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Libri per fare, libri per giocare

5 Ago

Nella postfazione di un libro di parecchi anni fa (Enrico Ferri, Giulia Ricci, Come si fa a giocare, Editori Riuniti, 1982; in qualche biblioteca è ancora reperibile) Mario Lodi racconta i suoi giochi di bambino, del tempo passato a sperimentare, progettare, costruire, adattare materiali di recupero per costruirsi giocattoli o creare nuovi oggetti. Esperienze che poi continuerà a rielaborate nella sua vita di maestro, nella Casa delle arti e del gioco e in altre attività educative. È, quello di Lodi, un racconto affascinante e rivelatore, come del resto tutti i diari delle sue attività, del nesso profondo che c’è tra fare e imparare. I tempi oggi sono profondamente cambiati dal tempo dell’infanzia di Mario Lodi, i bambini vivono in ambienti per certi versi più asfittici, sotto assedio di giocattoli e oggetti, deprivati del loro tempo e di spazi, d’altra parte per loro si aprono altre nuove forme di esplorazione del mondo. Noi e loro abbiamo bisogno di spazi e tecnologie pubbliche per apprendere come funzionano e si utilizzano i nuovi strumenti che possono trasformare i modelli digitali in oggetti fisici, ma parallelamente è necessario tenere aperto il canale di un’abilità manuale che si serve di strumenti tradizionali; di un’abilità da costruire e allenare con pazienza già da piccolissimi, pasticciando e saggiando materiali diversi per scoprire la loro duttilità o la loro resistenza, assemblarli o scomporli per dare continuamente vita a forme diverse. Pian piano si potrà scoprire come mani e pensiero si rincorrono. Quindi, insieme ai bambini esploriamo il mondo con le mani, anch’esse sono strumenti del pensare. Per farlo abbiamo pensato di segnare una nostra pista tra alcuni titoli di libri che negli ultimi tempi ci hanno particolarmente colpito per l’originalità delle proposte, per le modalità di presentazione delle procedure di realizzazione dei lavori che propongono, perché contagiosi nel trasmettere l’entusiasmo di mettere in attività le mani.
il ragazzo che trasformava le coseAnche se non suggerisce direttamente lavori manuali, è un contributo illuminante, per una riflessione sul fare, la lettura del libro di Sabina Colloredo con le illustrazioni di Gianni De Conno Il ragazzo che trasformava le cose (Carthusia 2014, euro 12,90), pubblicato in occasione dei 60 anni del Premio Compasso d’oro e per raccontare ai più piccoli la professione del designer. Cominciare dal cambiare sempre punto di vista – magari provare anche a guardare il mondo a testa in giù – per avviarsi in un viaggio dentro le cose, assorbire la loro forma e il loro senso, cambiarle e inventarne di nuove, come in fondo fa un designer, rappresenta la dimensione ideale nella quale abitare per avviare anche una trasformazione profonda: trasformarsi da consumatori di cose in creatori di cose.
Entusiasmo già nel titolo in Lo faccio io! Lavoretti per bambini e idee creative per ogni occasione di Anna Alfonsi, illustrazioni di Francesca Rossi (Lapis, 2013, euro 14,90), manuale coloratissimo di piccoli lavori per ogni occasione, spiegati chiaramente in tutte le fasi di realizzazione con l’aiuto di illustrazioni. Continua a leggere

