Tag Archives: Jenny Valentine

Color fuoco

30 Gen

color-fuocoChe Jenny Valentine sia brava davvero i lettori ormai lo sanno: Io sono nessuno (Piemme 2015) è un romanzo imprescindibile e La signora nella scatola (Rizzoli 2008), il suo esordio italiano, ne aveva ben rivelato le doti. Anche questa volta, l’autrice costruisce una narrazione che scava nell’intimo del protagonista, regalando un finale da fuochi d’artificio: inatteso e perfetto; ancora una volta, sul finale scarta e regala la possibilità di stupore e di sorpresa, e anche – in questo caso – un bel sorriso a chi legge: proprio la dimostrazione che la vendetta è un piatto che si serve ben freddo… 😉

La scrittura è veloce e si fa leggere in un attimo; si ricostruisce, attraverso il flusso di pensieri della protagonista, la sua adolescenza, il ritorno in Inghilterra dagli Stati Uniti, l’incontro con il padre di cui non ha ricordi. Iris ha sedici anni e vive con la madre e il patrigno, ex modella e  attore fallito dediti alla vodka e alle truffe, in un mondo in cui tutto è solo apparenza apparecchiata per chi li guarda dall’esterno. La sua difesa è il fuoco, il piacere che provoca ad accendere fiammiferi, a osservare le fiamme; il suo ossigeno è Thurston, spiantato senza casa che da due anni è il suo migliore amico, le legge Vonnegut ad alta voce, le parla di arte, la trascina in giro per la città interrogandosi con lei sulla vita e sulla morte. All’ennesimo fuoco appiccato, questa volta a scuola, con tanto di ricovero in ospedale, la madre la trascina in Inghilterra a conoscere il padre, ricco collezionista di quadri di gran valore e per questo nel mirino dei due truffatori ormai al verde e pieni di debiti. Lo scenario che si trovano davanti è totalmente diverso: nella silenziosa casa di campagna lontana da tutto, il padre sta morendo, perfettamente consapevole della sua situazione e nel contempo di aver ritrovato la figlia cercata per anni. Allora Iris scopre che non tutto è come sembra o come le è sempre stato raccontato: l’uomo che riesce a pronunciare lentamente le parole, che fa i conti col dolore quotidiano, tesse per lei la trama dei giorni passati: la storia della casa e della sua famiglia, la sua irriverente sorella Margot, il matrimonio con la madre e la cura per la figlia amatissima sottrattagli a quattro anni. Ernest è un fine osservatore anche dal suo letto di malato terminale: sa vedere, sa valutare, sa seminare e avere cura anche per il momento in cui non ci sarà più. La medesima cura che ha avuto nel comporre una delle collezioni di quadri più ricca al mondo è la stessa che ha impiegato per cercare Iris, la stessa con cui disegnerà il suo capolavoro finale, svelato proprio nel momento in cui per lui le luci si sono spente.

Un’intervista all’autrice.

Jenny Valentine, Color fuoco (trad. di Lia Celi), Rizzoli 2017, 221 p., euro 16, ebook euro 8,99

Io sono nessuno

18 Set

1675-Sovra.inddChi ha apprezzato la bravura di Jenny Valentine in La signora della scatola, edito da Rizzoli nel 2008, non può non rallegrarsi di questa nuova pubblicazione; la sorpresa sarà anche maggiore una volta assaporata la trama del nuovo libro, incalzante e con un finale inaspettato e giusto (proprio a fagiolo, verrebbe da dire) supportata nella versione italiana da una traduzione che vorrei spingermi a dire magistrale: rende infatti perfettamente credibile la voce del protagonista che narra in prima persona, rende il lettore attento e partecipe e fa di questo testo uno di quelli perfetti da leggere ad alta voce: l’incipit o altri brani durante un incontro di lettura, ma verrebbe quasi voglia di dire a qualcuno: “Ascolta, ti leggo una cosa bella, ti regalo una storia forte e tanto verosimile da renderla vera”.

La voce di Chap ci dice del suo sentirsi nessuno, solo e pieno di rabbia in un centro per adolescenti difficili; ci dice di come sia stato facile innamorarsi della possibilità di avere una famiglia, un passato, una casa, delle persone che ti vogliono bene tanto da non smettere mai di cercarti e di pensarti; ci racconta di come in pochi minuti abbia colto al volo l’occasione offerta dagli assistenti sociali: la fotografia di un ragazzo scomparso due anni prima, la somiglianza ai limiti dell’incredibile, la tranquilla certezza di quegli operatori che vedono quel che a loro interessa vedere, un ragazzo ritrovato.

Così Chap indossa i panni di Cassiel Roadnight, incontra sua sorella e scivola dentro una vita fatta di una grande casa in campagna, una madre, un fratello, un cane da portare a spasso. Ma quel che pareva la salvezza, quello che per anni ha desiderato non è altro che un incubo: a ogni passo, ogni domanda, ogni sguardo altrui che si posa su di lui Chap teme di essere scoperto. E l’incubo si trasforma in trappola: cos’è davvero successo al ragazzo di cui ha preso l’identità? E perché gli somiglia fisicamente così tanto?

La bravura di Valentine sta nel consegnare al lettore una situazione in divenire: tutto ciò che è stato nella vita di Chap lo si scopre pian piano, mentre il ragazzo tenta di affrontare la nuova vita secondo gli insegnamenti del nonno con cui è cresciuto, ripercorrendo il proprio passato e tentando di farsi largo nella sensazione ormai sclerotizzata di sentirsi un nessuno senza certezze, senza legami, senza origini. La bravura sta nel fare del romanzo un mistero da risolvere, nel tenerne alta la tensione e regalare un finale in cui improvvisamente i pezzi di due puzzle diversi si rivelano provenienti dalla medesima scatola. Il tutto ragionando su cosa significhi essere se stessi, sui rapporti familiari, sulle apparenze e la realtà, sul voler bene che è spesso gesto, silenzio, modo di essere.

