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Piccolo libro sull’amore

25 Nov

piccolo libro sull'amoreAncora una volta Ulf Stark è riuscito a ricamare un racconto-meraviglia con la grazia che contraddistingue la sua scrittura (ed evidentemente che contraddistingueva anche la sua persona). Un racconto di un Natale del tempo di guerra, che somma all’atmosfera natalizia uno sguardo sia sugli adulti, come spesso fanno i suoi personaggi bambini, sia sul momento storico in cui è ambientato. Il papà di Fred è infatti impegnato al Nord, a sorvegliare la frontiera, in attesa che finisca la guerra voluta da Hitler, quell’uomo malvagio che il protagonista e un compagno di classe prendono in giro incollando dei simil baffetti allo scheletro che sta nell’armadio dell’aula di scienze, meritandosi il rimprovero del preside e il plauso della maestra. Ci vuole coraggio infatti, scrive l’insegnante nella nota di demerito, suggerendo alla madre di essere fiera del gesto del figlio. Una mamma che fa la tramviera e si becca i rimbrotti di chi crede che non sia un mestiere da donne, e che sa tenere il sorriso anche quando è difficile. Fred intanto si infila nel guardaroba dov’è appeso l’abito elegante del papà, insieme al cappello e alle scarpe lucide: par quasi di averlo lì ed è semplice allora raccontargli i guai d’amore, l’essersi innamorato di Gerda, lo scombussolamento che prova e anche come l’amore lo faccia diventare terribilmente incapace e maldestro.

Poi c’è il rapporto con gli adulti: la maestra, il vicino di casa, la donna che compra da Fred il pino per le feste, tutti lo trattano senza scimmiottamenti bambini, lo tengono in considerazione, lo prendono sul serio. E questo fa sentire bene il ragazzino. E dovrebbe dirci tanto sul rapporto grandi-piccoli, come dovrebbero farlo gli sguardi sugli altri che i personaggi di Ulf Stark hanno, e la poesia che lui sa cogliere nel quotidiano, in chi sa vedere e dire, senza troppe parole, con un sorriso, con una frase sola, anche se viene un po’ corta, si scuserebbe Gerda 😉

Ulf Stark – ill. Ida Björs, Piccolo libro sull’amore (trad. Laura Cangemi), Iperborea 2020, 160 p., euro 13

L’albero di Natale del signor Vitale

19 Nov

albero natale vitaleSi avvicina il Natale e sicuramente qualcuno è già in cerca di belle storie per l’occasione. Eccone una perfetta per la lettura ad alta voce. Pubblicato per la prima volta negli USA nel 1963 con il titolo “Mr Willowby’s Christmastree”, è presto diventata un classico che adesso avete la possibilità di proporre anche in italiano, con le rime adattate da Chiara Carminati. La struttura ritmata e rimata del racconto si accompagna perfettamente all’andamento circolare di questo libro-passeggiata che non potrà non piacere a chi ascolta.

Tutta una questione di altezze e di punte: l’abete che arriva in casa del signor Vitale, pronto ad essere addobbato per il periodo natalizio, tocca il soffitto: unica soluzione tagliare la punta che a sua volta, piccolo abete, viene raccolto da una cameriera di casa che ne taglia la punta che viene raccolta… di mano in mano, di zampa in zampa, ecco sette alberi di Natale di diversa altezza che profumano di resina altrettante case e tane e illuminano il Natale di altrettante famiglie.

Un albero da procurarsi al più presto e da leggere insieme nelle prossime settimane. Detto da una che per ogni Natale / ha avuto in dono un abete speciale / per tutto l’anno piantato in giardino / a dicembre finiva accanto al camino / per poi tornare a febbraio all’aperto / con pettirossi e merli a fare concerto.

Robert Barry, L’albero di Natale del signor Vitale (trad. di Chiara Carminati), Marameo 2020, 32 p., euro 19,90

L’ultima pecora

7 Dic

Vi ricordate l’esilarante L’arca parte alle otto, pubblicato nel 2010 da Rizzoli? La coppia di autori, Ulrich Hub al testo e Jörg Mühle alle illustrazioni, torna con una nuova storia altrettanto divertente. Anche questa volta, come già nel precedente in cui si faceva riferimento all’arca di Noé, è necessario avere qualche nozione in tema: si parla infatti della nascita di Gesù bambino dal punto di vista di un gruppo di pecore che si ritrova in piena notte senza pastori, a quanto pare partiti di gran carriera in seguito a un fenomenale annuncio. Anche le pecore decidono di partire: si delinea così un’esilarante avventura dove i singoli animali sono tratteggiati con caratteristiche proprie e ruoli precisi (imperdibile la pecora che ha l’apparecchio ai denti e porta fiera la scatoletta al collo, quasi fosse la fiaschetta del San Bernardo! E imperdibile pure il momento in cui concede alle altre di provarlo…) nel tentativo di arrivare tutte insieme alla meta. Incontrano altri animali, incappano in pericoli, rischiano, ma si aspettano. E poi fraintendono: sono convinte di dover cercare una bambina e quindi il lettore che ha opportuni riferimenti potrà divertirsi sulla parodia fatta dall’autore.
Come il precedente, sembra perfetto per la lettura ad alta voce, specie in questo periodo di avvicinamento al Natale. Anche questo testo, come il precedente, è diventato una pièce teatrale in lingua tedesca.