Siate gentili con le mucche

10 Lug

siate genitli con le muccheTemple Grandin è una bambina speciale. Seria e silenziosa. Tra le onde del mare, racchiusa nel suo giubbotto salvagente, non strilla, non ride, non si diverte a spruzzare l’acqua, si limita a rimanere lì, immobile, spenta e silenziosa. Non cerca gli occhi degli altri, gli abbracci. È persa in un mondo tutto suo, si dondola e gira su se stessa se sente rumori troppo forti. A due anni ancora non parla, emette solo grida strozzate. La prima risata arriva a quasi tre anni. Il papà è furibondo, per lui la bambina è ritardata e sua moglie fa fatica ad ammetterlo. La mamma sa solo che la sua strana bambina richiede di essere richiamata continuamente nel mondo dove ci si relaziona agli altri; sa che deve tentare e ritentare all’infinito, anche se si graffia cercando di avvicinarsi a lei e se soffre nel continuare a non capire.
La diagnosi di uno specialista arriva a pochi anni: Temple presenta i sintomi dell’autismo. Siamo negli anni Cinquanta, si ritiene che alla base della malattia ci sia una eccessiva freddezza emotiva delle madri che spinge i bambini a isolarsi dal mondo. La madre non si arrende a quello che comporta questa visione. La bambina non è lasciata sola, una tata provvidenziale la aiuta con la sua regola del fare, fare, fare; è coinvolta in un’attività continua, frequenta la scuola, comincia a imparare, è brava nelle attività pratiche, ama e detesta alcune cose e lo manifesta con urla e strepiti esplosivi, fa capricci, ma si impegna anche molto; alla fine viene cacciata dalla scuola media e iscritta a una scuola speciale in campagna, dove si fanno molte attività all’aperto a contatto con gli animali, qui scopre la sua capacità di pensare come loro e la gioia che le dà il loro contatto. Uno straordinario professore, Mr. Carlock, crede in lei, la incoraggia e l’abitua a ricercare nei libri il perché delle cose; Temple è sempre una persona bizzarra, però ha una tenacia eccezionale ed è una ricercatrice instancabile di soluzioni: si costruisce una macchina per gli abbracci, è attirata da porte e barriere, anche se ha paura di ciò che potrebbe trovare al di là delle soglie non esita ad attraversale; non sa che cosa sia l’amore, però conosce bene la gentilezza, sa che se la si diffonde questa torna indietro. Il suo approccio diverso al mondo le permette di entrare in alcune pieghe della realtà che agli altri sono pressoché invisibili o impensabili, di sentire voci e sensazioni per gli altri inudibili.

La storia di Temple Grandin – laureata in zoologia, progettista di ambienti per l’allevamento di bestiame, oggi conosciuta per le sue ricerche sugli animali allevati per il nostro nutrimento e anche per gli scritti dove parla di se stessa (è eccezionale la sua testimonianza dal “di dentro” del pensiero autistico) e anche per ciò che ha scritto su di lei Oliver Sacks nel libro Un antropologo su Marte, il cui titolo riprende un’espressione della stessa Grandin per spiegare come si sente nel mondo – è narrata limpidamente da Beatrice Masini che con la scrittura sembra disegnare la successione degli episodi salienti della biografia di questa studiosa come una serie di tanti quadri, quasi una realizzazione del “pensare per immagini”, cifra costitutiva del pensiero della Grandin. Le illustrazioni di Vittoria Facchini con frammenti, dissezioni di figure traducono il modo diverso, ma non privo di significato, di Temple di percepire il mondo e ci consegnano il suo sguardo che non ci guarda.
Il sito di Temple Grandin e un filmato per vederla e ascoltarla.
Questo il sito per saperne di più sul “Progetto Cascina Rossago” di cui si parla nell’approfondimento di Stefania Uccelli e di Francesco Barale.
Beatrice Masini – ill. Vittoria Facchini, Siate gentili con le mucche. La storia di Temple Grandin, Editoriale Scienza, 2015, euro 12,90, ebook euro 7,99

