La collana Libri corsari di Solferino si rivela ancora una volta di giusta misura per catturare il lettore nell’avventura, grazie al formato illustrato, alla scelta del romanzo breve, a una grande avventura che si presta molto bene ad essere letta ad alta voce. Pierdomenico Baccalario infatti ci mette dentro la giusta cadenza ritmata della narrazione orale e fa venir voglia davvero di farla suonare a voce alta, la storia del viaggio di Jakov Jurovsky e del giovane zar Nicola.
Siamo in Russia, nel maggio del 1891 e Jakov è un ragazzo cresciuto lontano dala sua città d’origine, insieme ai nomadi e al signor Potocki, per cui caccia preziose pellicce e che è quel di più vicino a un padre abbia mai avuto. L’abilità di Potocki e la sua conoscenza del territorio fa sì che l’uomo venga scelto per accompagnare da Vladivostok verso San Pietroburgo lo zar Nicola, in segreto, seguendo rotte che possano tenerlo lontano da chi sta complottando per ucciderlo. Il cacciatore accetta a patto di portarsi dietro il ragazzo e così comincia l’avventura a tre, l’addomesticamento, i guai. Toccherà a Jacov portare in salvo lo zar riconoscente; toccherà a lui, quasi trent’anni dopo, portare a compimento la tragica profezia di uno sciamano.
Come negli altri volumi, un’appendice di approfondimento e alcune pagine (qui di Guido Sgardoli) che dicono come gli elementi inventati dall’autore si innestino sulla storia vera e come le rivoluzioni tornino, ripresentino il conto, siano molto diverse. Tra i momenti migliori della storia, le parti in cui si descrive il rapporto tra Jacov e Potocki, gli insegnamenti, le parole importanti, i modi di fare che rimangono incisi anche nei modi di fare e di essere del ragazzo.
Pierdomenico Baccalario – ill. Rosalia Radosti, In viaggio con lo zar, Solferino 2018, 87 p., euro 10
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