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Questo (non) è un leone

23 Giu

Poetico, commovente, originale. Un albo illustrato che in poche pagine trasporta i piccoli lettori nei territori della poesia e della riflessione filosofica, riuscendo a farlo mantenendo una trama coinvolgente, con momenti di autentica suspense.

Conosciamo Leonard, un leone gentile, diverso dal resto del branco, un leone speciale che “a volte pensa a cose importanti, a volte sogna a occhi aperti”. La solitudine non è un peso, la diversità, all’inizio, non è percepita come un ostacolo. Poi arriva Marianna, una papera poetessa, con la quale condividere momenti speciali e dare inizio ad un’amicizia intensa. Nascono composizioni poetiche, il rapporto si fa sempre più intenso, fino alle notti trascorse insieme, ad aspettare di vedere le stelle cadenti.

Gli altri leoni cercano di interrompere questo sodalizio, insistendo sulla natura selvaggia ed aggressiva del loro simile. Ma saranno proprio le parole in versi, una poesia composta insieme a Marianna, che faranno ricredere il branco. Abbandonati stereotipi e pregiudizi, ognuno sarà libero di percorrere il proprio cammino, di manifestare la propria indole, di sentirsi se stesso.

Come dice giustamente la dedica finale “questo libro è per quelli che sognano a occhi aperti e per quelli che pensano con la propria testa”. Adatta sia per la lettura individuale che per quella considiva ad alta voce, la storia di Leonard piacerà a tutto il “branco” di bambine e bambini.

Ed Vere, Questo (non) è un leone (trad. di Giulia Genovesi), Terre di Mezzo 2019, 32 p., euro 15

Un regalo per Nino

31 Mag

Un albo nato in Spagna dalla collaborazione di una scrittrice e un illustratore italiani, che anche nella vita sono una coppia.
Il protagonista è un papà single, Antonio, detto Nino, postino di un quartiere di Barcellona. Tutti lo conoscono, animali compresi, mentre sfreccia sulla sua bicicletta rossa; tutti apprezzano una sua qualità speciale, quella di portarsi dietro il buon umore, come fosse un cane al guinzaglio, e di contagiare gli altri.
Nino ha un desiderio grande, molto umano, all’apparenza irrealizzabile perché vive da solo: una bambina, una figlia che lo aspetta a casa, per giocare e divertirsi insieme.
Quasi rassegnato, senza mai abbandonare il buonumore, un pomeriggio Nino comincia a notare che gli animali della Gran Via si comportano in modo ambiguo ed elusivo; il gabbiano, il cane, la nutria e perfino l’asinello trasportano dei regali per una misteriosa bambina che dovrebbe abitare nel palazzo di Nino. Lui non la conosce e di certo non capisce la natura di quegli strani omaggi, parti del corpo. Una sera, rientrato a casa troverà un regalo inaspettato, un regalo che non si compra da nessuna parte, ma si costruisce, giorno per giorno, mettendo insieme un pezzettino alla volta.
Con la sua bambina in braccio uscirà nella notte per ringraziare tutti gli animali; non li troverà ad aspettarlo perché si sono allontanati, discreti come prima, per osservare da lontano la sua immensa felicità. Resta, nell’ultima pagina, una piccola finestra con la luce accesa, in lontananza; in primo piano l’asino, il gabbiano, il cane e la nutria che, a modo loro, sorridono.