La cosa più incredibile

5 Feb

cosa piu incredibileIn un compito per le vacanze è richiesto agli studenti di raccontare la cosa più incredibile che sia mai successa loro. Ivan De Rossa, dodici anni, in apparenza scontroso ma molto sensibile, affronta questo compito con impegno, tanto gli preme raccontare la cosa davvero eccezionale e vera, fin nei minimi dettagli, che gli è capitata; mica una di quelle storie banali intrise delle più noiose melensità che racconta il prevedibile Alberto Pitelli, il secchione della classe, ma una vera storia dove nel corso ordinario delle cose irrompe lo straordinario che sconvolge le consuetudini della realtà. L’inverosimile è accaduto a Ivan e ai suoi amici: i due gemelli, diversi tra loro, Paolo e Pietro Contaldi; Melania Giacosa, coetanea pressoché perfetta di Ivan, perché un solo giorno differenzia la loro età di nascita; Rudy Scannarò, bello e atletico, un po’ più grande degli altri e un po’ più saggio. Abitano tutti nello stesso condominio, appartamenti tutti uguali, nella “ridente cittadina” – come dice il padre di Ivan – di Brevie, alle porte di Torino. Famiglie che più o meno si assomigliano, problemi economici che condizionano le scelte di tutti, stesse attenzioni e pressioni sui ragazzi, stessi divieti, alcuni passatempi condivisi e soprattutto un modo inconciliabile di vedere le cose tra ragazzi e adulti. Infatti, secondo Ivan, la cosa più incredibile ha inizio proprio da una grande fregatura. I genitori dei ragazzi disattendono la promessa di andare a vedere tutti insieme il film horror La casa nella brughiera, all’improvviso risultato “spettacolo inadatto”; a pensarci bene tanti altri piccoli fatti, tante altre questioni concorrono all’inizio della cosa incredibile. Ma la questione centrale rimane la certezza da parte dei giovani protagonisti di aver subito ognuno gravi torti da parte dei genitori. Ivan, poi, tanto è infuriato, stende addirittura un elenco minuzioso di tutte le ingiustizie subite in famiglia. E sì che sono tante, tutte per colpa della privilegiata sorella Irene, vegana convinta, creduta erroneamente dai genitori un angelo del paradiso studentesco, che, con la scusa degli esami universitari da preparare, fa in modo che le incombenze più noiose ricadano sulle spalle del povero Ivan. Risentiti per i divieti subiti, i cinque amici si trovano a desiderare profondamente, e in contemporanea, la sparizione dei loro familiari. Con l’irrompere di questo desiderio cominciano a manifestarsi fatti inspiegabili, visibili solo a loro. Dalla Realtà Realtà precipitano in una Reltà Alternativa, controllati e messi alla prova – come personaggi delle fiabe – da due personaggi inquietanti, Franz, l’uomo vestito di bianco e Otto, un nano motociclista.
Il romanzo di Christian Frascella, autore dell’indimenticabile romanzo d’esordio “Mia sorella è una foca monaca” (Fazi 2009), disegna e indaga con levità e profondità il mondo dei preadolescenti facendo spesso sorridere. Da tempo non mi succedeva di leggere un romanzo per ragazzi/per tutti, di un autore italiano, che ci avvicinasse in maniera così convincente a quel nodo intricato che si crea sul finire dell’infanzia in cui si intrecciano fittamente incomprensioni, sentimenti oscuri, desiderio di cancellare ciò che è, bisogno di rassicurazioni, di essere liberi, di strappare le radici, di essere accolti. È bello il linguaggio in queste pagine. Quel linguaggio che l’autore presta alla penna di Ivan intento a scrivere fogli su fogli per il suo compito, con l’intenzione di non tralasciare nulla. Nello svolgimento lambisce il romanzo epistolare, il diario, la fiaba, il racconto horror. È un linguaggio autentico che rivaluta la parola, infatti, “le parole e i desideri da cui scaturiscono sono fondamentali” viene detto da Franz ai protagonisti. In fondo crescere, oltre che imparare a non arrendersi e a fidarsi degli altri, è anche imparare a usare le parole, pensarle per guardare meglio dentro di sé e per comprendere il mondo degli altri.

Il blog dell’autore.

Christian Frascella, La cosa più incredibile, Salani 2015, p. 285, euro 14,90, ebook euro 9,99

Zoottica

29 Apr

zootticaOggi Anna Meta ci racconta “Zoottica”, uno dei finalisti del premio Andersen 2014.

