Se vivi in un luogo ai margini – in questo caso una piccola isola, intorno alla quale la marea facilita o complica le vie di accesso – chi viene a trascorrere una giornata da turista nei tuoi luoghi ti guarda come un essere alieno, come un animale strano, come qualcuno di un po’ selvatico che non sa rendersi conto di cosa sia la vita. E se quel luogo non lo hai scelto, ma ci sei nato, il desiderio che prima o poi arriva è di andartene, verso la città, verso posti che offrono maggiori possibilità – di incontri, di lavoro, ci divertimento – e che plachino l’irrequietezza verso un’orizzonte che non basta. Questo succede a Kevin con i suoi diciassette anni: andarsene in città, a inseguire Susan, la coetanea che c’è da sempre esattamente come nella sua vita da sempre ci sono le dune di sabbia, i cottage dietro la piazza, le poche persone che popolano l’isola; andarsene per poter scegliere la sua isola, vederla da un’altra prospettiva, sentire quel che davvero è il suo abito, il suo luogo, il suo orizzonte.
Viene tradotto ora in Italia il primo libro di Aidan Chambers, uscito in Gran Bretagna nel 1968, in cui è possibile scorgere in filigrana tutte le caratteristiche della sensibilità e della scrittura dell’autore. Quello che però rende davvero prezioso questo testo, al di là della bellezza della storia, è la nota che lo stesso Chambers scrive per questa edizione italiana: contiene una sorta di inno, di complimento e di applauso ai tanti lettori italiani che ha incontrato in questi anni e che – scrive – lo fanno sentire “più vivo” con il loro interesse, la loro capacità di accoglienza e di intelligenza. Ma soprattutto quelle righe finali raccontano di come sia nato questo libro: Chambers era un giovane insegnante che da tempo sognava di diventare scrittore senza riuscirsi e senza nemmeno riuscire a interessare i suoi allievi alla lettura; allora decise di chiedere ai ragazzi stessi che tipo di testo avrebbero voluto leggere e scrisse pensando a loro,a un pubblico reale, mettendo insieme la sua urgenza di dire e il loro desiderio di leggere comunque; così un testo scritto per gli allievi conquistò un editore e in poco tempo altri testi di Chambers vennero pubblicati.
Leggendo questa nota avrete la chiave del carisma di Aidan Chambers e saprete perché i suoi libri sono tanto belli e tanto apprezzati: potete infatti leggere in trasparenza, nel racconto che fa del suo tentativo di scrittura, l’insegnante che era, lo scrittore che stava per diventare e anche l’editore che sarebbe successivamente stato, una persona fedele a quel che sognava di dire e di essere e insieme estremamente attento a chi aveva davanti, a chi avrebbe letto i suoi libri, alle persone con cui – in presenza o a distanza – dialogava. Ogni volta che lo incontro, che lo ascolto mi fa pensare a un albero, saldo, diritto e curioso di chi ha intorno; è la stessa sensazione che regalano i suoi libri: mentre sei lì davanti a lui, come mentre leggi, hai la sensazione, e insieme la certezza, che l’autore è davvero lì, tutto intero. Questa onestà dell’autore rende quel che dice, quel che scrive di una chiarezza così pura che tocca comunque sempre.
Il sito dell’autore.
Aidan Chambers, Ombre sulla sabbia (trad. di Beatrice Masini), Rizzoli 2016, 155 p., euro 15
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