C’è un pagina senza testo in questo albo in cui Cneut immagina la passeggiata nel bosco della protagonista come un’avanzare tra varietà differenti di fiori in cui lei si addentra arrivando quasi a confondersi tra loro, grazie al colore del suo vestito e nello stesso tempo spicca in qualche modo, decisa come il suo carattere. Rosmarino è una fata che vive come tutte le fate in un castello dalle torri dorate, dove tutte indossano abiti sui toni del rosso e del rosa e cappelli a punta e seguono regole ben precise di super buona educazione (niente briciole, niente schizzi, niente pattini a rotelle). Rosmarino non ci sta e decide di essere strega; nonostante gli avvertimenti della mamma, parte per il bosco delle streghe e ci si trova benissimo. sono gentili, le insegnano un sacco di trucchi e le prestano pure i pattini. E mica si annoia, come la mamma nel suo castello; del resto lei è Rosmarino e basta: un giorno mette il cappello tondo e un altro quello a cono; un giorno fa visita al castello, un altro un giro in barca. Non è tutta nera come le streghe né tutta leziosa come le altre fate: è se stessa e basta.
Un albo per pensare alla libertà di fare le cose che ci si sente di fare, per affermare se stessi.
Brigitte Minne – Carl Cneutt – adattamento di Giovanna Zoboli, Rosmarino, Topipittori 2017, 48 p., euro 24
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