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Arthur e la fune d’oro

21 Mar

arthur fune oroInteressante formato per i lettori che cominciano a muoversi con destrezza nella pratica della lettura: un albo con grandi illustrazioni, testi brevi e ben distribuiti sulla pagina e l’idea di poter ritrovare il tutto anche in altre avventure. Fa infatti parte di una serie, “I Brownstone” (di cui Giunti manda in libreria anche un altro titolo, “Marcy e l’enigma della sfinge”) in cui Joe Todd-Stanton fa prova ancora della buona capacità di narrare l’avvntura in parole e illustrazioni di cui già aveva dato segni ad esempio ne Il segreto della roccia nera, edito in Italia da Babalibri.

L’invito fatto al lettore è di addentrarsi nella cripta della famiglia Brownstone e lasciarsi catturare dalle storie delle rarità e degli oggetti dai poteri magici che i suoi membri hanno nei secoli raccolto, come Arthur, nato molto tempo fa in un villaggio islandese, ragazzino affascinato dalle leggende e dalle creature della foresta. A lui, improbabile eroe, tocca il compito di addentrarsi nella terre degli dei Vichinghi per trovare il modo di ravvivare il fuoco spento dall’arrivo di una grande belva. 

Joe Todd-Stanton, Arthur e la fune d’oro (trad. di Francesca Pellegrino), Giunti 2021,  56 p., euro 12,90

Il grande Nate

24 Giu

grande nateNate the Great è una serie di più di venti libri scritti a partire dagli anni Settanta da Marjorie Weinman Sharmat che da bambina aveva due grandi sogni: diventare scrittrice ed essere una buona detective. Proprio per questo il suo piccolo protagonista si lancia nell’investigazione, a sua misura ovviamente, partendo dai problemi degli amici, dai guai del vicinato. E della giusta misura – un concetto su cui siamo più volte tornati in questo ultimo anno – sono i primi due libri della serie tradotti in italiano, che negli Stai Uniti hanno accompagnato generazioni di bambini nel prendere confidenza con la lettura: testi brevi e divertenti, illustrati, con uno sguardo all’altezza dei personaggi che mettono in pagina, riproposti dalla casa editrice Il Barbagianni in caratteri ad alta leggibilità.

Nate, il Grande Nate, fa il detective, lavora per conto proprio, niente soci e niente cibo quando si lavora (ma si può fare un’eccezione per i pancake!). Ogni volta che esce per un caso, lascia un messaggio alla sua mamma, in cui la rassicura di cose tipo che tornerà presto o che si è messo le scarpe da pioggia. Calca il cappello, infila l’impermeabile, si fa seguire dal fidato cane Fango e punta all’osservazione. Per minimi che vi possano sembrare i casi da risolvere (nei primi due volumi un disegno scomparso, una lista della spesa smarrita), il giovane detective e il testo seguono infatti una logica precisa, con lo scopo di far partecipe il lettore alla scoperta degli indizi e al ragionamento che porta alla soluzione, quasi portandolo per mano a capire cosa sia successo anche grazie alle illustrazioni che, davvero in questo caso, accompagnano la narrazione e la rendono evidente.

In più sono avventure che si prestano brillantemente alla condivisione ad alta voce. E ne è già annunciato un terzo!

Marjorie Weinman Sharmat – ill. Marc Simont, Il Grande Nate (trad. di Laura Bernaschi), Il Barbagianni 2020, 62 p., euro 10

Marjorie Weinman Sharmat – ill. Marc Simont, Il Grande Nate e la lista smarrita (trad. di Laura Bernaschi), Il Barbagianni 2020, 48 p., euro 10

Un giorno d’estate

9 Giu

UN-GIORNO-D-ESTATE-coverEccolo, finalmente riesco a sfogliare dal vivo questo albo edito da Kira Kira che prosegue nel suo intento di portare all’attenzione dei lettori italiani una selezione di albi illustrati di autori e illustratori giapponesi ancora poco conosciuti.

