Tag Archives: Annalisa Strada

Una scintilla di noia

28 Lug

La cornice non è nuova: tre amici adolescenti alle prese con diverse dinamiche familiari, amori e tempi della scuola superiore, una bravata, un barbone sotto un ponte e le fiamme che divampano. Richiamano altre letture, come Bella e Gustavo di Zita Dazzi o Io come te di Paola Capriolo. A interessarci, nel romanzo di Annalisa Strada, è la linearità del dipanarsi degli eventi e il poter vedere – in una scrittura essenziale e asciutta, quindi ancor più visibile – il processo che innesca la valanga di eventi: è chiaro sulla pagina come quello che i protagonisti considerano un semplice lancio di petardi in una sera di noia sia in realtà ben altro e abbia conseguenze ancora peggiori nel momento in cui fanno di tutto per nascondere la verità, lasciando che la colpa venga caricata su spalle altrui.

Luna, voce narrante, ha due amici maschi e un nuovo fidanzato che agli altri due piace poco. Li conosce da sempre perché condividono gli stessi spazi del quartiere periferico dove sono nati e continuano a vivere e pure i corridoi della stessa scuola. Con Brando e Fausto ha preso l’abitudine di starsene la sera sotto un portico vicino a casa e di scendere talvolta al lungofiume; lì c’è il Ponte del Diavolo, che segna un confine tra il lato a misura di turista e quello dove nell’ombra si muovono tossici e spacciatori. Una sera Luna sfida i due amici a proporre qualcosa di interessante e Brando non perde tempo: in tasca ha dei petardi fatti in casa e li lancia sotto il ponte appiccando un incendio. I tre tornano a casa senza intervenire e solo la sera dopo Luna scopre che proprio lì dormiva un barbone, ora in ospedale con gravi ustioni. Ecco il silenzio, che pian piano corrode la ragazza dall’interno: il senso di colpa, il peso di tutto quello che sa e che non può dire. Finché la diga si rompe, le parole escono e le pagine finali rivelano anche un’altra scomoda verità.

Il romanzo riflette sul coraggio, su cosa significa darsene e mantenerlo, ma anche sugli adulti, osservati dalla protagonista che ne valuta le scelte, i modi di essere e di fare, chiedendosi cosa penserebbero “i grandi” se immaginassero cosa imparando i ragazzi vedendoli fare le scelte che loro reputano migliori e su cui invece qualche dubbio viene.

Unica nota: se la madre di Luna le ricorda che il padre è via per due giorni, perché pochi minuti dopo le dice di passare in ufficio da papà in caso di bisogno? Mi son persa qualcosa.

Annalisa Strada, Una scintilla di noia, San Paolo 2017, 139 p., euro 14,50

La prima volta che

24 Mar

Prima-Volta-CheAmmetto: ho aperto questo libro prevenuta. Una raccolta di autori italiani e per di più con un titolo così simile a quella raccolta edita da Rizzoli nel 2011 a proposito proprio della prima volta, della perdita della verginità. E invece mi sono ricreduta, anche se – com’è ovvio in ogni raccolta a più voci – ci sono racconti che mi hanno colpito di più, altri meno. La pluralità di voci è anche una pluralità di linguaggi, e questo è già un bel vantaggio: ai testi scritti da Baccalario, Basso, Boccati, D’Adamo, Dazzi, Ferrara, Masini, Percivale, Silei, Strada si affiancano infatti due fumetti di Sagramola e Sualzo che danno respiro all’insieme. Per di più parecchi dei racconti si confanno alla lettura ad alta voce, una giusta lunghezza e un ritmo che in qualche modo si tramanda da autore ad autore; quindi il libro si fa prezioso nel caso di incontri e percorsi di lettura coi ragazzi più grandi, permettendo a chi guida di offrire anche una lettura condivisa.

La prima volta descrive, a seconda dei casi, un tentativo di essere come tutti gli altri (fumare una sigaretta, saltare la scuola come i compagni fanno più o meno abitualmente) oppure un modo di segnare la differenza o ancora un’esperienza nuova (il primo contatto col mondo del lavoro in uno stage, la prima volta in vacanza senza genitori, la prima volta a casa da soli o la prima in cui ci si rende conto di provare lo sbigottimento dell’innamorarsi). Il lettore adolescenza vi si specchia; quasi tutti infatti sono ritratti di ragazzi vicini a chi legge per età, per esperienze quotidiane vissute e credo sia questo a dare valore al racconto: la possibilità di ritrovarsi, di sentirsi compresi. C’è un magnifico affresco corale di amicizia nel racconto di Baccalario, in uno scenario geografico e storico facilmente riconoscibile e ai miei occhi di lettrice forse più caro perché vicino e conosciuto in qualche modo; c’è l’interpretazione piena di grazia e garbo che Sualzo fa del concetto di ricchezza; c’è – non posso nascondere la mia preferenza – un racconto di Beatrice Masini che rasenta la perfezione, in cui il protagonista sceglie di non uscire un sabato sera per segnare la propria presenza, ma anche per fare la differenza misurando un’assenza, tirandosi fuori per un attimo dal consueto e vedere l’effetto che fa, guardare da un’altra prospettiva e poi prendersi tutta la realtà.

