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Ragazze con i numeri

22 Mar

Editoriale Scienza, che da tempo si occupa del ruolo della donna nella scienza grazie alla fortunata collana Donne nella scienza, manda in libreria un azzeccato volume che parla di quindici scienziate di epoche e interessi diversi, per farne scoprire la storia e la passione.

Il testo è costruito in modo che la vita di ciascuna venga raccontata in prima persona, focalizzandosi su un momento o un episodio particolare, a cui si affianca una pagina finale che ne ripercorre le tappe per date fondamentali e riassume in pochi, chiari punti perché la si può considerare una figura fondamentale per la scienza. Si parla di matematica, vulcanologia, ecologia, botanica; si passa dal Premio Nobel al mancato riconoscimento; si va nello spazio o si torna indietro al Settecento. Non c’è un andamento cronologico, ma il semplice racconto di esperienza da cui traspare principalmente la passione, insieme al sostegno che queste persona hanno avuto, e si dice delle difficoltà, delle incomprensioni, delle delusioni, anche. La scelta grafica di Giulia Sagramola, che gioca coi toni del rosso e del blu, arricchisce indubbiamente il volume e cattura l’occhio del lettore  che sarà incuriosito senz’altro anche dalla scelta che è stata fatta: le figure presentate infatti vanno da nomi noti come Rita Levi Montalcini ad altri che sicuramente non sono conosciuti ma che meritano: con Laura Conti si parla di Seveso e diossina; con Wangari Maathai si va in Kenia e si dice dell’importanza di piantare alberi; con Maria Sibylla Merian si parla dell’importanza del disegno e del disegno dal vero. Ed è bello trovare figure come Maryam Mirzakhani e Katia Krafft, scienzate vicine nel tempo, al cui coraggio la scienza deve davvero molto.

Un volume di questo tipo non poteva che venire da Editoriale Scienza che, come poi Sinnos, ha da tempo cominciato a presentare figure femminili che hanno segnato la storia, molto prima che diventasse una tendenza dell’editoria per ragazzi a cui molti poi si sono accodati, non sempre con esiti così apprezzabili. Le scelte di forma, di formato e di grafica danno come risultato un testo davvero piacevole da leggere e da presentare, per il valore scientifico che viene sottolineato, prima ancora che per il fatto che siano storie al femminile. Sono davvero convinta infatti che diventeremo “grandi” quando sapremo presentare ai lettori testi che raccontino delle scelte, del coraggio, della passione che hanno mosso molte persone riuscite in imprese che parevano impossibili e che – magari nel silenzio – hanno raggiunto conquiste importanti per tutti; testi che saranno accomunati appunto dalla passione che ci hanno messo, dagli argomenti che hanno toccato donne e uomini di cui, senza distinzione di sesso, verranno raccontate le vite.

Vichi De Marchi – Roberta Fulci – ill. Giulia Sagramola, Ragazze con i numeri. Storie, passioni e sogni di 15 scienziate, Editoriale Scienza 2018, 201 p., euro 18,90

La prima volta che

24 Mar

Prima-Volta-CheAmmetto: ho aperto questo libro prevenuta. Una raccolta di autori italiani e per di più con un titolo così simile a quella raccolta edita da Rizzoli nel 2011 a proposito proprio della prima volta, della perdita della verginità. E invece mi sono ricreduta, anche se – com’è ovvio in ogni raccolta a più voci – ci sono racconti che mi hanno colpito di più, altri meno. La pluralità di voci è anche una pluralità di linguaggi, e questo è già un bel vantaggio: ai testi scritti da Baccalario, Basso, Boccati, D’Adamo, Dazzi, Ferrara, Masini, Percivale, Silei, Strada si affiancano infatti due fumetti di Sagramola e Sualzo che danno respiro all’insieme. Per di più parecchi dei racconti si confanno alla lettura ad alta voce, una giusta lunghezza e un ritmo che in qualche modo si tramanda da autore ad autore; quindi il libro si fa prezioso nel caso di incontri e percorsi di lettura coi ragazzi più grandi, permettendo a chi guida di offrire anche una lettura condivisa.

La prima volta descrive, a seconda dei casi, un tentativo di essere come tutti gli altri (fumare una sigaretta, saltare la scuola come i compagni fanno più o meno abitualmente) oppure un modo di segnare la differenza o ancora un’esperienza nuova (il primo contatto col mondo del lavoro in uno stage, la prima volta in vacanza senza genitori, la prima volta a casa da soli o la prima in cui ci si rende conto di provare lo sbigottimento dell’innamorarsi). Il lettore adolescenza vi si specchia; quasi tutti infatti sono ritratti di ragazzi vicini a chi legge per età, per esperienze quotidiane vissute e credo sia questo a dare valore al racconto: la possibilità di ritrovarsi, di sentirsi compresi. C’è un magnifico affresco corale di amicizia nel racconto di Baccalario, in uno scenario geografico e storico facilmente riconoscibile e ai miei occhi di lettrice forse più caro perché vicino e conosciuto in qualche modo; c’è l’interpretazione piena di grazia e garbo che Sualzo fa del concetto di ricchezza; c’è – non posso nascondere la mia preferenza – un racconto di Beatrice Masini che rasenta la perfezione, in cui il protagonista sceglie di non uscire un sabato sera per segnare la propria presenza, ma anche per fare la differenza misurando un’assenza, tirandosi fuori per un attimo dal consueto e vedere l’effetto che fa, guardare da un’altra prospettiva e poi prendersi tutta la realtà.

