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Le catastrofi del giorno

13 Dic

Catastrofi-del-giornoNuovo romanzo della svedese Jackert, sempre ambientato nel quartiere dell’Obse come il precedente. Questa volta la protagonista è un’undicenne informatissima e cosncia dei pericoli che possono esserci in giro: nel cibo, per strada, nelle persone. Ti possono rapire, fare a pezzi, puoi essere investito, cadere, sbattere la testa, respirare aria inquinata, mangiare cibo avvelenato… Majken conosce le percentuali e le probabilità di una sacco di catastrofi, sfighe e tragedie che possono capitare a chiunque in qualunque momento; le anota sul diario, ritaglia trafiletti di giornali, controlla i germi, non mangia fuori casa, non accetta cibo da sconosciuti, tiene alla larga compagni e potenziali amici e assilla la mamma per andare a vivere in campagna. Ovviamente tutte questa maniacali manie che la fanno risultare a tratti insostenibile e insopportabile hanno una causa e una motivazione precisa e servirà un cane, brutto e puzzolente, in affido per qualche settimana dal canile a far sì che cominci ad aprirsi al mondo, a parlare con estranei (una vecchietta senza dentiera, un ometto con un occhio di vetro, ma anche un suo compagno di scuola), a capire di aver paura del passato più che del futuro e trasformi l’estate in una possibilità.

Ovviamente il fatto che questo libro parli di cose come l’interno di una vagina (è importante sapere come siamo fatti dentro, sentenzia la protagonista) e si chiuda con l’esimia, sorridente frase “Che estate di merda”, ce lo fa apprezzare particolarmente. Viene dal nord, oviamente, e ben venga!

La copertina è di Alessandro Baronciani. Libro ad alta leggibilità.

Cilla Jackert, le catastrofi del giorno (trad. di Samanta K. Milton Knowles), Camelozampa 2020, 176 p., euro 11,90

I tre funerali del mio cane

18 Nov

tre funeraliQuesto racconto lungo è una bella dimostrazione di come sia possibile fare una narrazione godibile e a tratti divertente ruotando praticamente solo intorno a un argomento che di allegro pare non avere nulla: un funerale. Babino, il cane del protagonista, è morto investito da un’auto e il ragazzino, insieme ai tre amici più cari e alla sorellina, cerca di preparare un funerale degno, pur dovendo, causa disguidi vari, ricominciare da capo tre volte.

Il racconto è in prima persona: Nemo racconta il dolore, la tristezza e poi il suo amore per Morgana; parla di super-eroi e ascolta gli amici riproporre i momenti felici con Babino, ma anche dire cose schifose che fanno sorridere. La capacità di Guéraud sta proprio lì: saper dare voce a Nemo e mettersi ad altezza ragazzino di fronte a un tema come la morte: si parla di un cane, ma le tappe di questo inizio di lutto sarebbero le stesse se si trattasse di una persona; l’autore riesce a dire la crudeltà del dolore e la dolcezza del ricordo inserendolo in un tempo quotidiano, nel caldo del pomeriggio, nella pausa della partita di pallone e rendendo così sulla pagina quel che la morte semplicemente è, una parte della vita.

Molti avranno la tentazione di far finire questo libro tra i libri “utili”; non sarebbe male se invece finisse tra le proposte di lettura senza motivo se non perché si lascia leggere bene e facile. E se volete proprio trovarci un tema, che sia amore, cane, amici.