La prima volta che, Il Castoro 2016, 240 p., euro 15,50

L’isola dei libri perduti

11 Set

l'isola dei libri perdutiScrutano il mondo dall’alto di quella che pare una fortezza i quattro protagonisti sulla copertina di questo romanzo: chi a occhio nudo, chi servendosi di un binocolo, chi indicando un punto preciso all’orizzonte. Sono nel punto più alto della loro isola, collegata alla terraferma solo attraverso un istmo di terra percorribile durante la bassa marea. Una terraferma su cui è vietato recarsi e da cui non arriva nessuno: se davvero la loro isola è così interessante come chi comanda vuol far credere, perché nessuno arriva mai in visita, perché nessuno ci si trasferisce? Questa è la domanda che tormenta i ragazzi, insieme all’interrogarsi su come sia il mondo al di là del mare e su cosa significhino davvero le regole imposte da chi governa.

Sull’isola infatti è proibito leggere libri e informarsi sui quotidiani; si possono leggere solamente istruzioni, avvertenze, comunicazioni di servizio e pochi testi obbligati imposti dalla scuola; i libri sono stati distrutti anni prima e solo la caparbietà di due dei protagonisti a leggere delle vecchie mappe e ad interpretarle fornisce un possibile scenario di quel che è successo e di quel che è possibile. Ci sono case chiuse da anni, abbandonate, passaggi segreti, cunicoli sotterranei. Allora esiste una possibilità di fuga; ognuno dei quattro – spinto dal proprio desiderio, convinto da un altro o quasi costretto dalle scelte del gruppo – ha un proprio motivo per unirsi al tentativo di uscire dalle mura di Thia. Chi vuole vedere il mondo e avere una possibilità diversa da quella dei suoi genitori, chi fugge la violenza o l’indifferenza, chi unisce alla necessità la curiosità. Ognuno rispecchia determinate scelte, un certo tipo di legami familiari.

I libri e la testimonianza di persone che hanno visto altri tempi sull’isola sono un motivo in più per spingersi nell’impresa. Già, perché i libri non sono scomparsi del tutto: c’è chi li ha salvati; c’è una grande biblioteca che continua a custodire testi e ad alimentare sogni; c’è addirittura chi i libri li ha in casa, con genitori che suggeriscono letture e con l’impossibile desiderio bruciante di condividere pagine, storie ed emozioni.

L’illustrazione di copertina è di Iacopo Bruno.

Annalisa Strada, L’isola dei libri perduti, Einaudi Ragazzi 2014, 192 p., euro 11

Il rogo di Stazzema

23 Lug

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Si ispira alla storia di Enio Mancini questo breve romanzo che vuole ricordare l’eccidio di S. Anna di Stazzema avvenuto il 12 agosto 1944 in cui vennero massacrati 560 civili. Enio aveva sei anni e sopravvisse insieme al fratellino, alla madre, alla nonna e ad altre due persone sfollate e ospitate dalla sua famiglia: furono salvati da un soldato tedesco che anziché sparare li lasciò fuggire tra i boschi in direzione della loro casa, già bruciata. Proprio come il protagonista Lapo, attraverso il cui racconto viviamo la fuga del piccolo gruppo tra i boschi dopo aver cercato di nascondere le cose di casa, la fatica, le domande che si affollano mentre i piedi corrono veloci e poi la devastazione del ritorno e la scoperta di quel che davvero è successo.

Parallelamente il lettore conosce la figura di Hans, il soldato che lascerà scappare il protagonista, proprio dal momento in cui viene svegliato dagli ordini di partenza verso Stazzema, in un incrociarsi di ricordi d’infanzia, pensieri sulla guerra e sul suo arruolamento, punti interrogativi.

Il sito di S. Anna di Stazzema (i fatti storici, i luoghi, come organizzare una visita).

Annalisa Strada – Gianluigi Spini, Il rogo di Stazzema, Piemme 2014, 169 p., euro 8

Questa sono io

14 Lug

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La vita di Viola assomiglia a quella di altre sue coetanee dodicenni: una migliore amica con cui confidarsi e passare tutto il tempo possibile, delle compagne modaiole a cui proprio lei non somiglia, un compagno di scuola bello e scontroso che forse si è accorto di lei, una gita da organizzare tutti insieme per trascorrere un fine settimana in un rifugio. Ma c’è qualcosa che non suona nel modo giusto. Viola vive con la nonna, la madre di cui porta il cognome è una scenografa sempre in giro per lavoro e così anche suo padre, attore sempre in tournée: sono addirittura sette settimane che non si fa vedere.

