Quali collezioni avete iniziato e poi lasciato o dimenticato da quando eravate bambini? Io ho collezionato penne stilografiche, gomme di varie forme colori e profumi (sì, ero una bambina della prima metà degli anni Ottanta e allora andava così), segnalibri dalle forme inconsuete, sabbie e terre di luoghi vari (con la scusa che in quei vasi di vetro erano perfette come fermalibri) e infine gusci di chiocciole vuoti, di quelli che si trovano negli angoli nascosti del giardino e dell’orto (e se avete visto “Il paziente inglese” sapete anche perché) e questa è l’unica collezione che sopravvive perché ogni tanto, quando l’occhio mi cade su un guscio vuoto, la mano si allunga e soffio piano per liberarlo dalla terra.
Randolph, il protagonista di questo libro, invece colleziona tappi di bottiglie di birra, penne e parole (quelle difficili che non conosce e che cerca sul dizionario). In realtà vorrebbe iniziare una nuova collezione, ma è indeciso e forse si sta anche stufando. Finché conosce Mr. Karp, l’inquilino che venuto ad abitare nella mansarda che i genitori hanno deciso di affittare viste le difficoltà economiche in cui si trovano.
Mr. Karp è silenzioso e circondato da un alone di mistero, lavora all’ufficio reclami dello storico grande magazzino della cittadina, riceve per posta solo una rivista e delle lunghe buste marroni provenienti sempre dallo stesso indirizzo ed è un collezionista. Le pareti delle sue stanze sono piene di contenitori di acque: acque speciali raccolte nei luoghi più diversi, acque che a modo loro hanno fatto la storia, acque che rappresentano la seconda collezione di questo tipo più importante al mondo. Quando Mr. Karp parla della sua collezione si trasforma, si accende, i tratti del suo viso non sono più gli stessi; ancora di più se parla del collezionista suo rivale, a cui contende il pezzo unico e raro che lo porta addirittura in Giappone. Proprio mentre Mr. Kamp è via, Randolph pensa: all’acqua; al suo cambiare forma; a quanto un pensiero fisso, un’ossessione possono far cambiare forma a una persona e condizionarne tutta la vita; a come sia diverso fare le cose e guardarle, anziché possederle. Poi Mr. Karp torna e cambia forma, proprio come l’acqua a cui non si sente più legato; Mr. Karp parte, suggerendo al suo giovane amico come l’essenziale sia qualcosa che abbiamo sempre con noi, che ci lascia liberi di partire e di andare alla scoperta verso cose nuove, e non l’accumulo di oggetti che ci occupa la mente e restringe gli orizzonti su un solo punto, anziché allargare lo sguardo.
Un racconto che mi sembra perfetto per la lettura ad alta voce, prestando la voce a Randolph, ai suoi pensieri, al suo sguardo sulla sua famiglia e sul difficile momento che attraversa col licenziamento del papà e anche all’esilarante scena dove il ragazzino, per stabilire un contatto con lo schivo inquilino, compra una scatola di biscotti all’unico scopo di presentarsi all’ufficio reclami e restituirli perché… deperibili!
Il sito del prolifico autore. Il sito dell’illustratore.
Anche questo libro è stato impaginato seguendo i criteri di Alta Leggibilità che rendono più agevole a tutti la lettura. Per saperne di più, andate a leggere sul sito della casa editrice, dove trovate anche il primo capitolo di questa storia.
Cary Fagan – ill. di Mauro Ferrero, La strana collezione di Mr. Carp (trad. di Flavio Sorrentino), Biancoenero 2013, 90 p., euro 11
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