Nuovo romanzo della svedese Jackert, sempre ambientato nel quartiere dell’Obse come il precedente. Questa volta la protagonista è un’undicenne informatissima e cosncia dei pericoli che possono esserci in giro: nel cibo, per strada, nelle persone. Ti possono rapire, fare a pezzi, puoi essere investito, cadere, sbattere la testa, respirare aria inquinata, mangiare cibo avvelenato… Majken conosce le percentuali e le probabilità di una sacco di catastrofi, sfighe e tragedie che possono capitare a chiunque in qualunque momento; le anota sul diario, ritaglia trafiletti di giornali, controlla i germi, non mangia fuori casa, non accetta cibo da sconosciuti, tiene alla larga compagni e potenziali amici e assilla la mamma per andare a vivere in campagna. Ovviamente tutte questa maniacali manie che la fanno risultare a tratti insostenibile e insopportabile hanno una causa e una motivazione precisa e servirà un cane, brutto e puzzolente, in affido per qualche settimana dal canile a far sì che cominci ad aprirsi al mondo, a parlare con estranei (una vecchietta senza dentiera, un ometto con un occhio di vetro, ma anche un suo compagno di scuola), a capire di aver paura del passato più che del futuro e trasformi l’estate in una possibilità.
Ovviamente il fatto che questo libro parli di cose come l’interno di una vagina (è importante sapere come siamo fatti dentro, sentenzia la protagonista) e si chiuda con l’esimia, sorridente frase “Che estate di merda”, ce lo fa apprezzare particolarmente. Viene dal nord, oviamente, e ben venga!
La copertina è di Alessandro Baronciani. Libro ad alta leggibilità.
Cilla Jackert, le catastrofi del giorno (trad. di Samanta K. Milton Knowles), Camelozampa 2020, 176 p., euro 11,90
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