Viola si sente invisibile a scuola e scopre di esserlo anche in quella che dovrebbe corrispondere alla scatole delle fotografie di famiglia: ci sono soprattutto foto dei suoi genitori e sono sempre immagini di vacanza. Cosa c’è che non torna? Una breve e facile ricerca su Internet permette alla sua amica Arianna di scoprirlo: il padre di Viola ha un’altra famiglia, una famiglia “ufficiale” che compare in un’immagine aperta sullo schermo dove sorridono due figli, un ragazzo e una ragazza poco più grandi di Viola. La reazione è quella di andare a vedere da vicino, ma anche di evitare la madre e tentare di parlarne direttamente col padre. Sarà la nonna a capire il suo stato d’animo, a raccontare.

La lettura di questo romanzo genera una dissonanza, proprio come quella che Viola sente all’inizio del racconto: c’è qualcosa che non suona bene. Ci sono tanti argomenti, tanti spunti (crescere, cercare se stessi; confrontarsi con gli altri; innamorarsi) ma qualcosa risulta inceppato o forse risolto troppo in fretta tra le pagine, e non rende la vicenda credibile fino in fondo.

Lodovica Cima – Annalisa Strada, Questa sono io, Il Castoro 2014, 135 p., euro 14,50

Una sottile linea rosa

28 Mar


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La linea del titolo non è una linea qualsiasi, nemmeno la linea di uno dei traguardi che la sportivissima sedicenne protagonista taglia in tempi straordinari in gara, ma semplicemente quella del test di gravidanza che Perla guarda, rinchiusa nel bagno della casa al mare delle sua amica di sempre. Perché Perla è incinta e ha subito a che fare con un’amica offesa per non saper nulla, curiosa (come dove quando?) e che sbotta in un assai sincero “Cazzo, Perla,  siamo cinture nere di educazione sessuale. È dalla seconda elementare che ci parlano di accoppiamenti tra umani e tu non arrivi nemmeno alla regola di base del preservativo? Dovevi proprio essere fuori di testa!”.

Perla era fuori di testa perché non le pareva vero che Cesare, uno dei ragazzi più popolari della scuola per cui lei ha una cotta fin da bambina, la degnasse di sguardi e presenza. Complice l’alcol a cui non è abituata e a cui cede per non sfigurare, Perla commette l’errore “di aprire le gambe con uno con cui avevo parlato troppo poco”. Si trova così ad affrontare gli altri: l’amica, Cesare, gli adulti di cui viene dato un ventaglio di reazioni e di modi di pensare diversi. Soprattutto ad affrontarlo dal suo punto di vista, rendendosi conto di aver condiviso il divertimento di un momento e nulla più, guardando chi la circonda e facendo le debite differenze ad esempio tra sua madre e la mdre di Arianna, sapendo che la decisione sarà solo sua, ma quale?

Questo è un libro sincero, che ha abbattuto per una volta tutti i miei pregiudizi sui libri a tema. Perché ha la capacità di non giudicare, di non prendere posizione e soprattutto di non fare moralismi o lezioncine, come spesso accade quando i romanzi affrontano un tema importante. Anzi, non fa proprio nulla di tutto questo. Fa quello che una buona storia deve fare: racconta. E per di più col linguaggio giusto, mai stonato, mai scimmiottato. Magari, se potete, evitatevi la cartella stampa che inanella percentuali di ragazze madri in Italia tra 14 e 19 anni, di padri assenti, di background familiari difficili e i successi del docu-reality “16 anni incinta”, del film”Juno” e del telefilm “Vita segreta di una teenager americana”. Ecco, “Juno” guardatelo perché merita, perché è un bel film, ma – fuori da questa logica molto lista di discussione NPL “a problema, libro” – leggete questo romanzo semplicemente come una buona storia. Che parla anche di un’adolescente incinta perché capita, perché è la vita. E la dice bene, molto bene, questa vita.

Annalisa Strada, Una sottile linea rosa, Giunti 2014, 160 p., euro 8,90 

Più libri più liberi 2013 / 2

23 Gen

Concludiamo la nostra rassegna delle novità nel settore non fiction presentate dagli editori per ragazzi durante la dodicesima edizione della Fiera “Più libri più liberi” di Roma.

geis_numeriDue proposte molto colorate da parte de Il Castoro per i più piccoli con Il mio primo libro dei numeri e Il mio primo libro dell’ABC di Patricia Geis per una prima conoscenza dell’alfabeto e dei numeri puntando sulle forme e i colori garbatamente vivaci e brillanti. Due cartonati con le pagine tagliate orizzontalmente in due o tre strisce a scalare, sagomate sul margine destro nella forma della lettera dell’alfabeto o del numero di cui si parla, un solo appunto su questa caratteristica: le pagine tendono ad aprirsi insieme presentando qualche difficoltà soprattutto per i più piccoli, proprio di questo si è lamentato con me un piccolino di due anni.  Continua a leggere