Tu sei il mio mondo

18 Gen

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Questa storia non è abbastanza lunga per farne un romanzo. Basta giusto per lasciare una traccia, la traccia blu di chi ha cambiato la mia vita e avrebbe potuto cambiare il mondo. Celeste.

Questa storia la scrive il protagonista di cui non conosciamo il nome, un ragazzo del futuro prossimo, un futuro tutto verticale, dove si vive in grandi torri: torri abitazioni, torri parcheggi dove le macchine si allineano come libri sugli ascaffali, torri supermercato, torri in cui si entra tramite passerelle, mentre il passaggio estreno è permesso all’interno di navicelle. Un mondo dove tutto è tecnologia, dove la gente adora i sacchetti di plastica, dove la mamma del protagonista si palesa una volta al mese, ma gli riempie on line il frigorifero tutti i lunedì. Il protagonista è anomalo rispetto al suo mondo: suona il pianoforte, disegna carte geografiche e ha un amico, Briss, che invece passa le ore a giocare ai videogiochi e a svuotargli il frigo, cose che tutti si aspetterebbero da lui. Diversa è anche Celeste, la ragazza che appare per poche ore nella sua classe e di cui lui si innamora al punto di doverla per forza raggiungere. Ma Celeste è malata di una particolare malattia che disegna sul suo corpo macchie di tutte le forme, di forme simili alle aree malate del mondo: la foresta amazzonica, i deserti d’Africa. I mali del mondo appaiono sul corpo di Celeste e l’unica soluzione per guarirla è dire a tutti i cittadini del mondo che bisogna salvare il pianeta.

Ancora una volta, incalzandoci in una fuga contro il tempo come la fuga di Tobia, de Fombelle porta in prima pagine i temi ecologisti e il futuro del pianeta, in un racconto in sei capitoli tanto allucinato quanto reale, che mescola un mondo del futuro con la pressante realtà del nostro mondo.  A differenza di Tobia, però, in questo caso la storia (non solo dei due protagonisti, ma l’intreccio della vicenda in generale) passa decisamente in secondo piano rispetto al messaggio ecologista e al grido d’allarme per le sorti della Terra, che sembrano essere il vero motivo per cui l’autore ha pensato il racconto; del resto lo confessa all’inizio: non è una storia abbastanza  lunga per farne un romanzo, è piuttosto un pretesto per richiamare il lettore a riflettere sull’ambiente, sull’inquinamento, sulla sostenibilità. Ha scritto Roberto Denti su Tuttolibri di sabato scorso che la lettura è consigliata, oltre che ai ragazzi,  agli “esponenti politici che hanno la responsabilità di salvarci da un mondo in fase di autodistruzione”.

Timothée de Fombelle – ill. di Julie Ricossé, Tu sei il mio mondo (trad. di Maria Bastanzetti), San Paolo 2010, 95 p., euro 9,50.

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