Guillaume Guéraud, I tre funerali del mio cane (trad. di Flavio Sorrentino), Bianconero 2020, 79 p., euro 10

La tana nell’albero

4 Nov

tana nell'alberoAutore prezioso Cary Fagan già apprezzato in La strana collezione di mr. Karp e in quel gioiellino di racconto di formazione che è The Big Swim. Eccolo di nuovo con una delizia di racconto lungo che scorre veloce nella lettura e che sembra ritmato giusto per una lettura condivisa. Si svolge a Toronot, nel 1925: un circo che si muove su rotaia perde gli ultimi due vagoni mentre è in viaggio e il leone che stava rinchiuso in una delle gabbie non si trova più. Lo danno per morto, il domatore se ne fa una ragione, ma lui è vivo e vegeto e nascosto nel tronco di un albero fulminato nel parco cittadino, dove si verificano strane sparizioni e apparizioni. Lo trova l’intraprendente Sadie, figlia di un pasticciere, che prima lo addomestica grazie agli carti della macelleria, poi prende a nutrirlo con regolarità e infine deve escogitare il modo di difenderlo dall’arresto. La ragazzina è aiutata da un bambino di ricca famiglia a cui ogni giorno consegna le torte, abbigliato sempre in modo buffo e che non chiede altro che esserle amico (inutile dire che lei tende a destestarlo, almeno all’inizio): i due si muovono liberi, prendono decisioni, assaggiano la bellezza del passeggiare di notte in città con un leone al guinzaglio (perché non lo fa più gente). Gli adulti sono sullo sfondo: il padre di Sadie e la loro pensionante, anziana bibliotecaria che raccoglie articoli di giornale stravaganti e dispensa consigli non richiesti; entreranno in gioco quando ci saranno da prendere decisioni importanti e, insieme al domatore, si confronteranno coi ragazzi sul destino del leone, sul concetto di libertà.

Un bel racconto, dal finale non scontato e non troppo roseo, giusto direi, e con una puntuale riflessione sul termine “perdita”: Sadie ha perso la mamma, nel senso che se n’è andata inc erca di fama e fortuna, per cui sa benissimo che un leone che si è perso non è necessariamente morto, ma sta lì fuori da qualche parte.

Davvero una lettura da non perdere.

Cary Fagan, La tana nell’albero (trad. di Francesco Piperno e Flavio Sorrentino), Biancoenero 2019, 111 p., euro 11

Un fantasma in soffitta

22 Apr

Un racconto che si presta particolarmente ad essere letto ad alta voce, costruito con l’idea di focalizzarsi sulla paura notturna della protagonista, vanificarla nella semplice presenza di un gatto e poi rimettere tutto in discussione con una rivelazione finale che sembra cambiare lo scenario.

Emma, Joe e i loro genitori passano un fine settimana al mare in casa della prozia Win. A Emma tocca dormire nella piccola camera in soffitta; il fratello le suggerisce che sia abitata da fantasmi e il buio, i lampi e i tuoni di certo non aiutano. E neppure i sospiri della prozia su Annie, la sua bambina che le manca così tanto e che proprio in quel letto dormiva anni prima. La notte Emma ha viva addosso la sensazione di essere osservata che, accompagnata da rumori contro i vetri della finestra e riflessi nello specchio, aiuta a insinuare la paura. Eppure la ragazzina non vuol darla vinta al fratello, dichiara di dormire di filato e solo l’ultima affermazione della mamma la lascerà con un punto interrogativo – e così anche il lettore – sulle notti trascorse in soffitta.

Il libro, come tutto il catalogo Biancoenero, segue i criteri dell’alta leggibilità.

Questo racconto arriva insieme a un graditissimo ritorno: la nuova edizione de Il giardino di mezzanotte – diventato un film nel 1999 – ripubblicato da Mondadori, dopo esser stato in catalogo Salani. Questo libro di Pearce è negli anni diventato un classico: la storia di Tom, e della pendola che nella notte batte tredici inattesi colpi e del giardino che appare improvvisamente permettendo di vivere in un tempo diverso, cattura sempre i lettori. Occasione per andare a ripescare della stessa autrice  anche “Alta marea per un delitto”, pubblicato da Mondadori nel 1990.

Philippa Pearce – ill. Chiara Lanzieri, Un fantasma in soffitta (trad. di Giulia Avallone), 43 p., euro 8

Che sport, lo sport!

