Un pomeriggio calmo, i rumori del mondo lasciati fuori tranne i desiderati, pile di libri da sfogliare e leggere, quelli arrivati da Montreuil, quelli trovati all’arrivo. Poi suona il campanello, il corriere consegna pacchi ed ecco che questo libro passa davanti a tutti gli altri, scarta di lato e si lascia leggere tutto d’un fiato, con matte risate che contagiano chi transita in casa. Ci sono modi e modi di dire le cose ed è il modo di dirle, di condividerle coi ragazzi, di farle loro vicine che – non mi stancherò mai di dirlo – fa la differenza. Quando trovi un autore che dice bene le cose perché le sente proprie e urgenti; quando trovi un libro che tra le sue pagine porta temi non semplici ma indispensabili (perché fanno parte della vita quotidiana di ciascuno di noi), ecco allora che è una gioia poterne parlare e pensare a come proporlo ai lettori.
Questo esilarante libro, pluripremiato all’estero, racconta del sedicenne Steven, alle prese con la patente, con una madre che scrive manuali di cucina oppure di consigli per crescere adolescenti ordinati, con il suo grande senso dell’osservazione e col fatto di non essere proprio il più popolare a scuola. Adora la square-dance, ma non oserebbe mai ammetterlo davanti a dei coetanei; eppure con la madre continua a frequentare il circolo dove ballano ultracinquantenni e si sente a suo agio perché quando si balla “non si hanno mai dubbi su cosa si deve fare”.
Lui di dubbi ne ha a milioni, ma uno su tutti: è gay oppure no? Steven cerca ad ogni costo di convincersi di non esserlo: tappezza la propria camera di fotografie di donne praticamente nude; tenta di uscire con una ventina di compagne di scuola in rapida successione; si affida a un testo che trova in biblioteca, a dir il vero datato, ma che promette ai genitori di rivelar loro tutto sulla sessualità dei figli; indossa un elastico al polso per farlo schioccare ogni volta che ha un pensiero contrario al regime che cerca di imporsi. Come risultato ottiene quello di trasformarsi – dice lui – in un criminale incallito: ruba in biblioteca, mente alla sua migliore amica, aggredisce il suo professore preferito e lancia, suo malgrado, la moda di portare al polso quello che il preside definisce “strumento illegale e pericoloso”. Per finire in realtà ad accettarsi, a scoprire quello che qualcuno già sapeva, ad apprezzare l’amicizia vera, a sorprendersi dei suoi genitori e ad andare al ballo della scuola accompagnato da un golden retriever color miele.
Un romanzo seri e divertente sull’essere se stessi, sul trovarsi a proprio agio nella propria pelle e nel mondo (che bello quel passo in cui Steven confessa che uno dei motivi per cui adora le serate di square-dance è che lì viene preso sul serio e non trattato come un ragazzino).
Per la prima volta le edizioni Biancoenero pubblicano (sempre coi caratteri ad alta leggibilità, come loro buona consuetudine) un libro rivolto ai lettori più alti: ben fatto, bella scelta! E aspettiamo i prossimi 😉
Il sito dell’autore. Il sito di LGBT Italia.
David LaRochelle, Io no! … o forse sì (trad. di Antonio Soggia), Biancoenero 2014, 221 p., euro 14
Ho amato questo libro dalla prima all’ultima riga, ho sognato di essere Rachel per avere un amico così. Sono morta dal ridere quando, di fronte alla pressione sociale sul dovere diportare qualcuna al ballo della scuola, ha deciso di portare un cane diventando, improvvisamente, super popolare. Ho sorriso sul tentativo di confronto nelle chat online, con quelle repliche prive di malizia che Steven lascia cadere di fronte allo smaliziatissimo “papà speciale”. Steven posso ballare la square dance con te? Un libro bello, su un tema su cui ancora non si pubblica abbastanza