Tag Archives: collana Sottosopra

Un compleanno nella giungla

24 Nov

compleanno-giunglaEcco il testo vincitore della terza edizione del Premio Narrare la Parità promosso dall’Associazione Woman To Be nell’intento di invitare a creare storie che ragionino sulla parità e sugli equilibri di genere, improntati sull’interscambiabilità dei ruoli, premiato poche settimane fa a Strasburgo, all’Istituto Italiano di Cultura. In pieno spirito quindi della collana Sottosopra di EDT Giralangolo di cui vi abbiamo più volte segnalato le diverse uscite, tutti albi illustrati che puntano a combattere gli stereotipi di genere.

In questo caso Beatrice – fresca di soffio sulle candeline dei suoi cinque anni – parte per un’avventura mettendosi di traverso a un luogo comune: chi l’ha detto che gli esploratori sian tutti maschi? Equipaggiata di tutto punto con binocolo, mappa, bussola, lente di ingrandimento e persino il pugnale di Sandokan, eccola partita: il giardino di casa si trasforma in una giungla, una lucertola in un serpente, il gatto in una tigre. E al compimento dell’impresa non può che essere felice come chiunque raggiunga l’obiettivo che si è prefissato.  Specie se puoi scegliere con libertà cosa vuoi fare, cosa vuoi essere.

Il blog dell’illustratrice e il suo portfolio.

Simona Miola – Daniela Volpari, Un compleanno nella giungla, Edt Giralangolo 2016, 28 p., euro 13,50

Biancaneve e i 77 nani

30 Mar

biancaneve e i 77 naniLa collana Sottosopra di EDT Giralangolo, di cui abbiamo parlato in più occasioni (qui e qui, tanto per dirne due) si arricchisce – da domani in libreria – di un nuovo titolo che ancora una volta punta a far riflettere sulle differenze di genere e a mettere sotto i riflettori, come appunto si propongono i diversi titoli già usciti, gli stereotipi a cui molti si adeguano. In questo caso, come già in altre uscite della medesima collana, il pregio è quello di suscitare la riflessione raccontando una buona storia, senza bisogno di sottolineature e forzature.

La rivisitazione della fiaba di Biancaneve aggiunge un 7 al numero dei nani, facendoli diventare non quattordici come potreste pensare, ma addirittura 77 in un tripudio di colori che li vestono delle diverse sfumature dal giallo all’arancione al rosso, e poi i toni del rosa, del viola, i blu, gli azzurri e i verdi. Eccoli, ciascuno con un buffo nome diverso, con una diversa preferenza in fatto di cibo e pure di storie della buonanotte. Ecco 77 barbe da spazzolare, 77 berretti da lavare, 77 cestini del pranzo da preparare. ma i nani sono anche esigenti, impazienti e … nullafacenti: Biancaneve, fuggita dalla strega, piomba in un altro incubo dove passa dai preparativi per la  colazione a quelli per la cena senza sosta e senza nessuno che le dia una mano a lavare i piatti. Perde progressivamente lo smalto, le vengono le occhiaie e all’ennesimo rifiuto di dare una mano, decide di averne abbastanza: meglio una mela con annesso sonno, o forse pure due.

L’ironia accompagnata dalla forza viva dei colori utilizzati da Raphaëlle Barbanègre non toglie nulla alla forza della narrazione, anzi consolida e  fa sentire, anche graficamente, il salire del colmo della pazienza e della sopportazione di Biancaneve.

Il sito dell’autore. Il sito dell’illustratrice e il suo blog.

Una chiacchierata di Morena Forza con Davide Calì, a proposito di libri per ragazzi e censure diverse, in cui si parla anche di adattamenti e richieste di editori e di questo libro nelle sue diverse edizioni in francese e in inglese.

Davide Calì – Raphaëlle Barbanègre, Biancaneve e i 77 nani, EDT Giralangolo 2016, 36 p., euro 13,50

Amelia che sapeva volare

17 Apr

amelia sa volare

Amelia Earthart era bella ed è stata capace di far della sua bellezza fierezza e spavalderia per seguire la passione di volare e i propri sogni, capace di conciliare la realizzazione di un progetto sicuramente anticonvenzionale all’epoca senza piegarsi ai dettami degli anni in cui è vissuta e agli stereotipi che l’avrebbero condannata certamente a fare la bella statuina. Ha saputo farsi ammirare in primo luogo per le sua imprese in cielo, per aver attraversato in solitaria l’Oceano Atlantico nel 1932, senza perdere un grammo di stile.

