Apriamo i resoconti dei giorni del Salon du livre et de la presse jeunesse di Montreuil con un annesso e connesso: la mostra Albums. Bande dessinée et immigration 1913-2013, allestita al Palais de la Porte Dorée (12ème), ideata sulla scorta dell’idea che il fumetto sia un linguaggio riconosciuto che può parlare di qualsiasi tema in modo accessibile a tutti. Il percorso segue un andamento cronologico che si sviluppa però attraverso temi diversi: aperta dalla figura di George McManus e chiusa da Shaun Tan con una parete intera occupata dai volti disegnati per “L’approdo”, ripercorre non solo il tema dell’immigrazione nelle storie, ma sottolinea anche la condizione di immigrati di molti illustratori. Si viaggia così su un binario doppio – le storie e chi le crea – attraverso tavole originali, video, attività ludiche che invitano a scoprire particolari nascosti non solo ai piccoli visitatori ma anche agli adulti, curiosità, vetrine che affiancano particolari della vita privata dell’autore a particolari delle sue tavole, pensando a quel che scrisse Reneé Goscinny: “J’aime beaucoup les étrangeres, j’ai longtemps été étranger moi-même” e ripercorrendo le condizioni di sans-papiers, i visti negati, l’essere additati come diversi che molti di questi autori hanno vissuto sulla propria pelle. Insomma, una mostra di storie Storie di autori di origini algerine, italiane, senegalesi, vietnamite, portoghesi; storie dei loro genitori, dei loro nonni.Storie reali che si mescolano alle storie immaginate nei fumetti. Per raccontare di chi si muove e muove la storia.
Il catalogo merita di essere sfogliato, studiato, riletto: Albums des histories dessinées entre ici et ailleurs. Bande dessinée et immigration 1913-2013, sous la direction de Vincent Marie et Gilles Olliviers, Futuropolis-Musée de l’histoire de l’immigration 2013, 191 p., euro 26.
La mostra è allestita all’interno del percorso permanente del museo, intitolato “Repères”, che illustra due secoli di storia dell’immigrazione in Francia (tanto per capirci, circa dal massacro di Aigues Mortes del
1893 ai giorni nostri), offrendo uno scenografico, interessante allestimento che attraversa nove aree differenti, occupandosi del significato dell’emigrare attraverso oggetti e testimonianze delle persone che ne hanno fatto un legame con la terra d’origine; attraverso il racconto dell’evoluzione della legge, della partecipazione dei migranti alla storia della Francia (alle guerra, alle Resistenza, alle lotte sindacali), dello sport come modo di emergere, delle logiche (spesso illogiche) urbane che vanno a delinearsi. Il tutto avvicinando fotografie, filmati, oggetti esposti e appesi (un soffitto pieno di utensili da cucina delle varie provenienze, ad esempio), manifesti, canzoni, schermi interattivi dove giocare con le parole per capire come le migrazioni modificano la lingua.
La mostra, aperta fino al 27 aprile 2014 è un’ottima occasione per scoprire questo museo, la cui facciata porta scolpiti i volti e i frutti della terra e del mare di tutto il mondo, ma anche la mediateca luminosa ed ospitale e la galleria dei doni, dove chiunque può portare fotografie, oggetti di famiglia o legati alla professione, archivi che testimonino un aspetto dell’immigrazione. Intanto visitate il ricco sito. Imperdibile l’opera di Barthélémy Toguo che accoglie i visitatori nell’ingresso.

N.B.: oltre gli originali in mostra, lungo gli spazi sono diseminati originali sedute di legno dove fermarsi, ciascuna con uno spazio a lato dove chi si siede trova uno o due libri da sfogliare. Poi nell’ultima sala trovate questo contenitore rosso con coperchio; una soluzione per mettere comunque tutti gli albi a disposizione, che a noi è piaciuta molto: si segnala che i volumi dentro la scatola sono “suscettibili di urtare la sensibilità di un pubblico giovane”.
Tag:emigrazione, fumetto, immigrazione, musée de l'histoire de l'immigration
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