Tag Archives: Chiara Carrer

Mia

15 Dic

 

miaLa violenza di genere raccontata dal punto di vista maschile, una storia che è cronaca quotidiana, con protagonisti due giovanissimi. Antonio Ferrara, che già in passato ha dato voce a ragazzi “cattivi”, raccoglie l’invito a narrare in prima persona lo stato d’animo di chi è colpevole, di chi mette la morte dove doveva trovarsi l’amore, di chi uccidendo l’altro finisce per uccidere la parte migliore di sé.

Un libro che si snoda in cinquanta brevi capitoli, uno stile asciutto e essenziale, che lascia a lettore il giudizio e si limita a raccontare. Una storia tra ragazzi che non conosce la spensieratezza, nemmeno quella proverbiale dei primi tempi. Cesare, infatti, non è mai felice, mai sereno, non sa cosa sia il rispetto e si illude di colmare la solitudine pretendendo un rapporto esclusivo. Stella, al contrario, è solare e allegra, ha tante amiche, mille interessi. Ama leggere e trascrive frammenti di vita su un taccuino che porta sempre con sé. Stella che è bellezza e sapienza, leggerezza e impegno. Potrebbe splendere di luce propria eppure ricerca l’amore nell’altro. Nonostante le botte e tanti segnali di preoccupante violenza, fino al tragico epilogo.

Dopo l’omicidio, il libro finisce. Come a dire, che per chi rimane si è aperto un vuoto incolmabile, anche se l’assassino ha soltanto quindici anni.

Mia nasce da “Ti do i miei occhi “, percorso di educazione sentimentale e di prevenzione del disagio, che Antonio Ferrara ha condotto con bambini e adolescenti, utilizzando la scrittura emozionale. Sono state coinvolte quindici  scuole tra primarie e secondarie e, in alcuni casi, i genitori degli alunni.
Lo scrittore ha lavorato con loro, raccogliendo racconti e spunti dai quali ha tratto poi i personaggi, la trama e il linguaggio della storia.

L’illustrazione di copertina è di Chiara Carrer.

Antonio Ferrara, Mia, Settenove 2015, 120 p., euro 13,50

Io disegno

24 Apr

io_disegno_coverHa l’aspetto di un album da disegno a fogli ruvidi, la copertina azzurra e cartonata e contiene effettivamente 32 fogli già occupati: è il più recente progetto di Vànvere edizioni e racconta dodici storie di bambini che hanno cominciato a disegnare fino a farne una professione: illustratori e fumettisti raccontano animali fantastici, supereroi, matite preferite, compagni di viaggio, scatole che si trasformano. Intanto raccontano qualcosa di sé: della propria infanzia, della loro famiglia, di come vedevano il mondo, di come vedevano il mondo, di come fosse affascinante poter portare un disegno addosso, su una maglia o in tatuaggio.

Ci sono Andrea Antinori, Paolo Bacilieri, Chiara Carrer, Manuele Fior, Anna Forlati, Gabriella Giandelli, Franco Matticchio, Simone Rea, Guido Scarabottolo, Sinome Tonucci, Pia Valentinis e Vanna Vinci; ci sono le loro facce bambine, un disegno che accompagna le loro parole e infine uno spazio da personalizzare con foto, descrizione e illustrazione in modo che chi riceve questo album-libro possa aggiungere qualcosa di sé e sentirsi in beata compagnia quando disegna, colora, fantastica.

