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Animali che nessuno ha visto tranne noi

23 Mar

animali che nessuno-starkEvviva, evviva! Sbarca domani in libreria un nuovo libro di Ulf Stark, il primo albo illustrato della collana Miniborei, che all’arguta ironia dell’autore svedese affianca le colorate illustrazioni di Linda Bondestam per offrire al lettore un curioso e giocoso catalogo. Sfilano infatti sulle pagine animali come l’escaloppo, il letargale, il lumarone e via così… pare che nessuno, tranne gli autori, li abbia mai visti. O forse sì: hanno qualche tratto familiare di sicuro e stanno cercando un loro posto nel mondo, una postura che li renda contenti, un pensiero che cambi il loro punto di vista non sempre ottimista. Da sottolineare anche il lavoro di traduzione in rima di Laura Cangemi.

Ovviamente i rimandi ai bestiari esistenti, immaginari e no, sono tanti. Di sicuro il rimando più felice è a una chicca che Rizzoli mandò in libreria anni fa, l’Urbuq di Andrea Sottile, con le illustrazioni di Lucia Scuderi, con testi più lunghi adatti a lettori di qualche anno in più e perfetti anche per la lettura ad alta voce. Non vi sembra che sian due libri che vicini si troverebbero proprio bene. L’invito al lettore è sempre los stesso: aguzza la vista su quel che c’è intorno a te…

Ulf Stark – Linda Bondestam, Animali che nessuno ha mai visto tranne noi (trad. di Laura Cangemi), Iperborea 2021, 56 p., euro 17,50

Mollan

9 Feb

mollan-in-cucinamollan-un-giorno-con-la-nonnaEvviva: dopo Tempestina arriva in Italia un’altra bambina ritratta da Lena Anderson, questa volta a uso dei più piccoli. Formato quadrato e doppia lettura per entrambi i volumi dedicati a Mollan, bambina che immaginiamo intorno ai due anni, vestito a quadretti rossi, codini al vento. Il testo in stampatello maiuscolo scorre parallelo alle illustrazioni che a loro volta contengono rimandi: ne “Un giorno con la nonna” c’è un parallelismo di azioni sia sulla doppia pagina affiancata (lo svegliarsi, il vestirsi, il pettinarsi) sia lungo la storia quando, poche pagine dopo l’incidente di Mollan, anche alla nonna serve un cerotto: così il testo si ripete identico. C’è un rimando anche tra i due libri, ad esempio nell’immagine contenuta in entrambi, in cui la nonna e la bambina cucina insieme, dietro un tavolo su cui sono ben evidenti ingredienti e necessario.

Il quotidiano dei più piccoli viene ben rappresentato grazie anche alla pulizia della pagina, alle immagini pulite su fondo bianco, alla semplicità dei momenti proposti in cui i lettori in erba e i loro grandi potrenno rispecchiare le loro giornate.

Lena Anderson, Mollan. Un giorno con la nonna (trad. di Laura Cangemi), LupoGuido 2021, 20 p., euro 10

Lena Anderson, Mollan in cucina (trad. di Laura Cangemi), LupoGuido 2021, 20 p., euro 10

Piccolo libro sull’amore

25 Nov

piccolo libro sull'amoreAncora una volta Ulf Stark è riuscito a ricamare un racconto-meraviglia con la grazia che contraddistingue la sua scrittura (ed evidentemente che contraddistingueva anche la sua persona). Un racconto di un Natale del tempo di guerra, che somma all’atmosfera natalizia uno sguardo sia sugli adulti, come spesso fanno i suoi personaggi bambini, sia sul momento storico in cui è ambientato. Il papà di Fred è infatti impegnato al Nord, a sorvegliare la frontiera, in attesa che finisca la guerra voluta da Hitler, quell’uomo malvagio che il protagonista e un compagno di classe prendono in giro incollando dei simil baffetti allo scheletro che sta nell’armadio dell’aula di scienze, meritandosi il rimprovero del preside e il plauso della maestra. Ci vuole coraggio infatti, scrive l’insegnante nella nota di demerito, suggerendo alla madre di essere fiera del gesto del figlio. Una mamma che fa la tramviera e si becca i rimbrotti di chi crede che non sia un mestiere da donne, e che sa tenere il sorriso anche quando è difficile. Fred intanto si infila nel guardaroba dov’è appeso l’abito elegante del papà, insieme al cappello e alle scarpe lucide: par quasi di averlo lì ed è semplice allora raccontargli i guai d’amore, l’essersi innamorato di Gerda, lo scombussolamento che prova e anche come l’amore lo faccia diventare terribilmente incapace e maldestro.

