Tag Archives: parità di genere

Doppio passo

15 Dic

DOPPIO-PASSOLa casa editrice Sinnos continua nel racconto grafico non banale di donne che hanno segnato la storia e hanno rivendicato il loro posto con la testimonianza delle proprie azioni e delle proprie capacità. Tocca questa volta a Lily Parr che nell’Inghilterra degli anni ’20 comincia una brillante carriera calcistica raggiungendo livelli di prestazioni e numeri di gol eguagliati nella storia solo da celebrati campioni maschi come Pelè e la cui bravura si infrange sulla decisione della Federazione inglese di calcio di vietare alle squadre di donne di giocare sui propri campi, nel tentativo di frenare la grande popolarità del calcio femminile che raggiungeva una vasta partecipazione di pubblico (divieto per altro rimasto in vigore fino al 1978). 

L’inizio della sua carriera viene raccontato attraverso la figura di un ragazzino, Martin, ultimo di sei fratelli, negato per il calcio a cui lo costringono a giocare la domenica e che scopre un giorno la braura di quella ragazzina che gli somiglia un po’ e da cui si fa di nascosto sostituire. In questo modo la grafich novel dà testimonianza anche di un’epoca storica, delle famiglie operaie, delle loro case e dei loro quartieri, della rivendicazione dei diritti di uguaglianza tra i sessi. 

Se poi avete voglia, sempre in tema calcio, di dare un’altra bella testimonianza delle differenze storiche – in questo caso tra classi sociali – che hanno segnato la sua storia, sempre in Inghilterra, la serie The English Game è lì su Netflix. 

Alice Keller – Veronica Truttero, Doppio passo, Sinnos 2020, 96 p., euro 13

La ragazza con le scarpe di tela

22 Set

Ho letto questo libro tempo fa per un editore che voleva valutare la possibilità di pubblicarlo in italiano e che poi scelse di non farlo. Sono felice che questo romanzo arrivi al pubblico italiano perché penso che la scrittura di Annelise Heurtier sia coinvolgente, un’autrice da tenere d’occhio; solitamente si appoggia a fatti storici e ne parla senza compiacenza, senza cadere nel didascalico, con il risultato di romanzi storici onesti e di qualità.

Forse il libro potrà sembrare meno pregnante del precedente L’età dei sogni; è vero, ci sono molti riferimenti all’attualità francese e non solo degli anni Sessanta e qualche riferimento sconosciuto ai lettori, mentre per altri si è cercato di ovviare inserendo delle note, ma è il personaggio principale che focalizza l’attenzione e ancora una volta è una ragazza che si confronta col mondo, desiderosa di essere se stessa, libera e combattiva. Catherine ha quindici anni e vive nella periferia parigina, abbastanza lontano da non conoscere troppo la città, da essere già campagna. Vive con i genitori e sei fratelli, una famiglia operaia di origine modesta, e frequenta il liceo grazie a una borsa di studio. Subito è chiaro il contasto di classe con le compagne, da cui il fratello le mette in guardia, ma lei comunque non si sente ai margini: tutte sono accomunate dal desiderio di mostrarsi grandi e di saperne di più (del proprio corpo, del sesso opposto, del sesso, del mondo). Quasi per caso, Catherine scopre di amare la corsa, di essere molto veloce, ma di amare soprattutto il senso di libertà che prova correndo. Comincia a dedicarsi di nascosto a uno sport che molti giudicano pericoloso per una ragazza, di certo inadatto. E intanto, facendo da baby-sitter ai bambini di una ricca famiglia parigina che lì possiede la casa di campagna, scruta il mondo che cambia: si è alla vigilia del ’68 e molto – la musica, le riviste, le vignette satiriche, le ventate di notizie dalle università parigine – dicono della voglia di cambiamento nell’aria.

