà di ogni giorno. Da non perdere.

A-Dziko Simba Gegele, Tutto daccapo (trad. di Raffaella Belletti), Atmosphere Libri 2021,162 p., euro 16

Un’estate da morire

23 Mag

un-estate-da-morireNon bado affatto a questo blog negli ultimi mesi; succede altro, mescolo letture in francese e in spagnolo, le novità italiane che leggo le ho raccontate nei corsi a bibliotecari e insegnanti. Ma ci sono rare volte in cui leggo d’un fiato un libro e, quando rialzo la testa e i merli ricominciano a cantare, il sole a scaldare, il vento a far ondeggiare le tenere piante dell’orto, quando insomma mi tiro fuori dalla storia, so che non posso far altro che parlarne. 

Questo libro è un piccolo gioiello, di quelli che se ne stanno senza clamore nel quotidiano dei giorni, come una peonia bianca che si apre maestosa e silente, come il rosa che imporpora le guance dei cespugli di ribes. La casa editrice 21lettere già aveva proposto in traduzione a inizio anno All’orizzonte, lieve racconto autobiografico in versi di Lois Lowry, e ora mette in catalogo un alto libro in cui l’autrice narra ispirandosi ai propri ricordi e al proprio vissuto. In realtà è il primo libro della Lowry ad esser stato pubblicato, nel 1977, poi rivisto nel 2005; mette in scena una famiglia, il legame degli affetti, due sorelle coi loro battibecchi e il trasferimento in campagna perché il padre possa terminare in pace il libro che sta scrivendo. Meg è insieme determinata e insicura, vorrebbe talvolta essere socievole e bella come Molly, sicura e allegra. Molly vuole sei figli, Meg fare in modo che la gente pronunci con fierezza il suo nome per qualcosa di grandioso. Molly colleziona amici e ragazzi nella nuova scuola, Meg si appassiona di fotografia e costruisce ua camera oscura. Molly si ammala e Meg stringe amicizia con l’anziano vicino. Il papà scrive, la mamma cuce una trapunta, i due giovani vicini piantano l’orto e programmano di far nascere il loro bambino in casa. Una storia luminosa e terribile come a volte può esserlo la luce d’estate, ma bilanciata esattamente com’è la vita: la morte e la nascita, i fiori d’autunno che sostituiscono quelli del’estate, la risata che prende il posto della assurda follia. E la delicatezza con cui i sentimenti e le emozioni si dicono sulla pagina, oltre ai legami tra le persone.

Un altro libro, come in altri casi ci è successo di sottolineare, che descrive il rapporto di un’adolescente con altre persone adulte che contano nella sua vita e che non fanno parte della sua famiglia; persone che la ascoltano, la trattano da pari, non scimmiottano atteggiamenti bambineschi, ma sono oneste e franche.

Copertina perfetta con illustrazione di Jacopo Starace.

Lois Lowry, Un’estate da morire (trad. di Enrico Santachiara), 21lettere 2021, 140 p., euro 12

Pelle d’uomo

8 Apr

pelle d'uomoArriva la prossima settimana anche in italiano uno dei fumetti più premiati degli ultimi tempi (Grand Prix RTL 2020; Prix Wolinski de la BD du Point 2020; Grand prix del acritique ABCD 2021; Prix Landerneau BD 2020; Prix Ti-Zef 2020; Fauve des Lycéens 2021 al festival di Angouleme; Prix des Libraires Canal BD 2021;Prix Canal BD 2021; Prix BDstagram 2020), che ha superato in pochi mesi le centomila copie vendute e che è stato celebrato dalla giuria dei mille studenti delle scuole superiori al festival di Angouleme.