Io disegno, Vànvere edizioni 2015, 32 p., euro 16

Più libri più liberi 2013 / 2

23 Gen

Concludiamo la nostra rassegna delle novità nel settore non fiction presentate dagli editori per ragazzi durante la dodicesima edizione della Fiera “Più libri più liberi” di Roma.

geis_numeriDue proposte molto colorate da parte de Il Castoro per i più piccoli con Il mio primo libro dei numeri e Il mio primo libro dell’ABC di Patricia Geis per una prima conoscenza dell’alfabeto e dei numeri puntando sulle forme e i colori garbatamente vivaci e brillanti. Due cartonati con le pagine tagliate orizzontalmente in due o tre strisce a scalare, sagomate sul margine destro nella forma della lettera dell’alfabeto o del numero di cui si parla, un solo appunto su questa caratteristica: le pagine tendono ad aprirsi insieme presentando qualche difficoltà soprattutto per i più piccoli, proprio di questo si è lamentato con me un piccolino di due anni.  Continua a leggere

Come funziona la maestra

20 Feb

Più riguardo a La maestra

La maestra come un universo, come una sagoma su carta quadrettata, come il risultato di uno scan o di una lastra che ti fa vedere tutto quello che c’è dentro. Una maestra (o un maestro, ovviamente) è piena di numeri, lettere, tabelline, monti, fiumi, cinque sensi e tante altre cose che riesce a passare ai bambini senza perderne nemmeno un grammo.

Una maestra ha una voce che cambia come una canzone, può perder la calma e bloccare tutto (le addizioni, le moltiplicazioni, lo scorrere dei fiumi), puoi incontrarla fuori dalla scuola a far la fila o aspettare l’autobus, ma comunque prima o poi torna in classe. Una maestra ha antenate maestre primitive molto pelose e parla la lingua dei grandi, ma in una versione ancora più difficile. Se la incontri dopo tanto tempo ti sembra più piccola, proprio come la tua aula di allora. Con le maestre inoltre puoi fare tutte le operazioni matematiche: sarebbero importanti soprattutto le divisioni, cioè dividere tutti i maestri e le maestre del mondo per tutti i bambini del mondo.

E ricorda: “una maestra piccola non è una mezza maestra, così come una molto grande non vale doppio”.

Le illustrazioni efficacissime sono di Chiara Carrer. L’albo, di quella bellezza leggera e piccina che può stare dentro le cose di tutti i giorni, è da leggere ad alta voce alle classi che incontrate nella speranza che tutti possano avere dei maestri e delle maestre davvero magistrali.

Susanna Mattiangeli – Chiara Carrer, Come funziona la maestra, Il Castoro 2013, 28 p., euro 14

I tre porcellini

2 Ott

I tre porcellini erano tre, due maschi e una femmina e un giorno i loro genitori decisero che “questa casa non è un albergo” e li mandarono nel mondo.  Così, nel racconto di Giusi Quarenghi, la porcellina si guarda in giro, a differenza dei fratelli che si affrettano a mettere insieme lamiere, mattoni, tele e cartoni, fa un mucchio di materiale poco lontano e aspetta la notte. Un notte buia e senza stelle, tanto nera che nemmeno il lupo vede bene quel che fa: soffia sì come un uragano sulle case dei due primi fratellini, ma loro riescono a scappare verso il rifugio della sorella. Se la casa dei genitori aveva accanto un bell’orto ordinato in quadrati, se quelle dei fratelli erano improvvisati rifugi da week-end nei boschi  (la seconda mi ricorda un po’ le cabanes di Saint-Jean-Le-Thomas, tra il bosco e l’oceano), la ragazza della situazione sceglie il cielo come soffitto e un fuoco caldo contro l’umido della notte. Il fuoco accesso non solo fa dormire bene, non solo tiene lontano il lupo, ma fa festa: si canta, si racconta, si ride, si accolgono quelli che passano di lì e si fermano per un po’. E quindi fa casa, nel senso antico del “fuoco” dei censimenti, di nucleo familiare riunito intorno a un focolare.

Il sito di Chiara Carrer. Dal blog dell’editore a proposito di questo albo.