Ulrich Hub – Jörg Mühle, L’ultima pecora (trad. di Alessandra Valtieri), Lapis 2019, 69 p., euro 13

Il bambino che partì per il Nord…

4 Dic

Copertina cartonata per l’uscita dal sapore natalizio della collana Miniborei di Iperborea, un racconto breve illustrato che ruota intorno al significato che il Natale e il suo tempo di festa può avere per ciascuno: attesa, felicità, ma anche risentimento verso un momento in cui le luci e l’atmosfera dicono di un’allegrezza che non tutti ossono condividere. Il papà di Andreas non ama il Natale, anzi lo detesta e non perde occasione di dirlo ad alta voce, quasi fosse un vanto: quando era piccolo – scoprirà poi il figlio – non lo festeggiava e non riceveva regali. Al contrario, il protagonista non vede l’ora che arrivi quel giorno ed è convinto di poter fare cambiare idea al genitore facendogli incontrare Babbo Natale. Prossimi alla vigilia, il papà decide di regalarsi una brave vacanza, un tempo condiviso solo col suo bambino, nel capanno di caccia su a nord: ha in mente di starsene in silenzio a cacciare, di camminare nella natura con Andreas. Ma vivono in Groenlandia, dove ci si muove su una slitta guidata da dodici cani, si affrontano il ghiaccio e il freddo, si crea un caldo rifugio sotto la neve e si leggono storie prima di addormentarsi nel silenzio di un mondo isolato. E soprattutto si possono fare incontri straordinari, a dispetto di chi crede che fuori dal capanno ci sia qualche malintenzionato.

Un racconto sulla condivisione, sulla capacità di dire e di raccontarsi quando si riesce a dialogare insieme, sulla bellezza della natura. Un inno alla nataura della Groenlandia, ai suoi spazi e al suo paesaggio, esattamente come l’autore aveva già intessuto un omaggio all’estremo Nord nel romanzo per adulti Il fiordo dell’eternità, tradotto da Guanda nel 2013. Kim Leine sarà a Roma, a Più Libri Più Liberi domenica 8 per incontrare i giovani lettori con la storia di Andreas e del suo papà (e di Babbo Natale, ovviamente!).

Le illustrazioni sono di Peter Bay Alexandersen

Kim Leine – ill. Peter Bay Alexandersen, Il bambino che partì per il Nord alla ricerca di Babbo Natale (trad. di Ingrid Basso), Iperborea 2019, 62 p., euro 13

Il secondo lavoro di Babbo Natale

22 Nov

Che cosa succederebbe se Babbo Natale perdesse il lavoro? Lui è abituato a stare in vacanza da gennaio a novembre per poi affannarsi un mese solo; è un tipo tranquillo che si propone sempre di andare in palestra e non lo fa mai e ha solo due renne perché le altre le noleggia con l’avvicinarsi della festa. Eppure capita proprio questo nel racconto scritto da Michele D’Ignazio: le Poste Internazionali hanno i conti in rosso per cui decidono che al posto delle letterine si può fare una wishlist sul tablet e che i regali verranno consegnati dai droni. Babbo Natale viene licenziato; gli tocca rispondere agli annunci lavorativi e scoprire quanto è arduo trovare un lavoro adatto a lui. Finisce a fare il netturbino, condividendo raccolta differenziata e pulizia delle strade con la collega Befana e incappando nelle letterine di una vicina di casa, a cui non ha mai risposto.

Se cercate una storia a tema natalizio che possa funzionare in lettura ad alta voce, eccovi accontentati. Non dimenticatevi però di mostrare anche le illustrazioni di Sergio Olivotti, il cui tratto sembra davvero essere perfetto per accompagnare queste pagine.

Michele D’Ignazio – ill. Sergio Olivotti, Il secondo lavoro di Babbo Natale, Rizzoli 2019, 83 p., euro 15

L’ultimo regalo di Babbo Natale

25 Ott

Natale si avvicina: ci sarà chi pensa Evviva e chi invece Aiuto!; Camelozampa lo festeggia mandando in libreria il centesimo titolo del suo catalogo, una piccola chicca che mette insieme le illustrazioni di Quentin Blake e il testo a quattro mani delle due sorelle Murail, Marie-Aude e Elvire, che scrive da anni firmandosi Moka e che è meno tradotta in Italia (c’è anche un terzo fratello Murail, Lorris, che scrive sia per ragazzi che per adulti!).