Una storia ambientata nell’Italia rinascimentale, dai temi fortemente attuali: l’identità di genere, le differenze tra maschi e femmine, il rapporto tra sessi le scelte sessuali, la ricerca dell’amore. Secondo i costumi del tempo, la giovane Bianca, figlia di nobile famiglia, viene promessa in sposa a Giovanni, giovane, bello e altrettanto ricco, erede di una stirpe di mercanti. Mentre la ragazza si interroga sul matrimonio con un uomo di cui nulla conosce, la sua madrina intanto le svela un segreto di famiglia: il possesso di una pelle di uomo, che le donne della famiglia possono indossare, trasformandosi in un giovane di bell’asptto dal nome di Lorenzo, potendo così sondare la vita da una prospettiva diversa. Sotto mentite spoglie, Bianca persorre le strade della propria città in ore in cui non le è normalmente permesso uscire di casa, frequenta bettole e compagnie che neppure avrebbe immaginato, scopre lati nascosti e inclinazioni sessuali del fidanzato. Nella pelle di Lorenzo, Bianca sperimenta, prova e si interroga, ma tante domande la seguono anche quando ripone la pelle magica e torna a vestire i propri abiti: cosa significa davvero amare? Quel è la libertà di ciascuno e quali possono essere le scelte possibili, al di là della morale imposta dalla società? Quanto e come conta il corpo per ciascuno? Nella figura del fratello maggiore della ragazza, che ha vestito gli abiti religiosi e che difende posizioni intransigenti, sono la religione e la morale a essere messe in accusa, così come i comportamenti duplici e ipocriti di molti.

Il sapore è quello di un racconto fiabesco, con tutti i suoi topoi letterari; il ritmo quello di una commedia ben sceneggiata; la figura di Bianca è centrale, ma anche Giovanni è un personaggio non certo secondario e la capacità degli autori sta nel fare di Lorenzo un terzo punto di vista. Opera ultima di Hubert, condensa molti temi che hanno profondamente toccato la vita di questo sceneggiatore di fumetti, ergendosi con toni umoristici a testo imperdibile quando vogliamo parlare di stereotipi, di libertà, di donne.

Hubert- Zanzim, Pelle d’uomo (trad. di Francesco Savino), Bao publishing 2021, 160 p., euro 20

Parete Nord

4 Apr

parete nordChe fossi felice che questo libro arrivasse in italiano lo avevo già anticipato un anno fa, scrivendo de Il lupo, altro fumetto di Rochette che L’Ippocampo allora mandava in libreria. L’imponenza di questo “Parete Nord” (che perde nel titolo italiano l’originale riferimento a Ailefroide, la montagna del Massiccio degli Écrins, intorno a cui ruota ancora oggi lo sguardo dell’autore) sta innanzitutto nella capacità di restituire certi grand bleu perfetti del cielo che paiono fatti apposta perché la roccia ci si stagli contro, certe verticalità alpine e certe vertigini che prendono chi in quesi paesaggi cammina, scala, sale quando è colto dalla bellezza assoluta della montagna. Da quella bellezza è preso Rochette ancora bambino e da lì nasce il desiderio unico di salire, salire sempre più in alto. Non sa nulla di quel che serve e impara tutto da un coetaneo, Sempé, che gli procura l’attrezzatura, gli insegna i nodi, le posture, sceglie per la loro cordata gli itinerari e condivide il tempo e i passi, i rischi e il senso assoluto che può avere la montagna quando la scopri e la vivi appieno da adolescente. Salire significa essere libero, mentre in basso tutti ti dicono quello che devi fare: a casa, a scuola, nel collegio dove nessuno capisce quello che disegni, le opere d’arte che ammiri; allora ti ribelli rispondendo male, scappando di nascosto per andare ad arrampicare, evadendo dall’aula – quando ti costringono nel banco – leggendo di grandi imprese di celebri alpinisti e tenendo lo sguarod fisso alle pareti di roccia che ti riempiono l’orizzonte. La rabbia del crescere, il prendere parte, il cercare una propria forma e una propria strada: tutto è vissuto all’ombra del desiderio di salire. E lo scopo, per Jean-Marc Rochette, è uno solo: diventare guida alpina. Quando una pietra durante una scalata in solitaria lo colpisce in pieno volto e lo trascina in tutt’altra storia, attraversa un oceano per ritrovare la verticalità; se il passaggio all’età adulta è sicuramente diverso da quel che si era agurato, anche la strada diventa un’altra: si tratta di sfruttare quel che sa fare bene, il momento storico in cui il fumetto comincia a pagare e così mette in fila un po’ di pubblicazioni (cominciando da Edmond le cochon e dal Transperceneige su cui si basano il film di Bong Joon-ho e la serie distopica Snowpiercer che oggi molti apprezzano in serie tv) dando avvio alla carriera di fumettista su cui negli anni innesterà quella di scultore e pittore.