Non penso ci possa essere lettura migliore per questo inizio di ripresa di anno di attività. Un romanzo da non perdere, assolutamente.

Jenny Valentine, Io non sono nessuno (trad. di Marina Rullo), 238 p., euro 17 [la quarta di copertina dà disponibile l’ebook che però non è a oggi reperibile su nessun store on line… riprovate]

La prima volta

2 Nov

More about La prima voltaScrollo le spalle. “è quel genere di storia. Certe parole sono necessarie perché questa è vita vera, ma non si possono usare apertamente perché siamo troppo giovani per leggere nero su bianco quello che nella realtà già facciamo, capito?”

La prima volta. Sì, quella prima volta lì. Che dà il titolo a questo libro “quello con le mutande in copertina?”, come mi hanno chiesto in libreria. Sì, quello con le mutande in copertina insieme a una banana, ma – per dire – ci sono anche dei calzini sulla copertina… Questo libro è una raccolta di racconti di alcuni dei maggiori scrittori britannici per adolescenti che parlano della perdita della verginità a modo loro, senza moralismi, con parecchia ironia ma anche con spietato occhio sulla nuda realtà. Ci sono le voci di Melvin Burgess, Anne Fine, Keith Gray, Mary Hooper, Sophie McKenzie, Patrick Ness, Bali Rai e Jenny Valentine (e le sfumature dei loro otto diversi traduttori) che offrono differenti sguardi, punti di vista, conclusioni. Ci sono voci di maschi e di femmine; ci sono tentennamenti di adolescenti, saggezze di persone anziane, ricordi di prof, imbarazzi di genitori, vite da anni e Paesi lontani. Ci sono padri che fanno discorsi ai figli pretendendo per l’imbarazzo che questi ultimi non li guardino in faccia, ma si guardino i piedi. Ci sono ragazzi che si chiedono quale sia il plurale di “gay”, c’è il potere delle parole, la forza della poesia e anche i rovesci della medaglia (tipo quando ti rendi conto che forse, a giocarti la carta giusta, adesso usciresti tu – e non James – con Drew e che non avevi mai notato prima quanto lei fosse bella). C’è sesso e c’è amore, c’è silenzio e c’è attesa.  Ci sono  le differenze di età, le differenze di intenti, le differenze tra gli Eddy e i Danny. C’è quello che perdi. E quello che trovi. Perché è trovare il resto che è importante.

Uno dei racconti, quello scritto da Patrick Ness e da cui ho tratto la frase riportata qui in alto, è tutto strisciato di nero: ci sono parole, paroline, parolacce e intere frasi cancellate, nascoste dietro spessi tratti neri che stanno a significare proprio quel che dice il protagonista: che certe parole non si possono usare, perché provocano imbarazzo negli altri o negli adulti che ci stanno intorno, che ci vedono leggere questo libro o acquistarlo o prenderlo in prestito. Il che mi ha ricordato una sensazione già vissuta: così sono andata sull’opac SBN e ho contato in quante biblioteche civiche italiane fosse presente al prestito “Il chiodo fisso” di Burgess, pubblicato per Mondadori nel 2005:  sono 112. Ogni volta che incontro qualcuno che pensa che quel libro non sia da proporre ai ragazzi, che l’autore l’abbia scritto per vendere dato l’argomento, mi chiedo se l’ha letto fino in fondo. Se ha dato ascolto alle diverse voci dei differenti ragazzi e ragazze che ci sono in quelle pagine, se si ricorda i pensieri, le paure, i tentennamenti di quell’età. Perché quel libro, come questo, è un libro necessario (tanto per riprendere la voce del protagonista di cui sopra). Perché questa è vita vera. Quando è buffa, quando è drammatica, quando è diversa da come ce la aspettavamo. Nel peggio, ma anche nel meglio… Facciamo che tra un anno vado a contare quante biblioteche pubbliche hanno a scaffale “La prima volta”…

La prima volta, a cura di Keith Gray, Rizzoli 2011, 250 p., euro 12,90

La signora nella scatola

22 Set

Il brutto è non sapere.
Non saper nulla del padre, quotato giornalista, scomparso nel nulla da cinque anni. Lucas porta i suoi vestiti, si interroga su di lui, si chiede se non sia vivo, da qualche parte, impossibilitato a dare notizie di sé. Il brutto è non sapere. Non sapere come fosse davvero, se corrispondesse all’immagine che lui si è fatto, come fosse il figlio della nonna, il marito della madre, il padre dei suoi fratelli, il migliore amico di Bob. Il padre di Lucas era tutto questo, e molto di più. La nuova chiave di lettura sulla figura del padre gliela offre Violet Park, celebre pianista del passato, le cui ceneri sono state dimenticate su un taxi. La ricerca di notizie sulla donna, la cui urna ha per Lucas qualcosa di misterioso e di attraente, apre la porta su un padre sconosciuto e molto più reale.

P.S.: quanto è comprensibile a un pubblico di giovani lettori la somiglianza tra il responsabile dell’agenzia di minicab e Tony Soprano? Certamente meno da noi che nei paesi di lingua inglese.

Jenny Valentine, La signora nella scatola (trad. Lia Celi), Rizzoli oltre, 2008, p. 185, euro 14.