Come racconta in questa intervista, l’albo nasce da un ricordo d’infanzia, un’avventura in un giorno estivo da cui l’illustratore ha tratto soprattutto le sensazioni da riportare sulla pagina: è questo infatti che gli interessava più di ogni altra cosa e bisogna dire che ci è riuscito perfettamente. Un bambino corre verso la sfida che ha scelto: catturare un cervo volante nella valle che così si chiama e farlo da solo. Davvero è la grande avventura, la dimostrazione che può esseren capace, l’addentrarsi lungo la strada. La scelta di ridurre il testo al minimo indispensabile, di usare in modo sapiente la ripetizione, il susseguirsi delle immagini con i suoi colori vivi (la natura pare quasi strabordare e venire verso il lettore come le rane che si incontrano in una delle tavole) rendono perfettamente le emozioni del protagonisti, il suo batticuore, fanno vivi persino gli odori e i suoni, la calura della giornata e soprattutto la pioggia che scroscia improvvisa come solo l’estate sa fare. Il sole che torna illumina il viso lavato di pioggia e luminoso della felicità dell’esserci riuscito: la gioia della conquista che sicuramente è sensazione famigliare per tutti i bambini.

Dritto dritto tra i miei albi del cuore. Spero sia un colpo di fulmine anche per voi.

Koshiro Hata, Un giorno d’estate (trad. di Roberta Tiberi e Elena Rambaldi), 40 p., euro 16.

The Skeleton Tree

8 Dic

Un romanzo che, per ambientazione, atmosfere e tensione rimanda a “Il signore delle mosche”, al Paulsen di “nelle terre selvagge”,a certi momenti del recente Alla fine del mondo. Il dodicenne Chris, da poco orfano di padre, viene invitato in barca dallo zio Jack e lì conosce un altro ragazzo, Franck, scostante e insolente. Dopo due soli giorni, la barca affonda lungo le coste dell’Alaska e solo i due ragazzi si salvano. Raggiungono una terra selvaggia e disabitata, trovano una rudimentale capanna con tracce di un passaggio umano, non hanno modo di comunicare col mondo: costretti a sopportarsi, i due cercano un modo per sopravvivere, adattandosi al mondo che li circonda. Molto meno ferrato in materia di sopravvivenza di Frank, Chris deve trovare il modo di superare le paure e di farsi piacere quello strano ragazzo di cui non ha compreso il rapporto con lo zio e che gli pare decisamente misterioso. Fa amicizia con un corvo che battezza Giovedì e che diventa il suo compagno di avventura: li lega un legame fortissimo che fa scoprire a Chris il lato per lui quasi umano dell’animale, che lo protegge e lo affianca nell’esplorazione dei luoghi, nella fuga da un grizzly, nei pericoli sempre in agguato. Quando capisce che anche Frank è orfano, pensa di trovare un terreno comune parlando del padre, impiegato noioso e preciso, spesso assente, mentre il padre di frank, nei racconti che il figlio ne fa, sembra un complice perfetto, attento e partecipe. Mentre sale la tensione narrativa (cambia la stagiona, arriva l’inverno, ci sono deliri e animali feroci da affrontare), si avvicina anche l’acme del racconto che svela al protagonista quello che mai ha intuito e compreso della sua famiglia.

Bella copertina e incipit che cattura.

Iain Lawrence, The skeleton tree (trad. di Christina Mortara), San Paolo 2019, 288 p., euro 18

Storia di Boy

18 Nov

storia di boyChe meraviglia questa scoperta, questo libro che ha aspettato per tanto e che ora ho letto: l’autrice fa piombare il lettore in pieno fine Medioevo, nell’anno santo 1350 tra i pellegrini in visita a Roma. Racconta Ragazzo, il protagonista che vive in terra di Francia in un maniero che ha conosciuto giorni migliori. A lui, gobbo e deriso non solo per la malformazione ma anche per i boccoli d’oro, tocca accompagnare verso Roma Secundus, misterioso pellegrino che cerca di arrivare sulla tomba di Pietro con sei reliquie, per procurarsi le quali non bada a mezzi e a modi. Tutto stupisce il ragazzo che non ha mai visto il mondo e che sogna di poter chiedere il miracolo di diventare un normale ragazzo; eppure lui sa parlare con gli animali e ha in nuce qualcosa di straordinario anche se non lo sa. Il viaggio, le peripezie e le fughe sono l’occasione perché Secundus si racconti, perché i due si addomestichino a vicenda. Il lettore accompagna Ragazzo nella presa di coscienza e nell’accettazione della sua vera natura, fino a rendersi conto di quanto vasti possano essere i suoi orizzonti.

E se non si può dire di più sulla trama per non rivelare troppo, di certo di può sottolineare come l’ambientazione ricostruisca alla perfezione il mondo medievale, le credenze dell’epoca, il modo di vivere e di pensare e la città di Roma devastata dai Barbari e – come dice Secundus – dai suoi abitanti che non seppero vedere abbastanza lontano. Le illustrazioni di copertina e di inizio capitoli e le mappe di Ian Shoenherr contribuiscono non poco alla resa dell’epoca.