Il fumetto racconta la montagna, le passioni, ma anche le amicizie, le scelte, le perdite di compagni di cordata. Diventa una narrazione di formazione, dvoe la personalità si forgia alla scuola della salita, con l’esaltazione con cui sedicenni se ne sta sospesi in bivacco a un cielo stellato e si attraversa quello che può essere il regno di un’avventura come un campo estremo di battaglia.

JM Rochette racconta Ailefroide in un’intervista durante il festival di Angoulême 2019.

Olivier Bocquet – Jean-Marc Rochette, Parete Nord (trad. di Paolo Cognetti), L’Ippocampo 2021, 298 p., euro 25

Scala antincendio

28 Mar

Scala antincendioDi L’occhio di vetro, il precedente racconto del padre del noir Cornell Woolrich pubblicato sempre nella collana “Pulci nell’orecchio” di Orecchio Acerbo (anzi, adesso i due sono disponibili anche in cofanetto), avevamo detto come si prestasse particolarmente alla lettura ad alta voce e di come mantenesse altissima la tensione fino alla fine. Ecco, lo stesso si ripete in questa proposta dove è un nuovo protagonista ragazzo, il dodicenne Buddy, a cacciarsi nei guai: complice il grande caldo e la ricerca di frescura notturna, si appollaia sulla scala antincendio del palazzo e vede la coppia del piano di sopra uccidere un uomo e poi progettare di farlo a pezzi e nasconderlo in due valigie. Quando decide di raccontare la verità non viene creduto: né dal padre, che ne conosce fin troppo bene la tendenza a inventare storie e bugie, sotto il fascino dei tanti film che vede al cinema; nemmeno dalla polizia dove si reca coraggiosamente da solo, convinto che tutti si faranno in quattro. Un ragazzino: ecco come viene considerato, nemmeno alto abbastanza da intercettare lo sguardo dell’investigatore della centrale; un bambino la cui parola non vale nei confronti di quella degli adulti, specie quando questi ultimi si sentono sospettati e decidono di essere convincenti.

Un colpo di fortuna porterà la polizia sulle giuste tracce, ma intanto la tensione del racconto sale e il lettore rimane appeso alla pagine,s eguendo le sorti del protagonista. Come abbiamo spesso detto il formato di questa collana non incoraggia la scelta autonoma da parte dei ragazzi, ma sicuramente alcuni dei racconti che presenta, come questo, sono perfetti per essere letti a voce alta ed è allora questa la modalità per metterli sotto gli occhi, per metterli in vetrina. L’incipit poi è davvero una chicca.

Cornell Woolrich – ill. Fabian Negrin, Scala antincendio (trad. di Msuro Boncompagni), Orecchio acerbo 2021, 107 p., euro 13

