Lavandaie scatenate

18 Mag

Nel 1985 la Bibliografica pubblicò La bibliotecaria rapita che lessi per caso (perché la stramba protagonista portava l’unico nome di battesimo che avrei voluto se non mi avessero dato quello che porto) scovandolo tra gli scaffali delle letture brevi della biblioteca e che poi sfogliai fino a saperne a menadito la storia. Per me quel libro era però un libro di Quentin Blake perché, pur leggendo in copertina che la storia l’aveva scritta Margaret Mahy, erano le immagini a farmi perdere. Così le illustrazioni di Blake cominciarono ad arrivare in casa in libri in francese e inglese e tra loro anche La révolte des lavandières, che oggi è tradotto in italiano nel suo matto turbinio di ribellione femminile.

Sette lavandaie decidono di ribellarsi, istigate dal filo di voce della più anziana tra di loro (Ma perché non ce ne andiamo e basta?) alla montagna di panni da lavare e al proprietario della lavanderia, il signor Ubaldo Manichestrette. La libertà ritrovata si trasforma ben presto in una frenesia di vita e di “liberi tutti!” che travolge ogni cosa al passaggio. Installate su un carretto condotto dalla capra di nome Lisistrata (!) attraversano i vilaggi scatenate, seminando fango, scompiglio e panico, rubando le mele dagli alberi e facendo suonare a festa tutte le campane. La gente terrorizzata chiede aiuto a sette taglialegna che si imbruttiscono, si anneriscono, si travestono pensando di incutere paura alle sette libertarie. Hanno però sottovalutato le ragazze in fuga…

Un turbinio di vitalità e di ribellione contagioso (e poi la lavandaia numero quattro non vi ricorda irrimediabilmente Costanza Gentilucci?!?).

Il sito di John Yeoman e quello di Quentin Blake.

John Yeoman – Quentin Blake, Lavandaie scatenate (trad. di Luigi Berio), Cult 2012, 36 p., euro 12

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