Catherine Gilbert Murdock – ill. di Ian Schoenheerr, Storia di Boy (trad. di Roberto Serrai), Giunti 2019, 249 p., euro 16, ebook euro 9,99

Anna e la famosa avventura nel bosco stregato

20 Ago

Caro lettore, evitati la quarta di copertina chi ti dice che, quando non hai tempo di avere paura, scopri che non c’è nulla di cui avere paura eccetera eccetera… sono le noiose spiegazioni di certi grandi. Tu buttati nell’avventura come fa la protagonista e goditi la lettura di questo fumetto che fila veloce quanto è rapta l’azione di Anna e il passare da una situazione all’altra, una più pericolosa dell’altra, per liberare la sua famiglia.

Doveva ssere una tranquilla vacanza in campeggio, in montagna, anche se i figli avrebbero preferito il mare, quando invece i genitori e il fratellino spariscono: messasi sulle loro tracce, Anna si imbatte in una serie di animali parlanti che sembrano non avere nessuna fiducia nel genere umano; c’è però chi l’aiuta a raggiungere il castello della strega che tiene imprigionati i suoi cari e soprattutto ad acquisire quella fiducia in se stessa che le servirà per non avere paura e per avanzareverso la vittoria finale.

Una storia sulla fiducia, in se stessi appunto, ma anche negli altri: Anna e gli animali del bosco imparano ad andare oltre i rispettivi pregiudizi e a conoscersi reciprocamente.

Luca Tortolini – Sara Colaone, Anna e la famosa avventura nel bosco stregato (raccontata da lei stessa), Bao 2019, 80 p., euro 16

Le avventure di Pantagruele

18 Ott

Mi ha preso l’allegrezza, leggendo questo divertente libro adatto ai lettori intorno ai 7/8 anni. Ispirato all’opera di Rabelais (libertariamente ispirato, come recita il colophon), è una ridente avventura che conquista il lettore con il gusto dell’enumerazione, dell’esagerazione e dei giochi di parole, come da originale, risultando per di più molto piacevole e adatto alla lettura ad alta voce. Per cui ne saranno contenti non solo i lettori che troveranno un testo illustrato e adatto alle loro capacità, ma anche insegnanti o chi per essi cercano testi da condividere insieme.

Si racconta del giovane, gigantesco Pantagruele, così chiamato in onore del folletto della sete che il re – padre del bambino – spera di commuovere affinché mandi la pioggia, che si mette in viaggio spinto dagli insegnamenti del suo maestro Gianni: nella vita bisogna essere curiosi, e allora via a incontrare il mondo in compagnia di Tokei. Naviga naviga vola vola cammina cammina. si susseguono le avventure dei due tra la Terre degli Invisibili, il Paese delle Trasformazioni, quello delle Parole Congelate e Cadacual, dove la regola fondamentale è “fai quel che vuoi”.

Una bella riuscita che ci permette di mettere in vetrina una casa editrice che di certo non tutti conosceranno.

Maristella Bellosta – ill. di Chiara Tronchin, Le avventure di Pantagruele, Ortica 2018, 140 p., euro 12

Ti ricordi ancora

15 Mag

Avere dei ricordi chiari e per di più condivisi di un felice e libero tempo bambino è uno dei migliori regali che può fare la vita. Di questo parla questo albo che, ad ogni doppia pagina, regala un ricordo – un brevissimo racconto evocativo – e un’immagine corrispondente: sono un uomo e una donna anziani che pensano alle avventure che hanno vissuto insieme da piccoli, alle cose matte, agli spaventi, alle gocce di pioggia, alle notti di luna, ai campi fioriti, alle fughe dai campi pieni di mucche. Sono poetici e buffi (le tre capre che tornano a più riprese contribuiscono certo a dare un tono fantastico, un ricamo sui fatti vissuti) e di loro sappiamo che l’amicizia è mantenuta salda: lungo il filo delle pagine infatti, non solo li vediamo bambini, ma Jutta Bauer sceglie di inserire piccole scene a matita dove si vede l’oggi, la situazione in cui il racconto viene evocato, narrato ad alta voce o magari giusto accennato perché ognuno possa ripassarlo nel buon silenzio condiviso che la conoscenza profonda tra esseri umani crea.