La compagnia degli addii

25 Mar

compagnia-degli-addiiSgombriamo il campo subito: in questo libro la voce narrante è del diciassettenne Alex che, nove anni dopo aver scoperto il cadevere della sua fantastica mamma suicida, ha cominciato a elaborare il lutto e ha provato a fermare il suo cuore. Finisce in una clinica di lusso, nel gruppetto dei Suicidanti, a confrontarsi con altre quattro persone – due ragazzi e due adulti – che ci han provato, ma non ci son riuscite: le prime pagine, in cui ciascuno racconta di sé, paiono un’infilata di imprese fantozziane su cui si ride. Ecco qualcuno dirà “si riderebbe, se non ci fosse da piangere”, ma io, davanti a questo romanzo, dico “si piangerebbe, ma per fortuna ce n’è da ridere”. Merito dell’autrice che, con la sua andatura di cartavetro, mescola l’ironia pungente alla malinconia che prende, talvolta o taluni, nella vita. Per la clinica, le attività di gruppo, gli scimmiottamenti e le posture del personale ha uno sguardo impietoso di presa in giro; per i suoi protagonisti, come per gli altri personaggi che si incontrano lungo le pagine, uno sguardo che smaschera altrettanto, facendo affezionare il lettore. 

Se un luogo ti sta stretto, scappi. Insieme, meditando un suicidio collettivo, per poi scoprire che non tutti i destini sono uguali, che è inutile provare a preservare il proprio cuore dall’amore, che la poesia è un’ancora di salvezza e le frasi fatte e gli aforismi uno splendido modo per giocare con le parole quando non sai come dire quel che provi.

Non so dire il piacere che mi fa vedere finalmente un romanzo di Axl Cendres in italiano, dopo averne tanto atteso la traduzione e chiedendomi quale editore ci avrebbe messo faccia e coraggio per portare anche al di qua della Alpi questa voce ruvida e profondamente vera, tagliente come le cose dette per quel che sono, come le persone quando si mettono a nudo di fronte a gente mai vista “e sono talmente pure che fanno tremare” scriveva Umberto Fiori in una sua poesia. Punto di riferimento della letteratura francese per giovani adulti in questi ultimi dieci anni, pilastro della collana Exprim’ di Sarbacane che anche grazie a questi romanzi ha costruito un percorso prezioso per i lettori più grandi, Axl Cendres attraversava la letteratura e la vita (e pure certi corridoi di saloni del libro e certi incontri) scagliando – prendo a prestito le parole di Alex – un raggio di sole nell’inverno. Questo romanzo arriva in libreria all’inizio della primavera; “Enfin le printemps” è la canzone di Edith Piaf che chiude la colonna sonora che lo accompagna; sarà ancora un po’ inverno però sicuramente, perché ci sarà chi lo troverà ostico nei suoi temi, o sfacciato nel suo modo di dire. Del resto, come diceva quel grande umorista di Pierre Desproges “Si può ridere di tutto, ma non con chiunque”: beati noi che ridiamo con Cendres, anche quando ci manca.

Stasera, giovedì 25 marzo alle 17, il libro viene presentato on line nell’ambito della rassegna di incontri a cura di ALIR–Associazione Librerie Indipendenti per Ragazzi dedicati alla letteratura francese, in collaborazione con Fédération des Alliances Francaises Italie e Institut Français Italia. Sarà presente tra gli altri Tibo Bérard, che di quella collana Exprim’ di cui vi ho detto è l’abile editor e maestro.

Axl Cendres, La compagnia degli addii (trad. di Rosa Vanina Pavone), Il Castoro Hot Spot, 191 p., euro 15,50, ebook euro 10,99

