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Herman e Rosie

14 Ott

herman e rosieCi sono tante cose in questo albo di Gus Gordon, scrittore e illustratore australiano con la passione per la Grande Mela. Siamo a New York dove, tra l’anonima moltitudine, si intrecciano le vite (animali umanizzati) di Herman Schubert, appassionato musicista d’oboe (musicista, e che altro poteva essere? ) e Rosie Bloom, una “giovane fanciulla in fiore”amante del bel canto.

E’ l’amore per la musica il fil rouge del libro; la musica, ma anche passioni culinarie non molto raffinate (siamo negli USA, del resto), i film che parlano di oceano, la grande metropoli con le sue strade, i suoi palazzi, i parchi e i locali notturni. New York che ti accoglie e ti stupisce e a volte ti respinge, se la fortuna non gira nel verso giusto. A volte ti fa sentire solo, finché non trovi l’anima gemella.

La musica di Herman e il canto di Rosie vengono uditi reciprocamente e la melodia accompagnerà le loro giornate; pur senza vedersi, saranno uniti da un legame molto speciale.

Sia Herman che Rosie fanno un lavoro poco creativo, lui venditore in un call center, lei lavapiatti al ristorante. Nello stesso momento, per “scarso rendimento”, entrambi saranno licenziati. La musica e il canto che avevano udito in un giorno felice sembrano ormai solo un ricordo lontano. Poi, dopo il comprensibile smarrimento, la crisi narrata senza sotterfugi, il narratore ci accompagna progressivamente verso il lieto fine.

Musica e canzoni su un tetto vista grattacieli illuminati. Un tributo a molti film, a molte colonne sonore che si sembra di ascoltare dalla prima all’ultima pagina, complice anche una divertente copertina che richiama i vecchi dischi.

Il sito di Gordon.

Gus Gordon, Herman e Rosie (trad. di Elena Carloni), Motta junior 2015, 40 p., euro 12

 

Se fossi Matisse

10 Mar

se fossi matisseIllustrazioni che rendono omaggio a uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Henry Matisse, e un testo che ci fa vedere l’arte con gli occhi dell’infanzia. A raccontare è lo stesso artista, anche se in modo indiretto. La nascita e la fanciullezza vissute in un paese della Francia del Nord (Le Cateau), ambiente grigio e freddo all’esterno ma pieno di colori in casa. Qui la mamma si diletta a dipingere piatti e a tappezzare di rosso le pareti, facendo vivere il bambino in una casa-atelier. Lui può mescolare i pigmenti, decidere come sistemare i fiori e la frutta, partecipare all’acquisto delle stoffe variopinte che invadono il mercato locale e allevare piccioni dalle piume cangianti. Questo l’imprinting familiare, da qui nasce l’artista.

Il libro non racconta il resto della vita, ci mostra solo uno scorcio de “La danza” e un pittore ormai maturo dentro il suo atelier. Il bambino che è stato lo osserva seduto accanto a due piccioni. Le sue scarpine accanto alla porta aperta ci dicono che il resto è storia. Ma qui ha importanza quello che c’è stato prima: prima del successo e delle grandi mostre, prima dei soggiorni a Parigi e in Costa Azzurra, prima del riconoscimento come maestro del movimento Fauves.

Lo stesso artista dirà “Devo a mia madre il mio senso del colore” e ancora: “A mia madre piaceva qualunque cosa io facessi”. Pare che invece il padre non approvasse. Lei deve aver avuto non poche difficoltà. Il merito del libro è anche di farci cogliere velatamente questo, un rapporto d’amore materno che si arricchisce di passione per la bellezza. Non tutte le madri sono capaci di questo; ma è possibile trasformare per qualche ora la casa in laboratorio, lasciare che i bimbi sperimentino i colori senza avere paura che sporchino i muri, incoraggiarli nella ricerca di una nuova tecnica, coinvolgerli in una scelta, chiedere il loro punto di vista. Questo è importante. Poi leggiamo questo bell’albo insieme.

Il sito dell’illustratrice.

Patricia MacLachlan – ill. Hadley Hooper, Se fossi Matisse (trad. di Anna Sarfatti), Motta junior 2015, 48 p., euro 12 

La storia del leone che non sapeva scrivere

1 Ott

Il leone non sapeva scrivere, ma non gli importava molto perché i suoi ruggiti, i suoi artigli e le terribili smorfie che sapeva fare erano più che sufficienti per ribadire la sua superiorità su tutti gli animali.  Finché un giorno, un po’ stupito, un po’ basito, si innamorò di una leonessa che leggeva un libro. E siccome la leonessa che legge è una vera signora, prima di baciarla bisogna scriverle una lettera d’amore… guai, guai, guai! Il leone peregrinò allora tra i vari animali chiedendo loro di scrivere al posto suo e arrabbiandosi sempre di più  perché ognuno scriveva dal suo punto di vista: chi offriva quattro salti sull’albero, chi una visita alla sua collezione privata di cacca, chi un po’ di giraffa fresca per cena. Finché la leonessa ascoltò di nascosto lo sfogo del suo innamorato e lo invitò sul suo ramo, con gli animali della giungla ad insegnarli l’alfabeto…

Insomma, come diceva uno dei poster di Fatatrac: “rospo che legge… diventa re” 🙂   

Imperdibili, nelle illustrazioni di Boutavant, l’autore di Mouk e del suo universo (Fabbri, a proposito di Mouk: qui), gli sfondi e i colori che cambiano a seconda dell’umore del leone: tutto si fa rosa nel momento dell’innamoramento, tutto è nero e seppia all’ennesima delusione, poi tutto è rosso di rabbia, ma il rosso e il nero di fiori e petali sono anche  la bellezza dello struggimento.

