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Il Grotlyn

8 Apr

Davies si misura a questo giro con una storia della notte, giocando con il lettore e preparandogli un piatto ricco perché in realtà il libro si presta a essere letto e riletto, tornando indietro a scovare gli indizi che sono disseminati qua e là, come indizi rivelatori del mistero.

Si sentono infatti strani rumori, fruscii improvvisi che spaventano i piccoli Rubi e Sam e poi furti che fanno pensare a un famigerato Grotlyn che si aggira nel quartiere, i cui abitanti si confrontano e si lamentano: persino al poliziotto rubano il bucato! A quel punto si intuisce chi sia il ladro e poi si scopre il suo progetto di libertà e di fuga. Ecco allora che si può ripercorrere l’albo per scovare gli indizi, i particolari e… le zampe.

La traduzione italiana segue la struttura a rime baciate dell’originale e permette quindi una lettura ad alta voce coinvolgente a affascinante: vi conviene rodarle con un buon esercizio, per non incagliarvi laddove le frasi sono più lunghe e neppure nelle allitterazioni dell’ “annoda nodi e allaccia lacci” e parimenti provare i toni. Sussurrati, bassi, improvvisi daranno corpo al testo e accompagneranno il lettore nel paesaggio notturno illuminato dalla luna e dai lampioni, tra comignoli e piccioni e tetti degni di un tempo dickensiano.

Il booktrailer dell’edizione Harper Collins.

Benji Davies, Il Grotlyn (testo italiano di Anselmo Roveda), Edt Giralangolo 2018, 36 p., euro 15

La balena nella tempesta in inverno

8 Ott

Per chi ha amato il precedente albo, ecco tornare Nico, il suo papà e anche la balena che – salvata dalla tempesta – era stata riaccompagnata in mare. Nico ne ha nostalgia, sente quella mancanza forte e insieme tenera che a furia di durare ti fa immaginare di vedere la sagoma di chi ti manca ad ogni dove, e ogni volta invece ti sbagli. Ma l’amica balena sa tornare, proprio quando il bambino ha bisogno d’aiuto, uscito di notte tra i ghiacci dell’inverno a cercare il babbo partito per l’ultima pesca della stagione.

Benji Davies ripropone i suoi personaggi e la sua grazia, quella lieve con cui dice dei legami forti, del quotidiano di un padre e di un figlio, delle piccole cose di ogni giorno che si fanno imprese di una notte e che poi rimangono nei ricordi, nei discorsi come momenti condivisi che fondano i fili che non si possono scindere, anche quando si è lontani.

E si può giocare con i due albi per scoprire gli stessi paesaggi in stagioni diverse, per riconoscere forme sotto la coltre di neve.

Benji Davies, La balena nella tempesta (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2017, 32 p., euro 15

 

L’isola del nonno

14 Ott

isola-del-nonnoUn viaggio che diventa per sempre, un albo che dice in modo delicato della morte, del salutarsi, ma anche del rapporto speciale che rimane comunque. Il nonno di Syd abita in una casetta in fondo al giardino e i particolari che Benji Davies regala all’abitazione e alle varie stanze sono indizi della sua personalità e delle sue passioni tra cui il lettore si divertirà a curiosare: è un marinaio, ha viaggiato molto, ama dipingere e occuparsi di piante e fiori; insomma, tutto dice che questo nonno è una persona che sa prendersi cura: di se stesso, della natura intorno, dei ricordi e degli altri. Sa prendersene così cura che è capace di abbassarsi, di farsi piccolo fino all’altezza del nipote per prenderlo per mano e portarlo in un viaggio che comincia dalla soffitta dove Syd non è mai salito e che conserva tutto quello che il nonno ha portato a casa dai suoi viaggi: sono pronti zaini e valigie, un cappello con piuma colorata da mettersi in testa e via, la grande porta di metallo rivela una nave pronta a salpare verso un’isola da scoprire insieme, ricca di meraviglie, un posto quasi perfetto dove non serve manco il bastone a cui appoggiarsi. Lì il nonno rimane per sempre, rimandando a casa Syd: non è una rotta dolce sotto un cielo terso, come all’andata; è un ritorno burrascoso sotto nuvoloni cupi, tra onde grandi e minacciose che dicono perfettamente del dolore, della rabbia e anche di quel che non si capisce quando muore qualcuno. La tempesta che Syd affronta è la tempesta interiore e la casa silenziosa è il vuoto che si sente dentro: eppure c’è una busta, c’è un’immagine di quell’isola che dà di nuovo colore a tutto.

Del resto poi bisogna sempre fare attenzione ai particolari: se confrontate le pagine in cui compare la soffitta, quella prima della partenza e quella un po’ desolata in cui Syd è solo senza nonno e senza porta metallica, vedrete che il nonno non si è portato via tutto, ma ha lasciato al nipote un oggetto preciso. A ricordargli il tempo passato insieme e – mi piace pensare – a tenergli a mente che possiamo sempre portare la nave a casa, sana e salva, anche se le onde la fanno sobbalzare, anche se il cappello che portiamo in testa sembra ancora troppo grande per la nostra piccola esperienza.