Stranger

4 Mar

strangerLa collana Waves di Giunti offre ottimi libri per lettori adolescenti e riconferma la linea editoriale con questo romanzo che racconta in parallelo le vite di due ragazze quasi coetanee, che vivono a distanza di una novantina di anni nella stessa città. Da un lato Emily, quindici anni, cresciuta da una madre vedova, medico nell’ospedale cittadino, che si batte ogni giorno perché la sua professionalità venga riconosciuta e non sminuita dal suo essere donna e che ha insegnato alla figlia la curiosità, l’indipendenza, l’apertura verso il prossimo. Quando il prossimo però è un ragazzo privo di memoria, ferito e nudo in cui Emily e la migliore amica si imbattono al ritorno da scuola non è semplice: per i concittadini è pericoloso, colpevole a priori di chissà cosa e sicuramente nasconde un mistero. In effetti il mistero che Tom prta con sé riguarda il suo passato e la sua famiglia e così anche Emily porterà in segreto negli anni successivi il peso di quel che conosce. Mary invece ha diciassette anni ed è appena tornata in Canada dopo il divorzio dei genitori e un evento che ha dolorosamente colpito la sua vita. Solo il confronto con la storia delle sua famiglia, in un tempo in cui tutto intorno era diverso, solo la verità che verrà a galla da ritagli di giornale, lettere e fotografie le permetteranno di affrontare anche la verità sulla sua vita e di scegliere quel che davero desidera.

Keren David, Stranger (trad. di Valentina Zaffagnini), Giunti 2021, 304 p., euro 14, ebook euro 8,99

Un comportamento estremamente illogico

14 Feb

comportamento estremamenteLo stesso autore di Fuori di testa, dritto al cuore che torna nel catalogo Mondadori con una storia a capitoli alternati, narrati in terza persona, ma ciascuno dal punto di vista dei due protagonisti. Lisa Praytor vuole scrivere una relazione da urlo, con al centro un caso eccezionale, ovviamente da lei brillantemente risolto, che la proietti dritta dritta alla facoltà di psicologia che lei ha scelto. Solomon Reed invece non esce di casa da tre anni, dopo essersi svesito ed essere entrato nella fontana davanti a scuola e aver ammesso, in primo luogo a se stesso, che gli attacchi di panico di cui soffre fanno sì che viva meglio senza dover affrontare il mondo esterno. Lisa decide che Solomon è perfetto: ne diverrà amica, lo aiuterà ad uscire di casa, scriverà un’eccellente relazione. Lui inaspettatamente la accetta e Lisa coinvolge nell’impresa anche Clark, il suo perfetto fidanzato con cui le cose però non stanno andando esattamente come lei si aspetta. Non ha messo in conto la complicità che scatta tra i due, ma nemmeno l’amicizia che vale di più di una relazione per l’università e nemmeno cosa significhi davvero aiutare qualcuno che di te comincia a fidarsi davvero tanto da sentirsi così bene da uscire in giardino e scivolare nel suo ambiente naturale, l’acqua di una piscina. 

Il lettore legge Solomon come un libro aperto: legge i suoi attacchi di panico, le ansie, le paure, ma anche quello che lui sa dei genitori, di come la scelta di non uscire di casa condizioni tutto. Legge le sfide, il coraggio, l’asso nella manica: perché questo protagonista sarà anche pieno di problemi, ma ha vinto la lotteria per la sezione genitori: un padre e una madre che gli vogliono bene così com’è e che lo amano in qualunque condizione. Cosa che invece non è successa a Lisa, a cui tocca fare i conti anche con una storia d’amore che non funziona e di fronte a cui non può far finta di nulla. Un bel romanzo per lettori adolescenti che ribadisce come la soluzione più semplice, anche se più difficile, sia dire, parlare, dirsi. E su tutto aleggia Star Trek, come un sacco di riferimenti e rimandi.

John Corey Whaley, Un comportamento estremamente illogico (trad. di Sara Marcolini), Mondadori 2021, 240 p., euro 17, ebook euro 8,99

