Nel 2012, Carlo Marconi pubblicava per Emme edizioni Lo stato siamo noi, una raccolta di rime sui dodici primi articoli della Costituzione italiana, nati dal lavoro in classe con i suoi alunni della scuola primaria. Anche questa volta, lo spunto viene dal confronto in classe e, ancora una volta, la filastrocca diventa la forma scelta per rendere più vicino un tema sempre e sempre più quotidiano. Sono ventuno, una per ogni lettera dell’alfabeto, come la parola che dà il titolo a ciascuna, messe in fila come a voler dare un ordine, a cercare un filo anche tra lo scombussolamento che certe immagini creano, che certe domande provocano. Ci sono rime baciate e alternate; riflessioni intorno a parole come casa, lingua, barcone e zattera; ci sono soprattutto le illustrazioni di ventiquattro artisti differenti, a dire l’importanza della diversità e a fare di questo volume anche un catalogo di stili e di visioni. Verso il fondo c’è una doppia pagina illustrata da Gianni De Conno che, dalla sua assenza, illumina ancora una volta l’opera a cui viene accostato: c’è un faro acceso nel suo disegno ed è significativo che stia al fondo, dopo la zeta, dopo che tutto si è detto e non servono più parole, ma un rassicurante fascio di luce.
Come la precedente, anche questa raccolta di filastrocche servirà probabilmente come spunto per molti lavori in classe.
Carlo Marconi, Di qua e di là dal mare. Filastrocche migranti, Edizioni Gruppo Abele 2018, 80 p., euro 12
Commenti recenti