Piccolo stupido cuore

5 Set

More about Piccolo stupido cuoreCome ogni mattina fingo di dormire. Probabilmente Maswala non ci casca, ma non dice nulla. Controlla che respiri, e quando ne è sicura mi sfiora la guancia e mi tira su bene la coperta. Io non mi muovo. Adoro questo momento. Quando mi dico che sì, sono ancora viva.

Il momento in cui ti svegli al mattino e con gli occhi chiusi sotto le coperte ascolti il tuo corpo. Conti gli ossetti, segui il respiro, senti il cuore che batte nel silenzio della stanza, ne assapori in bocca la bellezza. Viva. Eccoci al mondo, buongiorno, si comincia. Questa è la sensazione che ogni mattina Sisanda prova mentre la sua mamma, la sua mamma tanto bella che per guardarla bisogna socchiudere gli occhi, le rimbocca le coperte prima di uscire a correre sulle colline. Sisanda ha nove anni e una malattia del cavolo, come dice lei. Il suo cuore è nato con un difetto e il medico che la visita una volta all’anno (perché il villaggio africano in cui la bambina vive dista chilometri e chilometri e ore di viaggio dall’ospedale più vicino) ha spiegato che solo un’operazione molto costosa in un ospedale straniero la può salvare. Siccome non ci sono possibilità per l’operazione, Sisanda continua la sua vita di ogni giorno, in cui non può affaticarsi, correre o gridare, in passa le ore ad ascoltare il suo cuore imbecille e a parlargli, in cui a furia di contare i battiti e i giorni che ha vissuto e cose del genere è diventata un asso in matematica, in cui adora andare a scuola perché è l’unico luogo in cui può comportarsi come gli altri. Poi la sua mamma scopre su una rivista la fotografia di una donna che corre come lei e si fa leggere ad alta voce l’articolo da Sisanda: c’è una maratona a Kamjuni che si ripete ogni anno e mette in palio generosi premi in denaro. La mamma le fa leggere l’articolo una volta, poi due, poi tre e al ritmo della voce di Sisanda cresce il sogno di quella donna: vincere la maratona – lei che non sa cosa sia il professionismo, lei che corre senza scarpe – e utilizzare il denaro del premio per l’operazione al cuore. Tum tum tum. La voce di Sisanda ritma il sogno della mamma. Tum tum tum. Il sogno della mamma fa accellerare il cuore di Sisanda. Tum tum tum. Questo piccolo stupido cuore batte batte batte.

Ancora una volta, dopo Be safe, Petit ci regala una storia essenziale, asciutta e non banale (non c’è un finale davvero scontato) fatto di frasi brevi e di capitoli corti che sembrano assecondare i battiti del cuore della protagonista. Con una descrizione decisamente realistica della comunità e del piccolo villaggio in cui la protagonista vive. Guardate com’è azzeccata la copertina dell’edizione originale.

Xavier-Laurent Petit, Piccolo stupido cuore (trad. di Elena Riva), San Paolo 2011, 112 p., euro 12,50.

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