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Consigli e disastri di Mirtilla

3 Mar

Mirtilla disastri consigliDella bella scrittura di Julie Murphy già sapevamo dal profondo ed esilarante Voglio una vita a forma di me, poi adattato in un film Netflix. Qui torna in un romanzo per la scuola media che tocca temi potremo dire quasi consueti – l’amicizia, i genitori separati, i cambiamenti della crescita – in modo non banale. I genitori di Mirtilla si sono separati, ma per dare alla figlia una sorta di continuità vivono nella stessa strada e cercano di portare avanti le vecchie abitudini, nonostante molti conoscenti li guardino in modo diverso dopo l’outing del padre. Mirtilla è alle prese con i problemi dell’amicizia: Kiera si è allontanata e sembra prenderci gusto a battibeccare e a prendersela con lei e Mirtilla stessa sembra dare per scontata la presenza di Oscar, uno che sa davvero dimostrarsi amico.

Una sola abitazione separa nella via le case dei genitori della protagonista: ci vive la signora Flora Mae insieme a un gatto imbalsamato e a una macchina da scrivere: è lei a gestire la rubrica di consigli della “Gazzetta di Valentine”, il giornale locale, di cui tutti sono affezionati lettori pur considerandola eccentrica e forse un po’ matta. Ma è a lei che scrivono per raccontare e chiedere aiuto; è a lei che anche Mirtilla ha scritto e grande è a sorpresa della ragazzina quando la donna le affida una serie di incarichi (dal bagnare le piante al gestire la posta con l’editore) prima di partire e passare un periodo fuori città. Mirtilla non si trattiene: legge alcune delle lettere e fa scivolare la sua personale risposta nel plico per il giornale. Così i suoi consigli vengono pubblicati, così Mirtilla prova a risolvere i guai altrui per cercare di sistemare i propri.

Le lettere dei lettori e le risposte di Mirtilla punteggiano la narrazione che dice di come i cambiamenti siano fatti anche di una forma nuova; è molto difficle cercare di tenere il nuovo dentro le vecchie abitudini, specie quando cresci e finisci per sentirti diviso a metà, non proprio te stesso.

Julie Murphy, Consigli e disastri di Mirtilla (trad. di Manuela Salvi), Mondadori 2020, 256 p, euro 16, ebook euro 8,99

Storia di May Piccola Donna

22 Apr

May è una bambina bruna e tutta spigoli che ancora in estate arriva a Paradiso, insieme con la famiglia: babbo, mamma, una sorella maggiore di nome April e una piccina di nome June. Poi arrivano gli altri, persone che hanno scelto di vivere in piena sobrietà, a contatto con la natura, senza cibarsi di animali né di nulla che da loro provenga. May scrive alla sua amica Martha, rimasta a vivere in città, a Concord, e racconta l’ubriachezza della novità e la durezza di certi momenti: l’arrivo del freddo, il lavoro della terra, l’essere isolate da altri bambini, ma anche l’amicizia con Due Lune, una maestra ammirata, la gioia delle piccole cose. Che però a volte non bastano.

Ispirato ad alcuni mesi della vita di Louisa May Alcott, la celebre autrice di “Piccole donne”, il romanzo porta agli occhi del lettore l’esperienza dei trascendentalisti, che credevano in u modo più semplice di vivere, la loro esperienza di vita a Fruitlands, figure come Henry David Thoreau e il suo “Walden”. Attraverso un personaggio di invenzione e le lettere scritte a un’amica in realtà fittizia, quel mondo viene raccontato con gli occhi di una ragazzina che si confronta con le scelte dei genitori (che forse non sarebbero le sue), con le regole imposte dallo stile di vita, con il mondo degli adulti e i suoi meccanismi, con quel che significa crescere. Il tutto raccontato con la scrittura sapiente e profonda di Beatrice Masini, che si cala perfettamente nella natura, come l’ambientazione richiede, e fa vivi agli occhi del suo lettore la voce del torrente, la primula della sera, i sassi piatti che brillano al sole, la calma del lago e anche quella libertà di cui May ha perfettamente chiara la forma che per lei assumerà.