21 Feb

Un albo dal grande formato, copertina morbida e tutte le caratteristiche dell’alta leggibilità a cui si aggiunge l’ironia di Könnecke che traccia, a questo giro, una carrellata di tanti sport diversi per dire che ce ne sono per ogni tasca, molto conosciuti o più di nicchia, ma che comunque fare sport “rende belli e spazza via la malinconia”. Con una garanzia del genere non resta che sfogliare e scegliere il proprio oppure godersi le descrizioni punteggiate da illustrazioni buffe dove gli animali sono, come sempre, assoluti protagonisti. Dalla ginnastica ritmica alle discipline dell’atletica, dal bob al lancio del tronco, dal surf al rugby all’arrampicata.

Ideale per i primi lettori, diventa una galleria che, ancora una volta ci fa pensare a Richard Scarry e a certi titoli di Mauri Kunnas. Ci si può divertire a seguire i vari personaggi, addirittura a cucir loro addosso storie e narrazioni, dando voce ad alcune espressioni davvero impagabili. Ovviamente il lettore scoprirà l’esistenza di sport che ignora o imparerà regole e curiosità di quelli già conosciuti; magari potrà cimentarsi anche a trovare quelli che non sono citati (a caso, ci vengono in mente short track e biathlon dato il momento olimpico, ma siamo sicuri che ne conoscete altri!).

Ole Könnecke, Che sport, lo sport! (trad. di Chiara Belliti), Beisler 2018, 60 p., euro 15,90

La compagnia dei soli

30 Dic

la-compagnia-dei-soliNulla pare avere senso in un mondo dove la crudeltà, la brutalità, la guerra e il tornaconto di pochi (o meglio, di uno solo in questo caso, il bruto tenente di vascello) hanno la meglio su tutto. E all’inizio forse pare non avere senso nemmeno il frammento di storie diverse che questo fumetto ci regala, come ritratti di protagonisti, ciascuno ben delineato nel cammeo nel suo carattere e sottolineato anche nei capitolo successivi da un differente colore che accompagna le tavole dedicate: Sara, ben decisa a ribellarsi, a rompere la prigionia e a vendicare la sorella; Pier Remigio, coraggioso nelle scelte, altruista fino alla possibilità della morte; Izio lo sgorbio, che allo sguardo di tutti verso la sua diversità contrappone il ricordo di quello della madre e delle sue parole.

Poi tutto acquista un senso, perché le pagine scorrono e mostrano al lettore come le tre figure facciano parte della stessa storia, della stessa epica dei minimi senza tempo, che pare ambientata in un tempo di eserciti stranieri, predatorie conquistatori, ma potrebbe essere situata ovunque perché universale è ciò di cui parla: la forza della ribellione, la speranza sempre e comunque, la capacità di camminare insieme e di prendersi cura comunque, nonostante la solitudine che si porta cucita addosso.

E anche se i colori – il giallo, il blu, il verde – caratterizzano i tre filoni della storia, a ben guardare trova un senso anche l’interpretazione del titolo data da un bambino che ha visto questo libro poggiato su un tavolo di casa e ha inteso quel “soli” come il plurale di “sole”: c’è una luce che accompagna le scene, anche quelle dove il pericolo si fa più arduo o la crudeltà adulta più forte. La luce che dice che un’altra possibilità c’è, anche se non si sa bene come e dove Che può ancora esserci. Perché – come dice uno dei protagonisti – “forse gli scampati alla morte imparano a respirare anche l’acqua”.

Il blog di Marco Paci.