Un cane, una lumaca, un moscerino presentano percezioni visive molto diverse tra loro. Le scimmie vedono quasi come noi; il cane è un predatore daltonico dall’odorato e udito finemente sviluppati; il gatto è ipersensibile ai movimenti ed è un predatore infallibile nonostante sia completamente miope; i pipistrelli vedono con le orecchie; l’occhio degli uccelli è il più evoluto tra tutti i vertebrati, per loro, come per gli insetti, sono visibili anche i raggi ultravioletti. Il senso della vista per alcune specie può essere secondario, perché possono essere più sviluppati l’udito o l’odorato, ma ogni specie animale possiede una vista adatta al suo modus vivendi e al suo habitat.

Questi argomenti affascinanti e complessi sono esplorati in modo originale e intelligentemente sorprendente da Guillaume Duprat – del quale abbiamo conosciuto, sempre per Ippocampo Junior, Il libro delle Terre immaginate, premiato con il Bologna Ragazzi Award non fiction nel 2009 – in questo volume dove si addentra nel variegato territorio della vista animale spiegandoci perché esistono tante differenze nella visione del mondo da parte degli esseri viventi che lo abitano.

Apprendiamo che quattro chiavi interpretative aiutano a spiegare le tante diversità nella visione: campo visivo, ad esempio quello degli umani è di 180°, proprio di un predatore o di un raccoglitore, invece una beccaccia è in grado di guardarsi la coda, grazie al suo campo visivo di ben 360°; gli altri aspetti da considerare sono i colori e la luce, la percezione dei movimenti, l’acuità visiva. Un ruolo fondamentale è ricoperto anche dalla forma degli occhi, perfette macchine fotografiche naturali, che nel regno animale assumono le forme più disparate, ad esempio la lumaca ha due occhi sulle corna che trasmettono informazioni al suo cervello attraverso un sistema nervoso rudimentale, infatti, oltre gli occhi, occorre anche un cervello in grado di decifrare ed elaborare informazioni.

Duprat, oltre a fornirci nozioni come queste, riesce addirittura ad aiutare il lettore a vedere attraverso gli occhi degli animali: coniugando i risultati delle conoscenze scientifiche acquisite sulla vista animale e l’immaginazione traduce in immagini ciò che vedono gli animali. Sulle pagine scorrono grandi ritratti di animali, ciascuno presenta una mascherina pre-tagliata all’altezza degli occhi che può essere sollevata permettendo di guardare come si presenta – o come riteniamo debba presentarsi in basa alle conoscenze e agli studi finora elaborati − la visione soggettiva di ciascun animale di uno stesso panorama che rappresenta la realtà e che nessuna specie può cogliere nella sua interezza, ma solo nelle caratteristiche che le sono più necessarie. L’insieme delle immagini e l’approccio verso l’argomento delle percezioni visive dell’uomo e degli animali, offerte da questo libro, oltre a esplorare l’immensa gamma dei modi di vedere il mondo sono uno stimolo vivace per interrogarsi e approfondire.

Indispensabile una visita al sito www.cosmologik.wordpress.com

Guillaume Duprat, Zoottica. Come vedono gli animali? (trad. di Ombretta Romei), L’Ippocampo Junior, 2013, 40 p., euro 18,00

Più libri più liberi 2013 / 2

23 Gen

Concludiamo la nostra rassegna delle novità nel settore non fiction presentate dagli editori per ragazzi durante la dodicesima edizione della Fiera “Più libri più liberi” di Roma.

geis_numeriDue proposte molto colorate da parte de Il Castoro per i più piccoli con Il mio primo libro dei numeri e Il mio primo libro dell’ABC di Patricia Geis per una prima conoscenza dell’alfabeto e dei numeri puntando sulle forme e i colori garbatamente vivaci e brillanti. Due cartonati con le pagine tagliate orizzontalmente in due o tre strisce a scalare, sagomate sul margine destro nella forma della lettera dell’alfabeto o del numero di cui si parla, un solo appunto su questa caratteristica: le pagine tendono ad aprirsi insieme presentando qualche difficoltà soprattutto per i più piccoli, proprio di questo si è lamentato con me un piccolino di due anni.  Continua a leggere