Poi c’è il rapporto con gli adulti: la maestra, il vicino di casa, la donna che compra da Fred il pino per le feste, tutti lo trattano senza scimmiottamenti bambini, lo tengono in considerazione, lo prendono sul serio. E questo fa sentire bene il ragazzino. E dovrebbe dirci tanto sul rapporto grandi-piccoli, come dovrebbero farlo gli sguardi sugli altri che i personaggi di Ulf Stark hanno, e la poesia che lui sa cogliere nel quotidiano, in chi sa vedere e dire, senza troppe parole, con un sorriso, con una frase sola, anche se viene un po’ corta, si scuserebbe Gerda 😉

Ulf Stark – ill. Ida Björs, Piccolo libro sull’amore (trad. Laura Cangemi), Iperborea 2020, 160 p., euro 13

La grande fuga

19 Mag

la-grande-fuga-starkEssendo un grande autore, un autore che conosce bene i suoi lettori e che sa costruire storie in cui possono specchiarsi grazie anche alla profonda leggerezza dell’ironia, Ulf Stark non li lascia soli: anche se lui non c’è più, ecco un romanzo che esce postumo e che ancora una volta vede il piccolo Ulf farsi carico di dire com’è la vita.

Il nonno Gottfrid, ben noto per il caratteraccio, è in ospedale, non fa che lamentarsi, insulta chiunque gli passi a tiro e nessuno lo sopporta: persino suo figlio, il padre di Ulf, si rifiuta di andarlo a trovare. Il nonno dovrebbe fare attenzione al cuore, stare a riposo e guardar scorrere le giornate; lui invece ha un solo desiderio: tornare nella sua casa sull’isola dove ha vissuto felicemente con la nonna, morta da tempo. Allora Ulf si erge a paladino del sogno del nonno: intesse una fitta rete di bugie, organizza un piano meticoloso, ingaggia il giovane amico panettiere come autista e parte per l’avventura con il nonno. Non si nasconde nulla: le domande che frullano in testa (ma la nonna è in cielo? E come sarebbe questo aldilà?), le parole e i loro significati che possono autare a dir bene la vita, il dolore fisico (il nonno fatica e arranca) e quello dell’animo, l’avvicinarsi della morte, la bellezza di far felice qualcuno.

Ancora una volta Stark riesce con luminosa grazia a fermare sulla pagina ogni sfaccettatura di quel prisma che è la vita: parla di libertà di scegliere, di felicità, di necessità di accettare e di trovare un proprio modo per vivere anche la morte, anche il distacco. Dice dell’importanza che hanno il prendere parte, le grandi fughe da complici e i piccoli gesti; dice della bellezza che sta nella parola “melangolo”, di quanto sia meraviglioso essere ammaliato da qualcuno e dell’indicibile potere magico che può avere un barattolo di composta di mirtilli rossi.

Valore aggiunto: le illustrazioni di Kitty Crowther che accompagnano il testo con la medesima poesia utilizzata dall’autore.

Ulf Stark – ill. Kitti Crowther, La grande fuga (trad. Laura Cangemi), Iperborea 2020, 154 p., euro 12

Tuono

23 Apr

Il piccolo Ulf continua a deliziarci con le sue storie, che rendono sempre vivo ai lettori Ulf Stark e la sua grande capacità di raccontare con delicatezza, grazia e divertimento l’avventura del crescere. Non avevamo ancora finito di sfogliare Il bambino mannaro, che ecco arrivare una nuova avventura di Ulf e del suo amico Bernt alle prese con un gigante. La famiglia di Ulf ormai la conosciamo: il papà dentista, la mamma che si occupa di tutto in casa con leggerezza e umorismo, il fratello maggiore a tratti insopportabil e avido consumatore di gelatine al lampone. Al centro della vicenda questa volta, proprio la mamma e il suo rifugio segreto: un capanno nel bosco dove passa un pomeriggio nel fine settimana, un tempo tutto per sé da cui osservare il cielo, ascoltare il fruscio degli alberi e – come dice – “tornare me stessa” in nome del diritto di ciascuno a qualche ora di solitudine.  Proprio il capanno però viene centrato da un albero caduto durante una tempesta, intristendo la mamma che si butta nella pulizia folle della casa e smette di suonare il pianoforte. Il papà non capisce l’importanza del capanno e – come Ulf sa benissimo – non si darà mai pena di rimediare ai dani del tempo. Serve allora l’aiuto del temuto gigante dalle camicie hawaiane che Bernt sostiene mangi i bebé. Anche se il padre continua a dire che Bernt è un contafrottole, Ulf crede ciecamente nel suo amico che pare sapere sempre tutto. Sarà anche questione di musica, di gentilezza, di andare oltre le apparenze. E poi, sì Bernt non sa tutto, ma sa cose molto preziose, tipo il motivo per cui i ragazzini fanno in continuazione cose che li fanno star male per il terrore: per diventare adulti. Saggio Bernt.

