Vi ricordate Fiato sospeso, quel fumetto che in modo delicato e profondo racconta com’è crescere? Ecco, i suoi autori tornano con una storia che ancora ha a che fare con lo sport, l’amicizia, il crescere. Lisa, la protagonista, può essere una parente di Olivia a suo modo, un po’ le somiglia e gli echi della storia di una tornano in quella dell’altra. Lisa non fa nuoto, ma karate e vive in un paese sul lago, in una di quelle condizioni particolari per cui il tuo mondo si popola durante le vancanze e per il resto dell’anno vivi comunque nel campeggio di cui tua madre gestisce il chiosco, anche se l’atmosfera è ben diversa. Lisa fa karate appunto e i suoi principi accompagnano i capitoli del libro, un principio un capitolo; ha una dirimpettaia di nome Rima, di origine indiana, che l’ha eletta a migliore amica e che a volte forse le dà fastidio (è più piccola, è chiacchierona, vede anche quel che Lisa non vuole vedere). Poi c’è l’intorno: un capriolo che pare molti abbiano avvistato; un uomo che annuncia ogni giorno la prossima fine del mondo, un altro che gira con grandi cani neri. E ancora c’è Ale, l’amico inseparabile di quando era bambina, andato via improvvisamente quattro anni prima. Ora Ale torna e torna al vecchio progetto comune di costruire una zattera, anche se quello che cerca è il tentativo di far pace col grande segreto della sua famiglia, con quel che anche Lisa scopre.
Ci sono ragazzi che cercano, in questo fumetto, e adulti che a modo loro vegliano e indicano, anche quando non fanno parte della cerchia della famiglia, ma piuttosto della cornice che possiamo definire familiare perché è quella che la protagonista vede e incontra ogni giorno. Ci sono molte persone in questo libro che portano il peso di segreti, delle tragedie della vita, della fatica di crescere e di trovare se stessi. Ma l’unico modo di ripartire è – come sempre – la verità: andarle incontro, scoprirla, dirla ad alta voce.
Silvia Vecchini – Sualzo, 21 giorni alla fine del mondo, Il Castoro 2019, 205 p., euro 15,50
Commenti recenti