La prima volta che, Il Castoro 2016, 240 p., euro 15,50

Incendi estivi

17 Feb

incendi

L’estate post diciotto anni di Rachele e quella dei sedici di sua sorella Sabrina in un fumetto che si potrebbe definire sommesso, per la bicromia che contraddistingue le sue tavole, per il modo naturale – naturale come la quotidianità dei giorni di ciascuno – con cui inanella quel che capita: le incertezze, le rabbie improvvise, l’insofferenza, le scelte da fare, quelle non fatte, gli errori, il pentirsi, il perdersi in una liberatoria risata di condivisione.

Le due sorelle fanno le sorelle: liti, sottintesi nei discorsi a tavola davanti ai genitori, smascheramenti e bugie, pianti in comune, porte sbattute. Intorno gli amici, il gruppo, i compagni di scuola, ma anche il corpo che cambia, i desideri taciuti e quelli soddisfatti senza chiedersi troppo, chi fa le tacche su un taccuino e chi mette punti interrogativi sull’amico che forse è qualcosa di più.

L’estate scorre in un paese del Centro Italia sulla cui collina continuano a dilagare incendi notturni, scorre tra una lezione e l’altra in vista dell’esame di guida. E a questo somigliano i giorni di Rachele: agli strattoni che dà l’automobile quando ancora non la comandi bene, allo spegnersi improvviso di quando ti dimentichi della frizione, ai passi incerti nel bosco alla ricerca di tracce di piromani e di animali da salvare; sono fatti di momenti in cui ti lasci scorrere tutto addosso e in cui scegli di non scegliere, di non rispondere ad un telefono, di fare ripicca per poi scoprire che chi combinava con te lo scambio scolastico dall’altra parte del mondo è partito davvero mentre tu continui a fissare un telefono. Per poi capire che è più semplice ricominciare a parlarsi forse proprio perché c’è la distanza di mezzo.

Un buon specchio di adolescenza, con una gran colonna sonora, esplicitata tra l’altro a fondo volume, per cui potete farvi una playlist con cui accompagnare la lettura.

Il sito di Giulia Sagramola.

Giulia Sagramola, Incendi estivi, Bao Publishing 2015, 204 p., euro 18

Non chiamatela Crudelia Demon

23 Gen

“Né carne né pesce” ci aveva carinamente definiti una volta la dirigente scolastica, parlando di noi alunni delle medie. Sul momento le avrei azzannato un orecchio, perché aveva detto una cosa vera. Crudele, ma proprio vera, e per questo mi aveva fatto male.

Storia di Katia, quattordici anni e un’infelicità adolescente che la riempie di senso di vuoto e monotonia, di rabbia per non sapere dove portarla quell’età strana, quella via di mezzo da cui sembra di non poter uscire. Katia ha un gruppo di amici, di amici di amici più che altro, che si ritrovano solitamente a ciondolare in un vicolo della cittadina e che ultimamente ha scelto di prendere di mira un’anziana signora la cui casa affaccia proprio accanto al loro ritrovo: rovinano le piante, lanciano bottiglie vuote, rispondono per le rime alla donna che si lamenta. Finché la signora Mautino informa la scuola e per il gruppo scatta la punizione: tutti a collaborare alla raccolta differenziata alzandosi alle cinque di mattina per quattro mesi, tutti tranne Katia per cui la signora ha chiesto espressamente di averla a casa propria tre pomeriggi la settimana. Comincia così un lento avvicinamento della ragazza a un mondo a lei del tutto sconosciuto, la diffidenza iniziale, l’essere contro e arrabbiata a tutti i costi lascia pian piano spazio alla curiosità, all’osservazione, alle domande. Perché in casa Mautino non ci sono fotografie? Perché la signora sembra così legata alla Russia? Katia scoprirà che la signora ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze delle scelte di libertà del padre, ha perso i suoi genitori quando era bambina e ha conosciuto l’assurdità dei gulag staliniani. Una pagina di storia tra le pagine di un romanzo che racconta di adolescenza, della fatica che si fa quando non si è né carne né pesce, quando si fatica a vedere cosa succederà ai giorni, al corpo, alla vita.

Anna Lavatelli – ill. Giulia Sagramola, Non chiamatela Crudelia Demon, Piemme 2012, 185 p., euro 8.