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Una nave di nome Mexique * In mezzo al mare

5 Apr

Il mare è un posto che non finisce mai: dice così a un certo punto la bambina protagonista di questo albo. E chissà quante persone che il mare attraversano cercando salvezza pensano la stessa cosa. Qui si racconta la storia della nave Mexique che salpò da Bordeaux nel 1937 carica di 456 bambini da portare a Veracruz che poi col treno raggiunsero Morelia, in Messico: erano figli di repubblicani spagnoli che i genitori misero in salvo promettendo una “vacanza” che sarebbe durata tre o quattro mesi. In realtà quei bambini  – complici la sconfitta repubblicana in Spagna e la guerra mondiale che seguì – rimasero per sempre in Messico, cercando di integrarsi, e in rari casi provarono a tornare in patria anni dopo con esiti non facili. Il libro dà voce a una di loro, una piccola che racconta i giorni in nave, le lacrime, il tentativo di immaginarsi il posto dove andranno (“Morelia è un colore, un frutto, un animale morbido”), lla quasi filastrocca che dice quanto di importante hanno imparato a casa (“La Repubblica è una casa, un pugno che si alza, un passero”). Ana Penyas ha scelto di integrare alle sua illustrazioni (grigi, bianchi e neri puntinati da qualche nota di rosso) i tratti dei veri bambini che salirono sulla nave Mexique, ripresi dalla fotografie che immortalarono quel momento. Penso che sia originale anche la scelta di Maria José Ferrada di raccontare un episodio storico da pochi conosciuti per dire di tutti coloro che devono lasciare la loro casa distrutta dalla guerra, e di raccontare di una nave carica di speranza allora come tante ogni giorno solcano il mare immaginando possibile una vita senza paura.

La guerra è una mano enorme che ti scuote e ti sbatte su una barca, dice ancora quella bambina. E sono le guerre e le persecuzioni a determinare il partire di cinque ragazzi, protagonisti, con le loro storie vere, nel testo in cui Mary Beth Leatherdale riesce con grande capacità di sintesi a parlare di loro come rifugiati e del contesto che li ha visti partire e arrivare: Ruth in fuga dalla Germania nazista; Phu dalla guerra del Vietnam; José dalla dittatura di Castro; Najeeba dall’Afghanistan; Mohamed dalla Costa d’Avorio. In modo efficace – con cronologie, cartine, glossari, numeri e box che spiegano il momento storico – cinque testimonianze in cinque epoche diverse: di loro si dice perché sono partiti e cosa è successo, durante il viaggio e dopo. Un altro libro che ci ricorda come quello che oggi molti vivono ha a che fare con quello che molti hanno vissuto in anni precedenti.

Maria José Ferrada – Ana Penyas, Una nave di nome Mexique (trad. di Maria Pia Secciani), Clichy 2019, p. 32, euro 17

Mary Beth Leatherdale – Eleanor Shakespeare, In mezzo al mare. Storie di giovani rifugiati (trad. Mariella Bertelli coi ragazzi volontari biblioteca Ibby Lampedusa), Il Castoro 2019, 64 p., euro 15,50

Bambini nel mondo

9 Mar

Si intitola “Bambini nel mondo” la nuova collana di Giralangolo e ci sembra di buon auspicio, perché sono libri per i bambini che vanno e andranno nel mondo, per i bambini (e i loro adulti) che si guardano intorno e si fanno domande. I quattro albi illustrati parlano di temi grandi come l’immigrazione, la povertà, il razzismo, i conflitti globali: parole “grosse” e scenari complicati che vengono resi a misura di una lettura da fare da soli oppure insieme, resi più vicini dal testo che si rivolge direttamente a chi legge e cerca di interloquire anche con i suggerimenti di approfondimenti on line e altrove (altri testi, altre informazioni da cercare in libreria, in biblioteca) che si trovano a fine volume.