Giusi Quarenghi – Chiara Carrer, I tre porcellini, Topipittori 2012, 32 p., euro 14

Il circo di Berta e Pablo

27 Mar

Questo è il mio invito per il circo. Avevo tre anni, ero la bambina più piccola del vicinato e gli altri sei bambini, capitanati dalle più grandi, giocavano al circo. Ognuno col suo ruolo, dal leone al domatore, dalla foca al pagliaccio. Un circo messo in piedi nel cortile per me, spettatrice-regina che rimirava maschere, mantelli, cilindri e il tentativo di ammaestrare il cane Lillo, che applaudiva quell’allestimento buffo e specialissimo e lanciava caramelle al leone costretto in equilibrio precario.

Al circo giocano in questo albo Berta e Pablo, cinque e sette anni,  imitando come tanti giochi di bambini l’esperienza che hanno appena vissuto. Lo zio Maurizio infatti li ha portati al circo e loro, affascinati, fanno il circo a casa loro. Con la collaborazione di cane e criceto, con qualche malinteso e alcuni battibecchi, lo spettacolo va in scena davanti agli amici e scorre sul filo rosso delle illustrazioni di Chiara Carrer. Sollevamento pesi, salto nel cerchio, magia, applausi, sipario.

Chiara Carrer – Antonio Ventura, Il circo di Berta e Pablo, Donzelli 2012, 40 p., 21 euro

Il dono di Alma

19 Giu

Non posso negare di avere un debole per le illustrazioni di Chiara Carrer. Dopo i superlativi risultati ottenuti con “E’ non è”, un libro che tratta il tema dell’autismo, non potevo esimermi dal vedere la sua interpretazione grafica di un tema ancora una volta scomodo: l’affido. Piccola Alma è una bambina con due case, anzi tante case, una cui ritorna con mamma e papà dopo un po’ di vagabondare tra altre famiglie

La seconda casa dura poco. E dopo ce n’è sempre una diversa. Dura due settimane, dura un mese, qualche volta dura appena un giorno. Per Alma è come fare il giramondo. Mentre aspetta il ritorno del suo papà e della sua mamma, Alma incontra altre mamme e altri papà: altri occhi, altre gambe, altre voci, altri giochi e fratelli e sorelle, altri cibi a tavola per pranzo e altre ore per andare a letto.

Federica Iacobelli narra l’affido con la competenza di chi conosce il tema e con la sensibilità di chi dipinge la complessità una situazione con poche e misurate parole (“altri cibi, altre ore per andare a letto”…)

Chiara Carrer tratteggia una protagonista indimenticabile, riuscendo a sintetizzare l’atmosfera di ogni casa che Alma attraversa nelle fattezze di un personaggio. Colpisce anche la rappresentazione dei genitori, cosi diversi tra l’inizio e la fine del libro, a simboleggiare quel cammino che li ha portati lontano ma che è servito loro a rimettere Alma al centro.

Un libro non facile, non l’edulcorazione del tema affido ma la sua cruda rappresentazione attraverso la solitudine di chi questa situazione la subisce. Solo il finale, con lo svelamento del dono di Alma, attenua questa sensazione.

Federica Iacobelli – ill. Chiara Carrer, Il dono di Alma, Prìncipi & Princìpi, 32 p., euro 14,00.

E’ non è

4 Mar

“È non è” è una approssimazione poetica vicina al fenomeno dell’ autismo, così Kalandraka presenta questo libro. Appena l’ho avuto in mano ho sentito il bisogno di recensirlo per raccontarvi subito un libro che è stato prima di tutto una forte emozione perchè si avvicina in punta di piedi a un tema che sarebbe stato facile banalizzare o spettacolarizzare alla Rain Man.