Più libri più liberi 2013 / 1

19 Dic

Novità editoriali non fiction per ragazzi a “Più libri più liberi” 2013 (1)

La dodicesima edizione della Fiera della piccola e media editoria “Più libri più liberi” di Roma si è conclusa l’8 dicembre con oltre 54 mila presenze e tra queste molti piccoli lettori. Negli anni è divenuta un appuntamento ormai consolidato e imperdibile anche per soffermarsi sui cataloghi e le novità dell’autunno e dell’inverno presentate dalle piccole case editrici indipendenti per bambini e ragazzi.Ci siamo concentrati in particolare sulle novità che ci sono sembrate più stimolanti nel settore non fiction che spesso finiscono in secondo piano. Continua a leggere

La famiglia Cinemà

29 Set

9788880337058Una riunione di famiglia in piena regola, dirai tu! Sì,
con il piccolo dettaglio che ognuno se ne stava davanti alla
stessa immagine sullo schermo, ma per conto proprio in un
cinema diverso, disperso in chissà quale via, di chissà quale
città, in chissà quale parte del globo, dal Polo Sud alla Luna,
Charles di qua, Titina di là, che il bello del cinema è anche
questo: tutti insieme, separatamente.

I fratelli Auguste e Louis – entrambi catturati dal ricciolo dispettoso che sfugge dalla chioma bionda e ordinata di Lucille, luminosa fanciulla della Parigi tra fine Ottocento inizi Novecento – si farebbero in quattro per esaudire il desiderio della ragazza di passare una serata al cinema se solo avessero l’idea di cosa fosse e come fare. Alla fine la spumeggiante ragazza sfuggirà ai due timidi corteggiatori per sposare un certo François  con il quale metterà su la famiglia Cinemà. La famiglia cresce e si ramifica nel tempo contemporaneamente all’apparizione e allo sviluppo dell’arte cinematografica e d’allora sarà un susseguirsi e un intrecciarsi movimentato di avventure tra i nostri e i personaggi di indimenticabili pellicole, a partire da Antoine che assisterà alla prima proiezione cinematografica pubblica al Grand Café di Parigi e sarà anche lui travolto dal panico e dal fuggi fuggi generale che provocò tra il pubblico la visione del film L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat dei fratelli Lumiere, per continuare con Boris che partirà per la Transilvania portando con sé la famosa guida gastronomica del Globulo Rosso e sarà ospite di uno spettrale conte, e poi con Mortimer che nelle strade di New York si vede tagliare la strada da uno strano roditore, per di più di carta animata, vestito persino di pantaloncini rossi e di scarpe gialle che risponde dicendo: ”Gulp!, munmble mumble, sgrunt…”, fino a Domitilla, l’ultima discendente della famiglia Cinemà, che di ritorno dal futuro racconta di aver incontrato dei tipi alti con la faccia blu in lotta per la difesa del loro ambiente.

Se durante la lettura di ogni avventura non siamo riusciti a indovinare in quale film sono andati a imbattersi i protagonisti, alla fine viene in soccorso una scheda tecnica di approfondimento del film per mettere in luce battute e scene memorabili entrate a far parte del’immaginario comune, innovazioni e trucchi cinematografici, notazioni di storia del cinema.
La famiglia Cinemà, attraverso il racconto movimentato, divertente, intenso e il linguaggio brioso di Andrea Valente, è una lettura spassosa per conoscere alcuni film importanti e per diventare fruitori di cinema in modo più colto e consapevole.
E qui si apre anche una doverosa riflessione sulle nostre attuali possibilità – per non parlare di quelle ancora più bistrattate dei piccoli o giovani spettatori  – di fruire in maniera condivisa del cinema, di godere di varietà di scelte e di venire a conoscenza della storia del cinema. Le sale cinematografiche non sono più presenti in molti luoghi del nostro paese, oscure regole della distribuzione rendono impossibile la visione di pellicole importanti. Parlo da spettatrice di cinema arrabbiata, pur vivendo in una cittadina dove è presente un multisale (dodici schermi), non riesco ad andare al cinema, perché ormai da alcuni mesi, nonostante uscite interessanti, non sono più in programmazione film di qualità. E purtroppo questa realtà è diffusa. Abbiamo ora altre possibilità a disposizione per guardare film, ma che cosa possiamo fare per salvare la visione condivisa, l’emozione unica di una sala cinematografica e come far conoscere la storia del cinema ai più piccoli? Penso che anche in questo caso le biblioteche possono essere d’aiuto.
Il sito di Andrea Valente e il sito dell’illustratrice Julia Binfield.