I libri hanno il pregio di aiutare i bambini, e prima di loro sicuramente i grandi a cui si rivolgono chiedendo spiegazioni, a trovare le parole per dire, per riflettere su quel che si coglie in tv, sui media, nelle conversazioni. Si spiega allora la situazione dei rifugiati e l’iter che seguono per essere riconosciuti; si parla di conflitti grandi e piccoli, di forme di razzismo quotidiane, di cosa può determinare la povertà di una famiglia. Si invita a fare: a pensarci su, a farsi un’idea, a essere cittadini attivi nel proprio intorno.

In cosa a questa settimana dove molti si sono interrogati – probabilmente più del solito – su come la pensano le persone intorno e su cosa – paura, rabbia, modo di guardarsi intorno – porti a certi scenari politici, questi libri ci sembrano validi strumenti per provare a guardare insieme ai bambini cosa succede nel mondo, per parlarne e per confrontarsi e così continuare a crescere insieme, nel rispetto, nel confronto.

Tutti e quattro sono illustrati da Hanane Kai.

Ceri Roberts – Hanane Kai, Il razzismo e l’intolleranza (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2018, 32 p., euro 13,50

Louise Salisbury – Hanane Kai, I conflitti globali, (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2018, 32 p., euro 13,50

Louise Salisbury – Hanane Kai, I rifugiati e i migranti, (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2018, 32 p., euro 13,50

Louise Salisbury – Hanane Kai, La povertà e la fame, (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2018, 32 p., euro 13,50

Amali e l’albero

25 Apr

amali e l'alberoDi fronte alle pagine di questo albo subito ti perdi nelle illustrazioni di Paolo Domeniconi, nei suoi blu, nelle ombre, nelle sfumature scure che regala al cielo della notte e al mare profondo. E nei gesti e nelle posture umane che il suo tratto regala all’albero protagonista, piegato dalla nostalgia e dal dolore, chinato in ascolto verso Amali, dritto “in piedi” verso il cielo.

L’albero vaga alla ricerca delle radici perdute e solo una bambina ascolta e risponde al suo dolore: Amali conosce la tristezza dell’albero, gli è prossima quasi inconsciamente; anche lei ha lasciato le sue radici lontane, nel Paese che ha abbandonato insieme ai genitori, salendo su un barcone. Cambiano i paesaggi, il clima, la lingua; cambia anche la paura. Rimane l’invito che il padre le rivolgeva sulla barca e che lei ripete all’albero, di guardare sempre in alto, guardare il cielo che abbraccia tutti i Paesi del mondo.

Un albo che verrà apprezzato da molti in primo luogo per l’argomento trattato, ma così scopriranno un libro bello a partire proprio dalle illustrazioni che ne sono il punto di forza.

Il sito di Paolo Domeniconi.

Chiara Lorenzoni – Paolo Domeniconi, Amali e l’albero, EDT Giralangolo 2016, 28 p., euro 15

Montreuil 2015 /2

9 Dic

eux-c-est-nousIn occasione del Salone di Montreuil, l’editoria francese per ragazzi ha dato prova di intelligenza e unità con la pubblicazione di Eux, c’est nous (Loro, siamo noi), un testo di Daniel Pennac, illustrato da Sege Bloch per dare voce ai rifugiati e fermare l’attenzione su di loro. Più di quaranta editori hanno scelto di lavorare insieme per offrire una riflessione sui migranti e sui rifugiati, per fermare il proprio pensiero e aprire non solo gli occhi, m anche il cuore. Accanto all’appello di Pennac, una serie di otto schede che fanno in breve il punto su uno degli aspetti che si possono prendere in considerazione,partendo da un’acrostico basato proprio sulla parole “réfugiés”: rifugiato, estraneo/straniero; frontiera; urgenza; guerra; immigrazione; economia; solidarietà.

Venduto da ogni casa editrice che ha partecipato al progetto al prezzo di 3 euro, il ricavato viene versato a La Cimade, un’associazione nata nel 1939 per aiutare le persone che cambiano Paese a causa della guerra e che si occupa dell’accoglienza e della difesa degli stranieri e dei richiedenti asilo in Francia. Come ricorda Pennac, infatti, è lungo l’elenco di persone che solo nel ventesimo secolo sono arrivate in Francia da altri Paesi e hanno contribuito a rendere tale la Francia di oggi.