Il testo è accompagnato dalle illustrazioni a colori di Marcus-Gunnar Pettersson, che si adattano a meraviglia alla narrazione di Stark.

Ulf Stark – ill. Marcus-Gunnar Pettersson, Tono (trad. di laura Cangemi), Iperborea 2019, 119 p., euro 12

Il bambino dei baci

31 Ago

In Sai fischiare, Johanna?, Strak ci diceva di Ulf l’essenziale per raccontare dell’amicizia con Bertil e la loro avventura col nuovo nonno; in questo libro scopriamo qualcosa di più. Ad esempio che ha un fratello più grande che lo prende in giro, che non ha la minima intenzione di partecipare alla corsa dei sacchi in modo da evitare le figuracce e le cadute dell’anno prima, che guarda Katarina come fosse la più bella del reame. E vorrebbe pure baciarla, di quei baci al sapore di fragola che non ha mai dato e mai assaggiato. Ma per rimediare al tutto trova la ragazza più tosta dei dintorni, Berit detta Armata Rossa una “pane al pane e baci ai baci” che trova le soluzioni senza troppi giri di parole: lo allenerà lei, a baciarsi; se suo fratello maggiore si vanta di aver dato dieci baci, loro batteranno con undici, bisogna lavarsi i denti, mettersi eleganti e scegliere un buon disco perché il primo bacio lo si ricorda per tutta la vita e “aspetta che finisco di spalare qui”. Già, perché Berit è spiccia e vera, autentica come la scrittura di Stark. Perché fa sul serio, in ogni tipo di allenamento e sa che è bello passare del tempo con Ulf. Tanto bello che lui torna pure domani, nonostante i record dei baci siano battuti e i traguardi della corsa nei sacchi tagliati.

Ancora una volta un lampo: una scrittura nitida, onesta e autentica; un racconto di manco cinquanta pagine che è una delizia; un ritratto di quotidiano così com’è. Da innamorarsi ancora una volta di Stark e andarsi a riprendere tutto quello che ha scritto e poi tutto quel che arriverà ancora in italiano. In più ci sono pure le illustrazioni di Majaluoma che sa regalare a Berit occhi ridenti, dare al lettore consigli musicali, dipingere un Ulf buffo, tenero e scanzonato.

Festivaletteratura ricorderà Ulf Stark a Mantova sabato 8 settembre in questo evento.

Ulf Stark – ill. Markus Majaluoma, Il bambino dei baci (trad. di Laura Cangemi), Iperborea 2018, 57 p., euro 9

Tempestina

18 Giu

C’è un’infinita delicatezza negli acquerelli con cui Lena Anderson mette in pagina il mondo di Stina: è quello estivo, il tempo trascorso durante le vacanze, col nonno, su un’isola dell’arcipelago. La bambina è un po’ tempesta come il nome il nomignolo che il nonno le affibbia (e forse anche un po’ puntuta e buffa come la pastina che così si chiama!): sempre in movimento, sempre alla ricerca di qualche tesoro di cui fare bottino, sempre sull’orlo della meraviglia. C’è questo di particolare in Stina, la capacità di osservare e di dire il proprio stupore e il proprio entusiasmo: davanti ai colori del mattino, alla lotteria dell’uscire in barca e chissà cosa ci sarà nelle reti, a una piuma trovata per caso. La curiosità la spinge anche ad avventurarsi fuori, in una notte di tempesta, per vedere che effetto che fa. Quando il nonno trova il letto vuoto e la raccogliere, fradicia come un pulcino e sull’orlo delle lacrime, spiega che è il caso di cominciare da capo: mettersi stivali e cerata e uscire insieme, perché di fronte al fragore delle onde e ai fischi del vento è meglio essere in due. E anche lì, sai mai che capiti di raccogliere una sorpresa…

Eccolo il nonno, solo in apparenza sullo sfondo delle avventure della bambina, ma in realtà in sorniona osservazione di quella meraviglia di ragazza che gli è toccata in sorte come nipote: non alza la voce, non rimbrotta, ma si fa complice, spiega e sta lì, col sorriso sulle labbra, a godersi il momento. Vien da pensare che anche lui sia uno che si bea delle meraviglie piccine, che sa vedere; nella tavola in cui sorseggia il caffè davanti alla luce del giorno che arriva sembra di leggergli dentro il bambino che è stato, pronto all’avventura, pronto a dire “Guarda!” o Che bello!”.

