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Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio

25 Feb

Arriva in libreria oggi questo breve saggio di Katherine Rundell uscito in inglese in estate. Chi conosce i suoi romanzi ritroverà la stessa bella scrittura, chiara e onesta, a servizio questa volta della letteratura per ragazzi nell’appassionato intento di far vedere le sue potenzialità anche a quei lettori adulti che la disdegnano e pure a quegli scrittori che, come Martin Amis, dichiarano che potrebbero scrivere un libro per ragazzi solo e magari se fossero colpiti da danno cerebrale.

Attingendo alla sua esperienza di lettrice, sia bambina che adulta, Rundell parla dell’importanza della lettura e di certi libri: questo è il primo punto fondamentale, non si parla di tutti i libri per ragazzi, ma di quelli che riconoscono ai ragazzi “il diritto di godere di storie ricche e complesse”. Parla delle  biblioteche e del loro ruolo prezioso. Fa un rapido quanto chiaro excursus sullo sviluppo storico della letteratura rivolta ai più piccoli, parla della fiaba e del suo ruolo fondativo, delle potenzialità dei romanzi per ragazzi che dicono di speranza, coraggio, generosità, della loro valenza politica. C’è un capitolo a mio avviso molto importante sulla necessità di trovare voci nuove; rifacendosi a uno scritto di Ishiguro, Rundell sottolinea l’investimento da fare verso culture letterarie meno conosciute. Sono citati alcuni autori imprescindibili, classici, del recente passato e del presente: ed è una gioia per me trovare Lissa Evans (avete presente Pochi spicci per Stuart e Cuore di contrabbando, vero?!?).

Non leggo queste righe come una “appassionata difesa della letteratura per ragazzi” come qualcuno l’ha presentato. Più che “difesa” mi pare un mettere in luce, un dire in modo molto piacevole e con una forte presa su chi leggerà cose importanti, certo non nuove per chi si occupa del mestiere, ma da ribadire. La differenza qui la fa, come in generale nella vita, il modo: chi ha avuto occasione di incontrare l’autrice, sa come abbia quella dote così preziosa quanto rarissima che è la grazia, quella caratteristica che fa’ sì che dalla persona che la possiede venga una luce che rende potente quello che dice, i gesti che fa anche se non si mette mai al centro. Proprio per il modo in cui dice, questo breve saggio è prezioso: è accessibile, ironico, pungente e necessario.

Di tutto, scelgo una parola che Rundell sottolinea: distillare. Scrive: “La letteratura per ragazzi richiede di distillare: i romanzi migliori sanno rendere la speranza, la rabbia, la gioia, la paura nelle loro forme più pure e archetipiche”. La metto accanto a “raboter”, il piallare che Timothée De Fombelle indica fondamentale per lo scrittore come per il falegname, per andare il più possibile vicino al cuore di quel che si vuole dire.

Katherine Rundell, Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio (trad. di Stefania Di Mella), Rizzoli 2020, 64 p., euro 10, ebook euro 5,99

Lettori si cresce

20 Mar

lettori si cresce

Partendo dalla propria esperienza di lettrice onnivora fin da piccola e di insegnante, Giusi Marchetta dipinge un ritratto dei ragazzi tra i dodici e i diciotto anni che non leggono: quelli che vede abbattersi sui banchi mentre spiega letteratura, quelli che porta settimanalmente in biblioteca e loro corrono a vedere il numero finale per soppesare il libro offerto dalla quantità di pagine che contiene, quelli che leggono di tutto (messaggi su whatsapp, post su FB, istruzioni dei videogiochi) ma non i libri, e allora forse il problema son proprio i libri.

Costruito come un dialogo con Polito, prototipo quindicenne del non lettore, il saggio affronta molte delle situazioni e delle domande che si pone chiunque si occupi di ragazzi e di lettura, con uno sguardo particolare in quanto parte dal mondo della scuola e quindi l’autrice, da insegnante, si pone interrogativi come il valore di una materia come la storia della letteratura, la necessità di insegnarla e di far leggere certi classici ai ragazzi; la bellezza di poter leggere racconti, romanzi e poesie, di lasciarli scegliere ai ragazzi stessi, cosa che però non corrisponde all’insegnare; l’imperativo di dover fornire una base culturale agli adolescenti che stanno portando avanti una tradizione del nostro Paese – quella di non leggere – e di capire i motivi di questo rifiuto.