In un letto d’ospedale o giocando a carte, seduti su una panchina o mentre si pianta l’orto, ecco arrivare i racconti: le capre che bevono il tè, il cane che balla il tip tap, lo gnomo col cappello, la pioggia improvvisa, la strada che sembra non finire mai: l’importante era stare fuori, partire, mettersi all’avventura e tessere storie e condividere tempo e vita. Questi due protagonisti mi fanno pensare ai magnifici vecchi protagonisti di Le nostre anime di notte di Kent Haruf.

Zoran Drvenkar e Jutta Bauer, Ti ricordi ancora (trad. di Anna Patrucco Becchi), Terre di Mezzo 2017, 48 p., euro 15

Il codice Blackthorn

18 Feb

“Polveri, unguenti, erbe medicinali. E poi una grande voliera e libri, decine di libri. Entrando nella bottega di mastro Benedict Blackthorn, Christopher Rowe impara a conoscere il mondo affascinante e misterioso degli speziali. Sta muovendo i primi passi in mezzo a pozioni e medicamenti (non senza qualche scoppio), quando un misterioso culto comincia a mietere vittime tra i mastri speziali di Londra. Le morti si moltiplicano e il cerchio si stringe sempre più intorno a Christopher. A quanto pare è lui che dovrà venire a capo del mistero, interpretando enigmi e scoprendo formule alchemiche. Tra nascondigli di fortuna e fughe a rotta di collo, con una buona dose di coraggio e un amico fidato. ” (Sinossi dal sito dell’editore)

Un classico romanzo per ragazzi con ambientazione storica (siamo nel 1665) pieno di misteri, enigmi da risolvere e tanta avventura. La ricostruzione è dettagliata, ma non toglie spazio all’azione e le ricette degli speziali sono tutte autentiche, infatti un po’ stupisce e un po’ diverte l’avvertenza nelle prime pagine a non riprovare gli esperimenti perché potrebbero funzionare ed essere letali! Christopher ricorda i molti orfani letterari, ma senza dare quella sensazione di già letto, il giallo c’è e fino alla fine non si riuscirà a venire a capo della vicenda.
Un altro grande apprendista è Mog Winter, protagonista dei libri di Bajoria, serie purtroppo fuori catalogo e monca del terzo volume, mai tradotto, che merita di essere scovata nelle biblioteche e letta per immergersi nella Londra ottocentesca (L’apprendista e Il Re degli inganni, Fabbri).

Kevin Sands, Il codice Blackthorn (trad. G. Bertoldo), Rizzoli, 2016, pp. 384, € 16

Il Piccolo Regno

28 Apr

Degli eroi. Questo eravamo. Vivevamo estati eterne, dominate dalla voglia di lasciarci alle spalle la città in cui avevamo trascorso l’inverno, e guadagnare spazio, liberarci dalla costrizione delle sciarpe e dei cappotti.

Nell’estate inglese degli anni Trenta, quattro ragazzi vivono l’avventura che li trasporterà nell’età adulta, quella della Gente Alta, così diversa e incomprensibile.

Merlo, Lepre, Ranocchio e Tasso (voce narrante), passano da sempre l’estate nella casa di campagna. Sono anni in cui la Gente Bassa è ancora in grado di parlare e capire la voce degli animali, da cui i soprannomi dei protagonisti; è il tempo della spensieratezza, della leggerezza e dell’avventura. Fino a quando la scoperta e la violazione di un’antica tomba, trascinerà il quartetto a confrontarsi con altri aspetti della vita e con la durezza della maturità.

Un romanzo sull’età di passaggio, sul superamento della soglia, su cosa vuol dire essere bambini e su cosa significa non esserlo più. Tra i personaggi ritroviamo anche Lawrence d’Arabia, già protagonista di Stella del Mattino sempre di Wu Ming 4, che qui compare negli ultimi anni della sua vita, sotto una luce molto diversa.

Leggendo Il Piccolo Regno si ha l’impressione di leggere un classico della letteratura inglese per ragazzi, di immergersi nelle atmosfere del Giardino Segreto e degli altri romanzi inglesi dell’epoca (ma anche romanzi contemporanei, come il ciclo di Wildwood) C’è solo una nota più malinconica e dolente, che fa da sfondo a tutta l’opera e che la rende per questo, a mio parere, più adatta ad un pubblico più grande.

Come ogni classico che si rispetti è presente una mappa per orientarsi e per seguire gli spostamenti della Gente Bassa.

Per la Gente Alta che vuole approfondire i molti riferimenti del romanzo vi rimando a questo articolo di Wu Ming.

Wu Ming 4, Il Piccolo Regno, Bompiani 2016, pp.231, euro 13