Beatrice Masini, Storia di May Piccola Donna, Mondadori 2019, 184 p., euro 16, ebook euro 7,99

Io e te come un romanzo

15 Feb

Bene, adesso che questo romanzo è tra i finalisti dell’edizione 2018 del Premio Mare di Libri, mandiamo on line la recensione. L’ho scritta felice che arrivasse in libreria un nuovo romanzo di Cath Crowley, di cui bisogna invitare i ragazzi a leggere Graffiti Moon, uscito per Mondadori nel 2011 e di una luminosità rara, che si riflette anche in questo libro. Ancora una volta, l’autrice dà prova della sua bravura nello scrivere storie a due voci, riuscendo a far vedere al lettore talvolta la stessa scena da due punti di vista differenti. Nel caso di “Io e te come un romanzo”, poi, l’intreccio di storie si amplifica ulteriormente per la scelta narrativa di ambientare la storia in una libreria dell’usato in cui esiste una sezione detta “la Biblioteca delle lettere”: i libri non sono in vendita, i clienti possono leggerli, sottolineare le parti che ritengono belle, importanti, scrivere note a margine, lasciarci dentro messaggi: ecco allora che i libri diventano anche una sorta di fermo posta tramite cui ci si scambiano lettere.

Proprio una lettera mai letta è all’origine del silenzio che per tre anni ha separato due grandi amici come Henry, figlio del proprietario della libreria, e Rachel, la protagonista che allora si era trasferita lontano con madre e fratello. Rachel torna a vivere in città, tacendo a tutti la morte del fratello e quel che ne è venuto dopo (la bocciatura, la rottura col suo ragazzo, la mancanza di senso di qualunque cosa). Torna leggera, cercando di lasciarsi dietro ogni cosa; in realtà cammina pesante del non detto, di quel che non riesce a rielaborare, del mare che le manca e in cui lei, campionessa di nuoto, non riesce più a entrare perché ci è annegato Cal. Il romanzo parla un capitolo per bocca di Rachel e uno per tramite di Henry, ma dentro ci trovate anche le storie delle loro famiglie, dei loro amici, lo splendido addomesticamento tra George, la sorella minore di Henry, e Martin, il nuovo commesso della libreria. Ci trovate la forza delle parole, di lettere singole o di epistolari nel tempo, di dediche e di discorsi fatti in testa che non si riesce a pronunciare. Ci trovate tante citazioni letterarie e consigli di lettura; una buona trama, credibile e densa; una riflessione veritiera sull’utilità delle parole e sull’importanza del dire.

Ah, il romanzo merita proprio, la copertina è tremenda. La piantate di mandare in libreria romanzi con copertine che pensiate strizzino l’occhio alle adolescenti? L’unico risultato che ottenete è una grafica orribile, una copertina banale visto il tasso di altre simili sugli scaffali delle librerie e pure che i lettori maschi manco ci si avvicinino. Questa è l’originale e valeva un bel po’ di più. Andava bene anche così.

Cath Crowley, Io e te come un romanzo (Valentina Zaffagnini), DeA 2017, 349 p., euro 14,90, ebook euro 6,99

Il postino dei messaggi in bottiglia

18 Ott

postino-dei-messaggi-in-bottigliaIl testo di Michelle Cuevas (“Le Avventure di Jacques Papier” De Agotini, Premio Andersen 2016 come miglior libro 9-12 anni) è sicuramente poetico, ma ancora più poesia e grazia le aggiunge il tratto di Erin Stead che rende materiche le sensazioni, le emozioni e i pensieri che attraversano il protagonista dell’albo, un postino a cui è affidato il compito di raccogliere i messaggi in bottiglia e consegnarli ai destinatari. Ha lo sguardo malinconico e perso di chi gioca a carte in solitario davanti a una sedia vuota, ha le spalle un po’ curve anche quando guarda verso l’alto, ha la cura dei gesti di chi sa fare bene il suo mestiere mettendoci passione.

Quando pesca un invito ad una festa senza altro riferimento si dà da fare per trovare chi riconosca la calligrafia: interroga grandi e bambini, gabbiani e musicisti senza venirne a capo. Poi decide di presentarsi alla festa per scusarsi con chi l’ha organizzata di non aver saputo trovare il suo invitato. Con una manciata delle sue conchiglie preferite, ovviamente, perché non si va mica a mani vuote. Alla fine della serata, il postino avrà la bocca piena di torta e il cuore colmo fino all’orlo: straborderà come succede quando la gioia vera, quella che arriva coi piccoli gesti, ci fa pieni . Succede che esca in piccole lacrime di commozione oppure che costringa a rimanere un poco a bocca aperta, come di fronte all’essenziale bellezza di questo albo.