Come uccidono le brave ragazze

13 Feb

come uccidono le brave ragazzeUn giallo ben dettagliato e avvincente che permette al lettore di seguire la ricostruzione che la protagonista fa degli avvenimenti avvenuti cinque anni prima nella cittadina in cui vive. Pippa, diciassettenne prossima a scegliere il college e affascinata da misteri e indagini, sceglie come tema della tesina di fine anno scolastico la scomparsa di Andie Bell, una delle ragazze più popolari della scuola, avvenuta appunto anni prima in circostanza alquanto misteriose. Il corpo della ragazza non è mai stato ritrovato e il caso è stato archiviato come omicidio nel momento in cui, in un messaggio lasciato al padre prima di suicidarsi, il ragazzo di Andie, Sal Singh, se ne è autoaccusato. Ma Pippa è convinta che Sal non abbia commesso un omicidio, bensì ne sia stato vittima lui stesso: lo ha conosciuto come una persona attenta, gentile e sempre dal lato giusto che l’ha aiutata contro i bulli che l’avevano presa di mira al primo anno. L’idea che ha di Sal le viene confermata dal fratello minore di lui che la affianca nelle indagini. Con una vera e propria ricostruzione del caso, fatta di ricerca di indizi, interrogatori, piste da seguire e minacce da affrontare, Pippa e Ravi risalgono nel tempo, mettendo in luce i lati oscuri di molti dei loro conoscenti e i meccanismi perversi e dolorosi che regnano in famiglie così diverse, sotto l’apparenza perfetta, da quelle in cui loro sono cresciuti.

Il romanzo fa un’accoppiata perfetta con la serie Riverdale: anche qui si scoprono i segreti e la doppiezza morale di una cittadina in cui tutti sono pronti ad additare i colpevoli (la famiglia di Sal vive isolata e segnata dagli sguardi e dalle dicerie dei concittadini) e dove ciascuno nasconde ben più di quanto si possa immaginare. Del resto anche questa storia, di cui uscirà presto un seguito, è stata opzionata per diventare una serie tv e sembra davvero aver tutti i numeri per tenere col fiato sospeso anche gli spettatori.

Holly Jackson, Come uccidono le brave ragazze (trad. Paola Maria Bonora), Rizzoli 2021, 464 p., euro 17, ebook euro 9,99

Inverno di guerra

2 Feb

inverno di guerraQualcuno forse avra memoria di un romanzo sulla Siberia, Piotr, pubblicato da Piemme nel 1992, scritto proprio da Jan Terlouw, di cui oggi la Nuova Frontiera junior pubblica il romanzo di maggior successo, adattato negli anni per il cinema e il teatro. Ispirato all’esperienza stessa dell’autore, racconta dell’ultimo anno di guerra, dell’inverno del 1944-’45 visti attraverso gli occhi di un adolescente olandese. Michiel è il figlio del sindaco del paese e la guerra viene a casa sua ogni giorno, con gli “ospiti” che arrivano dall parte occidentale della nazione, spinti dalla fame e dalla disperazione. Sono uomini, donne, bambini; ci sono giovani e anziani; si fermano una notte e poi ripartono; c’è chi usa il suo vero nome e chi lo nasconde, chi cerca patate e chi la fuga oltre il fiume, per fuggire il campo di concentramento. I soldati tedeschi sono una presenza costante, quasi come i bombardamenti e anche Michiel viene coinvolto in prima persona: il vicino di casa, membro della Resistenza, gli confida un piano e gli affida una lettera con precise istruzioni nel caso qualcosa andasse storto. Così il ragazzo si trova coinvolto e deve prendersi cura di un soldato inglese ferito e nascosto nel bosco. Soprattutto si trova a dover affrontare la morte del padre, ucciso dai nazisti per rappresaglia, e a cercare di capire chi sia davvero dalla parte giusta, in una realtà che vive di costante ambiguità.

Un romanzo che permette di vedere la Seconda Guerra Mondiale e la Resistenza da un altro punto di vista geografico, un po’ come ne Il segreto di Espen, che Edt ha da poco ripubblicato in versione tascabile. Imperdibile il ritratto della boronessa che cerca di tenere a bada i tedesci arroccandossi nel suo palazzo, sola e armata, vestita di dignità e dell’arancione simbolo della sua patria e del suo re.

Jan Terlouw, Inverno di guerra (trad. di Valentina Freschi), La Nuova Frontiera junior 2021, 219 p., euro 16