Il sito di Davies. Sulla pagina Fb di Giralangolo trovate il booktrailer del libro.

Benji Davies, L’isola del nonno (trad. di Anselmo Roveda), Edt Giralangolo 2016, 36 p., euro 15

Sulla collina

25 Giu

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La collina del titolo è il luogo dove si svolgono le avventure dei protagonisti di quest’albo, bambini abituati a giocare in libertà selvatica, a disporre del loro tempo e ad accordarlo con la propria inventiva trasformando la scatola di cartone che ciascuno si porta dietro in una nave di pirati, un destriero, un’astronave. Uto e Leo sono grandi amici da sempre e sanno stare bene in baldoria ed in silenzio. Un giorno però sulla collina arriva Samu: li ha osservati da lontano e per parecchio tempo, ha capito che per entrare a far parte della banda serve uno scatolone che si è prontamente procurato e probabilmente si è armato di tutto il coraggio che ha per chiedere ai due di poter giocare con loro. Ma mentre Leo è gentile e disponibile, Uto patisce il nuovo arrivato, un po’ si sente escluso, un po’ si esclude da sé e la gelosia vince su tutto.

Gelosia, ma anche nostalgia dei giochi con Leo, fino a quando gli viene offerta un’opportunità tutta nuova: gli amici lo solleticano non con uno scatolone, ma con una sorta di mega macchina speciale e dotata di ruote su cui si può giocare a lanciarsi nello spazio, a proiettarsi verso il cielo e persino bere limonata. Insomma, gioco nuovo e modo nuovo: il ritmo a due diventa ritmo a tre e Uto ben si accorda a ciò che è – appunto – cosa nuova, amicizia diversa rispetto alla precedente, senza necessità di confronti, ma pronta a essere vissuta per quel che è, piena di nuove avventure.

Il sito dell’illustratore, autore dell’albo La balena della tempesta, sempre Edt Giralangolo, il cui tratto ritrovate anche in una recente uscita Emme Edizioni: “Orazio Maisazio” col testo di Elli Woollard, storia di un gigante deciso a mangiarsi qualche bambino che dovrà ripiegare su una succulenta torta.

Linda Sarah e Benji Davies, Sulla collina (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2015, 34 p., euro 13,50

La balena nella tempesta

23 Mag

9788859207351_balena nella tempestaSulla copertina di questo albo ci sono una balena arenata e un bambino che si guardano un po’ persi, dopo la tempesta che ha lasciato sulla spiaggia quell’insolito regalo; la solitudine del cetaceo e quella di Nico, che passa le giornate a casa mentre il papà è al largo sulla sua barca da pesca, diventa avventura in cui il piccolo si getta a capofitto: trasportare in casa la balena, sistemarla nella vasca da bagno, darsi da fare perché si senta bene, raccontarle lunghe storie, farle carezze. E poi mantenere l’eccitazione del segreto anche a cena, camminare in punta di piedi per portarle cibo per … essere scoperto dal babbo che insieme si rende conto di essere tanto assente e si china verso il figlio per spiegare che è il mare il posto adatto alla balena. Il papà rimane accanto in silenzio mentre la barca scivola nella notte, mentre la balena scivola tra le onde, mentre la tristezza del separarsi scivola addosso stemperandosi nella certezza del pensiero che mantiene il legame. Perché la balena rimane nei disegni di Nico, nei suoi pensieri, nel tenere ben alto lo sguardo verso l’orizzonte per cercarla e trovarla ancora, rimane con lui anche quando è lontana dalla costa perché Nico sa che lei c’è e questo basta: anche pensarla forte, pensarla ogni giorno è avere cura di lei.

Benji Davies regala poesia lieve, illustrazioni quasi materiche (maglioni di lana che vien voglia di accarezzare, vento che si intuisce nell’incresparsi dell’erba e del mare, musi di gatti che spuntano qua e là), particolari preziosi. Il suo tratto susciterà sicuramente passioni improvvise: per fare scorpacciata di bellezza, l’editore italiano si è prodotto in una doppia uscita che affianca a questo albo anche Sulla collina, col testo di Linda Sarah, di cui parleremo tra qualche giorno.

Il sito dell’autore. Guarda le sue animazioni su vimeo. Questo albo ha vinto l’Oscar’s First Book Prize.

Benji Davies, La balena nella tempesta (trad. di Anselmo Roveda), EDT Giralangolo 2015, 28 p., euro 13,50

P.s.: a proposito di balene, non mancate Barriga da baleia, un albo di António Jorge Gonçalves legato a uno spettacolo teatrale.