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Raccontami di un giorno perfetto

4 Giu

niven“Ecco, è profondo”, dice una giovane lettrice di questo romanzo e io penso che la profondità che lei evoca non è soltanto quella dei concetti e dei sentimenti espressi dai protagonisti della storia scritta da Jennifer Niven, ma anche la profondità fisica di un sacco in cui ci possono stare tante cose, tante sfumature, tanti rimandi come quelli che si ritrovano tra queste pagine. Comincio col dirvi che da questo luminoso libro è impossibile staccarsi, te lo porti dietro anche quando volti l’ultima pagina ed è probabilmente dai tempi di “Cercando Alaska” di Green che non leggevo un condensato di temi forti, scritto in maniera così vera e lieve da far tremare e far sentire l’onestà di chi scrive, per di più regalando ironia e facilità di lettura alle voci narranti che si alternano capitolo dopo capitolo.

Comincia tutto su un cornicione: quello su cui si ritrovano Theodore Finch, il matto della scuola, e Violet Markey, una delle allieve più popolari. Violet è l’inaspettato: alzare gli occhi e trovarsela davanti cambia immediatamente ogni prospettiva per Finch, abituato ad essere lui quello che scompagina le situazioni e crea l’imprevisto. Un segreto li lega quando tornano coi piedi a terra: Theo ha salvato Violet dal buttarsi di sotto, ma tutti credono l’esatto opposto e il ragazzo finisce per l’ennesima volta dal consulente scolastico, osservato speciale per i suoi pensieri di morte, le sue tante assenze da scuola. Nulla però riesce a dissuaderlo dal serrare Violet in una morsa che la riveli per quella che è veramente, oltre i brutti occhiali che si costringe ad indossare, oltre le circostanze attenuanti di cui si fregia a distanza di un anno dall’incidente in cui la sorella ha perso la vita mentre lei si è salvata.  Finch incastra Violet con un progetto scolastico che prevede la ricerca di tre meraviglie dell’Indiana, lo stato in cui vivono; le peregrinazioni dei due ragazzi toccheranno ben più di tre luoghi strampalati e meravigliosi, in un percorso alla scoperta dell’altro, in cui intuirsi, svelarsi, innamorarsi, cercare di comprendere anche quello che è difficile accettare.

Questo libro mescola temi come il suicidio, la violenza tra le mura di casa, i rapporti familiari e quelli tra amici e compagni di scuola, la malattia mentale e i disturbi come il bipolarismo, la riflessione sull’apparenza e sulla facilità di etichettare, il silenzio che annienta, la fatica di superare un dolore e di vivere da sopravvissuti. Lo fa con una grazia particolare: quella del considerare i lettori per cui è scritto degli interlocutori reali e di consegnare loro uno spaccato di vita in tutte le sue sfaccettature, quelle più leggere e quelle più taglienti. Leggendo ho pensato alla mia classe di liceo, al Theodore Finch che ha illuminato i nostri giorni, al silenzio assurdo degli adulti quando abbiamo trovato il suo banco vuoto, quasi che “se non si dice e non si vede, non esiste”. Ho pensato a cosa avrebbe significato poter leggere e condividere una storia come questa, potersi sentire meno soli grazie alle pagine di un libro e magari poterlo offrire in lettura proprio a quegli adulti che non avevano parole – né giuste né sbagliate – per dire.

Non può mancare questo libro nello scaffale giovani adulti della biblioteca, non può mancare nei percorsi e nei suggerimenti di lettura. Poi arriverà il film, già in lavorazione, e i ragazzi correranno a cercarlo; voi portatevi avanti perché merita. Punto e basta.

Il sito dell’autrice che in marzo ha incontrato i suoi lettori alla Biblioteca dei Ragazzi di Rozzano. On line potete ritrovare i blog ispirati a quelli di cui si parla nel libro: eleanorandviolet, che le due sorelle scrivevano insieme, e Germ, ispirato alle categorie scelte da Violet quando ricomincia a postare coinvolgendo altri compagni di scuola. Ecco l’ideale muro pieno di post-it di Finch. Sulla pagina dedicata sul sito dell’autrice potete trovare altre risorse tra cui le playslist dei protagonisti e guardate com’era aderente alla storia la copertina dell’edizione originale…

Jennifer Niven, Raccontami di un giorno perfetto (trad. di Simona Mambrini), De Agostini 2015, 400 p., euro 14,90, ebook euro 6,99

Oltre i limiti

27 Gen

Primo di una serie di quattro – per ora – libri autoconclusivi che riprendono le vicende di una gruppo di ragazzi che si ritrovano in ogni volume, questo libro è a prima vista ottimo pane per le ragazzine lettrici alla ricerca di edificanti storie d’amore e del resto, se date un’occhiata alle copertine dell’autrice, il pensiero non sarà smentito. Ancora una volta però ecco un libro che rischia di pagare i fraintendimenti e i pregiudizi che può suscitare un packaging che strizza l’occhio alle adolescenti. Per fortuna, a questo giro, l’edizione italiana limita i danni e ci offe un romanzo davvero coinvolgente che tiene il lettore appeso alle pagine, nonostante la mole. Innanzitutto è un libro scritto a due voci, una maschile e una femminile, che si alternano spesso riprendendo la vicenda dallo stesso attimo della fine del capitolo precedente, dandoci modo di vedere una serie di compresenze di punti di vista e di angolature che rendono tonda e completa la vicenda.

Le voci sono quelle di Echo e di Noah, entrambi prossimi al diploma e preceduti da una fama che non corrisponde al vero. Echo, reginetta della scuola e miglior allieva dei corsi di arte, torna in classe dopo due mesi da un incidente di cui nessuno sa nulla; è l’ombra di se stessa, schiva chiunque e indossa solo maglie con le maniche lunghe, il che porta tutti i compagni a crederla vittima di atti di autolesionismo e di tentato suicidio. Noah ha addosso il marchio del “cattivo ragazzo”: fumo, cattive compagnie, nessun risultato utile. In realtà, Echo non ricorda nulla dell’incidente che le è quasi costato la vita mentre era a casa della madre, bipolare in preda a un tentativo di suicidio, e piange il fratello marine morto in Afghanistan. Noah vive in una famiglia affidataria, dopo aver perso i genitori in un incendio, e cerca di non perdere i fratellini, adottati da una coppia che vive in città.

Echo ha bisogno di fare qualcosa che la distragga dal passato e dalle cicatrici del suo corpo, che le impegni la mente e la riporti alla realtà. Decide di guadagnarsi i soldi per aggiustare l’auto d’epoca del fratello e accetta la proposta della sua psicologa scolastica e dare ripetizioni a Noah. Uniti inizialmente dallo scopo di leggere i loro fascicoli e scoprire di più una sul proprio passato, l’altro sul futuro dei fratelli, i due intessono una rete che li porta a mettere a nudo l’uno di fronte all’altra le proprie cicatrici e le proprie rabbie.

Il libro è un crescendo, nella vicenda dei ragazzi, nella loro ricerca, nell’inevitabile storia d’amore che nasce, ma ha anche uno sguardo attento e realistico, non sempre edificante, sul crescere, sulle figure dei genitori, sull’amicizia in adolescenza, su quanto conti l’apparenza e l’appartenenza a un gruppo nell’ambiente scolastico, in cui si svolge praticamente tutto il romanzo.

Il sito dell’autrice.

Katie McGarry, Oltre i limiti (trad. di Alessia Fortunato), De Agostini 2014, 432 p., euro 14,90