Il mondo in cui vive Denton Little è in tutto e per tutto simile al nostro. Solo una cosa è diversa. Nel mondo di Denton appena nati si conosce già la data esatta della propria morte.
Il romanzo narra la vicenda degli ultimi giorni di Denton, giovane ragazzo americano, a cui restano solo più poche ore di vita. In questa realtà il funerale si svolge prima della morte, per dare modo al futuro defunto di congedarsi dagli amici e dai parenti e per festeggiare un’ultima volta insieme. Il giorno della propria morte lo si trascorre in casa, in attesa dell’inevitabile.
Denton ci racconta in prima persona le sue ultime due giornate e gli eventi di cui si trova suo malgrado protagonista. E lo fa con un piglio decisamente leggero e ironico, nonostante tutto. Seguiamo così il ragazzo in questa corsa verso una fine ormai scontata, fatta di tanti fraintendimenti, di amici veri e di amori improvvisi. Una corsa fatta anche di riflessioni, di pensieri “grandi” e domande a cui non è possibile dare una risposta.
Un buon antidoto alla “sick lit” che ci ricorda che non sempre per narrare storie profonde si debba calcare eccessivamente la mano sulla retorica e sulla facile emozione.
Lance Rubin, Deathdate (trad. I. Katerinov), De Agostini, 2015, pp.400 € 14,90 (ebook € 7.99)
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