Qualunque sia la tempesta che arriva, sull’isola o nella vita, abbiate la buona sorte di condividerla, ben attrezzati per poterla affrontare, senza doversi rintanare fuggendo, ma stando in piedi insieme, cogliendo anche quel briciolo di bello che magari si porta dentro. Un inno al lasciarsi sorprendere, questo albo che già annuncia una prossima avventura della bambina tanto bionda da sembrare quasi bianca di capelli, selvatica quanto basta ed estremamente simpatica.

Lena Anderson, Tempestina (trad. di Laura Cangemi), LupoGuido 2018, 32 p., euro 13

Katitzi

7 Giu

La direttrice dell’orfanotrofio che la ospita definirebbe Katitzi una bambina ribelle, disubbidiente, fonte costante di guai. In realtà questa bambina di sette anni e poco più è fortemente intraprendente, piena di vitalità e pronta a fare quello che ha in mente. Sovente viene rimproverata per colpa dell’invidiosa Rut (per tutti Brut ed è già tutto detto) che fa la spia. Quando la conosciamo, scopriamo una bambina che sta bene nel bozzolo caldo dell’istituto, che ha due grandi amici come Gullan e Pelle e che si appresta a una nuova vita. Il suo papà è venuto a cercarla dopo molti anni per portarla dalla sua famiglia, ma Katitzi non è pronta: la sua insegnante ottiene di rimandare la partenza per due settimane per cercare di placarne le paure e di prepararla al meglio. I compagni però cominciano a mormorare: qualcuno ha spiegato che la bambina è una zingara, con tutta la bufera di pregiudizi connessi.

Sono gli stessi che Katitzi incontrerà una volta tornata in famiglia: le persone che non vogliono i rom sui terreni del paese, l’impossibilità a frequentare la scuola… Lei intanto deve abituarsi a fratelli e sorelle, a dormire in tenda, a raccogliere legna la mattina presto, a dare una mano nel luna park che il padre gestisce. Anche il cibo è nuovo e diverso, come i vestiti, le abitudini, la lingua che lei non  comprende perché nessuno le ha mai insegnato il romanés.

Le storie di Katitzi – questo è il primo di tredici libri famosissimi in Svezia e trasformati anche in film – vengono dalla reale esperienza dell’autrice: Katarina Taikon era nata nel 1932 da padre rom e madre svedese e visse un’infanzia caratterizzata da divieti e persecuzioni. Visse esattamente come la sua protagonista e imparò a scrivere e leggere correttamente solo a 26 anni. Attrice di cinema e teatro, divenne parte della scena culturale svedese degli anni Cinquanta e cominciò a battersi per i diritti del suo popolo, ottenendo miglioramenti. Nei suoi libri descrive la realtà come l’ha vissuta, assegnando al suo alter ego la capacità di affrontare le cose con una grande serenità, dovuta probabilmente al suo status di bambina che sa guardare oltre, senza cadere nel didascalico o nel ritratto tematico. C’è anche un certo modo di guardare al mondo adulto, come un mondo separato, di modi e regole che a volte non si comprendono, con cui non si comunica, che a volte pare ridicolo (come il comportamento della direttrice a ogni comparsa del predicatore!) o crudele. Ci sono adulti che cercano di essere all’altezza dei bambini, come la maestra Kvist che cerca di saperne di più sui rom per poter spiegare alla bambina. Ci sono adulti che sanno dell’assurdità e della violenza del pregiudizio razziale e se ne vergognano, come l’anziana signora che per un po’ ha permesso alla famiglia di sostare nella sua proprietà. Ecco, in tempi in cui Liliana Segre, col numero di ingresso al campo di concentramento tatuato sul braccio, si alza in Senato e rimarca concetti come “Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da progetti di leggi speciali contro i popoli nomadi. Se dovesse accadere, mi opporrò con tutte le energie che mi restano”, una figura come quella di Katitzi, che cerca di camminare nel modo più dignitoso possibile nonostante sia difficile abituarsi ai suoi nuovi abiti, brilla nella sua testimonianza semplice, efficace e assolutamente priva di retorica.