Le parole che Marco Berrettoni Carrara usa per descrivere (o meglio far descrivere) Sara, la bambina autistica al centro della narrazione, dimostrano o una sensibilità fuori dal comune o una conoscenza approfondita del tema. Il punto di vista scelto non è banale: il narratore è il fratello, una figura che in famiglie con questi problemi si trova spesso a essere giocoforza lasciata un po’ solo e caricata di pesi che non dovrebbe avere sulle spalle. Ma l’autismo di Sara non è solo un innegabile problema, ma la storia di un rapporto difficile tra due persone che non si assomigliano

io mi guardo intorno, la mia famiglia, le persone che conosco e quelle sconosciute

Sara non somiglia a nessuno

Alcune parole colpiscono come pugni per la veridicità con cui una sindrome reale è stata trasposta in forma di storia:

Sara cammina e urla in punta di piedi, si torce le dita, si tira le ciocche, si graffia e si fa male…[…] a volte mi fa paura!

[…] mi stringe e mi soffoca di affetto…un affetto infinito e indistinto…

[…] é scoraggiante

Chiara Carrer mette la sua matita a disposizione della storia e tratteggia benissimo il personaggio di Sara in espressioni completamente differenti, che riflettono sul volto la scissione interiore.  Il disegno di Sara, seduta sul divano, assente, che si confonde con la carta da parati che le fa da sfondo è difficile da dimenticare.

Ho deciso di fare vedere il libro a un’amica psicologa che da anni lavora con i disturbi dello spettro autistico, l’ho vista sfogliarlo e riflettere sul volto commozione e partecipazione: mi ha detto “é bellissimo e anche scientificamente valido”. Così adesso E’ non è viaggia con lei e esce dalla borsa per aiutare i fratelli e le sorelle a sentirsi meno soli .

Marco Berrettoni Carrara – ill. Chiara Carrer, E’ non è, Kalandraka, 2010, 32 p., euro 14.

Mumi senza memoria

18 Nov

Mumi é lo scemo del villaggio, da tutti deriso perché non ha memoria: si dimentica dove sta andando, dove abita, quanti anni ha.

Lo aiuta a non perdersi solo un filo rosso legato alla caviglia che si dipana dal frontespizio lungo  tutta la storia e gli permette di ritrovare sempre la strada di casa (nonostante i monelli e gli scherzi che gli vengono fatti in ogni dove).

Ma siamo sicuro che sia proprio Mumi quello che si é smarrito?

Un giorno nel villaggio arriva un uomo ricco, ma così ricco che tutti prima lo ammirano, poi lo invidiano, poi si invidiano e per emularlo

E comprarono, comprarono, comprarono, tanto che presto finirono la roba da comprare.

E quando finirono la roba da comprare, cominciarono a rubarsela a vicenda.

Entravano l’uno nella casa dell’altro, l’altro nella casa dell’uno, e rubavano, rubavano, rubavano,

Finché ognuno si chiuse in casa propria, per paura che qualcuno venisse ancora a rubare.

L’uomo ricco parte e in paese resta Mumi che continua a girare senza timore e a sorridere.

Lieto fine per Mumi che da canzonato diventa l’eroe del rinato villaggio.

La collana Libricuorifuori de Il Gioco di Leggere in cui esce questo titolo nasce con l’intento di parlare ai piccoli come ai grandi e Mumi è un esempio ben riuscito di questa intenzione editoriale.Il libro tratta temi universali con lievità e poesia, senza mai essere banale o retorico. Merito della penna felice di Gabriele Clima che racconta una storia  con la leggerezza di un filo di lana e di Chiara Carrer, che illustra splendidamente il tutto a partire dall’azzeccatissimo ritratto di copertina del dolce e sognante Mumi.

Ci piace anche: l’attenzione all’ambiente che Il Gioco di Leggere manifesta in questa collana in cui gli autori possono scegliere di combinare come in un menu tutti una serie di elementi a basso impatto ambientale (carte ecologiche, inchiostri vegetali, cartone riciclato…) il tutto stampato con una notevole maestria (e in questi tempi di libri troppo spesso prodotti in Cina con poca cura fa sicuramente piacere)

Qui il sito di Gabriele Clima http://www.gabrieleclima.com/

Gabriele Clima – ill. Chiara Carrer, Mumi senza memoria, Il Gioco di Leggere 2010, 32 p., euro 14.90