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Clown

22 Ott

Sguardo arcigno, passo deciso e sei pupazzi nelle mani. La signora con gesto sicuro butta in un secchio della spazzatura quelli che sono stati i giocattoli di un bimbo. Tra questi c’è un piccolo clown. Con una capriola e un sorriso atterra sul marciapiede. Una scrollatina per togliersi polvere e sudiciume, una frugata nei cartoni lasciati lì vicino alla ricerca di un paio di scarpe da ginnastica ed eccolo pronto per correre a grandi falcate per le strade della città. Il piccolo clown vuole una nuova famiglia per sé e per i suoi amici di pezza. Gli incontri non mancano, ma nessuno è intenzionato ad accoglierlo. Ogni volta il pupazzo è buttato via senza garbo con un lancio. I rifiuti non scalfiscono la determinazione del piccolo clown. Si rialza e riprende la sua ricerca. La sua tenacia sarà ricompensata. E chi non lo lancerà via ritroverà il sorriso.

Il piccolo pupazzo è il protagonista di Clown l’unico libro senza parole dell’illustratore inglese Quentin Blake. In questo albo – pubblicato in Inghilterra nel 1995 e l’anno successivo vincitore del premio internazionale rilasciato da Bologna Children’s Book Fair – gli acquerelli espressivi, l’orchestrazione della pagina e i volta pagina, capaci di creare suspence e sorpresa, trasportano il lettore a fianco del piccolo protagonista. La sua storia ci parla di tenacia, coraggio, altruismo e accoglienza. Ci mostra quanto questi siano alleati necessari per fronteggiare le difficoltà e per riuscire a superarle arricchiti.

Quentin Blake, Clown, Camelozampa 2018, 32 p., euro 15,00

Il trasloco del giardino

20 Set

Che cosa è un giardino? È la pianta in un vaso. La pianta che uno starnuto agita come una tempesta e che “vista da vicino sembra un albero altissimo in mezzo al prato”. È “una forma sbilenca, ritagliata da muretti: un sorbo, un piccolo prato e uno stradino che porta a casa”. È il parco di una maestosa villa nel quale è possibile perdersi. È fatica: un giardino ha bisogno di qualcuno che lo curi e la cura prevede arare, zappare, piantare, potare, innaffiare. E osservare: ogni giorno guardarlo per capirlo perché le piante sanno di cosa hanno bisogno. È piantare alberi da bacche in modo che a tanti uccelli venga voglia di far una visita. È coltivare l’amicizia. Un giardino è bellezza per gli occhi e per l’animo.

Il trasloco del giardino, nuovo titolo della collana di Topipittori PiNOPremio Andersen come Miglior progetto di divulgazione nel 2017 – ci racconta l’incanto e la felicità nel prendersi cura di un giardino. E lo fa – tratto distintivo della collana – intrecciando testo poetico, informazioni scientifiche e illustrazioni. Le pagine poetiche ci raccontano giardini differenti e la ricchezza che ognuno racchiude. I protagonisti della narrazione – al lettore immaginare chi possano essere – scoprono la gioia di partecipare alla vita di un giardino. Ascoltando i loro desideri, traslocano più volte se stessi e le piante alla ricerca del pezzo di terra di cui hanno bisogno. La loro è una ricerca fatta di entusiasmo, passione e sperimentazione. Ogni giardino è accompagnato da approfondimenti tecnici che con un linguaggio chiaro e accessibile insegnano, per esempio, a conoscere i momenti migliori per seminare, a trasportare e a innaffiare una pianta. Le illustrazioni in tecnica mista, dalle linee essenziali e dai pochi colori dialogano e ben si amalgamo con entrambi i testi: partecipano all’incanto delle pagine poetiche e conferiscono ritmo alle pagine più descrittive. Leggere Il trasloco del giardino fa venir voglia di immergersi nel verde, di osservarlo e di provare a prendersene cura.

Il trasloco del giardino è il quarto titolo della collana PiNO. I precedenti sono Sei zampe e poco più (Geena Forrest, 2016), Vagabonde! (Marianna Merisi, 2017) – qui la recensione pubblicata su questo blog – e L’albero (Silvana D’Angelo e Studio Fludd, 2017).

Federico Novaro e Stefano Olivari – ill. Christel Martinod, Il trasloco del giardino. Guida pratico poetica all’invenzione del paesaggio, Topipittori 2018, p. 32, euro 14

Quando a leggere sono i “visivi”

10 Ott

Hugo Cabret 3Siccome sempre diciamo che questo blog è nato per condividere letture ed esperienze di lettura con bambini e ragazzi e che l’idea di base è quella che il nostro tempo di lettura può essere utile a chi ci legge, oggi condivido un’idea di percorso di lettura sperimentato nello scorso anno scolastico e nato dalla riflessione sulle modalità di “vedere” dei nuovi lettori della generazione digitale. Un percorso con gli albi illustrati per i ragazzi della scuola media secondaria di primo grado. Anche un percorso per cercare di andare contro alcune idee preconcette che ancora si sentono da parte degli insegnanti quando, al termine dell’incontro con le classi, si passa alla scelta dei libri per il prestito: e capita di sentire che un certo libro in classe non si porta “perché le illustrazioni sono per i piccoli”. Ne ho scritto sulla rubrica che curo per Biblioteche Oggi nel numero appena uscito.  Ecco il testo dell’articolo; è stato scritto in luglio, quindi la bibliografia è pronta per essere aggiornata con nuove uscite editoriali.