Una storia che parte bene e poi un poco si perde, che per certi versi pare forse esagerata, che però dà un buon ritratto di una rappresentante della generazione dei nativi digitali. Infatti Tessa, la protagonista quindicenne, è una ragazza sempre connessa, tramite il suo computer e il suo iPhone, ma in realtà non vede l’ora di possedere un iPad.
“Pensa a cosa caricherebbe sull’iPad. Crea una nuova cartella, la chiama My iPad e comincia a riempirla: gli album di Jovanotti, Tiziano Ferro e Fabri Fibra, le foto della vacanza ad Alghero e quelle di classe. Si ferma. Sai le cose che ci potrebbe mettere, tutti i fumetti esistenti sulla faccia della Terra, i numeri di Girls, la trilogia di Stieg Larsson e poi telefonerebbe gratis con Viber, leggerebbe la posta anche a scuola, durante le lezioni più noiose, navigherebbe su Facebook, potrebbe perfino fare i compiti o scrivere il suo diario segreto, così – sogna – leggera, al bar, in piscina, al parco delle mimose, libera, senza fili, senza abbonamenti, senza costi da pagare, perché lei sa già quali applicazioni si scaricherebbe, sono tutte gratuite e le basterebbe succhiare un wireless da qualche parte” (p. 16)
Quindi Tessa non esita a barare sull’età e ad iscriversi a un concorso on line dove il premio in palio è proprio un iPad: è una caccia al tesoro virtuale dove le squadre sono formate in base al punteggio d’ingresso e le cui prove vengono comunicate via web, organizzata da 2BX che dice di credere nelle potenzialità del digitale e di voler aumentare le possibilità di interconnessione diretta e umana tra le persone. Tessa fa squadra con Kappa, una ragazza di vent’anni che si trova in qualche modo a proteggere e insieme ad accompagnare nel mondo quella ragazzina presa dal gioco, e con Yo, di cui ammira i graffiti sui muri della città e con cui scopre di condividere interessi e passioni, fino ad innamorarsene. Ma Yo non si fa mai trovare: non si presenta ai vari appuntamenti, ha mille scuse, ha una storia complicata.
Intorno la vita di Tessa: i suoi genitori, il fratello maggiore, l’amica Patrizia con cui – a seconda dei momenti – litiga o condivide tutto, Matteo che si interessa a lei, un professore sospeso perché fa leggere in classe il Satyricon di Petronio e i suoi studenti che organizzano un flash mob a suo sostegno. E i sogni, le paure, le bugie di una ragazzina che sta crescendo, infagottata in vestiti di taglie troppo grandi che nascondono chi è davvero fino a quando piano piano lo scopre.
Romanzo nato probabilmente per parlare di potenzialità e rischi della rete, è in realtà – come detto – un bel ritratto di una generazione che si dà appuntamento tramite WhatsApp, che organizza dei Reverse Shoplifting e dei flash mob, che scarica i sottotitoli dell’ultima puntata di Dexter, che crea eventi su Facebook, che si bombarda di sms, che organizza feste, che condivide musica emozioni viaggi, che ha bisogno di essere ascoltata, che sa stare con gli altri anche al di fuori della rete virtuale. Un romanzo che dovrebbero leggere tutti gli adulti che hanno a che fare con questi ragazzi, andando al di là della storia, e osservando invece i caratteri, i pensieri, i modi di essere.
Il sito dell’autrice.
Eugenia Romanelli, 2BX. Essere un’incognita, De Agostini 2012, 301 p., euro 9,90.
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