Il protagonista di questa storia si chiama Jakob e sta per compiere dieci anni. Anche suo fratello si chiamava Jakob, è morto in un incidente il giorno del suo decimo compleanno e questo è il motivo per cui a lui non è stato permesso imparare ad andare in bicicletta. La mamma di Jakob dice che tra i suoi due figli non c’è poi molta differenza e ogni notte il fratello viene a trovarlo e gli suggerisce la musica da suonare durante le lezioni di pianoforte. A Jakob sembra che nessuno sia troppo affezionato a lui, addirittura che nessuno lo noti, finché non conosce Miranda, che suona il piano come lui, sembra non aver paura di nulla e fa a voce alta domande che da troppo tempo Jakob porta dentro. Così il bambino visita per la prima volta la tomba di suo fratello e incontra suo padre. Per la prima volta i suoi pensieri si fanno anarchici e ribelli e per la prima volta mette i piedi sui pedali di una bici. E Miranda gli dimostra che si può cambiare la storia, che il destino di Jakob è diverso da quello che le paure della madre gli prospettano, che uno scarto può modificare tutto.
Il sito dell’autrice svedeseche nella collana “Gabbie” ha già pubblicato per Logos i tre episodi della serie “Frances” e che torna con le sue illustrazioni a matita e con un testo di forte impatto, dove Jakob si chiede dove finisca lui e dove cominci quel fratello che incontra solo nei sogni, Jakob che tanto vorrebbe dire alla mamma che lei non lo possiede e che lui è lui e nessun altro.
Joanna Hellgren, Mio fratello notturno (trad. di Fabio Regattin), 100 p., euro 14
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