Una figura la sosterrà e la incoraggerà a essere libera, fiera e ad assumersi le proprie scelte: Simone Pichenaud che, a dispetto del marito, prende la patente, fa di testa sua, le spiega quel che per Catherine è sconosciuto e l’accompagna persino alla sfida che la definirà come una “ragazza d’aprile”: in anticipo sul maggio ’68 Catherine sfida tutti e si iscrive a una gara di corsa, da cui verrà squalificata in quanto donna. Ma in cui correrà fiera, con la chioma al vento, senza nascondersi, spalleggiata da alcuni compagni di allenamento che non hanno fatto problemi di genere.

Un bell’affresco della società di fine anni Sessanta raccontata attrvaerso la quotidianità.

Annelise Heurtier, La ragazza con le scarpe di tela (trad. di Ilaria Piperno), Gallucci 2020, 209 p., euro 13,50, ebook euro 6,99

L’impavida Aurora e la sfida delle principesse

26 Mag

Impavida-AuroraHo letto le avventure di Aurora in francese un po’ di tempo fa perché sembrava potesse arrivare in Italia, non se ne fece nulla allora, ma sono ben felice adesso che un editore italiano abbia permesso a Veronica di cavalcare oltre le Alpi. Terre di Mezzo continua – dopo Dory e Cane Puzzone – nella felice scelta di pubblicare libri di giuste misure per “lettori di mezzo”, quelli tra i 7 e i 9 anni che a volte – un po’ come i fratellini o le sorelline di mezzo in famiglia – sono stati un po’ bistrattati dall’editoria. Anche questa volta il testo è accompagnato dalle illustrazioni e contiene due storie che vedono l’eroina alle prese con due problemi da risolvere: un principe e un diavolo. Esilarante epica cavalleresca (del resto un Sylvander ai testi e un Perceval alle illustrazioni non vi fanno subito pensare a cappa e spada?) la cui eroina, l’intrepida Beatrice che diventa in italiano l’impavida Aurora, è una ragazzina sprezzante del pericolo, specializzata in “raddrizzamento torti”, libera come l’aria e ovviamente contro ogni stereotipo. Non cerca principi azzurri, ma piuttosto draghi da sconfiggere; non eccelle nel ricamo, ma prepara dei super panini; danza con la grazia di un’incudine, ma possiede un ampio vocabolario.

Qui è alle prese con un principe che non stacca gli occhi dai videogiochi e con il diavolo che lei ribattezza subito Gianvito togliendogli gni velleità luciferina; si dimostra abile a domare una insopportabile marmaglia di ragazzini, ma del resto ha sette fratellini e sa che a volte bisogna metter da parte il cuore tenero. Conquisterà i lettori e li accompagnerà – grazie alla buona traduzione – in un universo di parole scelte con cura, di cui magari impareranno il significato: lei del resto sa bene che le parole sono importanti, e ancora di più il modo in cui le si pronuncia.

Indomabile, impavida, imperdibile Aurora (così adorabilmente politically incorrect: come potevo non amare una ragazzina che fa ottimo paté con le anatre della zia?!).

Matthieu Sylvander – Perceval barrier, L’impavida Aurora e la sfida delle principesse (trad. di Eleonora Armaroli), Terre di Mezzo 2020, 110 p., euro 12

Il romanzo di Artemide

24 Mar

Di questo romanzo non avevo scritto nulla sul blog perché ne ho preparato una recensione uscita sul numero di dicembre scorso di Andersen e a volte è difficile riuscire a dire in maniera diversa la stessa cosa, specie se, come in questo caso, non può che essere un alto elogio. Ci ritorno su adesso perché sto ascoltando questo feuilleton a puntate, letto dall’autrice: se vi va di ascoltare in francese, potete farlo anche voi visto che è tra l’offerta gratuita sull’applicazione Bayam e sul sito omonimo che gli editori Bayard e Milan riempono ogni giorno di nuovi contenuti relativi ai protagonisti dei libri e dei fumetti che bambini e ragazzi hanno apprezzato in cartaceo o in ebook (alcuni sono famigliari anche ai lettori italiani, come Ariol o Adele Crudele).

In questo formato risalta ancora di più la scelta che Szac aveva fatto già per un’altra sua opera, tradotta anch’essa in Italia da L’Ippocampo, “Le avventure di Ermes dio dei ladri”: scrivere perché si possa gustare letto ad alta voce e a puntate, che sono cento, precedute ciascuna da tre righe di riassunto della precedente.