Katarina Taikon- ill. Joanna Hellgren, Katitzi (trad. di Laura Grimaldi e Samanta K. Milton Knowles), Iperborea 2018, 253 p., euro 13,50

I figli del mastro vetraio

27 Mag

figli mastro vetraioTorna in edizione italiana il romanzo di Maria Gripe vincitore del Premio Andersen nel 1974: pubblicato da Mondadori nel 1988, eccolo ora nella collana I Miniborei di Iperborea con – anche in copertina – le illustrazioni originali di Harald Gripe, a testimoniare la ricchezza fin dagli esordi del piano editoriale volto al meglio della letteratura nordica per ragazzi.

I lettori che ancora non lo conoscono potranno assaporare questa storia che mescola i migliori ingredienti della tradizione fiabesca: due fratellini che vengono rapiti da un re, una regina senza capacità di sognare e di gioire, un tata malvagia, e una maga dotata di corvo da un occhio solo. Se poi i bambini e i loro genitori vivono nel paese di Penuria, se il re rapitore è il sovrano della Città dei Desideri (vuota e mai terminata), se la maga si chiama Svolazza Beltempo e il suo fido aiutante Savio, ecco servito un intreccio gustoso anche da leggere ad alta voce.

I figli del mastro vetraio, come nella migliore delle tradizioni, sono al centro della lotta tra il bene e il male, hanno la possibilità d passare il Fiume dei Ricordi Dimenticati e possono essere salvati da una maga che legge il futuro nell’intreccio dei tappeti che tesse e dalla memoria della madre che ha fatto tesoro di quanto un giorno Svolazza le disse. E il corvo Savio veglia su tutto, lui che sa cos’è la vita.

Un gradito, felice ritorno che fa ricco il piatto dei classici, del fiabesco, delle letture che non tramontano.

Maria Gripe, I figli del mastro vetraio (trad. di Laura Cangemi), Iperborea 2018, 244, euro 13,50

Lotta sa fare quasi tutto

20 Apr

Eccola! È tornata la Lotta Combinaguai di Astrid Lindgren perfettamente ritratta da Beatrice Alemagna coi codini al vento e le lentiggini sul naso. Non può che riconfermarsi la bambina impertinente e candida, testarda e intraprendente già presentata nel primo volume: è sempre sul piede di guerra e già dalla prima riga arrabbiata. Ovviamente con fratello e sorella maggiore che anziché travestirsi con lei da streghette pasquali e andare in questua di dolci, l’hanno abbandonata per una festa di compleanno. Lotta ha giusto un anno in più (quasi cinque) ed è diventata molto brava: sa vestirsi da sola e andare a comprare le caramelle e sa anche andare in bicicletta… in realtà una bicicletta non ce l’ha ancora, ma sicuramente sarebbe bravissima se l’avesse. E tutti  – come lei stessa non perde occasione di sottolineare – sono molto fortunati ad averla accanto: la mamma, il papà, l’anziana vicina di casa. Chi è infatti a nascondere i dolci tra l’erba la mattina di Pasqua? Chi procura l’albero di Natale quando in giro non se ne trovano più? Chi è in grado di rendere speciale la festa gridando: “sangue sul mo compleanno!”? Sorvoliamo sul fatto che i dolci pasquali sono pupazzi di neve in marzapane e babbi natale di cioccolato e che con biciclette di qualsiasi misura non fa che rimediare botte. Questa terribile bambina, spensierata, allegra e irriverente, vi farà venire le lacrime agli occhi. Lei stessa, del resto, si dichiara “proprio” strana: sa fare un mucchio di cose, tipo battezzare Orso il maiale di pezza, sculettare e fischiare benissimo.

Il formato grande e illustrato, l’essere una raccolta di tre racconti dà ancora una volta la possibilità ai lettori alle prime armi di soddisfarsi con un libro bello e della misura giusta. E per di più con quella faccia tosta di Lotta che ne inventa una ad ogni pagina!

Astrid Lindgren – ill. Beatrice Alemagna, Lotta Combinaguai sa fare tutto (trad. di Laura Cangemi), Mondadori 2018, 96 p., euro 18, ebook euro 6,99