Per questo la sua storia sta bene in un albo che fa parte di una collana – Sottosopra di Edt – che si propone di lottare contro gli stereotipi di genere e per di più lo fa raccontando la sua infanzia anticonvenzionale di bambina cresciuta tra il Kansas e l’Iowa a caccia di grilli e rane, raccogliendo fiori e lanciandosi nel vuoto dal capanno degli attrezzi. Amelia ha avuto degli adulti complici: è lo zio a costruirle la rampa vicina al capanno, il padre ad accompagnarla sulle montagne russe, la madre a regalarle il primo aereo che dipingerà di giallo canarino; adulti che sono stati in grado di ascoltarla e di offrirle le ali per credere possibile quel che sperava.

C’è molto dell’Amelia che verrà nella bambina delle illustrazioni: la chioma sbarazzina, una sciarpa svolazzante sempre al collo e tanto rosso, quello della passione e della voglia di essere se stessa.

Il sito dedicato ad Amelia Earhart. La pagina a lei dedicata dal Phoenix Project che si propone di riprodurre abiti indossati da alcune icone glamour e che omaggia così la sua passione per la moda – tanto pratica da disegnare una linea di abbigliamento sportivo – e la sua collaborazione a Cosmopolitan. Nel 2009 Mira Nair ha girato un film ispirato alla sua storia, che è valso a Hilary Swank il premio come miglior attrice all’Hollywood Film Festival: al botteghino è stata una delusione, ma se amate le atmosfere anni Venti e Trenta non potete perderlo.

Mara Dal Corso – Daniela Volpari, Amelia che sapeva volare, EDT Giralangolo 2015, 36 p., euro 12

Piccole pesti

10 Dic

piccole pesti

Un nuovo titolo per la collana “Sottosopra” curata da Irene Biemmi che ha debuttato in primavera per EDT Giralangolo proponendo testi orientati al principio della identità di genere e all’interscambiabilità dei ruoli maschili e femminili. In questo caso il racconto illustrato da Manuela Olten gioca sull’assunto che i maschi siano meglio delle femmine e perché; sembra quasi di sentire i gruppetti di bambini che giocano divisi per genere e ci vorrebbe – vien da dire – un titolo analogo dove le femmine fanno comunella escludendo i maschi.

Qui ci sono due bambini sbruffoni, pronti ad andare a letto, che dissetano su quanto siano noiose e lagnose le femmine, sempre a giocare con le bambole, a vestirle e pettinarle e poi a circondarsi di pupazzi all’ora della nanna perché hanno paura di tutto, dal buio ai fantasmi e addirittura si fanno la pipì addosso. Loro invece saltan sul letto pronti a calarsi i calzoni e a far vedere il sedere al lettore, tanto non han paura di nulla, figurarsi. Ecco, appunto, figurati che ti figuri, finisce che i due spacconi cominciano a interrogarsi sui fantasmi (sei poi sicuro che non esistano sul serio?) e poi decidono di andare a fare pipì, per rintanarsi infine nel letto ben ancorati ai loro pupazzi preferiti. Insomma, la paura è la stessa per tutti. E anche le ancore di salvataggio 😉

Grandi illustrazioni ideali per essere mostrate a chi ascolta la lettura ad alta voce.

Degli altri albi della collana “Sottosopra” abbiamo parlato qui e qui e qui. E anche qui e qui.

A proposito di Manuela Olten. Qui invece potete vedere una presentazione dell’edizione inglese del libro.

Manuela Olten, Piccole pesti, EDT 2014, 28 p., euro 12

Il grande libro dei mestieri

17 Nov

grande libro dei mestieriIl libro di Puybaret, che procede per grandi illustrazioni in grande formato, è un catalogo di mestieri che passa dalla scuola allo spazio, dalle pasticcerie al mare, dai palcoscenici alla strada. Un catalogo ricco di particolari tra cui perdersi per dire che ogni risposta ala noiosa e fatidica domanda adulta del “cosa vuoi fare da grande?” è possibile. Ed è possibile andando al di là del sessismo linguistico, in questo albo che non a caso fa parte della collana Sottosopra di cui abbiamo già più volte parlato in altri post, che si propone proprio di pubblicare storie a proposito di identità di genere e contro gli stereotipi. Per cui alla domanda di cui sopra è possibile rispondere con qualsiasi mestiere del mondo, sia quando è declinabile al maschile e al femminile (come ballerino o ballerina) sia quando c’è un solo sostantivo ad indicarlo, come cosmonauta.

Come già detto, il catalogo è ricco di particolari ed è un invito a cercare tra le pagine altre professioni che non sono enunciate nel breve testo che le accompagna: ci si può inventare assaggiatori, astronomi, musicisti, surfisti e anche ladri. Oppure guidare un elefante o partire per un viaggio intorno al mondo, in sottomarino, guardando lontano e scoprendo novità.