Artemide è la dea della caccia e della natura, protettrice delle nascite e dell’adolescenza e proprio al lettore adolescente si rivolge l’autrice riprendendo la sua cifra di presentare al lettore personaggi liberi e forti. Ci sono temi di grande attualità sottesi alla narrazione spesso ironica: la parità di genere, gli stereotipi, la violenza sulle donne, l volonta di indipendenza e di libera scelta che Artemide rivendica per sé in un contesto che a una ragazza non concede nulla di simile.

Artemide è un’adolescente fiera, con la risposta pronta e arguta, che si sa più intelligente del fratello, che sa cosa vuole ma nel contempo ha paura di crescere e di non potersi realizzare in una società che è ovviamente penalizzante per una femmina. Brilla sulla pagina come nella migliore tradizione dei personaggi letterari femminili artefici del proprio destino e consapevoli della propria forza interiore quanto della debolezza del loro ruolo nella società perché donne. Questo romanzo è davvero da considerarsi tra le migliori uscite dello scorso anno, da consigliare e da far diventare un classico sempre presente nelle bibliografie.

Le illustrazioni sono di Olivia Sautreuil, un tratto quanto mai azzeccato per il testo che accompagna.

Muriel Szac – ill. Olivia Sautreuil, Il romanzo di Artemide (trad. di Fabrizio Ascari), L’Ippocampo ragazzi 2019, 304 p., euro 19,90

La formula esatta della rivoluzione

10 Gen

 

formula-esatta-rivoluzioneUna nuova collana di Libri Volanti, la parte ragazzi delle edizioni Istos, e curata da Teresa Porcella, dedicata alle rivoluzioni che hanno segnato nella storia importanti cambi di direzioni, siano esse dettate da nuove invenzioni, da personaggi imprescindibili o da cambiamenti sociali. L’idea è di raccontare questi momenti a chi sta facendo una propria rivoluzione, costruendo la propria identità in un momento di crescita e passaggio come l’adolescenza.

La prima uscita è dedicata alla Rivoluzione francese e alla figura di Antoine-Laurent de Lavoisier che, salvato dal padre del protagonista e nascosto per due anni nella soffitta della casa di un conciatore di pelli, riesce a proseguire i suoi studi e a pubblicare il “Trattato di chimica elementare”, primo testo moderno di chimica. La storia viene narrata attraverso la figura di Armand che diventa assistente dell’uomo nascosto in casa sua e lo aiuta negli esperimenti, imparando insieme alla giovane Pierrette e acquisendo così capacità di ricerca e desiderio di proseguire gli studi. Intorno a loro si descrive la Parigi rivoluzionaria, i cambiamenti sociali e le violenze degli anni successivi, la condanna alla ghigliottina di Lavoisier, ma anche la possibilità per i due ragazzi di proseguire – grazie alla generosità dello scienziato – gli studi a Londra.

Il libro insiste anche su alcune tematiche parallele, come quella della parità di genere: affiancare ad Armand la figura femminile di Pierrette significa poter riflettere sulla rivoluzione come possibilità di essere uguali, di poter studiare senza essere nobili, di poter aspirare a diventare medico anche se si è donna.

Le illustrazioni di Otto Gabos accompagnano tutto il testo, offrendo in alcuni casi suggestioni ulteriori dal punto di vista dei momenti rivoluzionari, dei cambiamenti sociali tra le strade di Parigi o sul fronte di Valmy.

Il sito di Fois. Il sito di Masala. Il sito di Gabos.

Marcello Fois – Alberto Masala – Otto Gabos, La formula esatta della rivoluzione, Istos Libri volanti 2016, 189 p., euro 14

Un compleanno nella giungla

24 Nov

compleanno-giunglaEcco il testo vincitore della terza edizione del Premio Narrare la Parità promosso dall’Associazione Woman To Be nell’intento di invitare a creare storie che ragionino sulla parità e sugli equilibri di genere, improntati sull’interscambiabilità dei ruoli, premiato poche settimane fa a Strasburgo, all’Istituto Italiano di Cultura. In pieno spirito quindi della collana Sottosopra di EDT Giralangolo di cui vi abbiamo più volte segnalato le diverse uscite, tutti albi illustrati che puntano a combattere gli stereotipi di genere.