Pubblicato per la prima volta in tedesco nel 2002, il libro è stato scelto dall’Agenzia nazionale francese per la lotta contro l’analfabetismo come testo che mette in luce la possibilità di cambiare il modo di guardare alle persone e rendere possibile l’accesso alla scrittura e alla lettura a qualunque età.

Curiosità: nella edizione francese la copertina ha un fondo ben diverso dal blu della versione italiana. Questo invece l’originale prima che Boutavant ci mettesse le sue illustrazioni.

Il sito di Martin Baltscheit. Galleria di immagini di Marc Boutavant.

Martin Baltscheit – Marc Boutavant, La storia del leone che non sapeva scrivere (trad. di Raffaella Garruccio e Sergio Rossi), Mottajunior 2012, 40 p., euro 9

Filastrocche di benvenuto

18 Giu

Chiede e domanda di mille e una cosa

(sembra per caso ma invece è curiosa).

Vola e rivola, decolla e svolazza

Si crede sensata ma invece è un po’ pazza.

La chiaman zanzara ma certo è una balla:

si vede dagli occhi che invece è farfalla.

Galleria di filastrocche, gallerie di ninna-nanne. Galleria di rime per nome di bambino: Chicco Gallus (che già ci aveva incantati con i suoi Rimosauri) dedica queste sue rime ai nomi dei bambini, ricordandoci implicitamente l’importanza che ha un nome, l’importanza di sceglierlo “giusto”, che suoni bene, che abbia un senso, un significato , una storia speciale per chi poi lo porterà. Si va da Alice a Yi, passando per Sanaa e Dragomir, Francesco e Maya, Asia e Rocco e… e magari c’è anche il vostro. Oppure quello del bambino con cui state leggendo questo libro. Magari scoprite un augurio di stelle, di spiaggia, di canzone, di vento. Di sicuro potete incantarvi alle illustrazioni di Pia Valentinis e Francesco Chiacchio, ai loro tratti diversi che vi obbligano a tener desto l’occhio, sorprendendovi nel voltare pagina. Con filastrocca finale per tutti.

Ecco il blog di Chicco Gallus, il sito di Francesco Chiacchio e il blog di Pia Valentinis.

Chicco Gallus – ill di Fracesco Chiacchio e Pia Valentinis, Filastrocche di benvenuto, Mottajunior 2012, 124 p., euro 16,50

Nella stessa collana “Il suono della conchiglia”, curata da Teresa Porcella,  che già ci ha regalato i Rimosauri ed Emily Dickinson, è stato pubblicato anche Pablo Neruda, La casa delle odi (ill. di Beatriz Bemudez Parrado – trad. di Alessandra Repossi), 68 p., euro 12.

Prima c’era un fiore

31 Mag

More about Prima c'era un fioreParlare del tempo. Del prima, del dopo, del poi. Di ieri, di oggi e di domani. Delle stagioni, dell’adesso, del sotto e del sopra, del quando, del dentro e del fuori. Ma anche del mentre e dell’avanti e dell’indietro. Parlare del girotondo del tempo e del girotondo della natura. Farlo attraverso i passaggi che mutano, che cambiano, che fanno gemma sul ramo e poi fiore e poi frutto. Questa la cifra scelta da Angela Nanetti per mettere in fila vento e prugne e bruchi e rondini e galline. Per non perdere il filo del tempo e delle stagioni, ci guidano le illustrazioni di Pia Valentinis. Noi lo mettiamo in vetrina oggi in cui si parla di quel che è stato e soprattutto di quel che sarà, con l’augurio che sia un “poi” più sorridente per tutti…

Angela Nanetti – ill. Pia Valentinis, a cura di Teresa Porcella, Prima c’era un fiore, Motta junior 2011, 80 p., euro 12,50

Uno studio tutto per sé

19 Mag

Prendendo spunto da Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, Uno studio tutto per sé affronta la tematica delle donne artiste nel corso della storia. Il tema, già trattato in altri libri (si pensi ad esempio i volumi su Artemisia Gentileschi o su Peggy Guggenheim ne Le Sirene della EL) permette qui una carrellata su importanti figure dell’arte femminile dal Cinquecento ai giorni nostri e procede grazie alle voci di tre amiche parigine che frequentano le lezioni d’arte di un famoso pittore, nonno di una di loro. Attraverso lo scambio di mail, le ragazze riflettono sul binomio donna-arte, sulla difficoltà di attuarlo, sulla possibilità di scindere arte maschile e femminile: visitando musei, leggendo manuali, raccogliendo informazioni biografiche, osservando quadri, si confrontano sull’arte, sulla vita, sull’amicizia, sull’inevitabile paura di crescere.
Il libro alterna le riproduzioni delle opere d’arte alle mail delle tre adolescenti (identificate ciascuna da un font diverso). Singolare la numerazione delle pagine (7 di 96; 8 di 96) che permette di sapere sempre… quanto manca alla fine!
Il libro fa parte della collana L’occhiotattile, a cura di Grazia Gotti, dedicata all’arte e agli artisti.

Federica Iacobelli, Uno studio tutto per sé: storie di arte e di amicizia, Motta Junior, 96 p., euro 14,90.