Lilith Moscon – Francesco Chiacchio, Un regalo per Nino, Libri Volanti 2019, 42 p., euro 16

Un giorno perfetto

28 Apr

Smith, vincitore della Caldecott Honor Book torna in Italia con una albo illustrato di rara bellezza, a regalarci una storia tanto semplice quanto ricca di raffinata ironia.
Ci sono Cane, Gatto, Uccellino e Scoiattolo; ciascuno di loro sta per assaporare la gioia piena e spensierata, quella che si vive solo in certe giornate speciali. Gatto assapora il calore del sole; Cane può giocare con l’acqua della piscina che un umano premuroso ha riempito; Uccellino becchetta i semi preparati per lui; Scoiattolo, un po’ più goffo degli altri, riceve ugualmente una gustosa pannocchia.
Il sole splende in cielo e le illustrazioni,magistralmente, riescono anche a farci respirare una calda aria di primavera. Tutto è immobile, perfetto, quasi bucolico finché l’arrivo inaspettato di un bestione peloso invade la quiete. Il libro cambia ritmo narrativo, le illustrazioni rendono bene il movimento, lo sconquasso e il fuggi fuggi che l’orso porta con sé.
Albo divertente e molto delicato, si presta bene anche per la lettura animata.

Lane Smith, Un giorno perfetto (trad. di Mara Pace), Rizzoli 2018, 40 p., euro 16

La grande storia di un piccolo tratto

22 Lug

Il tratto inconfondibile di Serge Bloch (autore, tra gli altri de Il nemico e Io aspetto) ritorna in questo libro, che già nel titolo evoca la cifra stilistica dell’autore: scarno, essenziale, minimal eppure pienissimo di contenuti. Ritorna la grafica, ritorna la poesia, quella legata alla narrazione della quotidianità che si arricchisce di esperienze piccole, marginali eppure in grado di determinare l’esistenza di chi racconta.

Un bambino raccoglie un pezzettino di lapis, di filo o di legno, un materiale indefinito che è l’idea, l’ispirazione destinata a farlo crescere, accompagnarlo, renderlo migliore, forse. Sono l’ispirazione, la creatività, la fantasia che lo portano a scegliere, disegnare, cancellare, dare spazio all’immaginazione, insieme alla forza vitale che fa nascere amori, porta un’idea di famiglia, amicizie e condivisione di idee. Arte e vita che si intersecano e diventano inscindibili. Come se Bloch stesso ci stesse dicendo, scrivendo la sua autobiografia disegnata, che la vita senza l’arte è inconcepibile.

L’elemento centrale del libro è ancora una volta l’infanzia, che subisce la folgorazione creativa iniziale, senza la quale non esisterebbe l’adulto. E l’infanzia riprende il testimone con una nuova presenza, alla fine del libro, attraverso un passaggio di testimone, raccolto da una bambina.

Il libro è stato scritto nel 2014, oggi finalmente è arrivato in Italia. Fa parte della collana “Carrousel”, la piazza in cui sorge la piramide in vetro del Louvre e che, in origine, ospitava una grande giostra a cavalli. Obiettivo della casa editrice Clichy, attraverso questa collana, è quello di dare spazio ai migliori illustratori del mondo, scelti in base al carattere inconsueto o alla storia avvincente, per offrire ai giovani lettori un punto di vista diverso e originale sul mondo.

Il sito dell’autore. Dal libro è stata tratta un’applicazione per iOS e GooglePlay che permette di essere direttamente protagonisti, leggendo e disegnando, dando vita alla storia.

Serge Bloch, La grande storia di un piccolo tratto (trad. di Tommaso Gurrieri), Clichy, 2017, 88 p., euro 19

Tanti e diversi

23 Giu

Il sodalizio tra Nicola Davies ed Emily Sutton, vincitrici lo scorso anno del Premio Andersen con “Mini: il mondo invisibile dei microbi” nella sezione miglior libro di divulgazione, torna a regalarci un pregevole albo illustrato, dedicato alla natura e alla ricchezza delle specie viventi.

Con concetti scientifici chiari e illustrazioni che rendono il tutto visivamente indimenticabile, il libro si prefigge di descrivere la biodiversità sul nostro pianeta. Gli esseri viventi sono tanti e diversissimi, giganteschi o minuscoli, più o meno visibili, facili da osservare o irraggiungibili. La conta attuale annovera circa due milioni di specie ma si ipotizza possano essercene molti ancora da scoprire e studiare. Di contro, un numero elevato di piante e animali esistenti in passato, si sono già estinti, alcuni per cause naturali ma per lo più a seguito delle azioni umane. Il massaggio finale insiste sull’importanza del preservare l’ambiente, l’ecosistema e l’equilibro biologico, dal quale dipendiamo noi tutti.