Un breve racconto illustrato in cui Julien è alle prese con l’ultima lettera da scrivere a Babbo Natale: è grande per crederci ancora, ma ha deciso di fingere per amore dei suoi genitori. Richiede una costosa console per videogiochi che puntualmente arriva, ma sotto l’albero c’è anche un altro pacchetto inatteso con cui Babbo Natale lo stupirà, tenendogli compagnia per un intero anno. E il Natale successivo saprà persino fare di meglio…

Marie-Aude e Elvire Murail – ill. Quentin Blake, L’ultimo regalo di Babbo Natale (trad. di Sara Saorin), Camelozampa 201 9 

Orme nella neve

17 Dic

Torna per Natale un racconto di Beatrice Masini, accompagnato dalle suggesdtive illustrazioni di Angelo Ruta. Un formato giusto per una lettura ad alta voce per augurarsi buone feste, magari proprio come quelle del protagonista: attutite dalla neve, capaci di sorprendere grazie alla meraviglia della natura, di far apprezzare il freddo, la neve, l’apparire improvviso di qualche animale nel bosco.

Racconta in prima persona il ragazzino protagonista; racconta del’anno in cui i genitori hanno deciso di fare una crociera proprio a NAtale (tanto lo si può festeggiare pure il 2 gennaio, secondo loro) lasciandolo a casa col nonno. Il nonno però si è organizzato per tornare alla sua casa ai margini del bosco e per portare il nipote a spasso con lui, a vedere il capanno, i sentieri, le postazioni da cui individuare gli animali. Come se fosse un ultimo giro, una ricognizione prima del lungo inverno dellla vita. Il ragazzo segue, assapora l’aria e il silenzio, lo scricchiolio della vecchia casa e della neve compatta sotto i passi; guarda, intuisce, si meraviglia. E non è neanche un peccato che i genitori debbano cambiare programma e tornare indietro, per assaporare anche loro quel grande regalo che è vedere qualcosa di raro e prezioso e portartelo dentro, tutta la vita.

Beatrice Masini – ill. Angelo Ruta, Orme nella neve, Einaudi Ragazzi 2018, 72 p., euro 12

Miracolo in una notte d’inverno

26 Dic


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Pubblicato nel 2012 nei Feltrinelli kids, passato varie volte in tv nella sua versione cinematografica (l’autore è del resto prima di tutto un brillante  scenografo)., ecco un romanzo che probabilmente non si può che apprezzare o odiare, senza troppe sfumature di mezzo. Il testo cerca di dare un’infanzia e una vita adulta a una figura mitica come quella di Babbo Natale e di certo l’autore riesce nel suo intento, costruendo un’epica minima intorno agli otto anni fondamentali nella vita di Nikolas Pukki, tra i  cinque anni in cui perde la famiglia la cui barca viene travolta dalla tempesta fino ai tredici in cui lascia il minuscolo villaggio di pescatori le cui famiglie lo hanno cresciuto ospitandolo per un anno ciascuna e finisce a bottega dal temibile Isak che ne affinerà in realtà le doti di falegname e di scultore.

Il libro ripercorre la vita solitaria del bambino prima e del ragazzo poi, fino alle sue scelte adulte: una crescita vissuta nel ricordo della sorella e nella conseguenza della tradizione che inaugura ancora bambino: la sua bravura nell’intagliare nel legno fa sì che ogni anno prepari dei giocattoli per i bambini del piccolo villaggio, da distribuire in dono la notte di Natale. La consuetudine rimane e col tempo Nikolas arriva ad annullare il proprio nome e la propria personalità, mantenendo vivo il personaggio di rosso vestito che confeziona giocattoli per i più piccoli.

Il romanzo, dati i temi che tocca (la morte, l’accettazione di sé e degli altri, il dolore e la sua potenza, ma anche la forza di trovare possibilità di vivere ancora), è ricco di quelle che potrebbero suonare come “perle di saggezza” o insegnamenti di vita non richiesti, per cui lo segnaliamo perché vi si astengano coloro che non sopportano il genere o lo ritengono eccessivamente mieloso 😉 Invece ci piace segnalare questo romanzo per quanti chiedono sovente indicazioni di libri da leggere ad alta voce, magari in classe, qualche pagina ogni giorno: questo è suddiviso in ventiquattro finestra, capitoli che segnano il tempo esattamente come le finestre di un calendario dell’Avvento. Lo potete tenere in considerazione per il prossimo anno e organizzarvi per condividerlo coi vostri lettori/ascoltatori proprio nel momento in cui si avvicina il Natale.