Andrea Valente, La famiglia Cinemà, illustrazioni di Julia Binfield, Milano, Il Castoro 2013, pp. 143, euro 13,50

Il libro dei regali straordinari

4 Mar

I giorni dell’anno designati dalla tradizione allo scambio di doni sono ormai alle nostre spalle. Dalle pagine di riviste e giornali, dalle vetrine dei negozi è stata esposta ai nostri occhi una rutilante varietà di cose preziose, di scarso valore, utili, inutili, insolite o prevedibili. Quali trame di desideri si è cercato, e si cerca anche al di là del Natale, di disegnare per noi, quali orditi di sogni tessono le proposte che ci vengono continuamente rivolte per invogliarci ai consumi predisposti per noi? Sogni spenti per orizzonti miopi. Soprattutto se li andiamo a confrontare con la sfera dei sogni brillanti e gioiosi a cui danno forma e colore nel grande catalogo di meraviglie che è Il libro dei regali straordinari , ben quattro importanti illustratori. “I regali che fanno sognare di più non esistono” recita il sottotitolo, sarà anche vero, ma i regali che scorrono pagina dopo pagina sono tutti pieni di quella poesia che attribuisce un senso al mondo e alla fine risultano desiderabili a tutte le età. Traducono i desideri autentici, profondi dei bambini e di adulti non troppo convenzionalmente sovra strutturati. Molte proposte sono legate al bisogno di comunicazione profonda con gli animali (la felicità non è un cucciolo caldo?), quindi si può trovare un dizionario che permetta di parlare con i pesci e all’occorrenza anche con elefanti, formiche e mucche, o un amico topo parlante tascabile; animali anche per giocare: un cane enorme da poter cavalcare; o per sentirsi protetti: un serpente gentile che faccia paura agli altri ma non al suo proprietario.  La casa deve essere un rifugio nel quale potersi divertire e fantasticare, quindi con passaggi segreti adattabili a qualunque muro, dove per scendere al piano di sotto si possa utilizzare la pertica dei pompieri, o giocare sfrenatamente a calcio con un apposito pallone da interni che non faccia danno e comprendere tra gli arredi un comodino mangiamostri che trituri tutte le paure notturne, ma anche un enorme e sorprendente buco nel pavimento. Da mangiare cose buonissime con pozioni che danno gusto di caramella ai cibi che non si riesce proprio a mandare giù, e poi mezzi di trasporto straordinari per viaggi strabilianti e tanti altri oggetti di indubbia utilità, come gli occhiali per riconoscere il rospo che un giorno si trasformerà in un affascinante principe. Il sogno più bello chiude questa sfavillante lista di regali: un’intera notte in un negozio di giocattoli con il proprio migliore amico.

Il sito di Nathalie Choux, quello di Élisa Géhin. Il blog di Mandana Sadat, il sito di Rémi Saillard.

Nathalie Choux, Élisa Géhin, Mandana Sadat, Rémi Saillard, Il libro dei regali straordinari (trad. di Luisella Arzani), Milano, EDT-Giralangolo, 96 p., euro 17,50

Perché i vulcani si svegliano?

26 Gen

More about Perché i vulcani si svegliano? E tante altre domande sulla geologiaPerché i vulcani si svegliano?