Éric Puybaret on Pinterest. Un’intervista.

Éric Puybaret, Il grande libro dei mestieri (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2014, 28 p., euro 13,50

La principessa e il drago

14 Mag

principessa_munchIo sono la princi, ha detto qualche pomeriggio fa Giosuè – due anni e mezzo – distribuendo i ruoli ai suoi fratelli maggiori e riservando a sé l’ambita parte della principessa. Probabilmente gli piacerebbe assai questa principessa Elisabeth, combattiva e indifferente all’etichetta che – vistisi bruciati castello e guardaroba da un drago che le ha rapito il promesso sposo – si avvia a recuperare il principe abbigliata con un sacchetto di carta.

Proprio la protagonista che serve per una nuova storia della collana Sottosopra – di cui vi abbiamo già parlato qui e qui – che illustra i vari stereotipi di genere. In questo libro persino il drago è un po’ fuori dagli schemi: alla fanciulla che bussa alla sua porta, si dice troppo impegnato e le chiede di tornare più tardi per farsi sgranocchiare. Quindi Elisabeth gioca d’astuzia: solleticandone l’ego, lo fa sfiancare fino a lasciarlo senza forze e senza fuoco. Il principe intanto si agita dalla finestra della sua prigione: non per esultare di contentezza di fronte all’impresa della principessa, ma per rimproverarle l’abbigliamento, i capelli arruffati e la puzza di bruciato. Perfetto: ad Elisabeth non serve altro per aprire gli occhi, abbandonare il damerino elegante alla sua racchetta da tennis e saltellare libera verso un orizzonte di sole.

Illustrazioni da fiaba classica per un contenuto che strizza l’occhio all’essere se stessi oltre tutti gli stereotipi. Con una “mancanza” che noteranno forse molti lettori con cui condividerete questo libro: tutte le classi con cui l’abbiamo letto ad alta voce hanno esclamato, davanti all’immagine del rogo del castello e dei vestiti: “Ma la principessa non ha le tette!”. In effetti…

Il sito di Munsch. Qualche notizia sull’illustratore.

Robert Munsch – Michael Martchenko, La principessa e il drago (trad. di Isabella Maria), EDT Giralangolo 2014, 28 p., euro 12

Il trattore della nonna

21 Mar

9788859205500Avete presente il momento in cui vi rendete conto che alcune parole che fanno parte del vostro vocabolario quotidiano, della lingua che si parla in casa o del lessico familiare usato tra pochi, non sono universali e non significano nulla per altre persone? La mia esperienza di bambina ne ricorda due in particolare, che mi hanno fatto capire come il significato rotondo dell’occitano e del piemontese non aveva senso in quel momento se non alle mie orecchie: le persone intorno non sapevano che il “Charamaio!” gridato con gli occhi volti alla finestra voleva semplicemente indicare che aveva cominciato a nevicare e il bambino con cui stavo giocando a macchinine non capiva la richiesta di passarmi il tamagnùn.

In piemontese il tamagnùn è il carro a rimorchio del trattore; è anche un’unità di misura che indica alcune tonnellate, ma in questo albo diventa un nome proprio, dato proprio al carro, mentre il trattore rosso a cui viene attaccato è la Signora Berta. Chi li saluta la mattina chiamandoli per nome è una nonna rotonda, sorridente, che in una luminosa giornata autunnale sale sul suo grande trattore e va in raccolta: pere, mele, fichi, mirtilli e funghi (vuoi non fare un giro nel bosco quando arriva il sole dopo la pioggia?!?). Intanto a casa il nonno fa la lavatrice, cucina, stende il bucato, parla via radio con gli amici.

Chi l’ha detto infatti che fare una crostata sia cosa da donne e guidare un mezzo agricolo cosa da maschi? Qui ognuno svolge i compiti che più gli si addicono e preferisce, in coerenza con l’obiettivo della collana Sottosopra, di cui vi abbiamo parlato anche qui, che si propone di evitare stereotipi di genere.

In più potete lasciare spaziare la vista tra colline dolci e profili di montagne, curiosare nella cucina del nonno, immaginare i versi di oche in parata, mucche e maiali, il sapore dei mirtilli e la croccantezza delle mele. E anche l’aria frizza della mattina quando i nonni aprono le finestre su un paesaggio dove – come si dice dalle mie parti – “non c’è  nulla che offenda lo sguardo”.

Il sito e il blog di Anselmo Roveda. Il sito e il blog di Paolo Domeniconi.