Le immagini che accompagnano il testo sono ricchissime di dettagli, particolari, sfumature di colore che rendono le piante e gli animali descritti veri quadri realisti. Indimenticabile la tavola che riproduce gli animali estinti, come se si trattasse della vetrina di un vecchio museo di storia naturale, che ospitava gli animali imbalsamati con intenti classificatori.

Il sito dell’autrice. Il sito dell’illustratrice.

Nicola Davies – ill. Emily Sutton, Tanti e diversi. La varietà di vita sulla Terra (trad. di Beatrice Masini), Editoriale Scienza 21017, 40 p., euro 13,90

Vagabonde

5 Mag

Vagabonde Libro che fin dal titolo è un invito all’avventura. Vaga-bonde, piccola guida pratica per esploratori botanici, si rivolge ai bambini con suggestioni tra scienza e storia, con l’interesse per la conoscenza a fare da filo conduttore.

L’albo si propone di indagare le piante pioniere, comunemente definite “erbacce” che crescono ai margini degli ambienti urbani, insinuandosi, poco apprezzate, tra crepe e fessure, anche in luoghi poco ospitali. Ognuna è presentata da una tavola con il nome scientifico di appartenenza e ne sono indagate caratteristiche, comportamento e alcune curiosità storiche, mitologiche, aneddotiche o culinarie. Per ciascuna è sottolineato un aspetto nobilitante o curioso, con il vantaggio di rendere tutta l’opera affascinante, non un semplice elenco ma un insieme di spunti che aprono la riflessione a posteriori sui concetti di bello, utile, banale, scontato, imprevedibile.

L’invito rivolto ai bambini è di attrezzarsi per vivere un’autentica avventura da esploratori in città per cogliere aspetti insoliti della natura proprio lì dove sono meno evidenti. Per conoscere, scoprire e magari classificare in un erbario piante che tutti i giorni vediamo, piante non nobili e dalla storia curiosa, che non troveremo in un negozio di fiori, ma per strada, a ridosso di un muro.

Il libro fa parte della collana PiNo, Piccoli Naturalisti Osservatori, e segue l’apprezzato Sei zampe e poco più, scritto e illustrato da Geena Forrest, edito lo scorso anno.

Marianna Merisi, Vagabonde. Una guida pratica per piccoli esploratori botanici, Topipittori 2017, 32 p., euro 14

Una storia che cresce

28 Feb

una-storia-che-cresce_Un bambino, un cucciolo di cane, tanti pulcini e una giovane mamma sono i protagonisti di questo albo illustrato che ripercorre il passare delle stagioni non con intento didattico, ma regalandoci poesia e meraviglia.
Il libro è anche il racconto di un rapporto tra un genitore e un bambino che sta tentando di conquistare una prima autonomia e per questo ha bisogno di conferme e di sicurezza, di contatto ma anche di solitudine, o di un dialogo muto con il suo cane.
Ruth Krauss, scrittrice statunitense che vanta tra le sue collaborazione quella con Maurice Sendak, ha scritto questa storia nel lontano 1947, con il titolo The Growing Story.
Nonostante siano passati settant’anni, la freschezza di questo racconto rimane intatta, le domande dei bambini, oggi come allora, nascono dalle osservazioni del mondo esterno ma assumono una valenza psicologica profonda, accompagnandosi, come un mantra, allo scorrere del tempo.
Sul finale, le risposte arrivano da sole, come una sorpresa inaspettata e una gioia che esplode in mille capriole.
Le illustrazioni di Helen Oxenbury hanno il merito di seguire la storia passo passo, come un reportage, ma anche di farci vedere quello che non è scritto, nei piccoli dettagli ricercati con cura, nei paesaggi, negli animali, negli sguardi e nei gesti.

