In occasione del Giorno della Memoria come ogni anno l’editoria per ragazzi sforna uscite ad hoc che parlano di Shoah e vicende ebraiche durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel caso di questo romanzo il taglio è leggermente diverso e può essere una lettura interessante perché presenta non solo una singola vicenda legata al periodo storico in questione, ma apparecchia per il lettore una bella scelta di tradizioni e feste ebraiche, con tanto di glossario finale.
La vicenda in sé, ispirata alla storia reale della famiglia materna dell’autrice, prende voce nell’oggi attraverso Anna, la protagonista che si mette sulle tracce della storia della nonna per una ricerca scolastica. Intorno a lei, che frequenta la quinta elementare, un fratello maggiore e una serie di cugine che – ciascuno a suo modo – si danno da fare per venire a capo del “mistero” di casa: perché a nonna Miriam non piacciono le bucce di arancia candite che il nonno prepara magistralmente? La risposta manda indietro nel tempo, alla nonna bambina e alle sue sorelle, costrette a nascondersi e poi a fuggire in Svizzera, alle persone “dalle mani amiche” che hanno messo in gioco la propria vita per salvarne altre.
Non è quindi un testo in cui si parla direttamente di Olocausto, di campi di concentramento, ma piuttosto – e in modo soft – della persecuzione degli ebrei in seguito all’introduzione delle leggi razziali; a essere interessante è – a mio avviso – piuttosto il contesto in cui la vicenda storica è inserita: il quotidiano di una famiglia ebraica che si ritrova insieme nei vari momenti festivi o dettati dalle tradizioni, di cui vengono illustrati i momenti, lo svolgimento, i cibi…
Lia Tagliacozzo – ill. Angelo Ruta, Il mistero delle bucce d’arancia,Einaudi Ragazzi 2017, 120 p., euro 11
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