“Le rocce hanno tutte la stessa età?” oppure “Perché l’acqua del mare non finisce mai?”, ma anche “Che cosa devo fare se c’è un terremoto?”. Domande circoscritte e concrete come queste – riproduzione indovinata del procedere del pensiero di giovani menti curiose di fronte agli argomenti che trattano la conformazione e i fenomeni legati al pianeta Terra – sono quelle che Federico Taddia rivolge alla “testa tosta” Mario Tozzi, noto studioso e divulgatore di scienze geologiche, naturali e ambientali. Gli argomenti trattati sono veramente tosti, però la conversazione tra i due autori procede vivace e arguta senza che sia mai tralasciato il rigore scientifico.

Si discute dei potenti segnali (terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, alluvioni, ecc.) che la Terra ci lancia per mostrare che è viva, degli strumenti utilizzati dai geologi per leggerla e per tracciare la sua storia, dei suoi tempi molto diversi dai nostri, dell’influenza dell’intervanto umano sul pianeta e della necessità per l’uomo di conoscere i fenomeni naturali per prevenirli e del dovere di rispettare e difendere la Terra.

Un punto di forza di questo interessante volume della collana “Teste Toste” di Editoriale Scienza è rappresentato anche dalla possibilità per il lettore di decidere l’andamento della lettura: leggere il libro tutto di seguito dall’inizio alla fine, oppure soffermarsi solo sulle domande che interessano; l’indice per argomenti consente di riorganizzare la lettura creando nuovi raggruppamenti dei capitoli secondo lo svolgimento di un tema- guida; i rimandi a fondo pagina consentono il collegamento agli argomenti correlati o altrimenti introducono o richiamano la definizione di un particolare termine o concetto scientifico.

Le domande principali sono illustrate da ironiche tavole in bicromia di Roberto Luciani che introduce qua e là tra le pagine anche piccoli “appunti” disegnati con tratto svelto ed essenziale a commentare con lieve umorismo gli argomenti trattati.

Se a fine lettura il lettore ha un particolare quesito da porre, può spedire la sua domanda per e-mail all’indirizzo: testetoste@editorialescienza.it o per posta alla casa editrice. Mario Tozzi risponderà e le domande saranno pubblicate sul sito all’indirizzo: www.editorialescienza.it/testetoste.

Federico Taddia – Mario Tozzi, illustrazioni di Roberto Luciani, Perché i vulcani si svegliano? E tante altre domande sulla geologia, Editoriale Scienza 2011, pp. 87, € 11,90

La cucina degli scarabocchi

17 Gen

Accostamenti insoliti di ingredienti, sperimentazioni di nuove modalità di cottura, presentazioni fantasiose e singolari dei piatti sono elementi base della cucina creativa. Hervé Tullet, grande maestro di creatività che ha indicato prospettive di fantasia innovative e personalissime per i libri prescolari, si immerge anche nel campo delle nuove tendenze gastronomiche. Il suo La cucina degli scarabocchi – grande formato, copertina con i suoi inconfondibili segni e macchie multicolori – su ogni pagina riporta il disegno di un piatto vuoto con le posate. Ai lettori spetta il compito di trasformarsi in artisti-chef, di munirsi degli strumenti indispensabili per cucinare: matite colorate e fogli di carta sui quali provare le ricette per assicurare una buona riuscita dei piatti prima di intervenire direttamente sulle pagine del libro. Gli ingredienti sono elencati nei risguardi: punti, cerchi, macchie, impronte di dita, sgorbi speciali, ombreggiature, linee ondulate, linee vaganti e tutte le altre composizioni di forme e colori che possano venire in mente per l’elaborazione nelle cucine-atelier di prelibatezze raffinate, come una delizia di scarabocchi, una minestra di zig zag, un soufflè di matite. Se poi si dispone anche di un aiuto cuoco che intervenga spostando velocemente il libro in tutte le direzioni, si può essere certi della riuscita della preparazione di un’eccellente “marmellata magica”. I piatti suggeriti da questo ricettario fantastico per gradevolezza, varietà, valore energetico e nutrizionale forniscono un apporto essenziale per la crescita dell’immaginazione.

Hervé Tullet, La cucina degli scarabocchi (trad. di Eleonora Zoratti), Phaidon, 2011, € 9,95