Il sito dell’autrice. Il sito dell’illustratrice.

Michelle Cuevas – ill. Erin E. Stead, Il postino dei messaggi in bottiglia (trad. di Cristina Brambilla), Babalibri 2016, 40 p., euro 13,50

Sarò io la tua fortuna

1 Set

fortuna

Cresce, in questi mesi di anniversario, il numero delle narrazioni per ragazzi ambientate ai tempi della Prima Guerra Mondiale. Tra le tante proposte, come già detto in precedenti recensioni, è possibile trovarne di davvero buone e soprattutto, molto importante, che affrontano aspetti diversi di quel periodo storico, contribuendo così a dare ai lettori molteplici tasselli che possono formare un quadro ricco e più completo, specie sulla vita quotidiana, sulla società, su come si vivesse e si faticasse non solo al fronte.

Il romanzo di Frescura e Tomatis si caratterizza da un lato per i molti particolari e riferimenti anche curiosi che possono solleticare chi legge ad approfondire e a cercare altre notizie: sono citate Maria Plozner e le portatrici carniche che trasportavano nelle gerle munizioni e rifornimenti dalle retrovie alla prima linea; si parla dei moti per il pane a Torino nel 1917, della propaganda a scuola, e ancora strofe di canzoni dell’epoca,  Il cuore di Pinocchio rivisitazione del romanzo di Collodi piegata a lodare il sacrificio dei mutilati di guerra, l’eutrofina (cercate on line qualche immagine che reclamizzi il ricostituente dell’epoca!). Dall’altro il romanzo si dipana sul filo del carteggio tra il fronte e le famiglie, riportando il testo di molte lettere inviate a casa dai soldati e riprendendo il tema della censura ufficiale, ma anche quella dei singoli che non scrivevano la verità quasi a voler proteggere i genitori o le mogli e i figli che avrebbero letto; gli epistolari sono una forma di lettura coinvolgente, che fa sentire vicine le persone vissute in altre epoche e allora le lettere immaginate in questo volume possono essere l’occasione di riprenderne altre reali scritte in occasioni più o meno tragiche.

La vicenda narra di Rigo, già orfano dei genitori, che perde anche gli zii con cui vive quando una bomba caduta sulla loro cascina li uccide. Nel giorno del suo quattordicesimo compleanno, il ragazzo friulano si trova senza nulla e viene preso sotto l’ala protettrice da un soldato di nome Toni che lo convince a impiegarsi a servizio dell’esercito per due lire al giorno, evitando così l’orfanotrofio. Siccome sa leggere e scrivere, Rigo diventa il tuttofare dell’ospedale militare delle retrovie, dove conosce gli orrori e le mutilazioni della guerra, e dove aiuta i soldati analfabeti a scrivere a casa. Conosce Fortuna, che fa spettacoli di burattini con lo zio, e con cui intreccia un legame di amicizia, innamorandosene pian piano. Alla morte di Toni, i due ragazzi decidono di lasciare il fronte per cercare di recapitare l’ultima lettera alla famiglia del soldato, come da sue disposizioni. Prima i dintorni friulani, poi il viaggio verso Torino, il ferimento di Fortuna, la ripresa di una vita diversa e la scoperta della verità sul padre di Rigo, da lui mai conosciuto.

Il testo ha il pregio di farsi forte della documentazione storica su cui si appoggia, che rende particolarmente vivo il racconto agli occhi del lettore, fornendogli appunto un quadro a tutto tondo della realtà dell’epoca: il fronte, le città, le campagne, i soldati, i poveri e i ricchi. Tra le tante scene, quella in cui Rigo insegna a Toni a leggere basandosi sui nomi dei soldati morti, scritti sulle croci del cimitero di guerra è senza dubbio di particolare dolorosa bellezza.

L’illustrazione di copertina è di Sonia Maria Luce Possentini.

Loredana Frescura – Marco Tomatis, Sarò io la tua Fortuna, Giunti 2015, 213 p., euro 10, ebook euro 6,99