In questo caso Beatrice – fresca di soffio sulle candeline dei suoi cinque anni – parte per un’avventura mettendosi di traverso a un luogo comune: chi l’ha detto che gli esploratori sian tutti maschi? Equipaggiata di tutto punto con binocolo, mappa, bussola, lente di ingrandimento e persino il pugnale di Sandokan, eccola partita: il giardino di casa si trasforma in una giungla, una lucertola in un serpente, il gatto in una tigre. E al compimento dell’impresa non può che essere felice come chiunque raggiunga l’obiettivo che si è prefissato.  Specie se puoi scegliere con libertà cosa vuoi fare, cosa vuoi essere.

Il blog dell’illustratrice e il suo portfolio.

Simona Miola – Daniela Volpari, Un compleanno nella giungla, Edt Giralangolo 2016, 28 p., euro 13,50

L’albero delle bugie

7 Set

albero-delle-bugieUn perfetto ritratto della società vittoriana e una straordinaria protagonista che non potrà non far pensare alla Calpurnia, amata da tanti lettori. Anche Faith ha una passione per le scienze e il desiderio di condividere col padre gli studi archeologici e la passione per i fossili, eppure ha imparato a nascondere la curiosità, l’intelligenza viva e quel che già sa sotto la maschera della brava bambina dalle buone maniere, quella che per caso su una spiaggia ha permesso il ritrovamento di un reperto eccellente che ha dato la fama al padre, il reverendo Sunderly. Ma Faith non è la bambina che tutti ricordano, sbiadita sullo sfondo del racconto di un ritrovamento scientifico, non è una comparsa casuale sulla scena della scienza: Faith è ormai una quattordicenne che non vede l’ora di indossare un corsetto da adulta, che osserva le persone intorno con la stessa efficacia e puntigliosità con cui si dedica alle scienze, che vorrebbe poter far vedere al mondo la propria intelligenza e i propri desideri di studiare. Invece è costretta costantemente a non stare al suo posto: confinata in salotto a bere il tè con le signore, mentre gli uomini fumano sigari e discutono di scoperte scientifiche; a bada del fratellino, quasi bambinaia e governante. Faith freme, soprattutto nel momento in cui la famiglia si trasferisce su un’isola in seguito a uno scandalo che ha coinvolto il padre e lei riesce ad arrivare a documenti e carte segreti; soprattutto nel momento in cui il padre muore e lei è l’unica a non credere al suicidio. Sarà la scoperta del tesoro paterno, un albero che si nutre di bugie per rivelare segreti a offrirle lo spunto per addentrarsi ancora di più nel mistero.

Un romanzo che difende i valori della parità tra generi, che offre una buona trama di mistero e un lato oscuro e fantastico rappresentato dall’albero, ma nel contempo porta il lettore ad affrontare temi importanti: innanzitutto la condizione della donna nella società dell’epoca, la considerazione dei suicidi, ma anche l’esplorazione di un mondo chiuso come può esserlo un gruppo di persone che vive nell’ambiente ristretto di una piccola isola, dove tutti si conoscono, dove i segreti corrono più velocemente che altrove, dove si tenta di nascondere il proprio passato o la propria natura quando essa non si adatta alle convenzioni del momento.  Per non dire del conflitto interiore che vive la protagonista nel suo voler compiacere il padre ad ogni costo per guadagnarsi un briciolo di affetto e di stima, ritratto non scontato di quanto di se stessi sia possibile soffocare per desiderio di essere amati. Un romanzo che offre senza dubbio una galleria di ritratti dell’umanità: della bassezza, della violenza psicologica, della cattiveria di cui possono essere capaci gli esseri umani, ma anche nel contempo della libertà e della capacità di volare alto che molti di loro vivono quotidianamente, senza paura di scontrarsi con stereotipi e giudizi altrui.

