Cimpa la parola misteriosa

30 Gen

Questo albo comincia in una biblioteca. Una di quelle grandi, forse anche un po’ polverose, dove ci sono postazioni per i microfilm, cartelli che dicono “manoscritti e rari”, collocazioni per palchetto e dove si aggirano studiosi che accumulano pile di libri. Salta fuori un vecchio dizionario e da esso una parola che non veniva più utilizzata dalla notte dei tempi: cimpa. Non se ne conosce l’esatto significato, né a quale classe appartenga (il dizionario sarà stato difettoso o forse l’umidità si era mangiata qualche riga?) e secondo la professoressa Zelinda, che pontifica dall’alto dei suoi centotrentasette anni, èun verbo della prima coniugazione. Tutti cominciano a usarla come verbo, poi ne fanno un sostantivo (è un linguista di verde vestito e corredato di pipa a sostenere questa tesi) e cercano di acquistarla, rintracciarla, farci il risotto. E se fosse un aggettivo o magari un avverbio o un pronome, una congiunzione… Insomma, il caos. Dalla radio al parlamento, dall’autobus al taxi tutti la usano a piacere. E quando lo studioso che l’ha scoperta setaccia biblioteche e librerie per venirne a capo, scopre che cimpa è un perlinco e si comincia daccapo!

Un albo coloratissimo per parlare della classi grammaticali, ma anche per fare un tour di librerie: quelle disegnate nella pagina loro dedicata sono tutte realmente esistenti! E per pensare alla lingua, ai suoi usi, alle parole che usiamo poco, ai lessici familiari, alle parole il cui significato è a volte così sottile da essere intraducibile, alle parole che non hanno significato se non alle orecchie di pochi con cui si gioca ad avere una lingua propria. Voi avete qualche parola così? Io sì, una è tygy e si porta in tasca.

Il sito dell’illustratrice. Il video orginale della storia. Sfoglia qualche pagina sul sito dell’editore.

Catarina Sobral, Cimpa. La parola misteriosa (trad. Marta Silvetti), La Nuova Frontiera junior, 2013, 36 p., euro 16,90

Una Risposta to “Cimpa la parola misteriosa”

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  1. Tanto tanto grande | Le letture di Biblioragazzi - domenica, 9 aprile 2017

    […] inventate e senza apparente significato, da dire a voce alta per il gusto di sentirle: come già in Cimpa, anche qui ce ne sono, sono “nomi di suoni”, come le definisce il […]

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