Ruth Krauss – Helen Oxenbury, Una storia che cresce (trad. di Alice Pascutti), Il Castoro 2017, 40 p., euro 13,50

Una cosa difficile

22 Lug

una cosa difficileNoi piccoli degli anni Ottanta abbiamo avuto a che fare con macchine giocattolo in pura plastica, a cui succedeva spesso di perdere una ruota o due. Esteticamente non erano un granché, ma ci hanno permesso di esplorare il mondo, cortili e parcheggi, per chi viveva in città o campi assolati nei paesi in provincia.
Un amarcord forte, poetico è quello che mi ha acceso questo senza parole di profonda bellezza, pensato da Silvia Vecchini e illustrato da Sualzo, un sodalizio felice che ci ha già regalato ottimi libri.
Pochissimi elementi in questa narrazione: un paesaggio, due protagonisti, un oggetto da mettere a fuoco, destinato alla centralità narrativa. Prima oggetto stridente, lanciato da fuori, rimbalza per terra.
Più avanti, ecco il primo protagonista: un cane umanizzato, anzi un bambino. Incerto sul da farsi, si china finalmente per raccogliere l’oggetto misterioso. Lo tiene in mano, solo in mezzo al campo. Poi si incammina.
La strada diventa salita, il campo una montagna da scalare a fatica. Sulla cima, il cane bambino raggiunge l’amico. E’ di spalle, riflette su quanto accaduto prima che la narrazione incominciasse. Adesso è di fronte a noi, e ci accorgiamo che piange. Più in basso, la macchinina senza la ruota. Senza l’oggetto recuperato e riportato lassù.
Una sola parola campeggia in tutta la storia, semplice e difficilissima da pronunciare: “Scusa”. Insieme si può aggiustare tutto, ricucire lo strappo e salire insieme sulla macchina per nuove avventure.
Si scende a perdifiato per una dolce collina, adesso, non più un’aspra montagna. Il vento accarezza l’erba, l’infanzia torna ed essere spensierata, l’amicizia resa più forte da un’incomprensione risolta.
Sul suo blog  Silvia Vecchini ci racconta come è nato il libro, offrendoci anche interessanti spunti su come proporlo ad un gruppo di bambini, lasciando poi spazio alle loro interpretazioni attraverso il disegno. Qui trovate le poesie disegnate e qui un blog di Sualzo.

Silvia Vecchini – Sualzo, Una cosa difficile, Bao Publishing 2016, 48 p., euro 13

Il sogno di Youssef

30 Apr

YOUSSEF coverAspettavo da tempo un libro così, meraviglioso e toccante già nella dedica iniziale: “A tutti i bambini che scappano dai buchi neri delle guerre dei grandi. Ai loro sogni appesi tra cielo, terra e mare”. Basterebbe solo questo, forse. Ma Isabella Paglia ci regala un testo poetico, prima duro e poi dolce, più rarefatto nella parte finale. Lo accompagnano illustrazioni bellissime, nel racconto di un dettaglio dove si condensa la disperazione, nella coralità di eventi più grandi che i bambini subiscono senza comprendere.

È un libro per i nostri piccoli, certo. Ma non lascerei al riparo gli adulti, bisognosi, loro sì, di una “storia” reale per tornare a commuoversi.

Già sotto il titolo, pagina iniziale, il dettaglio di una ciabattina da bimba, come le tante, troppe, viste al tg, nella cronaca dell’ennesimo naufragio. L’amicizia tra due bambini, interrotta dalla guerra e dalla partenza di lei. Maryam e Youssef, sognatori di mare e avventure. Il mare lo vedono la prima volta quando arriva a separarli. Sebbene abbia il ritmo di una ninna nanna, non è benevolo, ma misterioso e scuro.Per chi resta cadono le bombe, portando lutti e disperazione. Di Maryam non si sa più nulla, ma Youssef coltiva ogni giorno il sogno di riabbracciarla. Da qui in avanti il libro abbandona la cronaca e diventa una favola, irreale, certamente, un sogno con un risveglio in cui i desideri si avverano.