Il testo alterna riflessioni a racconti tratti dalla vita di lettrice dell’autrice, analizza modi e metodi, suggerisce modalità, si interroga di fronte a format televisivi che tanto attraggono i ragazzi, presenta realtà diverse in cui si cerca di far vedere che i libri esistono (dai festival letterari al progetto Pianissimo fino all’esperienza di un gruppo di lettura in carcere dove – tra l’altro – ci si racconta intorno a un gioco dell’oca che ci ricorda quello allegato all’albo A raccontar le storie edito lo scorso anno da Edizioni Corsare).

Riflettere sulla lettura e sul modo di porla, su come confrontarsi con i ragazzi che abbiamo di fronte e su quali libri assaggiare con loro è materia cui sempre fanno bene la pluralità di voci, di esperienze e di occasioni per pensarci, per mettere in discussione quel che si fa e per rimettersi in gioco, magari cambiando di qualche grado l’angolo di prospettiva. Giusi Marchetta ci aiuta in tutto questo con un valore aggiunto: quello della facilità della sua scrittura, una scrittura “bella”, che coinvolge, che si lascia leggere veloce e intanto ti porta nel centro del discorso e lì ti tiene, proprio come già succedeva nei suoi romanzi e nei suoi racconti.

Approfittate quindi anche per andare a riprendere in mano un altro suo libro, il romanzo L’iguana non vuole, pubblicato da Rizzoli nel 2011, e inseritelo nelle proposte di lettura per i ragazzi più grandi.

I post di Giusi Marchetta su AltaInfedeltà. In una gallery su VanityFair 10 suoi consigli di libri da offrire ai ragazzi.

Giusi Marchetta, Lettori si cresce, Einaudi 2015, 172 p., euro 14, ebook euro 7,99

Le terre della fantasia

16 Lug

terre della fantasia

Il volume, frutto di percorsi di studio e ricerca sviluppati tra 2009 e 2013 dal Gruppo di Ricerca sulla Letteratura per l’Infanzia e la Biblioteca Scolastica del FSPPA dell’Università di Padova, raccoglie una serie di saggi che analizzano – alcuni in maniera più teorica, altri fornendo la descrizione di esperienze sul campo, interazioni coi giovani lettori e bibliografie utilizzate – aspetti diversi della letteratura per bambini e per adolescenti, toccando tematiche diverse che possono nel loro specifico non solo permettere aggiornamenti e approfondimenti, ma anche farsi spunto per ulteriori ricerche, per andare a cercare albi e romanzi citati e magari non conosciuti (ad esempio gli albi norvegesi citati a proposito del tema del viaggio), per mettere in piedi laboratori di lettura e scrittura con bambini e ragazzi.

Tra i saggi presenti, segnaliamo in modo particolare “Lo scudo di Perseo”, in cui Marnie Campagnaro presenta una concisa ed esaustiva storia della fiaba, accanto all’analisi di fiabe illustrate nel loro farsi metafora vissuta da gruppi di bambini coinvolti nelle attività descritte, e “Oltre il confine invalicabile”, dove Katia Scabello Garbin affronta il tema della morte attraverso una serie di albi per i più piccoli e di romanzi per gli adolescenti che toccano questa tematica nelle sue diverse sfaccettature possibili. Trovate inoltre nel volume suggerimenti per la lettura in età prescolare, indicazioni a proposito dei libri di divulgazione scientifica e su come familiarizzare con la matematica attraverso gli albi o come far nascere dei laboratori di scrittura creativa in classe partendo da racconti e romanzi brevi. Potete invece tralasciare il capitolo dedicato alla lettura digitale che fa un po’ una minestra di ebook, app, enhanced ebook: segno ancora una volta che questa nuova materia è in divenire non solo dal punto di vista dei contenuti, ma anche dell’osservazione. E segno di come sia sempre difficoltoso parlare di digitale senza poter far vedere pregi e pecche di app e ebook direttamente su tablet.

Le terre della fantasia. Leggere la letteratura per l’infanzia e l’adolescenza, a cura di Marnie Campagnaro, Donzelli 2014, 318 p., euro 27

Quando in giro si parla di libri per ragazzi

11 Apr

stampsCome spesso ci diciamo, non è facile che la letteratura per ragazzi trovi posto al di fuori dei “posti canonoci”, ovvero riviste, siti, blog, convegni, incontri che se ne occupano. Forse perché viene ancora e sempre considerata letteratura per e non semplicemente letteratura; quasi fosse un compartimento a se stante che tocca solo una categoria, i suoi rappresentanti e chi con loro a a che fare e quindi dovesse starsene chiusa nel suo recinto. Su alcuni periodici si rincorrono le segnalazioni di libri per ragazzi in occasione delle festività natalizie; sui supplementi dedicati ai libri e alla lettura ci sono rubriche più o meno fisse (tempo? spazio?) le cui recensioni a volte esaltano, altre lasciano decisamente perplessi. Ma è comunque piacevole sorpresa sentir parlare di libri per ragazzi al di fuori dei “luoghi comuni”.