Patrizia Rinaldi – Marco Paci, La compagnia dei soli, Sinnos 2016, 95 p., euro 12

Lucilla Scintilla e il suo cucciolo

28 Nov

lucilla-scintillaLucilla Scintilla ha sei anni e mezzo, è testarda, curiosa e attenta osservatrice. Sta cercando la cagna del nonno che si è nascosta per partorire. Allora, dopo aver giustamente osservato come il nonno borbotti e sussurri alle sua piante dell’orto (è forse quel che dice che fa arrossire i pomodori?), decide anche lei di accompagnare la ricerca con un dialogo rivolto al cucciolo che dovrà nascere. Questo dialogo è proprio quel che legge il lettore, mentre cammina con la bambina lungo il tempo di una giornata estiva, tra orto, campi e bosco, nella libertà del tempo della vacanza quando si vive a contatto con la natura. Lucilla descrive e interroga, si presenta, cerca di guardare lontano, non esita a strisciare per terra o a frugare tra le felci. E intanto parla a quello che dorme dove è ancora notte, che dorme prima della vita. Il lettore cammina tra le illustrazioni a grandi tratti neri, vivacizzati qua e là da tocchi di arancione: ecco il primo albo di una serie di quattro, dove le avventure della protagonista scandiscono le stagioni, con il suo buffo modo di fare e la saggezza di chi sa vedere e sa gustare quel che sta intorno: le primizie dell’orto, la sorpresa dietro l’angolo, il cielo azzurro, le avventure sempre pronte.

Anche questo albo, come altri testi Sinnos, rispetta le caratteristiche dell’alta leggibilità; in più è scritto in stampatello maiuscolo, il che lo rende davvero perfetto per i lettori coetanei di Lucilla. Lucilla e Dory Fantasmagorica sono sicuramente le migliori uscite dell’anno per i lettori che cominciano a muoversi autonomamente.

Il sito dell’illustratore, Charles Dutertre. Di Alex Cousseau invece aspettiamo che qualcuno porti in Italia i suoi romanzi per adolescenti, davvero preziosi.

Alex Cousseau – Charles Dutertre, Lucilla Scintilla e il suo cucciolo (trad. di Angela Attolini), Sinnos 2016, 32 p., euro 7

P.s. Sono davvero felice che arrivi in Italia la traduzione delle avventura di Louison Mignon, una delle protagoniste per cui ho passione. Adesso, tra le traduzioni dalla Francia, mi piacerebbe che qualcuno vi regalasse la traduzione delle avventure in serie di Rita e Machin, disegnate da Olivier Tallec.

La zuppa dell’orco

17 Ott

zuppa-orcoChe bella questa favola nera di Vincent Cuvellier, scritta in caratteri ad alta leggibilità e perfetta per essere letta ad alta voce. Che bella questa storia che riprende il sapore, il ritmo e i temi di favole e leggende tradizionali e consegna al lettore il brivido sottile di tante storie, l’attesa di sapere cosa inventerà il protagonista per voltare a proprio favore la tragica situazione e un finale gaudente di cibo, sorrisi e musica un po’ allegra e un po’ triste.

Si racconta di Josef, nato sotto la neve nel quartiere più povero di una città che fa parte di un Paese dove il sole sorge a mezzogiorno meno cinque e tramonta dieci minuti dopo, figlio di un padre che non ha voglia di lavorare e di una madre troppo occupata per farlo. Più semplice certo mandare i sette figli a mendicare e punirli se non portano a casa a abbastanza. Fino alla sera in cui i genitori decidono di menomare i propri bambini perché facciano ancora più pena – chi cieco, chi zoppo – e guadagnino di più. Proprio Josef, il più piccolo, si rivelerà il più scaltro, fingendosi prima cieco e poi convincendo i fratelli ad abbracciare una tattica prima di sopravvivenza e poi di liberazione, finendo a casa dell’orco, ma non di certo nel suo pentolone.

Ad accompagnare la storia, le illustrazioni di Andrea Antinori che danno corpo alle parole, magia ai paesaggi e mettono in fila gli strumenti disseminati per casa (dai frullini alle seghe), regalandoci tra le altre la magnifica immagine dello strano corteo di bambini che si allontana da casa fingendo di brancolare nel buio e portandosi appresso una sorella su slitta, incitati dall’entusiasmo di Josef che ricorda ai fratelli quanto sia meraviglioso avere occhi, mani e piedi: nulla li potrà fermare, manco l’incertezza di quel che si ha da fare.