Il libro ha giustamente vinto lo scorso anno il Costa Book Award, primo romanzo per ragazzi a ricevere questo premio rivolto ad autori che statunitensi e irlandesi. La sua scrittura alta ci viene restituita in una traduzione  di grande qualità che penso restituisca appieno la complessità e la varietà lessicale utilizzata dall’autrice, la costruzione del marasma interiore della protagonista e insieme la ragnatela della trama che porta il lettore sempre più in profondità: gli scavi  che tanta parte hanno nel libro, lo scendere nelle viscere della terra, nelle gallerie e nei pozzi scavati per scoprire qualcosa di nuovo che viene dal passato rimandano in parallelo al percorso di Faith che scava non solo nella storia del padre e della famiglia, ma anche in se stessa, per portare alla luce la sua vera essenza e ribadire quanto vuole davvero essere se stessa sotto la luce del sole.

Il sito dell’autrice.

Frances Hardinge, L’albero delle bugie (trad. di Giuseppe Iacobaci con la collaborazione di Claudia Lionetti), Mondadori 2016, 415 p., euro 17, ebook euro 8,99

Ricker Racker Club

27 Giu

ricker racker clubFare parte di un club segreto può essere meraviglioso: permette di condividere mille avventure, danze e parole d’ordine  e di sentirsi coraggiosi accanto agli altri, quando magari da soli si ha fifa. Ogni club però ha le sue regole, in questo caso si richede di essere maschi e di fare una cosa incredibilmente coraggiosa o gentile almeno una volta alla settimana. Il club è stato fondato dai fratelli Max e Ollie, che imbarcano un nuovo membro – ovviamente maschio – ogni settimana, mentre alla loro amica Poppy è concesso farne parte solo al martedì.

L’albo segue le settimane di attività nel club, con un ritmo cadenzato, incalzante e in crescendo che vede arrivare nuovi protagonisti, apparire il temibile Lupo Sonnacchioso e fioccare azioni gentili da parte di Poppy, che ovviamente gli altri danno quasi per scontate. ma quando serve un intervento decisivo per salvare la tartaruga Albert, mascotte del club,  dalle grinfie del lupo, ecco che Poppy entra in azione e non importa se non è martedì. Così non solo viene ammessa nel club, ma nominata sua regina, per sempre.

L’albo, che dice di quanto siano sciocche certe posizioni contrapposte maschi-femmine e quanto lo siano altrettanto certe regole, si presta particolarmente per la lettura condivisa ad alta voce , coinvolgendo chi ascolta nel crescendo delle azioni, ma anche nell’atmosfera, grazie ai luoghi citati: il Fiume Spaccaossa, la Collina degli Ululati, , la Roccia del Coraggio, il Ponte Buccia di Banana e via così. Poi alla fine, mi raccomando, tutti a scatenarsi nell’allegra strampalata danza del Ricker Racker Club!

Il sito dell’illustratore.

Patrick Guest – Nathaniel Eckstrom,Ricker Racker Club (trad. di Anselmo Roveda), Edt Giralangolo, 42 p., euro 15

L’albo ha una copertina morbida, come anche l’altra nuova uscita Giralangolo illustrata da Benji Davies, con testo di Pamela Duncan Edwards: Povero Winston! segue le vicende di un cane che si sente sfortunatissimo e che ha una spina nella zampa, sicuramente la cosa peggiore che possa capitare. Lamentandosi in continuazione, non si accorge che tutti gli altri cani che incontra e a cui lo racconta sono messi molto peggio di lui.

Verdad

3 Mag

VerdadL’utopia è parte profonda di Verdad fin dalla sua infanzia, dalla sua storia familiare: sua madre ha vissuto a Monte Verità, la comune libertaria nata sul Lago Maggiore a inizio Novecento con l’ambizione di creare individui liberi, umanità nuova. Per la bambina quel luogo è un nome sul retro di una fotografia che la nonna dispera di non aver bruciato, ora che è sola in un villaggio dei Pirenei con quella nipote, figlia a suo dire del peccato. Ma l’utopia di un mondo più giusto e migliore sostiene Verdad anche nelle scelte adulte di combattere contro il franchismo nelle file delle Brigate Internazionali e successivamente, perso un braccio in un’azione e volta al peggio la guerra, di non fuggire in Francia, ma di restare, esiliata sulla montagna in una scelta solitaria dettata non solo da motivi politici quanto piuttosto dalla condizione fisica, dal sentirsi ai margini perché quello che conta agli occhi altrui è quel che non riesci a fare e non la fatica a fare qualsiasi cosa.