Così sono stata contenta di vedere che a inizio anno Internazionale ha cominciato a dedicare ogni settimana una rubrica fissa ai ragazzi nella parte dedicata ai libri, un trafiletto affidato a Igiaba Scego, autrice tra gli altri di “La nomade che amava Alfred Hitchcock” (Sinnos, 2003) e “La mia casa è dove sono” (Rizzoli, 2010). In queste settimane si sono alternate segnalazioni di albi e di romanzi; la scorsa settimana, sul numero 994, è apparsa la recensione dell’ultimo libro di Eva Ibbotson, “Un cane e il suo bambino”.

La recensione racconta la trama del libro e si conclude così: “Eva Ibbotson, autrice recentemente scomparsa, costruisce un libro tenero come una meringa al cioccolato e consistente come un buon tiramisù. I debiti con il disneyano La carica dei 101 sono evidenti, ma la Ibbotson pur tenendo a mente il vecchio Walt è riuscita a creare dei personaggi veramente molto originali”.

Ora, “il disneyano La carica dei 101” è debitore – se così vogliamo procedere – al romanzo di Dodie Smith  The 101 Dalmatians pubblicato nel 1956; Eva Ibbotson è stata e rimane una delle più importanti e apprezzate autrici inglesi per ragazzi che, grazie alla sua ironia e alla sua causticità, è stata in grado di portare sulla pagina personaggi indimenticabili e temi forti, affrontati con la leggerezza pensata che ti fa sorridere e riflettere. A lei tanti sono debitori, a cominciare da J.K. Rowling e dalla sua King’s Cross’s platform 9¾ che rimanda a quel Platform 13 che sta nel titolo del forse più conosciuto romanzo di Eva Ibbotson.

La lettura del trafiletto su Internazionale mi ha fatto tornare in testa un pensiero che gira e rigira. Perché ognuno non può fare il proprio mestiere? Ho sentito quella sensazione blu che provo qualche volta quando, durante un incontro con un autore o un illustratore, i bambini chiedono un consiglio di lettura. E tu tremi. Perché con qualcuno vai sul sicuro, perché molti conoscono la produzione editoriale per ragazzi, ma altre risposte lasciano veramente atterriti. Come quando in sezione ragazzi pare non sia un problema sostituire il personale assente, “tanto basta registrare dei libri”; e questa affermaziona a volte vale anche per la biblioteca in generale: quanto spesso la professionalità necessaria viene sostituita dal generalismo, dal caso, dal “tanto tutti posson fare tutto”, a scapito di un servizio di qualità.

Ci sono tante persone che conoscono profondamente l’editoria per ragazzi in Italia; che ne conoscono la storia, le vicende, le fasi più felici e quelle meno; che leggono i libri per bambini e ragazzi; che conoscono il pubblico a cui darli in mano. Ecco, perché disquisire e dire di libri per ragazzi non è solo questione di esser competenti in libri. Bisogna esser competenti anche in bambini e ragazzi. Provare quei libri; ricordarsi che le teste, i gusti, le preferenze dei lettori sono diverse da quelle da adulti e anche da quelle di noi adulti quando avevamo la loro età. Bisogna provarli quei libri; rendersi conto che alcuni albi splendidi son fatti per noi adulti e che coi piccoli non funzionano, mentre altri che a noi non picciono vengono apprezzati. E bisogna rispettare i gusti e le preferenze, laddove rispetto significa anche che quel che ti propongo ha qualità. Sempre.

Il trafiletto su Internazionale è solo uno spunto per riflettere su tutto questo; non è contro quelle righe, anzi sono sommamente contenta che ci sia quella rubrica sui libri per ragazzi, proprio accanto a quella sui fumetti su una rivista che ha lo sguardo ampio e le vedute lunghe e chissà che magari non abbia in futuro ancora più spazio 🙂 Anzi, quello spunto è soprattutto per pensare a certe segnalazioni su supplementi di tradizione, di fronte ad alcune delle quali io non riesco a non far(mi) altro che due domande: “Ma li avete aperti i libri di cui parlate?” e “Ma l’ultimo bambino con cui avete parlato, oggi quanti anni ha?”.