In occasione del Salone di Montreuil, l’editoria francese per ragazzi ha dato prova di intelligenza e unità con la pubblicazione di Eux, c’est nous (Loro, siamo noi), un testo di Daniel Pennac, illustrato da Sege Bloch per dare voce ai rifugiati e fermare l’attenzione su di loro. Più di quaranta editori hanno scelto di lavorare insieme per offrire una riflessione sui migranti e sui rifugiati, per fermare il proprio pensiero e aprire non solo gli occhi, m anche il cuore. Accanto all’appello di Pennac, una serie di otto schede che fanno in breve il punto su uno degli aspetti che si possono prendere in considerazione,partendo da un’acrostico basato proprio sulla parole “réfugiés”: rifugiato, estraneo/straniero; frontiera; urgenza; guerra; immigrazione; economia; solidarietà.
Venduto da ogni casa editrice che ha partecipato al progetto al prezzo di 3 euro, il ricavato viene versato a La Cimade, un’associazione nata nel 1939 per aiutare le persone che cambiano Paese a causa della guerra e che si occupa dell’accoglienza e della difesa degli stranieri e dei richiedenti asilo in Francia. Come ricorda Pennac, infatti, è lungo l’elenco di persone che solo nel ventesimo secolo sono arrivate in Francia da altri Paesi e hanno contribuito a rendere tale la Francia di oggi.
L’invito allora è di fare un giro, almeno un tour virtuale, al Museo della Storia dell’Immigrazione che ha sede presso la Porte Dorée. Ve ne avevamo già parlato in un post del 2013, quando si tenne la bella mostra su fumetto e immigrazione. Torniamo ad invitarvi non solo perché l’allestimento permanente rimane di grande effetto anche dopo i recenti cambiamenti, ma per due altri motivi. Innanzitutto perché fino al 29 maggio 2016 si tiene la mostra Frontières, sui limiti e sui loro limiti, come dice bene il sottotitolo che la accompagna. Dentro ci trovate riflessioni e testimonianze sul concetto di frontiera e sulle frontiere nel mondo, sui muri, su quelle vicine a noi (Modane, tanto per dirne una e per pensare a come piccoli paesi alpini si siano trasformati una volta scelti come sede di frontiera); ci trovate anche un commovente video in cui Tomi Ungerer parla della sua infanzia in Alsazia e, attraverso il racconto della sua vita famigliare e scolastica, dei suoi quaderni e delle sue illustrazioni, ripercorre la fatica e lo spaesamento della perdita di una lingua (il francese) con l’occupazione tedesca e poi successivamente dell’alsaziano, proibito al ritorno dei francesi, ma anche lo choc del rogo dei libri e la figura straordinaria della madre. Qui trovate le parole della mostra, qui le risorse extra.
Il secondo sorprendente motivo è la Galleria dei Doni recentemente inaugurata: il Museo ha chiesto a immigrati in Francia o ai loro discendenti di regalare una storia e un oggetto che potessero costruire un percorso visivo, intimo e narrativo. Sono contemplate tutte le diverse ondate migratorie che nel corso degli ultimi centocinquanta anni hanno interessato la Francia: persone di nazionalità diverse narrano la loro epopea, il loro spaesamento, la loro ricerca di integrazione senza perdere le radici; narrano di smarrimento, ma anche di orgoglio, di scelte e di nuove occasioni. Narrano di quotidianità ed è questa la chiave che rende prossimo, reale e concreto fino alla commozione tutto quel che vi è contenuto. Il percorso è rintracciabile anche nel catalogo della galleria, che potete procurarvi on line oppure direttamente sulla pagina del sito che ospita i diversi doni.
Una Risposta a “Montreuil 2015 /2”