Anselmo Roveda – Paolo Domeniconi, Il trattore della nonna, EDT Giralangolo 2014, 28 p., euro 12

Il pianeta stravagante (e la collana Sottosopra)

13 Mar

pianetaNelle scorse settimane si è molto parlato delle polemiche intorno ai libri per bambini: sia per la questione delle presunte “fiabe gay” partita da un progetto veneziano sia per uno scontro d’Oltralpe, innescato dal consiglio agli insegnanti del libro Tous à poil da parte de L’Atelier des Merveilles. Quest’associazione pubblica da qualche anno una selezione annuale delle migliori storie che parlano dell’uguaglianza tra femmine e maschi (ecco la selezione 2013). Approfittiamo allora per segnalarvi questo albo che uscirà in libreria tra pochi giorni,  scritto a più mani dagli alunni di una classe della scuola primaria Jatteau di Moissy-Cremayel, vincitore dell’edizione 2012 del concorso Lire égaux il cui tema è appunto la parità tra maschi e femmine e la lotta contro il sessismo e gli stereotipi di genere. Farà parte – insieme ad altri cinque titoli – della collana Sottosopra edita da EDT Giralangolo, diretta da Irene Biemmi, con gli stessi intenti: presentare albi per bambini delle fasce d’età 3-4 e 6-8 anni in cui si promuova un immaginario alternativo agli stereotipi di genere.

Questa storia presenta il tema come un caso di studio: una classe di piccoli alunni alieni del pianeta Glatifus osserva la Terra e i suoi abitanti per rispondere alla domanda dell’insegnante, ovvero come si distinguono maschi e femmine. L’osservazione diretta, l’analisi di immagini attuali e d’epoca fa tentare le diverse strade del prendere in considerazione la lunghezza dei capelli, il tipo di attività praticata, il numero di gambe dei vestiti indossati, la possibilità di dipingersi il viso. Nessuna caratteristica però è imputabile solo ai maschi o solo alle femmine: la soluzione è molto molto più semplice; addirittura ovvia quando la maestra mostra un indizio…

Il sito e il blog dell’illustratore.

La collana Sottosopra sarà presentata in Fiera a Bologna martedì 25 marzo (Sala Ouverture, ore 11). La sua varietà non è data solo da temi trattati, ma dalla stessa differenza che caratterizza i primi sei albi che vengono pubblicati: una pluralità di stili che la fa ben ricca.

La classe II (a.s. 2011/12) della Scuola primaria di primo grado Jatteau, di Moissy-Cramayel – ill. di Gwen Keraval, Il pianeta stravagante (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo, 20 p., euro 12

Tito Lupotti / La bambola di Alberto

19 Feb

titolupottiAltri due titoli della collana Sottosopra, dove EDT Giralangolo ha scelto di raccogliere storie che vanno contro gli stereotipi di genere. In questo caso gli stereotipi delle cose da maschio e quelle da femmine: il mestiere da fare da grande e i giocattoli.

Tito Lupotti è assolutamente convinto: avrà un negozio di fiori, pieno di margherite e tulipani, con grande disperazione del padre, che lo vorrebbe cacciatore come tutti i maschi della famiglia da ormai cinquanta generazioni. Il piccolo lupo spiega che non è questione di gusti, scelte vegetariane o simili: a lui la carne piace, ma vuole comprarsela coi soldi guadagnati lavorando come fioraio; a non piacergli è la crudeltà della caccia. Il padre cerca di giocare d’anticipo e convincere il suo ragazzo prima portandolo con sé a caccia, poi illustrandogli i pericoli del mestiere su cui si è fissato, infine preparandogli un mix di profumi per disgustarlo e nausearlo. Ma Tito ha la battuta pronta, le idee chiare, un’ottima capacità di difesa delle proprie idee e persino un nuovo mestiere da intraprendere.

bambola_alberto

Il signor Lupotti guarda al futuro del figlio pensando a se stesso: un erede fioraio l’avrebbe fatto morire di vergogna e dispiacere, proprio come il papà di Alberto si chiede perché il figlio debba avere una bambola per giocare, se già possiede un trenino, un pallone da basket e un meccano. Sarà la nonna a consolare Alberto dalle prese in giro dei compagni e a regalargli l’agognata bambola, spiegando al padre che semplicemente Alberto sta giocando al papà…

Il sito di Martine Bourre. Il sito di Charlotte Zolotow.

Marie-Odile Judes – Martine Bourre, Tito Lupotti (trad. di  Luisella Arzani), EDT Giralangolo 2014, 36 p., euro 12

Charlotte Zolotow – Clothilde Delacroix, Una bambola per Alberto (trad. di Isabella Maria), EDT Giralangolo 2014, 20 p., euro 12