L’immagine dell’abbraccio alla conclusione del libro dovrebbe campeggiare in ogni scuola, biblioteca, asilo. Semplicemente due bimbi che si stringono, dopo aver visto l’inferno. L’empatia più vera, quella che si è persa tra burocrazie, calcoli di quote, costruzione di muri.

Il sito di Isabella Paglia; il blog di Sonia ML Possentini.

Isabella Paglia – ill. Sonia MariaLuce Possentini, Il sogno di Youssef, Camelozampa 2016, 32 p., euro 15

L’undicesimo passo

21 Feb

undicesimo passoSul sito Libri Calzalunghe è uscito di recente un interessante articolo nel quale Francesca Tamberlani ci presenta libri per bambini in cui la storia non è a lieto fine. Lo ha intitolato Finali shock, passando in rassegna alcuni albi per piccoli (anche per piccolissimi: uno per tutti Apri la gabbia! di Minibombo).

A questo elenco potremmo senz’altro aggiungere “L’undicesimo passo”, uscito di recente per Valentina Edizioni, con la precisazione che non si tratta di un finale shock, ma di un finale malinconico, in cui – almeno noi adulti – siamo in attesa di una svolta, di una bella notizia che invece non arriva.

Prima di scrivere queste righe avrei dovuto, forse, leggerlo con mia figlia e vedere la sua reazione. E invece la sfida è questa: ve lo propongo senza averlo ancora mai letto insieme ai bimbi; tuttavia credo sarà un libro capace di coinvolgere, emozionare e lasciare qualcosa dietro di sé. Una riflessione, un pensiero, un sassolino nel cuore.

La storia è tutta rinchiusa nel confine stretto di uno zoo, uno zoo reale, meno poetico di quello che ci ha fatto conoscere Amos Perbacco (Stead, Il raffreddore di Amos Perbacco, Babalibri). Qui una leonessa partorisce il suo cucciolo. Il piccolo cresce, e cresce felice ma muovendosi dentro la gabbia capisce presto che lo spazio è piccolo, solo dieci passi da un capo all’altro. All’undicesimo passo il suo musetto sbatte contro le sbarre. Con i bambini visitatori il leoncino stabilisce un rapporto privilegiato. Il guardiano porta cibo a lui e alla sua mamma e un giorno dimentica la gabbia aperta: grande occasione per conquistare la libertà, e invece il leoncino “non andò oltre. Aveva fatto i suoi soliti dieci passi e nessuno gli aveva mai insegnato a compiere l’undicesimo”. Iniziano le ricerche, si moltiplicano ipotesi su dove possa essersi nascosto. Alcuni sono presi dal panico, altri gioiscono per la fuga dell’amico, pensando alle mille avventure che lo aspettano. Lui, semplicemente, si è addormentato, ignaro di tutto, all’ombra di un cespuglio appartato. Non è andato oltre il decimo passo, non conosce l’undicesimo. E quando il guardiano porta il cibo agli altri ospiti, anche il leoncino si sveglia, attratto dal profumo. Torna nella sua gabbia. Crescerà e avrà dei piccoli. Anche loro, in gabbia, conteranno i passi, mai più di dieci.

L’ultima pagina ci lascia una piccola speranza, una bella metafora sul futuro, in mano (e qui nelle zampe) dei più piccoli. La storia finisce ma il finale è aperto, si può partire per una nuova avventura, fantasticando insieme su cosa succederà al leoncino più piccolo. Avrà il coraggio che agli altri è mancato?Il libro è frutto della collaborazione della casa editrice Valentina con alcuni editori per bambini iraniani. E’ stato pubblicato in lingua farsi nel 2010 e oggi è arrivato in Italia.

Sousan Taghdis, Ali Reza Goldouzian, L’undicesimo passo.  Valentina Edizioni, 2016, 28 p., euro 12