Marko Leino, Miracolo in una notte d’inverno (trad. di Rosario Fina), Feltrinelli Up 2016, 268 p., euro 15, ebook euro 9,99

La cena di Natale

24 Dic

cena di natalePer tutti voi che stasera festeggerete il Natale con una succulenta cena della vigilia, ecco una storia divertente e irriverente che mette sottosopra la base di partenza. Un trio di furboni – un lupo, una volpe e una donnola – decide di rapire una tacchina da cucinare per il cenone. Ma la Signora Tacchina, anzi quella che nella versione originale francese è la Dame Dinde, non si fa certo mettere i piedi in testa da un trio di patatoni in realtà facili da governare e comincia subito a dettare legge rimproverando la volpe perché, prima di invitare a casa una fanciulla, è necessario mettere un po’ d’ordine. E alla protesta delle volpe – “Non sei mia ospite. Sei la mia Cena di Natale!” – rigira prontamente la frittata suggerendogli che è ancor peggio: la cena di Natale è così importante che bisogna averne massima cura.

Cesarina tiene saldo tra le zampe il comando delle operazioni e comincia a dare ordini: fare le pulizie, arieggiare, lavarsi le zampe quando si entra in casa, andare a raccogliere cibo perché lei deve essere messa all’ingrasso, appendere le decorazioni, addobbare il pino, tenere acceso il fuoco nel camino e intanto divertirsi, giocare tutti insieme; insomma, l’atmosfera natalizia – scoprono gli animali che non avevano mai preparato nulla – non è affatto male, e nemmeno starsene in compagnia. Così accettano di buon grado la proposta di Cesarina di rimandare il festino di un anno in modo che lei possa ancora ingrassare un po’. E intanto ecco i vizi e le abitudini: l’aperitivo servito mentre ci si trastulla sull’amaca, la lettura della buonanotte e tanti altri particolari da scoprire nelle illustrazioni.

Cesarina è irriverente, divertente, ha sempre la risposta pronta e riesce a spiazzare i suoi interlocutori, che rimangono spesso a bocca aperta (e asciutta!) e obbedienti, un po’ allocchi. Le illustrazioni di Magali Le Huche ancora una volta regalano particolari e proprio lì c’è il la minuzia che dice di come va a finire davvero la storia. Perché a Natale mica è obbligo essere buoni, ricordatevelo 😉

Il blog di Nathalie Dargent.

Nathalie Dargent – Magali Le Huche, La cena di Natale (trad. di Tania Spagnoli), Clichy 2015, 32 p., euro 15

Il Natale più bello

14 Dic

nataleCercate una storia da condividere con i bambini in attesa del Natale? Eccone una dal sapor di leggenda, accompagnata da illustrazioni per chi vuole anche gustarsi le immagini; è un racconto lungo, quindi ben si adatta a essere letto insieme coi bambini in un momento dedicato all’ascolto.

Tessuta intorno all’importanza del saper condividere e del saper apprezzare ciò che si ha, racconta di Andreas, cresciuto in una famiglia povera, che riceve dall’anziano pastore del villaggio un consiglio per realizzare il suo desiderio di avere maggior fortuna: secondo quanto dicevano i vecchi, si realizza il desiderio che venga scritto sulla neve alle quattro del mattino della quarta domenica di Avvento. Andreas aspetta e veglia in quell’autunno che sembra non finire mai e mai lasciar posto alla neve (non vi sembra proprio come in questi giorni di gran sole e cieli tersi anche a dicembre?!?) finché riesce a tracciare il suo desiderio sulla coltre bianca e un uomo arriva a far visita alla sua famiglia nel pomeriggio del giorno di festa: lascia al bambino due sacchetti di monete per realizzare i desideri che ha espresso – non avere più fame e non avere più freddo – e un terzo per il desiderio che non sa ancora esprimere, promettendo di tornare ad ogni Natale e di essere altrettanto generoso se Andreas dimostrerà di averlo saputo ben impiegare.  Ma qual è veramente il significato del possedere?

Una riflessione sul donare e sul condividere, sul significato della terra e sull’importanza del guardare agli altri e del conoscere la misura del sufficiente, accompagnata dalle illustrazioni rotonde e “calde” di Jasmin Schäfer: sia che ritragga villaggi innevati, sia campi fioriti a primavera, che siano bambini che scivolano sul ghiaccio o persone impegnate nel raccolto c’è una che di materico che ti fa venir voglia di allungare la mano, sentire il vento tra i capelli di una bambina, carezzare la pecora, adagiarsi alla luce della candela.

Il sito dell’autore. Il sito dell’illustratrice.

Klus Kordon – Jasmin Schäfer, Il Natale più bello (trad. di Anna Patrucco Becchi), San Paolo 2015, 64 p., euro 14,50