A poco più di vent’anni Verdad è una donna scavata che si condanna alla solitudine per poi trovare un barlume di speranza in un indirizzo conservato su un pezzo di carta; è una donna sceglie ancora, fedele alo spirito combattivo che le è stato trasmesso col sangue. La sua storia è narrata attraverso il segno di Lorena Canottiere che, da abbozzo di linee, dà corpo a persone e natura declinandosi nella scelta di poche cromie che perfettamente si adattano al contenuto del fumetto. Una narrazione che tocca la parte più intima della protagonista e la ribalta storica del suo Paese, che procede per ricordi e per rimandi: la ragazza racconta se stessa bambina, poi l’incontro con Enrique, il paese di origine, Barcellona, la guerra, la scelta della montagna; il tutto cucito attraverso una leggenda locale della sua valle, quella della vecchia volpe, una storia di predatori e prede esattamente come lo sono la sua storia personale e la Storia del suo Paese in quel preciso momento storico. Ma la figura della volpe, esattamente come la storia di Verdad, ricorda che c’è e resiste comunque chi non vuole credere che sia tutto inutile e che l’idea di un mondo migliore, più libero passa attraverso le singole scelte che una persona fa nel quotidiano più proprio come di fronte agli avvenimenti che la coinvolgono nella società.

Qui le undici tracce di Verdad, la bella colonna sonora a cura di Stefano Risso che potete ascoltare on line o scaricare per accompagnare la lettura.

A proposito di Monte Verità, oggi è visitabile la parte museale.

Il blog di Lorena Canottiere dove potete leggere le strisce di  ça pousse.

Lorena Canottiere, Verdad, Coconino Press – Fandango 2016, 157 p., euro 19

Eugenia l’ingegnosa

16 Mar

EUGENIALINGEGNOSAEugenia e il fratello Nicola sono incuriositi da un’isola apparsa nella nebbia e quasi scomparsa:  vivendo a loro volta su un’isola che rappresenta per assoluto il senso di isolamento (non si parte, nessuno arriva e lì c’è tutto il necessario, come sostengono gli adulti) sono affascinati dalla possibilità di un altrove vicino e diverso che li fa curiosi verso un lembo di terra che tutti da generazioni considerano quasi leggendario, al punto da averlo battezzato Isola di Nonsodove e averlo cancellato dalle mappe.  Ma i bambini sono più concreti e decidono di raggiungere l’isola e i suoi abitanti, creando un ponte non solo di amicizia e conoscenza, ma proprio un ponte fisico che permetta di passare da una parte all’altra.

A questo punto entra nel testo il secondo tema che sottilmente l’autrice affronta, quello della parità di genere e dei luoghi comuni per cui la manualità tecnica spetta ai maschi: qui è Eugenia ad ingegnarsi, a calcolare, a non perdersi d’animo nonostante il papà non pensi neanche a prestarle gli attrezzi, visto che è femmina.

Eugenia sogna di fare l’ingegnere e costruire un sacco di ponti: non a caso il libro è nato su iniziativa di un gruppo di donne svizzere che svolgono la professione di architetti ed ingegneri, per rimarcare l’uguale possibilità nelle professioni tecniche al di là del genere;  sul sito della loro associazione sono proposte diverse attività sul libro e una cronologia di eventi ad esso legati già avvenuti. Spunto per andare a dare un’occhiata a questo Espace des inventions dedicato ai bambini e alle loro famiglie, che ha sede a Losanna: nel 2016 ci si dedicherà in particolare al Medio Evo.

Anne Wilsdorf, Eugenia l’ingegnosa (trad. di Federico Appel), Sinnos 2016, 64 p., euro 8,50