C’è la neve in queste illustrazioni, c’è una sorta di tarluc nella narrazione (ma solo uno!), e allora ci pare proprio una lettura adatta alla stagione che viene, da leggere insieme la sera, dopo aver chiuso fuori il freddo.

Vincent Cuvellier – ill. Andrea Antinori, La zuppa dell’orco (trad. di Flavio Sorrentino), Biancoenero 2016, 62 p., euro 11

La rapina del secolo

4 Lug

rapina del secoloRacconto breve, ideale per i lettori alle prime armi, ma anche per essere letto insieme ad alta voce: il protagonista Luigino racconta in prima persona l’avventura coi due compari, il Furbo e Carlone, uno tutto cervello e niente sforzo, l’altro sempre pronto a mettere qualcosa sotto i denti. La loro è una banda di ladri, ma mica qualsiasi: si infilano nei tombini, buttano giù muri a martellate, camminano nelle fogne, si rimpinzano di cannoli. E non indovinerete mai cosa contiene quella strana cassaforte che si apre in cinque minuti.

Biancoenero Edizioni inaugura così la nuova collana Minizoom che si propone di pubblicare testi brevi, accompagnati da illustrazioni, adatti a chi ha da poco imparato a leggere, che ovviamente font ad alta leggibilità. Il progetto si avvale della collaborazione del centro CRC- Balbuzie, divisione apprendimento di Roma che ha superivisionato dando suggerimenti su come eliminare le difficoltà di lettura. Accanto a questa, un’altra storia sempre di Davide Calì, omaggio al mondo del fumetto: La casa di riposo dei supereroi (sempre 48 p., euro 8) che accoglie Capitan Ametista, Vipera, Tritone, Testa di Ferro e altri ala soglia della vecchiaia. Vecchi sì, ma mica meno eroi….

Davide Calì, La rapina del secolo, Biancoenero, 48 p., euro 8

Il Cavaliere Saponetta

13 Feb

ILCAVALIERESAPONETTAÈ un piacere poter proporre ai lettori dai 7/8 anni libri che escono dai formati e dalle tipologie a cui sono stereotipatamente abituati e che fanno vedere loro come sia possibile scegliere una bella storia illustrata, divertente in questo caso e anche con caratteri ad alta leggibilità che facilitano chi ha difficoltà.

Ecco dunque l’avventura del Cavalier Saponetta, valente cavaliere che si leva l’armatura solo per fare il bagno o andare a letto, conosciuto come amante della pulizia, assistito da Elmo – che ha ancora strada da fare per essere un buon scudiero e un ottimo cavaliere – e felicemente in vacanza. Ma anche se si è reduci da una lunga stagione di battaglie e tenzoni, non si può evitare di accorrere alla richiesta di aiuto del re e di partire alla ricerca del terribile drago che terrorizza il regno, soprattutto se in palio c’è anche la mano di una linda principessa che fa battere il cuore al Saponetta. Con lui parte anche il conte Grigio, che non perde occasione per prenderlo in giro e sfidarlo e che si rivelerà in realtà un impostore che vuole mettere fuorigioco il cavaliere. Non tutto però è come sembra e non tutto è per forza come lo vogliamo vedere: basta l’occasione – qui la difficoltà – per dimostrare che anche Elmo vale, che ci sono principesse grintose e scavezzacollo, che una macchia non è poi una tragedia difronte alla bellezza e alla varietà della vita.

La traduzione del testo inanella tutta una serie di parole che permetteranno di arricchire il vocabolario, di andare a scoprire significati, magari di metterne in fila altre che non conosciamo: tra le pagine infatti si incontrano clangore e destriero, lacchè e inzaccherato e via così. Bel colpo!

Il sito dell’autrice. Il sito dell’illustratore.

Kristien In-‘t-Ven – ill. Mattias De Leeuw, Il cavalier Saponetta (trad. di Laura Pignatti), Sinnos 2015, 96 p., euro 9,50