L’invito allora è di fare un giro, almeno un tour virtuale, al Museo della Storia dell’Immigrazione che ha sede presso la Porte Dorée. Ve ne avevamo già parlato in un post del 2013, quando si tenne la bella mostra su fumetto e immigrazione. Torniamo ad invitarvi non solo perché l’allestimento permanente rimane di grande effetto anche dopo i recenti cambiamenti, ma per due altri motivi. Innanzitutto perché fino al 29 maggio 2016 si tiene la mostra Frontières, sui limiti e sui loro limiti, come dice bene il sottotitolo che la accompagna. Dentro ci trovate riflessioni e testimonianze sul concetto di frontiera e sulle frontiere nel mondo, sui muri, su quelle vicine a noi (Modane, tanto per dirne una e per pensare a come piccoli paesi alpini si siano trasformati una volta scelti come sede di frontiera); ci trovate anche un commovente video in cui Tomi Ungerer parla della sua infanzia in Alsazia e, attraverso il racconto della sua vita famigliare e scolastica, dei suoi quaderni e delle sue illustrazioni, ripercorre la fatica e lo spaesamento della perdita di una lingua (il francese) con l’occupazione tedesca e poi successivamente dell’alsaziano, proibito al ritorno dei francesi, ma anche lo choc del rogo dei libri e la figura straordinaria della madre. Qui trovate le parole della mostra, qui le risorse extra.

Il secondo sorprendente motivo è la Galleria dei Doni recentemente inaugurata: il Museo ha chiesto a immigrati in Francia o ai loro discendenti di regalare una storia e un oggetto che potessero costruire un percorso visivo, intimo e narrativo. Sono contemplate tutte le diverse ondate migratorie che nel corso degli ultimi centocinquanta anni hanno interessato la Francia: persone di nazionalità diverse narrano la loro epopea, il loro spaesamento, la loro ricerca di integrazione senza perdere le radici; narrano di smarrimento, ma anche di orgoglio, di scelte e di nuove occasioni. Narrano di quotidianità ed è questa la chiave che rende prossimo, reale e concreto fino alla commozione tutto quel che vi è contenuto. Il percorso è rintracciabile anche nel catalogo della galleria, che potete procurarvi on line oppure direttamente sulla pagina del sito che ospita i diversi doni.

Verso casa

7 Mag

Più riguardo a Verso casa La fuga da un paese in guerra raccontata attraverso l’eroica figura di un cane antibomba intorno a cui ruota l’intera vicenda. Nel testo si alternano tre voci: quella del protagonista Matt, quella del nonno con cui passa un periodo estivo, quella del suo amico Aman rinchiuso in un centro di raccolta e detenzione per immigrati in attesa di essere rimpatriato.

Matt convince il nonno a raggiungere il centro per vedere Aman racconta di come lui e la madre abbiano lasciato l’Afghanistan e le peripezie, le condizioni disumane, il dolore che hanno affrontato per raggiungere lo zio in Inghilterra. E di come, sei anni dopo, la polizia si sia presentata a casa per rimandarli indietro. Alla loro si intreccia la vicenda di Ombra, uno spinter spaniel arrivato per caso nella grotta in cui vivevano, che li ha accompagnati durante una parte del viaggio e che è stato riconosciuto come uno dei cani addestrati dall’esercito e creduto morto. Un cane che aiuterà anche a chiudere il cerchio della vicenda, che finisce e non finisce, lasciando mille domande e possibilità sul futuro di Aman e della sua mamma.

Pensavate che la stagione dei libri sui cani fosse finita… eh no 😉 Se invece volete saperne di più su Morpurgo, ecco la biografia uscita lo scorso anno. Il sito dell’autore.

Michael Morpurgo, Verso casa (trad. di Maria Bastanzetti), Piemme 2013, 187 p., euro 16