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Re Micio

1 Dic

remicioSi chiama “Il Quaderno cartone” la nuova collana edita da Rrose Sélavy ed è la sorella minore de “Il Quaderno quadrone” anche perché si rivolge a lettori di età inferiore. Per l’occasione si presenta in quartine offrendo al lettore una filastrocca lunga di Roberto Piumini che narra la storia di un gatto chiamato Re Micio. Ne racconta la nascita, le feste dei suoi genitori e poi la ricerca – rimasto orfano – di una nuova famiglia. Racconta di come sia bello essere gatti liberi a spasso a scorrazzare e insieme il sapore della libertà ritrovata quando si riesce a fuggire dalle grinfie del domatore di circo che pretendeva non solo di ammaestrare i quattro gatti e tenerli a guinzaglio, ma pure di vestirli di stoffe colorate.

E poi la filastrocca dice di come si possa far casa volentieri quando si trova un umano gentile e di cosa significhi casa: per i due gatti più anziani, un posto in cui rimanere a far compagnia, nutriti e coccolati, a una vecchina; per i due gatti più giovani, un posto da cui partire per andare a scoprire il mondo. E verranno altri gattini, in un tondo infinito di storia che va avanti e ancora e ancora.

Il sito dell’autore. Il sito dell’illustratore.

Roberto Piumini – illustrazioni di Gianluca Folì, introduzione di Beatrice Masini, Re micio. Storia di mici amici, Rrose Sélavy 2014, 32 p., euro 13,50

Pupa

5 Feb

Più riguardo a PupaNel 2020 la carta è stata abolita, nessun genitore racconta storie visto che è sufficiente il visore che le proietta sul muro, il programma della Legge Familiare è fallito: per questo i ragazzi tra dieci e quindici anni possono fare domanda e seguire un corso per diventare Nipoti Sostituti e andare tre volte a settimana a passare un pomeriggio coi Richiedenti, pagati per fingersi nipoti che tengono loro compagnia.

Adele, la protagonista di questo racconto, è pronta: sa preparare il tè, si presenta con un mazzo di tulipani, ha imparato a giocare a carte e a fingere commozione di fronte a vecchie fotografie.

Ma qualcosa non quadra: innanzitutto la Richiedente che le è stata assegnata si chiama Pupa e per la ragazzina questo non è affatto un nome da vecchia. E poi indossa i jeans, non guarda i documentari in televisione, se ne frega dei pasticcini e le dice che volendo può anche andarsene. Adele resiste, per ripicca e per curiosità. Così scopre che Pupa si è iscritta al programma per far vedere ai ragazzi che le sono assegnati che il mondo non è esattamente come glielo hanno fatto credere, per raccontare storie, per narrare la sua storia, per aprire gli occhi e far guardare oltre. Poi, come una novella Mary Poppins, passare a raccontare a qualcun altro perché in tanti comincino a intendere diversamente il mondo e la vita.

Un racconto lungo dove si incrociano gli sguardi di una ragazzina e di una donna  che si scrutano a vicenda; un racconto che rimescola luoghi comuni e convenzioni, lasciando le porte aperte al nuovo che verrà.

Il blog di Loredana Lipperini. Info su Paolo d’Altan. Rrose Sélavy è qui.

Loredana Lipperini – illustrazioni di  Paolo D’Altan – introduzione di Lidia Ravera, Pupa, Rrose Sélavy 2013, 32 p, euro 12

Il topo sognatore

21 Gen

quadernoq_2Lo scorso autunno ho percorso un sentiero che non facevo da molti anni: sale tra i boschi della Valle Grana, si lascia alle spalle Pradleves e la borgata Cialancia e arriva a Cauri. Ricordavo le case grandi della borgata, i muri colorati, gli affreschi coloratissimi della chiesa, con le figure grandi come Giors Boneto ha disseminato nelle valli cuneesi e insieme l’abbandono di questo luogo, dove nessuno vive più dall’inizio degli anni Sessanta. Oggi Cauri praticamente non c’è più: è una rovina.

cauri

Da qualche tempo – complice Cauri, ma anche Paraloup, borgata della Valle Stura per anni abbandonata dove nacque la prima borgata partigiana, oggi recuperata grazie al lavoro della fondazione Nuto Revelli – le mie letture vagano tra spaesamenti e luoghi che hanno conosciuto l’abbandono. Antonella Tarpino, Vito Teti, Franco Arminio.

Che sorpresa bella, dunque, ritrovare le parole di Arminio in un quaderno quadrone dedicato agli animali a cui dà voce perché raccontino il loro sguardo sul mondo, il loro sguardo sui paesi abbandonati, le abitudini di un tempo, quando i bambini giocavano con le rane, le galline razzolavano per strada, gli asini lavoravano accanto all’uomo. E insieme facciano pensare ai luoghi dove tutto ciò avviene ancora, in una dimensione più raccolta, quella dei paesi piccoli dove vivono persone come Arminio o come Simone Massi che regala agli animali tratti che suggeriscono una tridimensionalità da toccare (il muso della mucca, la barba della pecora, il rosso delle ciliegia da cui – ci si accorge in un secondo tempo – fa capolino un verme). E insieme alla voce degli animali alcune speranze: quella della mucca che sogna di far la transumanza, della mosca che spera che la si accompagni a volar fuori casa e non la si insegua per ammazzarla.

Per ascoltare la voce degli animali, per immaginare cosa dicono quelli che sono intorno, per riflettere su certe dimensioni di vita, per partire a piedi e camminare su sentieri secondari, immaginando quel che è stato e quel che potrà essere.

Il blog dell’autore. Il sito dell’illustratore. Rrose Sélavy è qui.

Franco Arminio – ill. Simone Massi, Il topo sognatore, Rrose Sélavie 2013, 32 p., euro 12

Che fantastici mestieri!

14 Mag

Più riguardo a Che mestieri fantastici!In questo grande quaderno quadrone, due racconti su mestieri particolari: il riparatore di nuvole e il cercatore di parole. Adesso che ho passato l’inverno a leggerli ad alta voce mi accorgo di non averli segnalati: racconti da condividere per affascinare i bambini in particolare con la storia di Nimbo che rattoppa e incolla nuvole dai nomi bellissimi, mette in sesto le nuvole anziane, regala la possibilità di piovere a quelle che si sono seccate. Ha pazienza, soprattutto quando si trova davanti situazioni e ospiti imprevisti e deve inventarsi una soluzione.

Dizzy invece è stipendiato dalla biblioteca comunale e ti aiuta a trovare le parole che ti mancano, quelle che non ti vengono in mente mentre fai il tema di italiano, quelle che nel bel mezzo del discorso hai lì sulla punta della lingua ma non riesci più esattamente a ricordare. Lui conosce parole, paroline e paroloni, a volte tira esibisce termini che il suo interlocutore ignora, ma anche lui non esente dal… oh, non mi viene la parola!

Le illustrazioni sono di Tullio Pericoli, bella occasione per avvicinare i giovani lettori al suo mondo, e il tutto è preceduto da un gioco di anagrammi di Stefano Bartezzaghi che mescola e rimescola le lettere del “quaderno” dando loro filo logico di racconto.

Massimo De Nardo – disegni di Tullio Pericoli e anagrammi di Stefano Bartezzaghi, Che fantastici mestieri, Rrose Sélavy 2012, 32 p., euro 12