Sono tanti, lo abbiamo ricordato più volte e ne abbiamo recensiti alcuni, i libri che narrano del tempo della Grande Guerra in questi mesi di anniversario; il pregio del libro di Marco Tomatis sta nel non voler fare una narrazione che segue i fatti, ma piuttosto di seguire il protagonista nell’arco temporale di poche settimane intorno all’aprile 1915, raccontandoci gli eventi che lo riguardano e ricordando l’inizio della Prima Guerra Mondiale attraverso gli echi e le ricadute sugli abitanti di un paese di montagna, investito per altro da altri problemi: la speculazione del sindaco e le truffe ai danni dei suoi concittadini, un omicidio di anni prima che si svela, il disastro ambientale dovuto al dissesto idrogeologico per l’incuria ambientale o meglio per la volontà di anteporre il guadagno e l’interesse di pochi alla salvaguardia della zona (la costruzione di un traforo verso il mare fa sperare in lavoro e ricchezza, ma in realtà non sarà realizzato e porterà a una catastrofica alluvione). Sono temi attuali che vengono però contestualizzati appunto nel 1915, quando Guido, sospeso dal collegio in cui sta frequentando il ginnasio, viene inviato a prepararsi per gli esami di riparazione a casa della zia ostetrica, che vive in un paese isolato, in fondo a una valle.
Guido vive portandosi addosso la sensazione di essere limitato da muri di vetro che soffocano il suo respiro e la sua personalità, senza essere compreso né ascoltato da chi gli sta intorno, in primis dal padre che lo ha già destinato alla carriera militare intrapresa da tutti i maschi di famiglia, ben lontana dai suoi effettivi desideri. Al paese si rende conto per la prima volta di modi e condizioni di vita diverse da quelle che lui conosce; incontra due artisti che allestiscono spettacoli di marionette e, grazie a un particolare notato su di una fotografia, riapre un doloroso episodio del passato. Il suo tentativo di fuga – da chi non lo comprende, dal senso di soffocamento che lo coglie – finirà nella bufera dell’ultima nevicata primaverile che lo coglie di sprovvista mentre cerca di valicare un colle e scendere verso il borgo di Chiusetta (mi piace pensare al protagonista smarrito nel biancore dei paesaggi della Gola della Chiusetta, in val Tanaro) lo spingerà a tornare indietro, portandolo ad affrontare se stesso e insieme la possibilità di restituire la verità sui loschi traffici del sindaco. Lo scontro con il disastro dell’inondazione che ha colpito il paese e l’aiuto che è chiamato a dare in qualche modo lo renderanno più forte per affermare quel che davvero desidera, per prendere in mano i fili delle proprie scelte, senza permettere a nessuno di manovrarli al suo posto.
Un romanzo di formazione agile che coniuga alla vicenda personale del protagonista lo sfondo storico dell’entusiasmo di molti per l’entrata in guerra, gli interrogativi di altri e soprattutto una corolla di scelte differenti fatte dai diversi personaggi che il lettore incontra intorno a Guido.
Una sola nota: due personaggi portano i nomi di Viola e Federica, davvero rari per il tempo d’ambientazione della storia…
Il blog dell’autore. L’illustrazione di copertina è di Cinzia Ghigliano.
Marco Tomatis, Il sapore dell’ultima neve, Notes 2015, 139 p., euro 10.
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